Salute mentale
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La Sindrome di Peter Pan: cos’è e cosa rappresenta

La Sindrome di Peter Pan: cos’è e cosa rappresenta
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Enrico Reatini
Redazione
Psicologo ad orientamento Cognitivo-Comportamentale
Unobravo
Pubblicato il
28.8.2024

La maggior parte di noi, nell’esperienza quotidiana, si ferma a fantasticare su quanto sarebbe comodo e bello evitare una determinata responsabilità. 

Quando però il desiderio di eludere compiti e obblighi diventa un comportamento abituale e incontrollato, può iniziare a influenzare negativamente la qualità della nostra vita e delle nostre relazioni.

Che cos’è la Sindrome di Peter Pan

L’espressione "Sindrome di Peter Pan" (SPP) è stata coniata dallo psicologo Dan Kiley nel libro Gli uomini che hanno paura di crescere. Per quanto questa definizione risulti intuitivamente di facile comprensione per chiunque conosca il personaggio creato da J.M. Barrie, essa nasconde delle insidie.

Nel linguaggio psicologico il termine “sindrome” ha un'accezione leggermente diversa rispetto a quella di uso comune. Una sindrome, in psicologia, non rappresenta una diagnosi di per sé, ma piuttosto una collezione di manifestazioni cliniche che possono aiutare i professionisti della salute mentale a identificare e descrivere una condizione complessa.

In questo senso, è importante specificare che la Sindrome di Peter Pan non è riconosciuta come psicopatologia o disturbo in nessuna versione del DSM. Essa rappresenta, invece, una modalità di funzionamento psichico della persona, caratterizzata da una serie di comportamenti che indicano difficoltà ad assumersi le responsabilità tipiche dell'età adulta.

Le persone nelle quali si riscontrano questa modalità di funzionamento, pur essendo adulti anagraficamente, assumono comportamenti che un osservatore esterno potrebbe giudicare infantili, i quali sono correlati a mancanza di maturità emotiva.

Oltre al già citato evitamento della responsabilità, tra i comportamenti più frequenti si possono riscontrare procrastinazione ed eccesso di dipendenza dagli altri, sia per supporto emotivo che finanziario.

sindrome di peter pan uomini
Brooke Cagle - Unsplash

Sindrome di Peter Pan: quali sono le cause più comuni?

La Sindrome di Peter Pan può essere correlata a diversi fattori, come educazione di genitori iperprotettivi, traumi infantili o paura di fallire. Il minimo comune denominatore è una conseguente difficoltà a maturare emotivamente, che implica il desiderio di rimanere in una fase infantile o giovanile per sfuggire alle pressioni adulte.

Dan Kiley e la Sindrome di Peter Pan

Dan Kiley ha descritto la Sindrome di Peter Pan come una condizione in cui l'individuo è intrappolato tra l'uomo che non vuole più essere e il bambino che non può più essere. 

Questa percezione, secondo Kiley, è alla base di alcune manifestazioni caratteristiche come una spiccata rigidità emotiva, eccessiva procrastinazione, difficoltà relazionali e instaurazione di un pensiero di tipo magico.

Risulta importante ricordare che nonostante la definizione di Kiley sia relativamente recente, essa può essere vista come un’etichetta che racchiude in sé temi universali che la psicologia ha trattato fin dagli esordi. 

Essa ci parla, infatti, della difficoltà ad affrontare uno stadio di sviluppo oppure, in termini più operativi, ci descrive situazioni cliniche caratterizzate principalmente da mancanza di autonomia, paura di impegnarsi, inaffidabilità e difficoltà nel vivere le relazioni adulte. 

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Sindrome di Peter Pan: possiamo parlare di sintomi?

Dal momento che la Sindrome di Peter Pan non è classificabile come un disturbo mentale e non è quindi presente una sua diagnosi formale in nessun manuale di classificazione diagnostica, non è quindi possibile parlare di una sintomatologia specifica. Rimane tuttavia possibile identificare degli atteggiamenti o tratti caratteristici

In un articolo  pubblicato nel 2021 sulla rivista Men and Masculinities, Batik riflette sulle difficoltà tipiche delle persone con Sindrome di Peter Pan. Secondo l’autore una delle manifestazioni principali è, appunto, l'evitamento delle responsabilità: le persone che adottano questo stile spesso mostrano comportamenti irresponsabili e una mancanza di impegno verso il lavoro o altre responsabilità adulte, sottraendosi a compiti che richiedono autonomia.

Essi si mostrano spesso indecisi e incapaci di prendere decisioni importanti senza l'approvazione o l'aiuto degli altri.

Ne consegue che un'altra caratteristica, associata alla precedente, è la dipendenza dagli altri. Gli individui che utilizzano questa modalità di funzionamento richiedono un supporto eccessivo a genitori, partner o amici per questioni emotive e finanziarie.  

Anche l'immaturità emotiva è un tratto distintivo di questa condizione. Essa si manifesta attraverso comportamenti infantili e reazioni inappropriate rispetto all’età cronologica. Questo si riassume spesso in un'instabilità emotiva che prevede reazioni sproporzionate o inadatte in contesti adulti.

Queste condizioni comportano ovviamente  anche difficoltà nelle relazioni affettive e sentimentali. Spesso viene riportata una difficoltà a mantenere relazioni mature e stabili e una forte paura dei legami stabili, che porta a non prendere in considerazione impegni come  il matrimonio o la convivenza.

La mancanza di pianificazione futura e la difficoltà a considerare le conseguenze delle proprie azioni a lungo termine sono altre caratteristiche significative. 

Anche i comportamenti narcisistici sono comuni, con atteggiamenti egoistici e poca considerazione per i bisogni degli altri. C'è anche un desiderio costante di essere al centro dell'attenzione e di ricevere approvazione. Naturalmente, Sindrome di Peter Pan e narcisismo non possono essere comparate, essendo la seconda un disturbo di personalità vero e proprio.

Oltre a queste manifestazioni, le persone con Sindrome di Peter Pan affrontano diverse difficoltà. Sul piano professionale, possono avere problemi a mantenere un lavoro stabile o a progredire nella carriera. 

Sul piano finanziario, tendono a dipendere dagli altri e hanno difficoltà a gestire le finanze personali. Inoltre, spesso hanno una bassa autostima, che arreca loro sofferenza.

Questi tratti caratteristici possono rendere la vita di queste persone particolarmente complessa, influenzando negativamente vari aspetti della loro quotidianità tanto che, in alcuni casi, la Sindrome di Peter Pan può implicare periodi con tono dell’umore basso e vissuti di depressione.

Sindrome di Peter Pan nelle donne e negli uomini: ci sono differenze?

Kiley sosteneva che la SPP fosse più comune tra gli uomini che tra le donne. Tuttavia nello studio precedentemente citato di Batik è stato tuttavia osservato che in assenza di una vera diagnosi risulta difficile ottenere dei dati sulle differenze di genere riguardo la Sindrome di Peter Pan.

Qualsiasi osservazione potrebbe infatti essere influenzata da fattori culturali. Secondo l’autore, le società occidentali sarebbero più accondiscendenti con gli uomini che tentano di evitare le responsabilità. 

Di conseguenza i comportamenti messi in atto dagli uomini con questa tipologia di funzionamento sarebbero maggiormente rinforzati.  D’altro canto, le donne potrebbero quindi affrontare le stesse difficoltà in modi diversi a causa delle pressioni sociali che le spingono verso ruoli più adultizzati e responsabili.

Mentre negli uomini la Sindrome di Peter Pan si manifesterebbe più facilmente attraverso la tendenza a ricercare una gratificazione immediata e a eludere situazioni che richiedono impegno e maturità, nelle donne con Sindrome di Peter Pan, essa potrebbe manifestarsi attraverso un maggior livello di dipendenza emotiva. 

Le aspettative sociali potrebbero inoltre spingere le donne a cercare approvazione esterna e a conformarsi a ruoli tradizionali, il che potrebbe far apparire la sindrome sotto forma di comportamenti più accettabili socialmente.

In altre parole, le norme di genere e le aspettative culturali potrebbero influenzare il modo in cui la sindrome si manifesta e viene percepita. 

sindrome di peter pan e sessualità
Klaus Nielsen - Pexels

Sindrome di Peter Pan in amore e nella sessualità

In un articolo pubblicato sull’Australian and New Zealand Journal of Psychiatry, Quadrio osserva dei pattern relazionali tipici delle persone che mettono abitualmente in atto comportamenti infantili.

Nello specifico l’autore riflette sulle modalità attraverso cui questi comportamenti influenzano le relazioni sentimentali e la sessualità di uomini e donne. 

Dalle riflessioni condotte, emerge che le persone che manifestano più difficoltà ad assumersi responsabilità in ambito relazionale, hanno maggiori difficoltà a formare legami emotivi profondi e duraturi. 

Spesso infatti, essi ricercano relazioni basate più sul soddisfacimento dei bisogni biologici che su un autentico legame emotivo. Perfino le relazioni sessuali sono descritte come prive di calore e limitate alla mera ricerca di gratificazione fisica.

Un aspetto chiave di queste relazioni è la ricerca di partner accudenti che siano capaci di gestire i conflitti interni del soggetto e che siano indulgenti verso le sue debolezze emotive.

Inoltre, secondo Quadrio, la Sindrome di Peter Pan negli uomini sarebbe caratterizzata da elevati livelli di narcisismo e maschilismo. Questi tratti complicherebbero ulteriormente le relazioni in quanto questi individui tenderebbero ad essere spesso autoriferiti e a rifiutare di assumersi la responsabilità delle proprie azioni. 

Ovviamente è necessario sottolineare come questi comportamenti, quando reiterati e inconsapevoli, possono essere in grado di influenzare negativamente sia le relazioni personali sia quelle professionali della persona, portando a una bassa soddisfazione nella vita e a un maggiore rischio di problemi psicologici come difficoltà nella gestione dell'ansia e problemi dell'umore.

Come uscire dalla Sindrome di Peter Pan?

Quando le ripercussioni di uno stile di vita esageratamente infantile e deresponsabilizzato iniziano a essere dannose per il soggetto che lo assume o per i suoi cari, può essere utile richiedere l’aiuto di un professionista della salute mentale.

Nello specifico, la Sindrome di Peter Pan può essere affrontata con diversi approcci e interventi terapeutici. 

La terapia cognitivo-comportamentale può essere utile per aiutare gli individui a riconoscere e modificare pensieri e comportamenti disfunzionali, sviluppando nuove abilità e promuovendo una maggiore responsabilità personale (Alford & Beck, 1997). 

La terapia psicodinamica potrebbe invece essere utile per esplorare i conflitti inconsci e le esperienze infantili, aiutando gli individui a comprendere le radici dei loro comportamenti immaturi (Gabbard, 2004). 

La terapia familiare, infine, potrebbe coinvolgere i familiari per migliorare la comunicazione e risolvere conflitti intergenerazionali, affrontando le dinamiche relazionali che contribuiscono al mantenimento dei comportamenti tipici della Sindrome di Peter Pan (Minuchin & Fishman, 1981).

Altre strade potrebbero riguardare la terapia di gruppo, che offre un ambiente di supporto in cui gli individui possono condividere esperienze e imparare dagli altri, sviluppando abilità sociali e riducendo l'isolamento (Yalom & Leszcz, 2005). 

In casi più severi potrebbe inoltre essere necessaria la terapia occupazionale per migliorare la capacità di assumere responsabilità in vari contesti, sviluppando abilità pratiche per la vita quotidiana (Christiansen & Baum, 2005).

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Sindrome di Peter Pan: letture e film per capire

Libri, film e racconti sono in grado di regalarci uno sguardo più diretto su dei concetti che rischiano altrimenti di rimanere strettamente teorici. Per ciò che riguarda la Sindrome di Peter Pan, sono diverse le opere che offrono una visione profonda e variegata di questa condizione psicologica.

Ovviamente un libro fondamentale per comprendere la Sindrome di Peter Pan è il già citato  The Peter Pan Syndrome: men who have never grown up di Dan Kiley. Questo testo esplora dettagliatamente le caratteristiche degli uomini che evitano le responsabilità adulte, analizzando i meccanismi psicologici alla base di tale comportamento. 

Per una comprensione più narrativa del fenomeno, è inevitabile citare il classico Peter Pan di J.M. Barrie. Sebbene sia una favola per bambini, il romanzo offre spunti interessanti sui processi che ci accompagnano dall’infanzia alla maturità.

Il giovane Holden di J.D. Salinger è un romanzo formativo che esplora il conflitto tra il desiderio di rimanere giovane e l’obbligo di affrontare le responsabilità adulte. La figura di Holden, con la sua ribellione e la sua difficoltà a integrarsi nel mondo adulto, offre una riflessione profonda su temi di maturità e crescita.

Infine, Il grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald offre una riflessione sui sogni e le illusioni della giovinezza attraverso il personaggio di Jay Gatsby, che, nonostante la sua età, cerca di ricreare un passato idealizzato. Il romanzo esplora le difficoltà di crescere e l’influenza del passato sul presente.

Per quanto riguarda il cinema, Hook è un film essenziale da vedere. Racconta la storia di un Peter Pan adulto che ha dimenticato il suo passato e deve tornare all'Isola che non c'è per salvare i suoi figli, esplorando in modo affascinante le responsabilità e le sfide dell'età adulta. 

Un'altra pellicola rilevante è Finding Neverland, che narra la vita di J.M. Barrie e l'ispirazione dietro la creazione di Peter Pan, offrendo una visione commovente delle dinamiche tra infanzia e maturità.

Infine, il film The secret life of Walter Mitty racconta la storia di un uomo che vive in un mondo di fantasia per evitare le responsabilità della sua vita reale, affrontando infine le sue paure e maturando.

Chiudiamo questa piccola lista menzionando anche alcune serie TV che mostrano attraverso la lente dell’ironia una serie di personaggi che incarnano aspetti della Sindrome di Peter Pan. 

In The Office, il personaggio di Michael Scott interpretato da Steve Carell, mostra spesso comportamenti infantili e una riluttanza ad assumere responsabilità adulte. 

Un altro esempio è How I met your mother, dove il personaggio di Barney Stinson, interpretato da Neil Patrick Harris, incarna molti aspetti della Sindrome di Peter Pan con il suo rifiuto di impegnarsi in relazioni serie e il suo stile di vita edonistico.

Tutte queste opere, attraverso storie coinvolgenti e personaggi complessi, offrono varie prospettive sulla Sindrome di Peter Pan, esplorandone le sue implicazioni psicologiche e sociali.

Bibliografia

  • Alford, B. A., & Beck, A. T. (1998). The integrative power of cognitive therapy. Guilford Press.
  • Christiansen, C. H., Bass, J., & Baum, C. M. (2024). Occupational therapy: Performance, participation, and well-being. Taylor & Francis.
  • Gabbard, G. O. (2017). Long-term psychodynamic psychotherapy: A basic text. American Psychiatric Pub.
  • Heatherington, L., & Friedlander, M. L. (1990). Applying task analysis to structural family therapy. Journal of Family Psychology, 4(1), 36.
  • Kalkan, M., Batık, M. V., Kaya, L., & Turan, M. (2021). Peter Pan syndrome “men who don’t grow”:Developing a scale. Men and Masculinities, 24(2), 245-257.
  • Kiley, D. (1983). The Peter Pan Syndrome: Men Who Have Never Grown Up. Dodd, Mead & Company.
  • Minuchin, S., Fishman, H. C. (1981) Family Therapy Techniques. Harvard University Press
  • Quadrio, C. (1982). The Peter Pan and Wendy Syndrome. Australian and New Zealand Journal of Psychiatry 16 (2), 23–28.
  • Yalom, I. D., & Leszcz, M. (2005) The theory and practice of group psychotherapy. Seminal textbook on group psychotherapy.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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