Disturbi psichici

Rupofobia: cos’è e come superare la paura dello sporco

Rupofobia: cos’è e come superare la paura dello sporco
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Mariangela Rendini
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale
Unobravo
Pubblicato il
10.5.2023

La rupofobia è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla paura ossessiva dello sporco. Si tratta di una paura patologica e irrazionale, che porta alla messa in atto di comportamenti e rituali ossessivi di pulizia su di sé e sull’ambiente che circonda il soggetto coinvolto.  

La paura è suscitata dal contatto con oggetti o situazioni definite e può essere scatenata, per esempio, dal contatto o dalla vicinanza di persone in condizioni igienicamente precarie o luoghi pubblici potenzialmente contaminati. 

Solo pochi anni fa abbiamo vissuto un’esperienza collettiva legata all’igiene. Le indicazioni per evitare il contagio da Covid-19, infatti, richiedevano un lavaggio accurato delle mani e delle superfici di contatto. 

Questo ha generato in alcune persone quella che è stata definita “ansia da covid”, con reazioni emotive importanti, come fobie specifiche, ansia da malattia o rupofobia con relativo disturbo ossessivo-compulsivo legato al lavaggio e alla pulizia. 

Nella rupofobia tutto ciò che può sporcare il proprio corpo causa stress e ansia, che trova un immediato sollievo solo attraverso rituali di pulizia costanti e ossessivi. Tra gli esempi più immediati, la rupofobia può comprendere:

  • la fobia delle mani sporche
  • la fobia di sporcarsi le mani
  • la fobia dei capelli sporchi 
  • la paura di sedersi su qualcosa di sporco o di essere sdraiati sullo sporco
  • la paura dello sporco e della polvere
  • la paura dello sporco e delle malattie
  • la fobia di toccare qualcosa di sporco (per esempio le tazze sporche al bar).

Questa paura morbosa dello sporco e la conseguente ossessione per la pulizia, l'ordine e l'igiene, possono compromettere significativamente la salute della persona (pensiamo alle dermatite causate dall’eccessivo lavaggio, che può rendere le mani secche, rovinate e screpolate) e le relazioni sociali del soggetto rupofobico, che nutre un'aspettativa molto bassa nei confronti dell'esterno. 

la paura dello sporco
Cottonbro Studio - Pexels

Rupofobia: il significato della paura dello sporco in psicologia

Cosa significa rupofobia? L’etimologia di rupofobia deriva dal greco rupo che significa “sudiciume” e indica la fobia dello sporco e una paura costante di entrare in contatto con esso

Di fronte allo stimolo ansioso viene messa in atto una risposta fobica e, molto spesso, la situazione disturbante viene sistematicamente evitata. I soggetti che presentano questa fobia, vivono un intenso disagio anche semplicemente immaginando di entrare in contatto con lo sporco.

La rupofobia secondo Freud e Jung

Secondo l'interpretazione della psicoanalisi, la rupofobia è determinata da un forte conflitto interiore. Freud cita, per esempio, Lady Macbeth che lava costantemente le mani per “pulire” il tradimento perpetrato ai danni di suo marito.

Jung ritiene che i soggetti rupofobici presentano una incapacità di sostenere il contatto con i propri lati più nascosti e, attraverso la pulizia, cercano di contrastare il “sentirsi sempre sporchi”, pulendo i lati di sé che provocano una profonda vergogna.

L’individuo rupofobico esperisce un alto livello di ansia interiore, trasferita all'esterno facendo oggetto della propria angoscia l'ambiente circostante, avvertito come sporco.

Differenza tra rupofobia e misofobia

Rupofobia e misofobia possono essere simili, anche se la misofobia si arricchisce di una specifica sfumatura: essa è un disturbo fobico determinato dalla paura del contatto con lo sporco e della contaminazione che questo può determinare.

La misofobia più specificatamente, quindi, fa riferimento al timore di infettarsi o ammalarsi a causa dell’azione di germi o batteri mentre, nel caso della rupofobia, la preoccupazione è legata genericamente allo sporco e non alla paura dello sporco e dei germi. 

Nella rupofobia lo stimolo che innesca la paura può essere anche solo idealizzato: il solo pensiero infatti della scarsa pulizia di sé e dell’ambiente che lo circonda può generare una reazione di malessere. 

Paura dello sporco e DOC

La rupofobia presenta una stretta relazione con il disturbo ossessivo-compulsivo, caratterizzato dalla presenza di ossessioni e/o compulsioni. Le ossessioni sono pensieri o immagini invadenti che causano tensione emotiva, mentre le compulsioni sono rituali comportamentali o cognitivi che vengono utilizzati per ridurre lo stato d’ansia.

Le ossessioni possono avere diverso contenuto e riguardare ad esempio la religione, l’ordine e la simmetria, le relazioni (DOC da relazione), il proprio orientamento sessuale, ecc.

Nel disturbo ossessivo-compulsivo legato allo sporco, i pensieri ossessivi sono relativi alla contaminazione di se stessi o gli altri, mentre i rituali compulsivi sono associati alla pulizia.

Un tipico esempio di rituale di pulizia consiste nel lavarsi le mani un determinato numero di volte di seguito. 

Nei casi in cui coincidono sintomi di disturbo ossessivo compulsivo e fobia specifica dello sporco, di solito viene fatta diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo, poiché la rupofobia è solitamente un sintomo secondario. Nel caso in cui la paura irrazionale è preponderante rispetto ossessioni e compulsioni, sarebbe corretta la diagnosi di fobia specifica.

I rituali della fobia dello sporco: pensiero magico ed evitamento

Un soggetto rupofobico mette in atto una serie di condotte atte a limitare le conseguenze della fobia dello sporco. Tra i comportamenti che possono essere messi in atto e al contempo segnalare un disturbo ossessivo-compulsivo rientra il pensiero magico.

Questa struttura di pensiero dà al soggetto la sensazione di poter controllare l'andamento di determinati eventi mettendo in atto una serie di comportamenti e rituali, come ripetere una certa azione un determinato numero di volte, affinché accadano circostanze positive e si impediscano eventi terribili a se stessi o ai propri cari. 

La superstizione diventa così fagocitante da determinare una paura intollerabile, conducendo il soggetto a mettere in moto continui rituali estenuanti che possono compromettere la vita di ogni giorno, evitando luoghi, circostanze e persone. 

Si tratta di quello che il DSM-5 definisce “evitamento attivo” ovvero quel comportamento intenzionale messo in atto per “prevenire o ridurre al minimo il contatto con gli oggetti e situazioni fobici.”.

I rituali spesso non hanno una logica associazione con l’idea ossessiva, possono essere del tutto scollegati, non c’è alcuna connessione tra quello che una persona teme e l’azione che compie per prevenire il dramma immaginato.

paura delle mani sporche
Burst - Pexels

Sintomi della rupofobia

Come capire se si è “malati di pulito”? Le persone rufofobiche provano intensi attacchi d’ansia e paura quando entrano in contatto con lo stimolo fobico che li porta a voler fuggire dallo sporco, principalmente allontanandosi da esso o eliminandolo dal proprio corpo o dall’ambiente, oltre che a cercare di evitarlo.

Per questo motivo, la persona che ha paura dello sporco può decidere di non uscire più di casa, non fare più niente (come cucinare) o non invitare amici per paura di sporcare casa mettendo a rischio un ambiente ritenuto pulito e incontaminato.

A volte, le manifestazioni ansiose legate alla rupofobia possono diventare così intense da provocare attacchi di panico. Nel soggetto che ha paura eccessiva dello sporco, i sintomi che si manifestano sono sia fisiologici che cognitivi. Tra questi ci sono:

  • palpitazioni e aumento della frequenza cardiaca
  • sudorazione
  • tremore interno
  • difficoltà a respirare e sensazione di soffocamento
  • nausea e disturbi addominali
  • scarso equilibrio, vertigini e svenimento
  • derealizzazione e depersonalizzazione
  • timore di compromettere la propria salute mentale
  • paura di perdere il controllo
  • paura di morire 
  • intorpidimento o formicolio (parestesia)
  • brividi e vampate di calore.

Perché si ha paura dello sporco? Le cause della rupofobia

Le principali cause psicologiche della rupofobia possono essere l’esposizione a traumi caratterizzati da una scarsa igiene ma anche a una rigida educazione sull’igiene e i relativi aspetti dannosi dello sporco che, soprattutto da bambini, può avere un impatto significativo sulla persona.

La mania del controllo di ogni situazione può essere l’effetto diretto di una educazione eccessivamente rigida ricevuta durante l'età infantile. Controllando ossessivamente l’igiene, il soggetto risponde al bisogno di esercitare un potere sulla propria persona.

La rupofobia può svilupparsi e persistere anche a causa di alcuni aspetti della personalità e dei modelli di pensiero di un individuo. I tre principali sono: 

  • bias cognitivi che portano a convinzioni irrazionali sul potenziale danno
  • bias attentivo verso le minacce (ecco che la rupofobia può condurre all’ipocondria)
  • basse percezioni del proprio senso di autoefficacia.

Anche la genetica e il proprio ambiente possono entrambi svolgere ruoli significativi nello sviluppo della paura di sporcarsi e dello sporco. Per esempio, se è presente una storia familiare di patologie psichiatriche, in particolare di disturbi d'ansia o fobie specifiche, possono presentarsi maggiori possibilità di sviluppare la rupofobia.

La rupofobia nei bambini

Come accade negli adulti, anche i bambini possono presentare i sintomi di un disturbo ossessivo-compulsivo. Nelle loro paure può esserci un timore correlato alla sporcizia, al ledere se stessi o i propri familiari oppure la necessità estrema di ordine e simmetria. 

I rituali compulsivi, come effettuare dei controlli ripetuti, lavarsi o pulire in modo esagerato, contare o ripetere, toccare o raddrizzare gli oggetti, consentono di abbassare i livelli di ansia e di allontanare questi timori. 

Il pensiero magico è molto frequente, compare in modo ridondante, portando il bambino a supporre eventi privi di causa-effetto: “Se mi tocco il naso tre volte mia madre starà bene”.

I sintomi della rupofobia, se marcati, influenzano la vita non solo del bambino ma dell’intera famiglia, generando possibili problemi familiari. Spiegazioni logiche, imposizioni o rimproveri non eliminano né riescono a diminuire le inflessibili sequenze messe in atto durante i rituali.

Il disturbo ha spesso significative conseguenze anche in ambito scolastico. La presenza di pensieri ossessivi crea difficoltà di concentrazione e di attenzione. Le difficoltà e il basso rendimento, riducono a loro volta l’autostima del bambino, portandolo a un possibile isolamento e a comportamenti problematici. 

Risulta quindi importante che i genitori comprendano la natura e le conseguenze del disturbo per poterlo aiutare nel suo percorso terapeutico, sostenendolo nella lotta contro le sue paure e i sintomi depressivi determinati dall’isolamento.

Rupofobia e sessualità

La fobia dello sporco può determinare una difficoltà nella sfera della sessualità della persona coinvolta con un possibile calo del desiderio nella coppia. Un rapporto sessuale infatti, implica inevitabilmente uno stretto contatto con il partner con relativo scambio di fluidi, ecco perché rupofobia e sesso sono tanto legati. 

La disposizione e la sensibilità al disgusto determinano una risposta inibitoria contribuendo all’evitamento e alla rinuncia di determinati stimoli sessuali, al calo dell’eccitazione e della risposta sessuale.

Questo scambio può determinare un malessere significativo in un soggetto rupofobico e può quindi comportare l'inaccessibilità a queste dimensioni relazionali, compromettendo anche i rapporti con il proprio partner che si trova a convivere con un rupofobico e, magari, non sa come comportarsi. 

Una condotta di evitamento porta quindi il soggetto a compromettere la possibilità di avere relazioni sessuali. La sola necessità immediata di ricorrere all’igiene del corpo immediatamente dopo l’atto sessuale, invece, può determinare problemi con il partner, dato lo stato di ansia con cui la persona vive questo aspetto della vita.

Come aiutare chi soffre di rupofobia

Come si cura la rupofobia? Per combattere la rupofobia il primo passo è quello di riconoscere la propria condizione e decidere di lavorare attivamente per comprenderla meglio e capire come risolvere il problema.

La terapia per curare la rupofobia è di tipo psicoterapeutico, o una combinazione tra farmaci e psicoterapia. Il trattamento farmacologico rappresenta una soluzione che in alcuni casi è necessaria e che va attentamente valutata insieme a uno psichiatra. 

Iniziare un percorso psicoterapeutico risulta fondamentale per vincere la rupofobia. Un percorso psicologico, inoltre, svolto anche con uno psicologo online, può essere di supporto anche ai familiari che si trovano a vivere con un rupofobico.

Come curare la rupofobia con la psicoterapia

Quale psicoterapia può essere utile per gestire la paura esagerata dello sporco? 

Tra gli approcci psicoterapeutici, la terapia cognitivo comportamentale è una forma di trattamento psicoterapico che si concentra tanto sulla consapevolezza e riformulazione dei pensieri che innescano il malessere, che sui comportamenti disfunzionali che ne conseguono.

Lo psicologo e psicoterapeuta per prima cosa guida il paziente verso l’acquisizione di strategie utili a riconoscere le convinzioni patologiche che sono alla base della rupofobia. Attraverso la terapia dell'esposizione, poi, guiderà i pazienti ad esporsi proprio a quelle condizioni che causano loro stress.

Sebbene questo trattamento possa essere impegnativo per i pazienti, lo scopo è insegnare loro come affrontare questa paura e non lasciare che essa li controlli. Questa terapia viene eseguita solo dopo un'analisi completa della natura e della gravità della sintomatologia e richiede del tempo.

A questo proposito, i pazienti potrebbero essere esposti all'oggetto della loro paura (per esempio un ambiente sporco) e ricevere abilità per aiutarli ad affrontarlo senza sperimentare un’ansia invalidante. 

Il paziente è esposto gradualmente, ma costantemente, a un ambiente in cui l'oggetto della sua paura può essere presente. L'obiettivo consiste nel normalizzare le proprie paure, liberandosi dalla fobia.

Liberarsi dalla rupofobia: alcuni consigli

Per guarire dalla rupofobia è molto utile svolgere un percorso psicologico. Curarsi da soli, infatti, può non farci raggiungere i risultati sperati. Importante è chiedere aiuto fin dalle prime manifestazioni della rupofobia.

Anche se non si ha voglia, si può provare a non nascondersi, sforzarsi di uscire e incontrare i propri cari e amici, che possono diventare un supporto prezioso verso la guarigione. Praticare la respirazione diaframmatica o gli esercizi di mindfulness per l’ansia, può essere poi un efficace modo per gestire meglio i propri stati d’ansia.

A conferma di quanto possa essere prezioso il supporto di un professionista del benessere psicologico, troviamo le storie condivise nei forum sulla paura dello sporco. Per esempio, la rupofobia può manifestarsi nei casi in cui la persona:

  • sia casalinga e si occupi con estrema lentezza e ansia della pulizia della casa
  • ponga il divieto assoluto di accesso in casa a cani o altri animali
  • viva con agitazione il dover andare a pranzo o cena da parenti o amici, considerati non troppo attenti all’igiene.

Film sulla rupofobia

Oltre ai celebri personaggi rupofobici (W. Churchill, per esempio, soffriva di rupofobia), anche il cinema ci racconta le storie di persone che soffrono di paura dello sporco. 

I due più celebri esempi che citiamo sono i personaggi dei film Qualcosa è cambiato, in cui Jack Nicholson interpreta un uomo con rupofobia e comportamenti ossessivi e The aviator, in cui il personaggio interpretato da Di Caprio è affetto da DOC e rupofobia.

Bibliografia

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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