Il rapporto dell’uomo col suo ambiente naturale è stato oggetto di studio già in tempi molto antichi. Nel testo attribuito a Ippocrate Arie acque luoghi si sottolinea l’importanza che il clima, il paesaggio e la qualità dell’acqua hanno sulla salute e lo stretto legame tra individuo e ambiente.
La psicologia dell’ambiente si occupa di analizzare il ruolo dell'ambiente nello sviluppo psicologico della persona (pensiamo alla correlazione tra caldo e ansia) e di quanto l'uomo sia influenzato dall'ambiente in termini psicologici.
Psicologia e ambiente: la storia
Quando è nata la psicologia ambientale per come la conosciamo? Il legame tra essere umano e ambiente e l’influenza dell'ambiente nello sviluppo psicologico, vengono riconosciuti come branca della psicologia alla fine degli anni Sessanta con una serie di studi svolti soprattutto negli Stati Uniti (la psicologia ambientale in Italia arriverà poco più tardi).
Inizialmente, gli studi sul legame tra ambiente e psicologia si occuparono di ambienti “artificiali” e della percezione e valutazione di un ambiente costruito dall’uomo, per poi allargare il campo anche sugli ambienti “naturali”.
Gli studiosi iniziarono ad analizzare l’interazione individuo-ambiente basando il loro approccio di psicologia ambientale su:
- quanto conta la bellezza di un ambiente
- quanto un ambiente fisico possa essere funzionale alle interazioni sociali.
Gli psicologi degli anni ‘70 concentrarono i loro studi orientando la psicologia ambientale sui temi di sostenibilità e comportamenti ecologici. Tra gli altri, ricordiamo i ricercatori D. Canter e T. Lee, ma anche E. Brunswick e K. Lewin, che furono tra i primi a occuparsi dello studio del rapporto tra individuo e ambiente nello sviluppo psicologico e dare il via alla psicologia ambientale per quella che è oggi.
Secondo Brunswick, i fattori ambientali incidono sulla psicologia dell’individuo in modo inconscio, per cui diventa di primaria importanza prestare attenzione alle proprietà del sistema nel quale l’individuo è inserito.
Nella sua Teoria del Campo, invece, Lewin inserisce “tre tipi di fatti”:
- il fatto psicologico (della persona)
- il fatto ambientale e oggettivo fuori dalla persona (l’ecologia psicologica)
- la “zona di frontiera” in cui fattori psicologici e ambientali si incontrano nella soggettività dell’individuo.
La teoria ambientalista in psicologia deriva dalla psicologia sociale e ha dato vita a altre discipline specifiche, come quelle basate su:
- architettura e psicologia ambientale (come gli studi di design e progettazione basati sull'ipotesi della biofilia)
- condizionamento ambientale (stimolo ambientale e stimolo naturale generano nuove modalità di apprendimento)
- eugenetica (scaturita dalle riflessioni di Sir F. Galton su psicologia, natura e ambiente)
- l’evoluzionismo studiato da R. Dawkins
Gli stressor ambientali in psicologia dell’ambiente
Lo stress non si verifica soltanto in relazione a un evento ma è il risultato dell’interazione costante tra una persona e il suo ambiente. Ogni individuo mette in atto una serie di processi di valutazione cognitivi e dinamici che:
- influenzano la risposta a ciò che incontra nel suo ambiente
- servono a mettere a punto le strategie che adotterà al fine di relazionarsi all’evento.
Le richieste di uno stressor non restano invariate nel tempo, ma sono in costante mutamento: al variare di queste seguono valutazioni differenti e differenti modalità di fronteggiamento, che avranno importanti effetti sulla salute, sull’umore e sul funzionamento sociale e psicologico.
Gli individui affrontano una vasta gamma di stressor che ci confermano lo stretto legame tra ambiente e benessere psicologico, ad esempio:
- quelli acuti, come rimanere bloccati nel traffico cittadino nell’ora di punta a causa di un incidente
- quelli cronici, come vivere nei pressi di una raffineria che emette costantemente sostanze tossiche
- quelli in cui si sperimentano gli effetti dei cambiamenti climatici, i quali possono condurre alla solastalgia.
I fattori cronici di stress presentano molte più conseguenze negative per le persone che li subiscono, perché è meno facile evitarli o fare in modo che cessino.
La relazione tra essere umano e ambiente: l’effetto abitudine
Partendo dal rapporto tra uomo e ambiente della psicologia ambientale, possiamo affermare che uno dei fattori di origine ambientale più stressanti per l’uomo è sicuramente l'inquinamento, che rappresenta un fattore di rischio per l'insorgenza di disturbi psichiatrici.
Sebbene l'inquinamento sia un problema per la salute pubblica (qui una recente ricerca coordinata da Zero Waste Europe), le sue conseguenze vengono sottostimate sia dalle aziende (per ragioni economiche) sia dai singoli individui, a causa di una serie di fattori psicologici che incidono sulla percezione del rischio.
La ricercatrice M.L. Lima ha studiato le conseguenze psicologiche derivanti dall’abitare vicino a un inceneritore di rifiuti. Attraverso due interviste effettuate in momenti temporali differenti, ha riscontrato col passare del tempo il verificarsi di un “effetto-abitudine”.
Se in un primo momento i residenti mostravano un atteggiamento negativo rispetto all’inceneritore e un’alta percezione del rischio, nel tempo quest’ultima è diminuita. Tutto questo è accaduto nonostante i residenti presentassero un aumento di:
- disturbi d’ansia
- depressione
- locus of control esterno
- scarsa conoscenza reale della minaccia esistente.
Secondo Lima, pensare che l’aria che stavano respirando potesse essere cattiva, ha aumentato la probabilità dei residenti di sviluppare disturbi psicologici come attacchi di ansia e depressione reattiva.
Cosa fa lo psicologo ambientale?
Come abbiamo visto, la definizione di psicologia ambientale è legata al rapporto tra individuo e ambiente e all’identità psicologica (personale e collettiva) che si crea dall’interazione tra questi due elementi.
L’influenza sociale dell’ambiente in psicologia è studiata nei corsi di Laurea in Psicologia sociale e ambientale, attivi in molte università italiane, che danno una serie di teorie e metodi a chi vuole diventare psicologo ambientale.
I settori della psicologia ambientale più praticati sono quelli dell’architettura e della salute pubblica. I servizi dello psicologo ambientale, in una comunità, possono avere applicazione nella progettazione di nuovi spazi in cui ambiente ed esperienza umana si integrano per favorire un maggiore benessere psicofisico: pensiamo ad esempio ai luoghi dedicati agli anziani, ai bambini (interessante, a questo proposito, lo studio basato anche su un self report di psicologia ambientale in relazione agli ambienti scolastici) e alle città sostenibili.
Anche riguardo la salute pubblica, sostenibilità ambientale e psicologia (come abbiamo visto a proposito della ricerca di Lima) si intrecciano con l’obiettivo di studiare nuove soluzioni che abbassino, ad esempio, i livelli di inquinamento, fattore di alto rischio per la salute degli individui. Nonostante siano ben noti i benefici del mare, l’inquinamento delle spiagge è ormai un pericolo non solo per l’ecosistema marino, ma anche per il benessere delle persone che abitano quei luoghi.
I metodi di ricerca della psicologia ambientale
Tra gli strumenti della psicologia ambientale, uno dei più utili è senza dubbio l’indagine scientifica, che tiene conto di una serie di fattori tra cui:
- le modalità di utilizzo dell’ambiente
- le relazioni che si sono create tra uomo e quello specifico ambiente
- quali sono i comportamenti umani rispetto l’ambiente circostante.
In Italia è attiva l'AIPAA, Associazione italiana psicologia ambientale, che si propone di promuovere “i valori e i principi della Psicologia Ambientale e Architettonica a favore di una cultura professionale e di una pratica progettuale che mettano la persona al centro del proprio discorso.”
Il ruolo dello psicologo dell’ambiente nella terapia
Sia l’individuo che la comunità in cui è inserito possono imparare ad affrontare gli stressor in modo nuovo e gestirli in maniera più funzionale. Un percorso psicologico in tali situazioni di stress ambientale risulta di primaria importanza perché, favorendo una maggior presa di coscienza (in termini emotivi e cognitivi) della situazione e dei fattori ad essa correlati, permette la realizzazione di un processo di self-empowerment.
Un terapeuta esperto può far rivalutare alla persona il binomio natura e benessere, portando, ad esempio, alla riflessione su come migliorare il rapporto con gli ambienti che abita quotidianamente.
Uno psicologo o psicologa online Unobravo, inoltre, può supportare nella gestione di problematiche psicologiche come la depressione stagionale, legata alla ciclicità delle stagioni, o la depressione estiva.
Psicologia e ambiente: consigli di lettura
Di seguito elenchiamo alcuni libri sulla psicologia ambientale, utili a chi vuole approfondire il tema:
- Psicologia ambientale e architettonica. Come l'ambiente e l'architettura influenzano la mente e il comportamento, M. Costa, edizioni Franco Angeli
- Psicologia ambientale, M. Rosa Baroni, il Mulino
- Profili di ricerca e intervento psicologico-sociale nella gestione ambientale, a cura di Anna Maria Nenci, edizioni Franco Angeli
- I bambini e l'ecologia. Aspetti psicologici dell'educazione ambientale, P. Passafaro, G. Carrus, S. Pirchio, Carocci editore
- Manuale di psicologia ambientale e dei comportamenti ecologici, Steg, edizioni Ferrari Sinibaldi
- Teorie in pratica per la psicologia ambientale, M. Bonnes, M. Bonaiuto, Raffaello Cortina editore
- Psicologia ambientale. Introduzione alla psicologia sociale dell'ambiente, M. Bonnes, G. Secchiaroli, Carocci editore
Oltre che ai libri, offre interessanti spunti la rivista di psicologia ambientale Journal of environmental psychology.