Masturbazione femminile: le donne e l’autoerotismo

Masturbazione femminile: le donne e l’autoerotismo
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Nadia Gobbi
Redazione
Psicologa ad orientamento Cognitivo-Comportamentale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
13.2.2025
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L’autoerotismo femminile o masturbazione femminile è una pratica volontaria di ricerca del piacere sessuale attraverso la stimolazione delle zone erogene. Ancora oggi, questo atto d’amore verso se stesse viene visto spesso come un argomento tabù a causa degli stereotipi di genere e culturali.

Per le donne, la masturbazione può essere una pratica sessuale per conoscere se stesse, per aumentare la consapevolezza del proprio corpo e per godere dei benefici fisici, psicologici e relazionali. 

Ogni donna è libera di decidere se è un’attività che le piace, al di là delle esperienze altrui, al di là di quanto dicono le persone amiche, i post e le riviste. Non vi è alcuna indicazione sulla migliore frequenza della masturbazione femminile, né sulla modalità né su ciò che è giusto o sbagliato. Ciò che conta è il grado di soddisfazione sessuale e il benessere percepito.

Quali sono i benefici dell’autoerotismo femminile? Come interpreta la masturbazione femminile la psicologia? È vero che masturbarsi fa bene alla depressione? In questo articolo tutto sulla masturbazione femminile.


Donne e masturbazione: perché l’autoerotismo della donna è considerato un tabù?

In una società fallocentrica, la donna viene spesso percepita come passiva rispetto alla sessualità, priva di desiderio e vincolata al suo ruolo riproduttivo, convinzione spesso legata all’idea di essere una partner passionale e devota all’uomo. 

Abbracciando questa visione della donna ci si potrebbe chiedere se, a differenza degli uomini, anche alle donne piace masturbarsi o se masturbarsi fa bene o male alle donne, come se la masturbazione fosse un’attività di solo appannaggio maschile.

Per molto tempo infatti è stato inconcepibile che la donna potesse procurarsi piacere da sola, in assenza di un partner; per questa ragione, la masturbazione femminile era vista come una modalità per riempire vuoti emotivi o una strategia per gestire situazioni stressanti. 

A partire dalla metà del secolo scorso, gli studi sulla sessualità umana hanno posto le basi per comprendere il piacere femminile, ponendo la donna in un ruolo attivo per l’autodeterminazione di sé e della propria esperienza sessuale.  

Cliff Booth - Pexels

Masturbazione femminile: quando il tabù nasce nell’infanzia

Nei primi anni di vita, le bambine ricercano sensazioni corporee piacevoli tramite la stimolazione clitoridea e dei genitali in generale, in modo involontario e spesso indiretto strofinando le parti intime contro oggetti, peluche, cuscini o semplicemente stringendo forte le cosce. 

In questa fase, le persone adulte che si occupano dell’accudimento, alla vista di questi gesti possono sentirsi a disagio e possono avvertire imbarazzo, soprattutto quando tali comportamenti non avvengono tra le mura domestiche, ma in pubblico o in presenza di altri. 

Il disagio è associato alla falsa credenza che i bambini e gli anziani non abbiano alcuna sessualità. Nel processo di crescita e di consapevolezza corporea, si assiste alla prima forma di discriminazione: l’autostimolazione di un bambino è di frequente più tollerata della ricerca di stimolazione di una bambina.  

Capita spesso che le bambine vengano sgridate e che gli adulti esprimano in modo esplicito il divieto di toccarsi: accarezzare i genitali “è sbagliato! è una cosa sporca!”, facendo passare l’idea che la masturbazione femminile “fa male” o non è opportuna. Le critiche negative e i rimproveri, però, possono instillare senso di colpa e vergogna, tanto forti da creare un forma di paura per il piacere sessuale. 

Nelle fasi successive di crescita, in adolescenza, le ragazze ricevono non di rado un’educazione orientata ad astenersi da qualsiasi tipo di esplorazione sessuale, in coppia o da sole.

Ma le adolescenti hanno modo di esplorare la propria sessualità anche confrontandosi con il gruppo di pari, cercando informazioni dai canali informatici, o dai corsi di educazione affettiva e sessuale al fine di costruire la propria identità sessuale. 

È fondamentale quindi comprendere che la sessualità non appare improvvisamente, ma ci accompagna passo passo in ogni fase della crescita.  È necessario quindi costruire un dialogo aperto e sereno sul tema della masturbazione già nelle prime fasi della crescita.

 

L’importanza dell’educazione sessuale nell’infanzia

L’OMS Europa, nel documento Standard per l’Educazione Sessuale in Europa, afferma che


“L’educazione sessuale fa anche parte dell’educazione più generale e influenza lo sviluppo della personalità del bambino. La natura preventiva dell’educazione sessuale non solo contribuisce a evitare possibili conseguenze negative legate della sessualità, ma può anche migliorare la qualità della vita, la salute ed il benessere, contribuendo, così, a promuovere la salute generale.”                 

suggerendo di favorire, già dai 4 ai 6 anni, l’esplorazione del corpo attraverso il gioco.

Nelle varie fasi di crescita si affronteranno via via temi sempre più complessi come l’eiaculazione e le mestruazioni, per arrivare a far crescere la consapevolezza sulla gravidanza e maternità, sulle malattie sessualmente trasmissibili, sulla contraccezione e sulla ricerca del piacere sessuale.

Attraverso l’educazione sessuale, che nell’International Technical Guidance on Sexuality Education l’UNESCO definisce come “un approccio, adeguato all’età e alla cultura, nell’insegnamento riguardante il sesso e le relazioni attraverso la trasmissione di informazioni scientificamente corrette, realistiche e non giudicanti.” si potrà dare a giovani ragazze e ragazzi “ l’opportunità sia di esplorare i propri valori e atteggiamenti, sia di sviluppare le competenze decisionali, le competenze comunicative e le competenze necessarie per la riduzione dei rischi.”.

cottonbro studio - Pexels

Quando una donna inizia a ricercare il piacere sessuale?

La masturbazione femminile è un’esperienza intima e personale. Non esiste un’età giusta, né un momento universalmente valido per iniziare a ricercare il piacere sessuale: alcune ragazze scoprono l’autoerotismo con la prima masturbazione già durante l’infanzia o l’adolescenza, mentre altre si avvicinano alla pratica solo in età adulta. Questo percorso può essere influenzato da fattori come l’educazione ricevuta, la cultura di appartenenza e il grado di consapevolezza del proprio corpo e della propria salute sessuale.

Spesso, il primo approccio alla masturbazione avviene in modo spontaneo, attraverso l’esplorazione del proprio corpo, magari senza conoscere esattamente i meccanismi dell’eccitamento femminile. Con il tempo, molte donne imparano a conoscere ciò che le fa sentire a proprio agio e a sperimentare diverse tecniche di masturbazione.

Una donna può ricorrere all’autoerotismo anche durante la gestazione. La masturbazione in gravidanza è, infatti, generalmente sicura e può essere un modo naturale per rilassarsi e vivere la sessualità in modo sereno. Tuttavia, in alcuni casi, è consigliabile evitare la masturbazione, specialmente se si hanno gravidanze a rischio, minacce di aborto o contrazioni premature. In presenza di dubbi o sintomi anomali, è sempre meglio consultare il proprio ginecologo.

Indipendentemente dall’età o dalle modalità, scoprire e accogliere la propria sessualità può favorire un rapporto più sano con il proprio corpo e il proprio piacere. In questo senso, la masturbazione non è solo un atto fisico, ma anche un’opportunità per conoscere meglio sé stesse e vivere una sessualità più consapevole e libera da tabù.

Donne e autoerotismo: perché le donne si masturbano?

La masturbazione femminile fa bene? Quando una donna si masturba viene favorito il rilascio di dopamina, che migliora il tono dell’umore, la qualità del sonno e aumenta la gratificazione sessuale. I benefici della masturbazione femminile sono fisiologici e psicologici. Masturbarsi, per le donne, fa bene perché:

  • mantiene i tessuti elastici e sani
  • diminuisce i dolori muscolari
  • riduce la probabilità di perdite involontarie di urina e di prolasso uterino
  • rafforza il tono muscolare delle zone pelviche e anali
  • diminuisce la possibilità di infezioni delle vie urinarie, dato che la masturbazione favorisce la fuoriuscita dei batteri dalla cervice (no, masturbarsi non fa male alla vescica della donna)
  • allenta la tensione e riduce fortemente lo stress.

Inoltre, un importante effetto positivo della masturbazione femminile è legato al fatto che l’autoerotismo contribuisce a liberare e disinibire la mente, attraverso la perdita di controllo. La masturbazione permette alla donna di essere più sicura di sé e del proprio corpo.

Ha senso parlare di tecniche di masturbazione femminile?

La masturbazione femminile è un’esperienza soggettiva e personale, che può essere esplorata in diversi modi a seconda delle preferenze e del livello di confidenza con il proprio corpo. Non esistono regole fisse o tecniche migliori di altre, ogni donna è diversa e può prediligere alcune modalità piuttosto che altre.

Per alcune può trattarsi della stimolazione del clitoride, altre potrebbero preferire l’uso di oggetti come sex toys. 

Esplorare l’autoerotismo con curiosità e senza giudizio può essere un’opportunità per comprendere meglio i segnali del proprio corpo e migliorare il proprio rapporto con il piacere. L’importante è concedersi il tempo necessario per scoprire cosa fa stare bene, in un clima di serenità e ascolto di sé.

Puwadon Sang-ngern - Pexels

Le donne e la masturbazione: un po’ di numeri 

Gli studi sull’autoerotismo femminile in psicologia ci permettono di avere un’istantanea sull’influenza di stereotipi e tabù sulla vita sessuale delle donne. L’Associazione Italiana Sessuologia Psicologia Applicata (AISPA) ha condotto, qualche anno fa in Italia, uno studio sulla masturbazione “al femminile”. Il campione coinvolto era composto da oltre 1200 donne con un'età compresa tra i 18 e i 50 anni.

Oggetto dello studio la frequenza dell’autoerotismo femminile, la percentuale di donne che si masturbano e le modalità con cui lo fanno.

Dai risultati dell’indagine, che si possono leggere nel libro Il piacere al femminile. Miti e realtà della funzione orgasmica, emerge che l’84% delle intervistate dichiara di essersi masturbata almeno una volta nella vita, metà delle quali ha iniziato prima dei 14 anni. 

Circa il 90% di esse riesce a raggiungere sempre o quasi sempre l’orgasmo in un tempo che supera di rado i 10 minuti. La metà delle donne, inoltre, riferisce di aver provato l’utilizzo dei sex toys durante l’autoerotismo. 

Quanto si masturbano le donne protagoniste di questo studio? Il 20% del campione afferma di ricorrere alla masturbazione una o più volte alla settimana. Questi dati ci raccontano come, nella società contemporanea, sempre più donne stanno superando le inibizioni provocate dalle istanze della tradizionale cultura maschilista di cui accennavamo all’inizio dell’articolo.

Resta ancora un punto però da considerare: il piacere femminile stimolato dal partner. La ricerca sottolinea come l’orgasmo femminile viene raggiunto attraverso la masturbazione svolta dal partner nel 66,9% dei casi, a fronte dell’88,3% in cui viene raggiunto attraverso l’autoerotismo.

La ragione di tale differenza può essere individuata nell’incapacità della donna di vivere questo momento di intimità senza una qualche inibizione (il 60% delle intervistate afferma di non riuscire a "lasciarsi andare”).

Per una buona percentuale di donne, come mostrato anche dalla ricerca a cura di F. Kraus (direttore dell’Ifop), l’autoerotismo femminile rimane un tabù “per molte donne che vivono in coppia [...] perché temono che questa pratica venga interpretata come un segno dell'incapacità del partner di soddisfare i propri bisogni.”. ‍

Quando la masturbazione femminile può essere sintomo di un problema psicologico?

Talvolta la masturbazione può diventare un modo per gestire la rabbia, gli stati di frustrazione e di ansia ed essere utilizzata per fronteggiare le difficoltà della vita quotidiana. Nel tempo, può trasformarsi in uno strumento che risponde ad aspetti psicologici diversi dal bisogno di piacere. 

In questi casi, per la donna l’autostimolazione può essere vissuta come sedativo naturale e, nella sua mente, può crearsi un’associazione ansia - preoccupazione - masturbazione - quiete, che innesca talvolta un circolo vizioso.

Quando la masturbazione è compulsiva e assume caratteristiche ossessive, che vanno ad incidere nella sfera lavorativa e relazionale della persona, potrebbe trattarsi di un sintomo della dipendenza dal sesso (definita per le donne anche ninfomania). Pur non essendo inserita ufficialmente tra i disturbi psichici del DSM-5, l’ipersessualità può diventare un problema invalidante. 

Un test può aiutarti a indagare la presenza di una dipendenza sessuale
*Non ha valore diagnostico e non sostituisce una diagnosi professionale

Si parla di autoerotismo compulsivo quando c’è un bisogno irrazionale e urgente che conduce la donna a masturbarsi in modo ripetitivo durante l’arco della giornata. Le conseguenze di questo comportamento disfunzionale possono essere: 

  • calo del desiderio
  • evitamento dei rapporti sessuali
  • isolamento sociale
  • stanchezza cronica. 
Moose Photos - Pexels

Autoerotismo femminile: la psicologia e il piacere delle donne

Come abbiamo visto, la masturbazione femminile ha molti benefici ma, se se ne sente il bisogno o essa causa un disagio, ci si può rivolgere a un esperto. Tra i diversi rami della psicologia, la sessuologia può essere la più indicata per affrontare non solo eventuali problematiche legate alla masturbazione femminile, ma anche per la propria educazione sessuale.

Nell'adolescenza, per esempio, può essere importante:

  • sfatare i falsi miti sulla sessualità femminile e sul perché le donne si masturbano 
  • illustrare quali sono i benefici della masturbazione femminile
  • sfatare certe convinzioni errate, come quella che masturbarsi troppo causa infertilità femminile o che masturbarsi troppo fa male alle donne.

Nel caso in cui l’autoerotismo perda la caratteristica di piacere o, nonostante venga praticato si verifichi comunque l’anorgasmia (assenza di orgasmo), è utile chiedersi che cosa c’è che non va, che tipo di insoddisfazione si sta vivendo e di che cosa si ha bisogno per sentirsi in armonia con se  stesse.  

Rivolgersi a uno specialista, come quelli che collaborano con la piattaforma di psicologi online Unobravo, che sia in grado di fornire strategie efficaci per permettere alla persona di riconnettersi ai propri bisogni, al proprio corpo e alla propria dimensione sessuale, sarà utile sia in un’ottica di piacere che di benessere fisico e psicologico.                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                        

Libri sull’autoerotismo femminile                                                                                      

Per concludere il nostro articolo sull’autoerotismo delle donne, ecco qualche consiglio di lettura:                                                                                                                       

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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