Per eccitazione sessuale si intende l’insieme delle reazioni fisiologiche, fisiche e psicologiche emergenti durante la prima delle fasi del ciclo di reazione sessuale umana identificate negli anni ’70 dai ricercatori Masters e Johnson nel libro Human Sexual Response. In quale misura l’eccitamento viene influenzato dalle emozioni? E le emozioni possono scatenare dei disturbi sessuali? In questo articolo intendiamo inquadrare le disfunzioni eccitatorie e il ruolo di alcune emozioni nel loro mantenimento.
Cosa sono i disturbi dell’eccitazione sessuale?
I disturbi dell’eccitazione sessuale rientrano nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali dell'American Psychiatric Association (DSM-5) tra le Disfunzioni sessuali, che includono:
- eiaculazione precoce o ritardata
- disturbo dell’orgasmo
- disfunzione erettile
- disturbo del desiderio sessuale ipoattivo (da non confondere con l'asessualità)
- disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione.
Le disfunzioni sessuali possono essere acquisite o permanenti (il problema sessuale è presente sin dalle prime esperienze sessuali) e anche situazionali (emergono solo in situazioni specifiche o con un partner specifico). Altri disturbi sessuali elencati nel DSM-5 sono invece:
- Disforia di genere
- Disturbi parafiliaci o parafilie (es. Disturbo da masochismo sessuale, Disturbo voyeuristico)
La ricerca sul rapporto tra emozioni e sessualità
La ricerca scientifica ha iniziato a interessarti alla modalità di interazione tra le emozioni e il comportamento sessuale solo di recente. Uno studio del 2012, condotto all'interno del Kinsey Institute dell'università dell'Indiana, ha riscontrato una notevole variabilità nel modo in cui gli stati d'animo influenzano il desiderio e l'eccitamento sessuale. Tra gli altri risultati, le donne eterosessuali, quando ansiose o stressate, avrebbero minore probabilità degli uomini di provare desiderio sessuale e eccitamento. Puoi approfondire i risultati dello studio a questo link.
Uno studio di Nobre e Carvalho pubblicato sul Journal of Sex Research nel 2011 ha invece indagato i principali fattori predittivi del desiderio sessuale maschile. Tra i fattori cognitivi ed emotivi, sono risultati predittori significativi gli atteggiamenti restrittivi verso la sessualità, la mancanza di pensieri erotici durante l'attività sessuale, le preoccupazioni per l'erezione, le emozioni di tristezza e la vergogna in un contesto sessuale.
Questi risultati suggeriscono l'importanza delle dimensioni cognitive nel desiderio sessuale, in particolare il ruolo dell'attenzione e la mancanza di pensieri erotici durante l'attività sessuale.
Come si mantengono i disturbi sessuali?
Sono proprio le dirette conseguenze del sintomo, cioè le valutazioni cognitive e i comportamenti attivati, che rinforzano il sintomo stesso creando un circolo vizioso di automantenimento del disturbo. Tali conseguenze possono essere sia volontarie che involontarie:
- Una persona che consideri fondamentale la propria prestazione sessuale e abbia sperimentato un episodio d'impotenza si avvicinerà involontariamente al rapporto successivo con un'aumentata ansia da prestazione; ciò lo porterà ad incrementare le probabilità di fallimento.
- D’altro canto, una persona che soffra di eiaculatore precoce cercherà invece volontariamente di distrarsi e fare di tutto per "sentire meno". Queste azioni rinforzeranno disfunzionalmente proprio il meccanismo centrale dell'eiaculazione precoce basato sulla ridotta percezione delle afferenze sensoriali.
Quali sono le emozioni prevalenti?
Nonostante le differenti storie personali, le disfunzioni sessuali eccitatorie sono riconducibili ad un momento patogenetico in cui si stabilisce un'associazione tra l’idea di un rapporto sessuale e un'intensa emozione di allarme (a carico del sistema nervoso simpatico) la quale inibisce la vasodilatazione genitale (a carico del sistema nervoso parasimpatico) e quindi l'eccitamento.
I disturbi eccitatori sono quindi disturbi dell’integrazione delle emozioni implicate nella genesi del sintomo, tra cui le più frequenti:
- vergogna e senso di colpa
- ansia
- rabbia
Colpa e vergogna
Quando emergono emozioni come la vergogna e il senso di colpa, si riscontrano spesso convinzioni personali del tipo:
- la sessualità è una cosa sporca
- se godo faccio peccato
- se penso a me sono egoista
- se penetro faccio del male alla partner
Tali convinzioni si basano sulla credenza di essere indegno e meritevole di essere punito. La formazione di idee di questo tipo è favorita da
- una storia di relazioni in cui la sessualità e il piacere sono state associate a punizioni;
- un attaccamento di tipo insicuro evitante (teoria dello psicoanalista J. Bowlby) in cui le richieste di vicinanza sono avvertite dalla madre come un peso eccessivo, accendendo nel bambino vissuti di colpa o inadeguatezza.
Ansia
L’ ansia durante i rapporti sessuali sembra correlata a convinzioni diverse nei maschi e nelle femmine. Negli uomini si trovano convinzioni del tipo:
- devo aver voglia ed eccitarmi subito
- devo penetrare e fare godere la partner
- non devo dimostrare incertezze
Nelle donne si trovano invece maggiormente convinzioni del tipo:
- devo farlo contento
- devo provare piacere
Sia le donne che gli uomini subiscono una grave compromissione del proprio valore personale qualora le loro convinzioni non vengano soddisfatte, con un associato timore di essere lasciati dal partner. Convinzioni di questo genere sono favorite da una storia di attaccamento insicuro ambivalente in cui:
- l'affetto dell'altro è subordinato alle proprie prestazioni «Ti vorrò bene solo se sarai bravo»;
- sono costantemente sotto esame il proprio valore e la possibilità che l'altro non se ne vada .
Rabbia
Ci fanno essere arrabbiati tutte quelle idee connesse con il fatto che l'altro (il partner presente ma anche tutti quelli precedenti, fantasmaticamente riassunti) sia:
- cattivo
- violento
- ingiusto
- inaffidabile
- infedele
- prepotente
- non si meriti alcun piacere, anzi meriti di essere punito
Convinzioni di questo genere sono spesso radicate nella storia della coppia e in un attaccamento segnato da ripetute esperienze di rifiuto e di abbandono.
L’auto-mantenimento
Il meccanismo di auto-mantenimento di questi disturbi è costituito dall’affioramento di un’ulteriore emozione (uguale o diversa da quella implicata nella genesi del sintomo) che andrà a sovrapporsi a quest’ultima peggiorando la situazione e attivando un circolo vizioso. A volte, inoltre, anche il partner “psicologicamente sano” può innescare circoli viziosi relazionali che aumentano la confusione e rinforzano il sintomo.
L’avanzamento dell’età e l’eccitamento
Con l’avanzare dell’età, il beneficio dell’eccitamento psicogeno sarà sempre più sporadico e sempre meno capace di anticipare l’eccitazione riflessa. L’erezione e la lubrificazione vaginale risultano inoltre ridotti.
- Le persone che hanno sperimentato nella propria storia sessuale la capacità di accarezzarsi per generare e generarsi piacere, prenderanno atto nell’età matura della necessità di aumentare la durata di questi gesti; cambieranno cioè le proprie abitudini allineandole al cambiamento fisiologico ma continueranno a vivere bene la sessualità.
- Le persone che non hanno memoria del gesto dell’accarezzarsi per generarsi piacere, si troveranno invece senza strumenti. In particolare, potrebbero trovarsi costretti ad interrompere la propria vita sessuale in età matura qualora mantengano un’idea negativa della stimolazione degli organi genitali, ritenuta sbagliata o peccaminosa.
La terapia
Trattandosi di disfunzioni dell’integrazione emotiva, la terapia dei sintomi dell’eccitamento sessuale prevede due interventi contemporanei:
- Aumento della Stimolazione Sessuale tramite la terapia mansionale: è un intervento in cui viene favorito l’incremento di conoscenza e consapevolezza dell’esperienza; focalizzarsi sulla propria esperienza sessuale aiuta a viverla pienamente e modularla;
- Diminuzione delle Emozioni Disturbanti: in percorso terapeutico modellato sulle specifiche peculiarità della coppia, il terapeuta approfondirà le emozioni e i pensieri disfunzionali legati alla sessualità fino a comprendere le aspettative inconsce come la paura di fallire, il bisogno di compiacere, l’insicurezza relazionale e la scarsa autostima.