ADHD: quali trattamenti disponibili?

ADHD: quali trattamenti disponibili?
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Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
31.1.2025
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L’ADHD, o disturbo da deficit di attenzione e iperattività, è una condizione neuropsichiatrica complessa che può manifestarsi sia in età infantile che in età adulta. Questo disturbo è caratterizzato da difficoltà nel mantenere l'attenzione, iperattività e impulsività, con un impatto significativo sulla vita quotidiana e relazionale. 

Ma come si può trattare l'ADHD? Esistono diverse alternative, come cure farmacologiche, trattamenti psicoeducativi e strategie di gestione dei sintomi. In questo articolo esploreremo come gestire l’ADHD nell'adulto e nei bambini e quali sono gli approcci consigliati.

ADHD: “cura” è il termine più appropriato?

Dato che l’ADHD è una condizione con la quale convivere e i suoi sintomi sono spesso gestibili, “curare” potrebbe non essere il termine più appropriato per indicare il processo di trattamento. 

Il trattamento dell’ADHD si basa su un approccio multimodale che tiene conto delle caratteristiche individuali del paziente (Nazarova et al., 2022). In seguito alla diagnosi di ADHD, le terapie possono includere:

  • farmaci: vengono prescritti per migliorare l'attenzione e ridurre i sintomi di iperattività e impulsività. I più comuni sono gli psicostimolanti, come il metilfenidato. Ogni terapia farmacologica deve essere assunta sotto stretto controllo medico.
  • psicoterapia: la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è una delle più utilizzate per aiutare le persone con ADHD a sviluppare abilità pratiche nella gestione dei sintomi (Young et al., 2020), sebbene in letteratura scientifica anche la terapia psicodinamica sta prendendo piede (soprattutto per intervenire sulla percezione temporale) (Rinaldi et al., 2024)
  • psicoeducazione: fornire informazioni chiare sul disturbo ai pazienti, genitori e partner è fondamentale per migliorare la consapevolezza e l’adesione al trattamento.
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Trattamenti non farmacologici

Molti genitori potrebbero cercare opzioni per curare l’ADHD senza farmaci (Poncin et al., 2007; Barkley et al., 2021). Sebbene non sempre sia possibile eliminare del tutto i sintomi di questa sindrome, l’adozione di approcci non farmacologici può migliorare la qualità della vita dei bambini e delle loro famiglie.

Un approccio alternativo o complementare ai farmaci è rappresentato dal trattamento psicoeducativo per l’ADHD, che può concentrarsi su: 

  • strategie di gestione comportamentale, cioè tecniche per migliorare l’organizzazione e ridurre comportamenti problematici
  • supporto scolastico da parte di insegnanti e genitori, che possono collaborare per creare un ambiente di apprendimento strutturato e favorevole
  • terapia familiare per sviluppare strumenti che possano sostenere la persona con ADHD nella vita quotidiana.

I farmaci per l’ADHD

Quando un approccio non farmacologico non è sufficiente a gestire i sintomi dell’ADHD, può essere necessario integrare dei farmaci, in particolare nel caso di bambini e adolescenti. 

Gli psicostimolanti, ad esempio, agiscono aumentando la concentrazione di dopamina e noradrenalina nel cervello, contribuendo a migliorare la capacità di concentrazione e a ridurre comportamenti impulsivi (Del Campo et al., 2011).

Ricordiamo che i farmaci non devono essere assunti con leggerezza. Ogni paziente è diverso, e l’uso di medicinali deve essere attentamente monitorato da un medico specialista, per esempio uno psichiatra.

Il trattamento dell’ADHD nell’adulto

L’ADHD non riguarda solo l’infanzia: secondo la letteratura scientifica, circa il 60% dei bambini con ADHD continua a manifestare sintomi anche in età adulta (Caye et al., 2016). Il trattamento per gli adulti è diverso, poiché tende ad adattarsi alle esigenze specifiche di questa fascia di età.

Anche negli adulti è possibile ricorrere, a seconda della sintomatologia, a psicostimolanti e farmaci non stimolanti. È consigliabile seguire un percorso di terapia cognitivo-comportamentale (Young et al., 2020), che può rivelarsi particolarmente utile per gestire le difficoltà organizzative, il controllo delle emozioni e la procrastinazione

Molti adulti beneficiano anche della psicoeducazione (Pederson et al., 2024) e di un supporto professionale, attraverso interventi mirati a migliorare la produttività sul lavoro e la gestione del tempo.

Un approccio multidisciplinare, per esempio, può combinare supporto psicologico, tecniche di rilassamento e uno stile di vita sano.

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ADHD: come gestirlo? Consigli pratici

Oltre alle terapie mediche e psicologiche, è possibile mettere in pratica alcune strategie che possono aiutare a gestire l’ADHD nella vita quotidiana, sia da bambini che da adulti e in base alle esigenze di ciascuno. Vediamone alcune:

  • per ridurre l’ansia e favorire una migliore organizzazione, può essere utile creare routine strutturate che aumentino la prevedibilità degli eventi
  • utilizzare strumenti digitali come app e promemoria è un valido supporto per gestire scadenze e compiti, combattendo la distrazione e la procrastinazione
  • dedicarsi ad attività fisica in maniera regolare aiuta a migliorare la concentrazione e a ridurre l’iperattività
  • praticare delle tecniche di rilassamento come la mindfulness e la meditazione è efficace per gestire l’impulsività e lo stress.

L’importanza di interventi adeguati al paziente

Non solo gli adulti, ma anche i bambini e gli adolescenti con ADHD possono beneficiare di interventi mirati, volti a migliorare la qualità della loro vita e il benessere complessivo. 

Affrontare l’ADHD significa non solo gestire i sintomi, ma anche promuovere una migliore comprensione di sé stessi e delle proprie potenzialità.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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