Il Tirocinio Pratico Valutativo in psicologia: cosa è cambiato?

Il Tirocinio Pratico Valutativo in psicologia: cosa è cambiato?
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Enrico Reatini
Redazione
Psicologo ad orientamento Cognitivo-Comportamentale
Unobravo
Pubblicato il
3.9.2024

Il mondo della psicologia è molto ampio e frastagliato. Questa complessità richiede che i vari percorsi universitari siano integrati da una formazione sul campo tramite il tirocinio.

Dopo anni di studio, infatti, i laureati in psicologia si trovano davanti ad un ampio ventaglio di possibili scelte rispetto agli ambiti in cui specializzarsi e indirizzare la formazione post-laurea. Solo per quanto riguarda il mondo della psicologia clinica, per esempio, ci troviamo a poter scegliere tra diversi contesti d'intervento come la psicologia scolastica, la psicologia dell'emergenza o la psicologia alimentare. Ci si può, inoltre, orientare verso l'ambito delle neurodivergenze e delle disabilità, o ancora verso quello carcerario, diventando psicologo penitenziario

Per quanto riguarda la psicologia del lavoro, invece, le opportunità spaziano dalla selezione del personale, allo sviluppo organizzativo, alla formazione, fino al benessere aziendale e alla gestione dei conflitti. Questi sono solo alcuni ambiti esemplificativi a cui i laureati possono decidere di dedicarsi.

Una tale varietà di opzioni può essere entusiasmante, ma anche fonte di confusione per gli studenti che si apprestano ad entrare nel mondo professionale. È proprio in questo contesto che il tirocinio professionalizzante in psicologia può essere considerato una risorsa importante a servizio della formazione. 

Durante il tirocinio abilitante gli studenti possono sperimentare direttamente diverse aree della psicologia e fare chiarezza sulle loro inclinazioni e preferenze.

Per realizzare questo obiettivo, tuttavia, è necessario familiarizzare con gli ordinamenti che sono recentemente cambiati. Vediamo insieme lo stato dell'arte attuale.

Tirocinio post laurea in psicologia: esiste ancora?

La Legge n. 163/2021 ha cambiato il modo in cui si ottiene l’abilitazione professionale per alcune professioni sanitarie, compresa quella di psicologo. 

In base a tali modifiche, la laurea magistrale diventa abilitante. Ciò significa che l’abilitazione allo svolgimento della professione viene concessa contestualmente al conseguimento della laurea. L’esame finale consiste nella discussione della tesi e in una "Prova Pratica Valutativa delle competenze professionali" acquisite durante il tirocinio.

Il tirocinio abilitante in psicologia, a partire dal 2022, è quindi integrato nei corsi di studio e permette di acquisire almeno 30 crediti formativi universitari. 

Sebbene ottenere la laurea in Psicologia comporti anche l’abilitazione professionale, per poter esercitare rimane comunque necessario iscriversi all’Albo degli Psicologi.

Per rendere effettivo questo cambiamento all’interno dei corsi di studio, il Ministero dell’Università e della Ricerca e il Ministero della Salute hanno emesso alcuni decreti attuativi

  • il Decreto Interministeriale n. 654 del 5 luglio 2022 che stabilisce le nuove modalità del tirocinio pratico-valutativo in psicologia e della prova pratica finale, adattando i corsi di laurea ai nuovi requisiti 
  • il Decreto Ministeriale n. 554 del 6 giugno 2022 (rettificato dal Decreto Ministeriale n. 1019 dell’8 agosto 2022) che prevede disposizioni transitorie per chi ha completato il tirocinio secondo il vecchio ordinamento 
  • il Decreto Interministeriale n. 567 del 20 giugno 2022 che stabilisce disposizioni transitorie per chi ha ottenuto la laurea in psicologia con il vecchio ordinamento e non ha ancora svolto il tirocinio professionalizzante.

Come funziona il Tirocinio Pratico Valutativo in psicologia?

Il Tirocinio Pratico Valutativo (TPV) si svolge in concomitanza ai corsi di studio e consiste in attività pratiche supervisionate, che comprendono l’osservazione diretta e/o l’esecuzione di compiti mirati a sviluppare competenze e abilità fondamentali per la professione di psicologo. 

Il TPV è suddiviso in 20 crediti formativi universitari (CFU). Ogni credito equivale ad almeno 20 ore di attività professionalizzante e non più di 5 ore di attività supervisionata. 

Altri 10 CFU di attività professionalizzante vengono assegnati durante la laurea triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche (L-24). Si deve specificare che, per chi ha già conseguito la laurea triennale secondo il vecchio ordinamento, è possibile far riconoscere alcune attività formative ed esperienze pratiche passate. Se, per diverse ragioni, al candidato laureato non venissero riconosciute queste attività, diviene per lui doveroso acquisire CFU aggiuntivi.

Durante il TPV, i tirocinanti sono coperti da due tipi di assicurazione: una contro gli infortuni e una per la responsabilità civile. L’assicurazione contro gli infortuni, che protegge i tirocinanti da incidenti durante le attività pratiche e di formazione, è generalmente fornita dall’università.

L’assicurazione per la responsabilità civile, che copre i danni causati dal tirocinante a terzi nel corso del tirocinio, è anch’essa solitamente garantita dall’università. Gli enti ospitanti possono richiedere prova della copertura assicurativa, e in alcuni casi, possono avere polizze proprie che estendono la copertura ai tirocinanti.

La supervisione del tirocinio è affidata a uno psicologo iscritto all'Albo da almeno 3 anni, che valuta il tirocinante e compila un libretto con il giudizio sulle competenze acquisite. Il tirocinio si conclude con un giudizio di idoneità, necessario per accedere alla Prova Pratica Valutativa. In caso di valutazione negativa, lo studente dovrà ripetere il TPV o parte di esso.

Infine, per ciò che riguarda possibili retribuzioni, nel documento promosso dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP) che definisce le linee guida per il TPV, non viene fatto esplicito riferimento alla possibilità di ottenere borse di studio. Tuttavia, sebbene sia raro, alcuni enti decidono di offrire un rimborso spese ai tirocinanti di propria iniziativa.

È possibile consultare molte informazioni utili riguardanti il nuovo regolamento sui tirocini nelle Linee guida per lo svolgimento del Tirocinio Pratico Valutativo (TPV) redatte dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Tirocinio Pratico Valutativo: le possibili attività

Cosa può fare un tirocinante in psicologia?

Le attività previste nel TPV dovrebbero riferirsi agli atti tipici che caratterizzano la professione di psicologo. Infatti, tra gli obiettivi formativi del tirocinio in psicologia, c’è proprio quello di far familiarizzare il candidato con gli aspetti pratici del ruolo.

Le attività da svolgere sono stabilite dall'articolo 1 della Legge del 18 febbraio 1989, n. 56, e comprendono l'utilizzo di strumenti per la prevenzione, diagnosi, riabilitazione, supporto psicologico rivolto a individui, gruppi e comunità, nonché attività di ricerca e didattica.

Le attività proposte in sede di TPV dovrebbero quindi mirare a facilitare l’acquisizione di prerequisiti necessari per sviluppare competenze nei seguenti ambiti:

  • valutazione del caso
  • uso appropriato degli strumenti e delle tecniche psicologiche per raccogliere informazioni
  • predisposizione di un intervento professionale basato su teorie e evidenze
  • valutazione del processo e degli esiti dell’intervento
  • redazione di report
  • restituzione delle informazioni a pazienti, clienti, utenti o organizzazioni
  • stabilire relazioni adeguate con pazienti, clienti, utenti e organizzazioni
  • stabilire relazioni adeguate con i colleghi
  • comprensione degli aspetti giuridici, etici e deontologici della professione e dei loro possibili conflitti.

Tuttavia, nonostante in questo senso le linee guida siano molto chiare, trovare un equilibrio tra le necessità del tirocinante e i requisiti del programma, nonché tra i bisogni di autonomia e supervisione, rimane una grande sfida. 

Ricordiamo infatti che il TPV rappresenta un impegno significativo in termini di tempo, con una durata totale di 750 ore annuali, articolate in un impegno settimanale di 15-30 ore.

Per queste ragioni, la scelta di una buona struttura dove svolgere il tirocinio diventa un passo molto importante per assicurarsi un’esperienza stimolante e compatibile con le proprie esigenze.

Dove fare un tirocinio in psicologia?

Le attività di tirocinio possono essere svolte presso strutture sanitarie pubbliche o private accreditate e contrattualizzate con il Servizio Sanitario Nazionale. Tuttavia, nel caso in cui queste strutture non dispongano di servizi di psicologia e dei relativi tutor, il tirocinio può essere svolto interamente presso altre strutture convenzionate con le università e accreditate nelle apposite piattaforme.

Secondo i decreti interministeriali e la Legge n.183/2021, non vi sono specifiche indicazioni sulla possibilità di svolgere il tirocinio in una o più sedi. Nonostante ciò, le istituzioni suggeriscono che il tirocinio possa essere svolto in una sola struttura o, preferibilmente, non più di due strutture.

Tra le strutture più frequentemente scelte in ambito pubblico troviamo: 

  • ASL (Azienda Sanitaria Locale): offre tirocini in vari dipartimenti, come i servizi di neuropsichiatria infantile, i centri di salute mentale e i servizi di psicologia clinica
  • ospedali pubblici: qui i tirocinanti possono lavorare nei reparti di psicologia ospedaliera, psichiatria e nei servizi di supporto psicologico, nonché nell’ambito della ricerca
  • università: molti dipartimenti di psicologia delle università offrono la possibilità di svolgere il TPV all'interno dei loro laboratori di ricerca o nei loro servizi
  • comuni e province: alcuni enti locali offrono servizi di supporto psicologico e progetti sociali in cui i tirocinanti possono essere coinvolti.

In ambito privato, invece, troviamo:

  • studi privati: questo tipo di tirocinio può fornire una visione pratica della gestione di uno studio e del lavoro con i pazienti
  • cliniche private e centri di riabilitazione: le cliniche offrono la possibilità di toccare con mano temi come la psicoterapia, la neuropsicologia e la psicologia dello sport
  • associazioni e cooperative sociali: molte associazioni che lavorano con diverse categorie di utenti, come disabili, anziani o minori, offrono opportunità di tirocinio
  • scuole, istituti di formazione o scuole di psicoterapia: alcune scuole e istituti di formazione professionale offrono programmi di supporto psicologico per gli studenti, nei quali i tirocinanti possono essere coinvolti. Il tirocinio può anche essere svolto negli istituti di psicoterapia, dove il tirocinante intenzionato a intraprendere questa strada in futuro può imparare le fondamenta di uno specifico approccio terapeutico.

A complicare ulteriormente il quadro, inoltre, c’è l’aspetto della disponibilità. Infatti, non sempre le strutture hanno sempre lo spazio per prendere in carico nuovi tirocinanti. 

Per questo motivo, può essere utile tenere a mente alcune strategie per facilitare la scelta:

  • contattare in anticipo le strutture per chiedere informazioni sulle possibilità di tirocinio e le attività svolte: molte strutture hanno programmi di tirocinio ben definiti. In altri casi, purtroppo, i programmi sono meno chiari ed è molto importante chiedere informazioni a priori, al fine di non trovarsi a svolgere attività non pertinenti
  • consultare l'università: gli uffici delle università possono fornire spesso elenchi di strutture convenzionate per i tirocini e possono offrire supporto nella ricerca
  • consultare l'Ordine degli Psicologi della propria regione: il sito web dell'Ordine degli Psicologi può fornire informazioni sulle strutture accreditate per il TPV e, partendo da queste, è possibile cercare le varie strutture su internet stando ben attenti a studiare attività e, in qualche caso, leggere le recensioni
  • cercare i possibili tutor: cercare un tirocinio, alle volte, significa anche cercare un buon tutor. Informarsi sull’approccio all’attività del tutor che potrebbe essere assegnato può essere fondamentale per garantirsi un’esperienza ottimale 
  • rete di contatti: a proposito di recensioni, spesso le opportunità di tirocinio migliori possono emergere tramite docenti, supervisori e soprattutto colleghi. Queste figure non solo possono fornire referenze, ma possono raccontare direttamente le proprie esperienze.

Può essere inoltre molto utile aggiornare il curriculum con le proprie conoscenze teoriche e competenze pratiche, al fine di valorizzare il percorso fatto e presentarsi come una risorsa utile.

Il tirocinio: formazione, responsabilità, rete e molto altro

Il TPV è una tappa fondamentale e obbligatoria per diventare psicologo in Italia, offrendo un'opportunità unica di crescita professionale e personale.

Infatti, per la maggior parte degli studenti, il tirocinio rappresenta un primo approccio all’esperienza pratica della materia e consente di acquisire una serie di competenze indispensabili per svolgere al meglio la professione. 

I tirocinanti, che prima si erano formati prevalentemente tra i banchi dell’università, si trovano a poter lavorare direttamente con i pazienti, sotto la guida di psicologi esperti, e a rispettare i codici etici della professione assumendo gradualmente maggiori responsabilità.

Parte integrante del tirocinio è anche imparare a gestire una rete di contatti. I tirocinanti costruiscono relazioni professionali con supervisori, colleghi e altri esperti del settore, partecipando a conferenze, workshop e seminari. 

Creare rapporti significativi con persone che possono offrire consigli anche dopo la fine del tirocinio è importante a livello umano e professionale. Lavorare in team multidisciplinari favorisce lo scambio di conoscenze e competenze, mentre le relazioni con colleghi e supervisori forniscono supporto emotivo e professionale. Inoltre, la condivisione di esperienze e strategie con altri tirocinanti arricchisce notevolmente l'apprendimento.

Infine, è importante vivere l'esperienza del TPV consapevolmente. Essere flessibili e aperti a diverse esperienze e contesti lavorativi, sapendo che ogni scelta non è definitiva, è essenziale. Vedere il tirocinio come un'opportunità di crescita continua ed essere pronti ad adattarsi, oppure a cambiare struttura, aiuta a trarre il massimo da questa esperienza formativa.

Il TPV non è solo un requisito formale, ma un'occasione per costruire una solida base per la propria carriera. 

Bibliografia

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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