Self-compassion: cos’è e come svilupparla

Self-compassion: cos’è e come svilupparla
logo-unobravo
Elisa Zocchi
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
7.2.2020
Se ti è piaciuto, condividilo:

Nella cultura occidentale troppo spesso il successo personale è misurato sulla base dei risultati raggiunti: status sociale, potere economico, considerazione e ammirazione da parte degli altri. 

Dopo aver passato tutto il giorno a rincorrere questo o quell'altro obiettivo, alla sera qualcuno si sente nervoso e attivato, faticando a spegnere il cervello e addormentarsi; qualcun altro invece crolla senza nemmeno le energie per riuscire a mangiare qualcosa, ritrovandosi ancora più stanco al mattino.

Questi sono alcuni dei segnali che indicano la presenza di livelli di stress eccessivamente elevati:

  • difficoltà di concentrazione;
  • disturbi del sonno;
  • sentimenti di preoccupazione e colpa;
  • cambiamenti nell’appetito;
  • rimurginio sul passato o preoccupazioni costanti per il futuro.
Thought Catalog - Unsplash


I campanelli d’allarme dello stress


Molti tipi di pensieri spiacevoli ci possono prendere all’amo: il pensiero di non farcela, pensieri che incolpano gli altri, giudizi severi su noi stessi. Quando siamo intrappolati in questi pensieri cambiamo anche i nostri comportamenti e spesso è difficile esserne completamente consapevoli. Come possiamo affrontarli? 


Il primo passo è imparare a riconoscere questi campanelli di allarme e sperimentare strategie che aiutino a ricreare un equilibrio tra i vari ruoli che ognuno di noi ha scelto o deve affrontare nel suo contesto di vita. Spesso ci ritroviamo a dover bilanciare l’essere una buona mamma e trovare tempi e spazi individuali o di coppia, avere un alto rendimento lavorativo e mantenere relazioni serene con i colleghi… 


Le richieste dall’esterno sono sempre tantissime e in contraddizione; è importante quindi non lasciarci trascinare in un vortice di aspettative irrealistiche, ma imparare a costruire delle priorità su cui radicarsi. Richiedere un aiuto professionale può facilitare l’identificazione di meccanismi che alimentano stress e malessere.

Cos'è la self-compassion?

La self-compassion viene definita secondo tre componenti principali, derivate dal modello buddista:

  1. essere presenti e aperti alle esperienze emotive, compresa la sofferenza;
  2. essere gentili con noi stessi piuttosto che pronti all’autocondanna;
  3. essere consapevoli della nostra umanità, intesa come capacità di condividere emozioni ed esperienze.

La self-compassion rappresenta uno strumento molto potente per affrontare intensi sentimenti di vergogna, sensi di colpa e autocritica. Numerosi studi indicano che la self compassion permette di costruire maggior benessere generale, misurato come una riduzione di stati ansiosi, minori livelli di stress e capacità di mantenere abitudini salutari (come fare una dieta o fare attività fisica regolarmente) e instaurare relazioni soddisfacenti.

Come sviluppare la self-compassion

Prova ad immaginare che una persona a cui tieni stia vivendo le tue stesse difficoltà... cosa le diresti? Cosa faresti per aiutarla? Faresti lo stesso nei tuoi confronti?

Siamo facilmente inclini a comportamenti di gentilezza e cura nei confronti delle persone a cui teniamo, mentre questa inclinazione non viene immediatamente attivata nei nostri confronti.


Tra le tecniche che aiutano a coltivare una maggior gentilezza verso se stessi, molto efficaci risultano essere:

  1. le pratiche meditative per imparare ad osservare le proprie emozioni e i propri pensieri sospendendo il giudizio;
  2. le tecniche di visualizzazione, per costruire mentalmente un rifugio in cui sentirci accolti e coccolati.

La self-compassion si focalizza sulla costruzione di un dialogo interno, in cui ci sia un riconoscimento onesto dei propri punti di forza e di debolezza. A partire dall’identificazione di questi elementi è importante valorizzare l’impegno nell’affrontare le difficoltà e la fatica dello stare con emozioni e pensieri disturbanti con frasi gentili verso noi stessi.

Non si tratta di giustificazioni e autocommiserazioni, ma di un dialogo interno che ci motivi ad accettare ciò che non può essere cambiato (le nostre emozioni), modificando il nostro comportamento per raggiungere un obiettivo centrato sul benessere.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

Potrebbero interessarti

14 libri di psicologia per chi ha voglia di ascoltarsi
Salute mentale

14 libri di psicologia per chi ha voglia di ascoltarsi

Le persone altamente sensibili (PAS)
Salute mentale

Le persone altamente sensibili (PAS)

Bonus Psicologo 2025: come richiederlo e cos’è importante sapere
Salute mentale

Bonus Psicologo 2025: come richiederlo e cos’è importante sapere

scopri tutti gli articoli