In un universo lavorativo che evolve rapidamente, il benessere psicologico dei dipendenti è passato dall'essere una semplice nota a margine a diventare un tema centrale all'interno del discorso aziendale.
Nell'ambiente di lavoro post COVID-19 i confini tra vita privata e professionale si fanno sempre più labili, e le aziende si trovano di fronte a un imperativo ineluttabile: prendersi cura del benessere mentale dei loro collaboratori.
Questa necessità non è più un'opzione ma un’azione strategica, essenziale per mantenere e incrementare la produttività e per posizionarsi come interlocutori privilegiati nella guerra globale al talento.
L'impatto che le iniziative di supporto psicologico possono avere sull'ambiente lavorativo, attraverso investimenti mirati e strategie efficaci, rendono possibile non soltanto alleviare il disagio dei singoli ma anche spingere l'intera organizzazione verso orizzonti di successo impensabili fino a poco tempo fa.
Il ruolo strategico del benessere psicologico
La salute mentale dei dipendenti non è soltanto un fattore determinante per il loro equilibrio personale, ma rappresenta un investimento strategico che le aziende moderne non possono ignorare.
Il legame diretto tra benessere psicologico (che favorisce una forza lavoro mentalmente salubre) e produttività può infatti tradursi in:
- prestazioni elevate
- minori tassi di assenteismo
- una riduzione dei costi legati a turnover e licenziamenti.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) già nel 2016 stimava che ogni dollaro investito in interventi sulla salute mentale può restituire fino a quattro volte il valore in termini di migliorata capacità lavorativa e riduzione dei costi sanitari.
Questo rapporto virtuoso non solo ottimizza le operazioni quotidiane, ma serve anche come potente magnete per i talenti emergenti. I professionisti, in particolare quelli appartenenti alle generazioni più giovani, cercano attivamente imprese che valorizzino il benessere umano e professionale e lo considerino un pilastro della loro cultura aziendale.
L'impatto della pandemia
La pandemia da COVID-19 ha aggiunto un altro strato di complessità alla gestione della salute mentale sul lavoro. Con un aumento stimato del 30% delle richieste di supporto psicologico, le organizzazioni si trovano ad affrontare sfide senza precedenti.
Il periodo di lockdown ha sottolineato la necessità di servizi di supporto flessibili e accessibili, atti a gestire il disagio crescente legato all'incertezza e al cambiamento improvviso delle routine lavorative.
In questo scenario, le aziende lungimiranti hanno iniziato a moltiplicare le iniziative:
- spazi di dialogo virtuale
- sessioni di coaching psicologico online
- webinar su gestione dello stress
- interventi mirati per supportare i dipendenti nel delicato processo di rientro in ufficio.
Tali servizi vanno oltre il semplice beneficio in termini di salute, fungendo anche da dichiarazione di valori e filosofia aziendale.
Il ROI del benessere psicologico in azienda
Per quantificare il ritorno sull'investimento (ROI) del benessere psicologico, è necessario considerare diversi parametri che possano riflettere i vari benefici tangibili e intangibili risultanti da tali politiche.
Questi includono indicatori diretti come il calo del tasso di assenteismo e di rotazione dei dipendenti (turnover), ma anche parametri più sfumati come il miglioramento dell'engagement e della soddisfazione lavorativa. Come misurare il ROI del benessere psicologico?
Ecco alcuni passaggi chiave per misurare il ROI del benessere psicologico:
- identificare i costi associati: si analizza il costo totale delle iniziative di benessere psicologico, che può includere spese per i servizi di consulenza, formazione dello staff, creazione di contenuti di sensibilizzazione e l'implementazione di programmi di supporto
- valutare l'assenteismo e il turnover: si misura l'impatto sulle assenze e sulla rotazione del personale, fattori che comportano costi diretti (per esempio, retribuzioni pagate per giornate lavorative non svolte) e costi indiretti (quali il tempo e le risorse per il reclutamento e la formazione dei nuovi assunti)
- misurare l'engagement e la produttività: può essere utile l'utilizzo di sondaggi, interviste e software dedicati per quantificare l'engagement dei dipendenti prima e dopo l'implementazione delle iniziative di benessere psicologico. Si valutano l'aumento della produttività attraverso indicatori di prestazione chiave specifici per il settore o la posizione lavorativa
- calcolare il valore aggiunto: si sommano i risparmi derivanti dalla riduzione dell'assenteismo e del turnover alle eventuali entrate aggiuntive prodotte dall'aumento di produttività e da una migliore qualità del lavoro. È anche cruciale considerare il valore aggiunto che deriva dalla crescita della reputazione aziendale e dalla capacità di attrarre talenti di alta qualità
- analizzare il feedback dei dipendenti: si richiedono feedback diretti ai dipendenti riguardo al loro stato di benessere e soddisfazione lavorativa. Un ambiente di lavoro positivo si traduce spesso in migliori performance e può avere un'influenza sostanziale sulla fidelizzazione del cliente
- considerare fattori intangibili: è utile non trascurare la valutazione di fattori meno quantificabili ma altrettanto importanti, come i miglioramenti nella collaborazione tra i team, senso di fiducia reciproca, un’efficace gestione dei conflitti, e aumento della creatività e dell'innovazione.
Conducendo un'analisi integrata di questi elementi, è possibile fornire una valutazione robusta del ROI associato al benessere psicologico. Un approccio olistico come questo permette alle aziende di comprendere pienamente i benefici a lungo termine delle politiche di benessere e di adattare di conseguenza le loro strategie future.
Unobravo a supporto delle aziende
In un contesto dove la salute mentale è diventata prioritaria per il successo aziendale, Unobravo si posiziona come partner ideale per le aziende che desiderano promuovere attivamente il benessere lavorativo e dunque anche psicologico dei propri dipendenti.
La missione di Unobravo è fornire un supporto concreto e misurabile, consentendo alle organizzazioni di comprendere l'impatto delle proprie politiche di welfare e di agire in maniera informativa per migliorarle continuamente.
I nostri strumenti di reportistica avanzati fungono da bussola per il management e il dipartimento HR, permettendo un monitoraggio costante dell'influenza delle iniziative di benessere sulle performance e sul morale dei dipendenti.
Con dati dettagliati e analitici, nel rispetto della privacy individuale, i decision-maker possono essere in grado di:
- identificare aree di successo e di intervento
- valutare l'efficacia delle strategie messe in atto
- pianificare future azioni con fiducia.
I servizi, erogati da professionisti qualificati e specializzati non solo in problemi sul lavoro, sono progettati non solo per assistere i singoli dipendenti nelle loro sfide quotidiane ma anche per rafforzare la coesione di team e migliorare la resilienza complessiva dell'organizzazione.
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