Salute mentale

Riallineare corpo e mente con il training autogeno

Riallineare corpo e mente con il training autogeno
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Mélody Colliard
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
7.2.2020
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Molti di noi vivono la propria vita con il pensiero costante di non fare abbastanza, come se mancasse sempre il tempo per portare a termine tutto quello che si è programmato e che si reputa necessario.

La società attuale ci chiede di essere super efficienti in tutti gli ambiti della nostra vita e per farlo ci vuole impegno, energia e tempo. Così facendo, però, aumentiamo sempre di più il livello di pressione e di stress percepito. In questo articolo scopriremo come utilizzare la tecnica del training autogeno per rilassare il corpo e calmare la mente.

Cos'è il training autogeno?

Il training autogeno è un processo nato dagli studi dello psichiatra Heinrich Schultz. Il suo obiettivo era trovare una tecnica utilizzabile senza la dipendenza dal terapeuta, che doveva fungere solamente da mediatore iniziale. In seguito, il paziente doveva imparare tutti gli esercizi della pratica e autogestirsi.


Ma perché l’ha chiamato training autogeno? La parola “training” richiama l’allenamento. Come tutte le tecniche di rilassamento, infatti, anche il training autogeno richiede una pratica costante per essere padroneggiato al meglio e ottenere i maggiori benefici.


Il termine “autogeno” invece, sottolinea come il paziente, una volta imparata la tecnica, non ha più bisogno del terapeuta. La pratica inoltre, si fonda sul principio per cui in alcuni casi, la mente e il corpo si osservano tra loro, imparano a comunicare e possono “auto-ripararsi”.


Cosa possiamo ottenere con il training autogeno

L’ obiettivo principale del training autogeno è quello di riaprire il dialogo tra mente e corpo, in modo da centrare la mente e “pulirla”. I benefici di tale azione sono molteplici:

  • ottenere un più profondo e più rapido recupero delle energie;
  • autoindursi in uno stato di calma;
  • autoregolare le funzioni corporee altrimenti involontarie;
  • migliorare le prestazioni;
  • diminuire la percezione del dolore;
  • aumentare la capacità di introspezione e autocontrollo.
Andrea Piacquadio - Pexels

La parola alla scienza

È ormai scientificamente provato che i benefici del rilassamento sono molteplici e duraturi. Tra le diverse tecniche di rilassamento, il training autogeno è una di quelle maggiormente supportate. Nel 1984 venne effettuato uno studio che volle testare i benefici del training autogeno sui ragazzi.


La ricerca, pubblicata sul Journal of Consulting and Clinical Psychology, fu condotta su un gruppo di giovani dai 17 ai 26 anni, tutti con gravi problemi di emicrania. Il 93% dei partecipanti sottoposti al training autogeno ridussero del 50% il loro mal di testa.


Nel 1998 fu condotto un altro test su un campione di 50 infermieri (professione scelta perché ad alto tasso di stress lavoro-correlato) a cui vennero insegnati gli esercizi del training autogeno. Dopo 8 settimane di pratica, ad esperimento concluso, si notarono grandi miglioramenti in termini di riduzione:

  • dei vari tipi di ansia; 
  • della pressione sanguigna;
  • della frequenza del battito cardiaco.

La pratica

Il training autogeno si compone di sei esercizi standard che rendono il nostro corpo caldo, pesante e rilassato. È consigliabile praticare il training autogeno guidati da un professionista che possa insegnarci la respirazione diaframmatica e trovare il ritmo utile al rilassamento. Per iniziare:

  • bisogna trovare una posizione comoda;
  • con la guida dell’esperto, visualizzeremo delle immagini nella nostra mente, utili a favorire la sensazione di rilassamento.

L’ideale è eseguire questi esercizi almeno una volta al giorno, per un minimo di quattro mesi e fino a un massimo di sei.

 

Controindicazioni

È molto importante iniziare la pratica del training autogeno con la guida di un esperto che possa guidarci nell’apprendimento della pratica e verso una completa padronanza della tecnica. Il training autogeno, infatti, ha anche delle controindicazioni ed è sconsigliato a persone:

  • con problemi cardiaci;
  • con disturbi psicotici;
  • con sintomi non possono essere controllati.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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