L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute come “un equilibrio dinamico tra gli aspetti fisico, psichico e sociale, non semplicemente come assenza di una qualsiasi patologia fisica o psichica”. La libroterapia si colloca, dunque, proprio in questo processo di crescita culturale e sociale dell’individuo e si inserisce nell’ambito del concetto di salute.
Le origini della libroterapia
Il ruolo della lettura come ricerca di benessere e di sostegno psicologico è molto antico: Aristotele fu il primo a sottolineare l’esistenza di un rapporto tra medicina e lettura. Successivamente, questa convinzione si consolidò nel tempo, tanto da indurre gli ospedali psichiatrici d’Europa ad avere una biblioteca a disposizione dei pazienti.
Nel 1937, il Dottor W.C. Menninger, visti gli effetti benefici ottenuti “prescrivendo” alcuni romanzi ai suoi pazienti, fu il primo a parlare di libroterapia e a utilizzare questa pratica nel trattamento della malattia mentale.
Cosa accade quando leggiamo?
La lettura fornisce risposte, spunti di riflessione e di confronto quando nella nostra vita ci troviamo in crisi e ci facciamo delle domande. Come diceva Proust
“ogni lettore, quando legge, legge se stesso”.
Diversi studi dimostrano come la lettura modifichi fisicamente la struttura del nostro cervello. Permette di creare nuove immagini e sperimentare le stesse esperienze dei personaggi:
- migliorando la nostra capacità di immedesimarci con gli altri;
- sviluppando una maggiore empatia e intelligenza emotiva.
Inoltre, leggere è il miglior modo per rilassarsi: studi recenti dimostrano che sono sufficienti sei minuti di questa attività al giorno per ridurre i livelli di stress del 68%.
Come può aiutare la lettura
I libri sono infiniti, non scadono mai e puoi decidere tu tempi e dosaggi. Per qualsiasi disturbo, carenza o bisogno, i libri curano, nutrono e confortano senza effetti collaterali. La lettura può aiutarci:
- nella revisione e comprensione del nostro passato;
- a individuare le risposte che non si trovano altrove;
- a dare voce a pensieri ed emozioni inespressi;
- ad attenuare l’angoscia, riconoscendo che altri si sono trovati in situazioni analoghe alla propria;
- a uscire da posizioni egocentriche, imparando a mettersi nei panni dell’altro;
- a pensare ai propri progetti futuri.
Lettura in psicoterapia
Prescrivere letture selezionate può contribuire al trattamento di numerosi stati di disagio psicologico, per esempio:
- fobia
- lutto
- depressione
- alcolismo
- tossicodipendenza.
Le letture possono riguardare qualsiasi genere e vengono selezionate dal terapeuta in base ai bisogni e alle difficoltà riscontrate in seduta. Nel paziente si innescheranno dinamiche non ancora emerse e identificazioni con parti di sé celate, che successivamente verranno condivise nella relazione terapeutica e nello studio del professionista, velocizzando così il processo terapeutico.
I diritti del lettore
“Il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo ‘amare’, il verbo ‘sognare’.”
Lo scrittore Daniel Pennac esprime chiaramente questo concetto nel suo libro Come un romanzo, nel quale viene riportata una lista dei dieci diritti del lettore:
- Il diritto di non leggere;
- Il diritto di saltare le pagine;
- Il diritto di non finire il libro;
- Il diritto di rileggere;
- Il diritto di leggere qualsiasi cosa;
- Il diritto al bovarismo;
- Il diritto di leggere ovunque;
- Il diritto di spizzicare;
- Il diritto di leggere ad alta voce;
- Il diritto di tacere.