Salute mentale

La libroterapia come strumento per la crescita personale

La libroterapia come strumento per la crescita personale
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Elisa Marzo
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Umanistico Integrato
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
7.2.2020
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L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute come “un equilibrio dinamico tra gli aspetti fisico, psichico e sociale, non semplicemente come assenza di una qualsiasi patologia fisica o psichica”. La libroterapia si colloca, dunque, proprio in questo processo di crescita culturale e sociale dell’individuo e si inserisce nell’ambito del concetto di salute.

Le origini della libroterapia

Il ruolo della lettura come ricerca di benessere e di sostegno psicologico è molto antico: Aristotele fu il primo a sottolineare l’esistenza di un rapporto tra medicina e lettura. Successivamente, questa convinzione si consolidò nel tempo, tanto da indurre gli ospedali psichiatrici d’Europa ad avere una biblioteca a disposizione dei pazienti.

Nel 1937, il Dottor W.C. Menninger, visti gli effetti benefici ottenuti “prescrivendo” alcuni romanzi ai suoi pazienti, fu il primo a parlare di libroterapia e a utilizzare questa pratica nel trattamento della malattia mentale.


Cosa accade quando leggiamo?

La lettura fornisce risposte, spunti di riflessione e di confronto quando nella nostra vita ci troviamo in crisi e ci facciamo delle domande. Come diceva Proust

“ogni lettore, quando legge, legge se stesso”.
Yaroslav Shuraev - Pexels

Diversi studi dimostrano come la lettura modifichi fisicamente la struttura del nostro cervello. Permette di creare nuove immagini e sperimentare le stesse esperienze dei personaggi:

  • migliorando la nostra capacità di immedesimarci con gli altri;
  • sviluppando una maggiore empatia e intelligenza emotiva.

Inoltre, leggere è il miglior modo per rilassarsi: studi recenti dimostrano che sono sufficienti sei minuti di questa attività al giorno per ridurre i livelli di stress del 68%.


Come può aiutare la lettura

I libri sono infiniti, non scadono mai e puoi decidere tu tempi e dosaggi. Per qualsiasi disturbo, carenza o bisogno, i libri curano, nutrono e confortano senza effetti collaterali. La lettura può aiutarci:

  • nella revisione e comprensione del nostro passato;
  • a individuare le risposte che non si trovano altrove;
  • a dare voce a pensieri ed emozioni inespressi;
  • ad attenuare l’angoscia, riconoscendo che altri si sono trovati in situazioni analoghe alla propria;
  • a uscire da posizioni egocentriche, imparando a mettersi nei panni dell’altro;
  • a pensare ai propri progetti futuri.


Lettura in psicoterapia

Prescrivere letture selezionate può contribuire al trattamento di numerosi stati di disagio psicologico, per esempio: 

Le letture possono riguardare qualsiasi genere e vengono selezionate dal terapeuta in base ai bisogni e alle difficoltà riscontrate in seduta. Nel paziente si innescheranno dinamiche non ancora emerse e identificazioni con parti di sé celate, che successivamente verranno condivise nella relazione terapeutica e nello studio del professionista, velocizzando così il processo terapeutico.

Monstera - Pexels


I diritti del lettore 

“Il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo ‘amare’, il verbo ‘sognare’.”

 Lo scrittore Daniel Pennac esprime chiaramente questo concetto nel suo libro Come un romanzo, nel quale viene riportata una lista dei dieci diritti del lettore:

  1. Il diritto di non leggere;
  2. Il diritto di saltare le pagine;
  3. Il diritto di non finire il libro;
  4. Il diritto di rileggere;
  5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa;
  6. Il diritto al bovarismo;
  7. Il diritto di leggere ovunque;
  8. Il diritto di spizzicare;
  9. Il diritto di leggere ad alta voce;
  10. Il diritto di tacere.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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