La fobia degli oggetti è un tipo di fobia specifica, cioè una paura intensa e sproporzionata nei confronti di un oggetto, chiamato stimolo fobico. La paura può presentarsi anticipatamente e può determinare comportamenti di evitamento o fuga, definiti comportamenti di “evitamento attivo”. L’eventuale percezione di non poterlo evitare o di non potersene allontanare può provocare un attacco di panico.
Come si fa a sapere se si tratta di fobia o di una semplice paura? Chi soffre di fobia specifica può avere due manifestazioni caratteristiche quando entra in contatto con lo stimolo fobico:
- aumento dell’attivazione fisiologica, che comporta agitazione, tachicardia, accelerazione del respiro, sudorazione, tremore, secchezza della bocca;
- diminuzione dell’attivazione fisiologica con abbassamento della pressione sanguigna e decelerazione del battito cardiaco, che possono comportare svenimenti.
I sintomi della fobia specifica
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) classifica la fobia specifica all’interno dei disturbi d’ansia. La situazione o l’oggetto fobici:
- provocano paura o ansia marcate verso un oggetto o una situazione specifici;
- vengono evitati, oppure sopportati con paura o ansia intense;
Le fobie specifiche possono riguardare animali (come nel caso dell'aracnofobia e dell'entomofobia) ma anche ambienti naturali (temporali, altezze), sangue, ferite e iniezioni, situazioni (areoplani nel caso della paura di volare, ma anche ascensori e altri luoghi chiusi) o altro (pensiamo ad esempio all'emetofobia).
La paura, gli attacchi d'ansia o l’evitamento provocati sono:
- sproporzionati rispetto al reale pericolo rappresentato dall'oggetto o dalla situazione specifici e al contesto socioculturale;
- persistenti e durano tipicamente per 6 mesi o più;
- causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
Fobia specifica o qualcos’altro? La diagnosi differenziale
L’ansia che si prova con una fobia specifica non è costante e aspecifica come nel disturbo d’ansia generalizzata, e non riguarda neanche:
- oggetti o situazioni legati a ossessioni (si tratta in questo caso di disturbo ossessivo-compulsivo);
- ricordi di eventi traumatici (ovvero disturbo da stress post-traumatico);
- possibili critiche o giudizi negativi altrui (cioè disturbo d'ansia sociale).
La fobia specifica potrebbe essere confusa anche con la paura dei buchi o tripofobia, che è la repulsione derivante dalla vista di pattern costituiti da piccole figure geometriche ravvicinate e non è una patologia psichiatrica ufficialmente riconosciuta. Ugualmente non riconosciuta dai manuali ufficiali è la tocofobia, termine con cui si indica la paura del parto.
Per fare un'accurata diagnosi differenziale il clinico ha a disposizione diversi strumenti, tra cui anche i questionari e i test sull'ansia.
Esempi di fobie di oggetti
- Aulofobia: paura dei flauti
- Automatonofobia: paura di burattini, ventriloqui, automi, statue di cera
- Bibliofobia: paura dei libri
- Megalofobia: la paura delle cose grandi come navi, grattacieli, ecc.
- Catoptrofobia: paura di vedersi riflessi negli specchi
Dextrofobia: paura degli oggetti che si trovano alla destra del corpo - Idrofobia: paura dell’acqua (da non confondere con la talassofobia)
- Emetofobia: fobia del vomito
- Numerofobia: paura dei numeri
- Odontofobia: paura dei denti o di interventi dentistici
- Peladofobia: paura dei pelati
- Sesquipedalofobia: paura delle parole lunghe
- Telephonofobia: paura dei telefoni
L’esordio delle fobie specifiche
Da dove vengono le fobie? Tra le diverse teorie psicologiche che hanno provato a rispondere a questa domanda, non possiamo non menzionare il comportamentismo di John Watson. Con l'esperimento del piccolo Albert, Watson ha mostrato come una fobia possa nascere dall’associazione di un preciso oggetto ad un’emozione come l’ansia, cosicché l’oggetto viene connotato negativamente.
Studi successivi che hanno indagato come il condizionamento alla paura si manifesti nel cervello, osservando una maggiore attivazione dei neuroni nelle regioni che forniscono input nell'amigdala.
L'amigdala non è solo la struttura cerebrale chiave coinvolta nei processi di acquisizione e memorizzazione della paura, ma ha anche il compito di modulare l'apprendimento correlato alla paura in altre strutture cerebrali, come la corteccia e l'ippocampo. L'iperattività dell'amigdala basolaterale (BLA) è stata associata a una paura eccessiva di un oggetto.
Come superare la fobia specifica?
Anche se il trattamento farmacologico si rivela efficace per aiutare la persona a controllare l’ansia acuta dovuta alla fobia perché agisce sui sintomi, non elimina la causa del problema: per questo è fortemente consigliato affiancare un intervento psicoterapico.
Le linee guida internazionali per la diagnosi e la cura in ambito psicologico e psichiatrico (National Institute for Care and Health Excellence, NICE) indicano la psicoterapia cognitivo comportamentale come il trattamento più indicato per le fobie specifiche, con un'efficacia ampiamente dimostrata dalla letteratura scientifica basata sulle evidenze.
Si possono mettere in atto le seguenti tecniche:
- l’esposizione in vivo: consiste nel ripetuto confronto con gli oggetti fobici in modo da creare un nuovo apprendimento inibitorio. Per far sì che questo succeda, le aspettative della persona riguardo all’oggetto fobico devono essere violate;
- l’esposizione immaginativa: si propone al paziente qualora non se la senta di approcciarsi all’oggetto fobico e consiste nel chiedere di immaginarsi il momento in cui si trova di fronte ad esso. È importante la creazione di un’immagine molto vivida e incoraggiare la persona a fare una descrizione molto precisa di tutti gli aspetti dell’oggetto fobico;
- l’esposizione graduale: consiste nell’esporre la persona all’oggetto fobico in modo graduale, controllato e gestibile autonomamente seguendo una gerarchia di passi e situazioni;
- le tecniche di rilassamento: una volta imparate determinate tecniche di rilassamento, alla persona viene mostrato l’oggetto fobico in modo che la condizione di rilassamento inibisca l’ansia dovuta alla fobia.
- le tecniche cognitive consistono nella stimolazione dei pensieri negativi legati all’oggetto fobico. La ristrutturazione cognitiva consiste nella modifica delle credenze irrazionali che lo riguardano.
La capacità di regolare le risposte di paura a segnali inizialmente minacciosi, una volta che il valore di tali segnali cambia, è fondamentale per la salute emotiva.