Si parla di intelligenza emotiva quando ci riferiamo alla capacità di appropriarsi in maniera consapevole, di conoscere e riconoscere i nostri sentimenti e riuscire a comprendere quelli degli altri per vivere in forma serena ed equilibrata. Se gestite in maniera intelligente, le emozioni permettono di attivare quella marcia in più e di avere uno stimolo utile per orientarci come con una bussola verso la meta definita. Scopriamo insieme il ruolo dell’intelligenza emotiva al lavoro.
I primi a parlare di Intelligenza emotiva furono i ricercatori Salovey e Mayer che la descrivono come uno strumento utile per adattarsi in modo funzionale alle differenti situazioni sociali che la vita ci presenta. Gli autori nello specifico evidenziano tre componenti:
- analisi intesa come valutazione ed espressione emotiva
- coordinazione o regolazione emotiva
- utilizzo delle emozioni.
Successivamente, fu lo psicologo statunitense Daniel Goleman ad evidenziare cinque caratteristiche dell’intelligenza emotiva:
- consapevolezza di sé
- dominio di sé
- motivazione
- empatia
- abilità sociali.
Dobbiamo considerare le emozioni come dotate di una forza talmente esplosiva che a volte possono fungere addirittura da ostacolo nel raggiungimento dei nostri obiettivi e fini. La paura, ad esempio, in alcune situazioni causa una “paralisi” che blocca, non permette il fluire di pensieri o azioni e ci fa agire con scarsa lucidità.
“L’interesse per l’intelligenza emotiva sul posto di lavoro deriva dal riconoscimento diffuso che queste capacità – autoconsapevolezza, autogestione, empatia e abilità sociali – separano i lavoratori ei leader di maggior successo dalla media. Ciò è particolarmente vero in ruoli come le professioni e i dirigenti di livello superiore, dove ognuno è intelligente come chiunque altro, e come le persone gestiscono se stesse e le loro relazioni danno il meglio e il vantaggio” Daniel Goleman
L’intelligenza emotiva e il lavoro
Come può l’intelligenza emotiva esserci d’aiuto in ambito lavorativo? Dietro ad episodi di incomprensione e malcontento nel luogo di lavoro, si cela spesso una comunicazione inefficace e un’incomprensione delle dinamiche personali e professionali.
Il clima e il benessere organizzativo dipendono anche dalla capacità di dare un significato ed il giusto posto alle emozioni, per permettere la condivisione di spazi e luoghi professionali con attenzione alla vita emotiva di ogni membro del team.
Sono svariati gli studi in psicologia del lavoro che testimoniano come i top manager di aziende di successo presentino elevati livelli di intelligenza emotiva. Le donne, invece, presentano un grado più elevato di empatia nel riconoscimento emotivo dell’altro.
Quali sono i vantaggi nello sviluppo dell’intelligenza emotiva?
Gli interessi sono innumerevoli:
- il maggior grado di soddisfazione sia per i dipendenti che per i manager
- un turnover ridotto
- prevenzione del burnout
- buona gestione dei conflitti
- un clima positivo nell’organizzazione
- performance elevate
- la riduzione dei costi degli interventi di formazione.
L’intelligenza emotiva costituisce uno strumento prezioso, nella vita privata ma soprattutto nelle organizzazioni, dove può essere utilizzata per trasmettere quel valore aggiunto che rende una realtà professionale unica ed inimitabile. Utilizzare l’intelligenza emotiva come leva e motore ci farà dare il meglio di noi e incanalare la grande potenza delle emozioni in termini funzionali ed utili alla nostra vita, sia personale che organizzativa.