Immaginarci proiettati nel futuro, programmare le nostre attività, fantasticare sul domani: sono gesti quotidiani che danno direzione e significato alla nostra vita.
Tuttavia, alcuni eventi possono irrompere in questo flusso, creando fratture tra i nostri progetti e la realtà che viviamo.
Quando la vita prende una piega inaspettata, i nostri piani possono interrompersi bruscamente, portando con sé un'ondata di incertezza, paura e preoccupazione. In questo senso, ricevere la diagnosi di un tumore può rappresentare un momento in cui pensare di poter riorganizzare la propria vita risulta estremamente complesso.
In questa cornice, il cancro al seno, una delle forme più comuni di tumore tra le donne, non solo influisce sulla salute fisica, ma può avere anche un impatto significativo sulla sfera emotiva e psicologica di chi riceve la diagnosi.
Ricevere la diagnosi di tumore al seno
La diagnosi e le terapie relative al tumore al seno possono suscitare una serie di reazioni emotive intense, tra cui paura, ansia e depressione, che possono perdurare anche dopo la fine del trattamento e portare a un peggioramento della qualità della vita.
Tale impatto psicologico è evidente da numerosi studi che hanno esplorato le esperienze delle pazienti e le loro sfide emotive durante e dopo il percorso terapeutico.
Le donne a cui viene diagnosticato un tumore al seno possono sentirsi sopraffatte dalla paura del futuro, dalle preoccupazioni relative ai trattamenti invasivi e dalla possibile alterazione dell'immagine corporea.
Una pubblicazione della University of Vermont (Compas et al., 2002) sottolinea che le donne con cancro al seno spesso riportano livelli elevati di stress e sintomi depressivi durante e dopo il trattamento, con un impatto significativo sul loro benessere complessivo.
Gli autori, in parallelo, evidenziano che il supporto psicosociale rappresenta per le pazienti una risorsa fondamentale. Adeguate risorse psicosociali possono infatti fare una differenza sostanziale nel loro percorso di adattamento e nel tutelare la qualità della loro vita.
In questo contesto, la psiconcologia emerge come una disciplina che può offrire un aiuto concreto. La psiconcologia si occupa, infatti, di comprendere e gestire le sfide emotive legate al cancro, fornendo supporto psicologico e facilitando lo sviluppo di strategie di coping efficaci.
Interventi psico-oncologici possono aiutare le pazienti a ridurre i sintomi, migliorare la qualità della propria vita, sostenere una riorganizzazione positiva della loro quotidianità nonostante le difficoltà e facilitare l’adesione ai trattamenti.
In altre parole, come sottolineato da Jassim e colleghi (2023), la psiconcologia mira a migliorare il benessere psicologico e a favorire una migliore capacità di fronteggiare le sfide della malattia.
Tumore al seno: dopo la diagnosi
Affrontare una diagnosi di tumore è un'esperienza complessa e personale. Rappresenta, infatti, uno di quegli eventi capaci di ricordarci l'impossibilità di disegnare una mappa realistica, precisa e dettagliata del modo in cui attraversiamo il dolore.
Il modo in cui le persone si approcciano a una diagnosi è influenzato da molti fattori come la personalità, il supporto familiare e sociale, la propria storia personale, la storia con la malattia, le storie con le quali si è venuti a contatto e le caratteristiche specifiche del tumore.
Ogni vissuto è unico e, proprio per questo, non esistono reazioni giuste o sbagliate.
Tuttavia, ci sono risposte comuni che molti pazienti sperimentano di fronte a una diagnosi di tumore. Come riportato anche sul sito dell'AIRC, secondo il resoconto di alcune pazienti è frequente provare shock, paura e una forte sensazione di perdita di controllo subito dopo la diagnosi.
Inizialmente, la paura della morte è spesso dominante, anche se oggi esistono numerose opzioni di trattamento che migliorano le possibilità di cura. Con il passare del tempo, però, le pazienti cominciano a preoccuparsi anche di altri aspetti: il dolore, i cambiamenti fisici causati dalla malattia o dalle terapie e l'impatto che tutto questo avrà sulla loro vita quotidiana, sociale e lavorativa.
Le percezioni e le emozioni individuali possono evolvere da incredulità e paura a sentimenti di rabbia, ansia o isolamento, fino a quando non si raggiunge una fase di accettazione. È in questo momento che le persone iniziano ad affrontare con più razionalità la situazione, cercando modi per convivere con la nuova realtà.
Tumore, ansia e depressione
Non tutti i percorsi seguono le stesse tappe o sono vissuti nello stesso modo. Uno studio condotto da Graça Cardoso e colleghi (2015), pubblicato sulla rivista scientifica Psychology, health & medicine offre ulteriori spunti in questo senso.
La ricerca ha analizzato i sintomi di depressione e ansia in 270 pazienti diagnosticati con cancro prima dell'inizio della chemioterapia, rivelando che il 30% dei pazienti presentava punteggi elevati di ansia e il 24,1% punteggi elevati di depressione.
Nello stesso anno, un altro studio (Cook et al., 2015) ha approfondito un aspetto cruciale di questo dato: il ruolo delle credenze metacognitive nel mantenere e aggravare il distress emotivo.
Questo studio, pubblicato su Health Psychology, ha esaminato in particolare il legame tra le credenze metacognitive disfunzionali, cioè quelle convinzioni che influenzano negativamente il modo in cui le persone gestiscono pensieri ed emozioni, e i sintomi di ansia, depressione e disturbo post-traumatico da stress (PTSD) nei pazienti oncologici.
La ricerca ha coinvolto oltre duecento pazienti con diagnosi recente di tumore al seno o alla prostata, dimostrando che i pazienti che continuano a preoccuparsi in modo ossessivo della loro malattia o delle conseguenze future, spesso sperimentano sintomi di ansia e depressione più intensi.
Una delle scoperte più rilevanti di questo studio è stata l'identificazione del ruolo della preoccupazione come mediatore. Le persone che sviluppano una convinzione che le preoccupazioni siano fuori dal loro controllo, tendono infatti a rimanere bloccate in uno stato di allerta costante, rendendo difficile l'elaborazione e l'accettazione della malattia.
Questo contesto di distress emotivo, tuttavia, non esclude la possibilità di un'esperienza positiva emergente, nota come crescita post-traumatica. Questa terminologia si riferisce al fenomeno attraverso il quale le persone, nonostante le difficoltà e i traumi vissuti, riescono a trovare significati nuovi e positivi nella loro vita.
A sviluppare questo concetto sono stati gli autori Tedeschi e Calhoun (2004), partendo dall’idea centrale che i traumi possono portare a una ristrutturazione della vita e della percezione di sé, generando una nuova forza interiore e un senso di gratitudine che contribuiscono a una qualità di vita migliorata nonostante le avversità.
Il supporto psicologico durante il trattamento
Affrontare una diagnosi di cancro al seno e i trattamenti successivi rappresenta una sfida complessa e stressante, con un impatto significativo sul benessere psicologico dei pazienti.
In questo contesto, un appropriato supporto sociale e psicologico risulta fondamentale.
Già nel 1996 uno studio (McArdle et al.) ha esaminato l'impatto del supporto psicologico in pazienti sottoposte a chirurgia per cancro al seno, che hanno ricevuto diverse tipologie di sostegno psicosociale. I risultati hanno mostrato che tutti i tipi di supporto psicologico erano associati a un miglioramento nel benessere psicosociale delle pazienti, rispetto al gruppo di controllo.
Una recente rassegna della letteratura (Hulbert-Williams et al., 2018) ha esaminato l'efficacia di vari approcci per i pazienti oncologici. La revisione della letteratura ha evidenziato che la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) continua a essere uno degli approcci più efficaci per il supporto psicologico nel contesto oncologico.
Lo studio ha anche messo in luce risultati promettenti di nuovi approcci, come la Acceptance and Commitment Therapy (ACT) e la terapia metacognitiva. Allo stesso modo, sono emersi risultati sui benefici della mindfulness, sebbene la sua efficacia in questo contesto vada ulteriormente testata.
Indipendentemente dal tipo di trattamento è importante sottolineare come in una situazione emotivamente molto significativa, risulta fondamentale poter accedere al maggior numero di strategie di fronteggiamento possibile.
Nello studio dal titolo Coping strategies, quality of life and pain in women with breast cancer (Khalili et al., 2013) vengono offerti importanti spunti su come le donne con cancro al seno affrontano il trattamento e come ciò influisca sulla loro qualità della vita e sul dolore che percepiscono.
La ricerca permette di osservare che le donne che adottano strategie focalizzate sul fronteggiamento problemi, come l’accettazione e la pianificazione, tendono a sperimentare una qualità della vita migliore. Per esempio, accettare la malattia e pianificare in anticipo come gestire le sfide quotidiane legate al dolore, aiuta a ridurre lo stress e a migliorare l’adattamento alla condizione.
Le strategie di coping basate sulla religione e la riformulazione positiva sono state anch'esse efficaci nel fornire supporto emotivo e significato durante la malattia, contribuendo a una percezione più positiva della vita.
In contrasto, le strategie focalizzate sulle emozioni, come l’auto-distrazione e la negazione, hanno mostrato un impatto diverso. L'auto-distrazione, che include attività come guardare la televisione o leggere un libro, può temporaneamente deviare l'attenzione dal dolore.
Tuttavia, la negazione, che implica evitare di affrontare direttamente la malattia, spesso porta a una maggiore interferenza nella vita quotidiana e a un deterioramento della qualità della vita. Per esempio, le donne che usano la negazione tendono a non gestire adeguatamente il dolore e i sintomi associati, compromettendo ulteriormente la loro capacità di partecipare ad attività sociali e lavorative.
Le implicazioni di questi risultati per la pratica clinica sono chiare. È essenziale personalizzare le strategie di coping in base alle esigenze individuali delle pazienti.
Una recente ricerca (Samami et al., 2020) ha esplorato l'efficacia di un programma di supporto specifico nel migliorare le strategie di coping e ridurre lo stress nelle donne diagnosticate con tumore al seno.
Lo studio, ha coinvolto 60 donne, divise in due gruppi: un gruppo di intervento, sottoposto a educazione sul tumore al seno, rilassamento muscolare progressivo, gestione dello stress, strategie di coping emotivo e risoluzione dei problemi, e un gruppo di controllo che non è stato coinvolto in programmi di supporto.
Alla fine del protocollo di intervento, il gruppo di intervento ha mostrato un incremento significativo nelle strategie di coping orientate alla risoluzione dei problemi e una riduzione dei livelli di stress rispetto al gruppo di controllo.
Tornare alla normalità dopo il tumore
Dopo il trattamento del tumore al seno, molte pazienti affrontano un periodo complesso caratterizzato da una grande varietà di emozioni, speranze e preoccupazioni.
Da un lato la naturale fantasia di poter ricominciare la propria vita da dove si era lasciata si scontra con una realtà differente, mentre dall’altro la preoccupazione rispetto ai futuri controlli medici può rischiare di diventare centrale.
Uno studio del 2023 (Nardin et al.), pubblicato su Frontiers in Oncology, evidenzia che il miglioramento della prognosi del cancro al seno, con tassi di sopravvivenza a 5 anni che raggiungono il 90% e a 10 anni circa l'80%, ha portato alla necessità di gestire le complicazioni a lungo termine e migliorare la qualità della vita post-trattamento.
La ricerca suggerisce che un approccio integrato che combina supporto psicologico con interventi per la gestione dello stile di vita, come l'esercizio fisico e tecniche di rilassamento, può essere particolarmente utile nel migliorare il benessere a lungo termine delle pazienti.
Tra le varie iniziative che hanno proposto l’esercizio fisico come strategia per la promozione del benessere post trattamento, troviamo il progetto ERICE/TSB (Effect and efficacy of RowIng in breast CancEr survivors/The Same Boat), del quale Unobravo è sponsor.
Nata nel 2022 grazie alla collaborazione tra l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e circoli di canottaggio come la ASD Canottieri Corgeno, l’iniziativa mira a studiare l’efficacia di un programma che combina canottaggio, camminata e lezioni online nel recupero psicofisico delle donne operate di carcinoma mammario.
In particolare, si stanno analizzando gli effetti positivi di questo approccio olistico sulla qualità della vita e sulla salute mentale e fisica delle pazienti.
Il contesto sociale
Il supporto familiare può influenzare positivamente la qualità della vita delle donne con cancro al seno, mettendo in luce l'importanza di affrontare le necessità psicologiche sia delle pazienti che dei loro familiari.
La depressione è una delle comorbidità più frequenti tra le pazienti con cancro al seno. Uno studio pubblicato su Neuropsychiatric Disease and Treatment (Su et al., 2017) ha rivelato che circa l'8,33% delle pazienti soffre di disturbo depressivo maggiore.
I risultati dello studio indicano che il supporto familiare può giocare un ruolo protettivo significativo. Le pazienti che ricevono un sostegno maggiore dalla famiglia tendono ad avere un rischio minore di depressione. Questo suggerisce che un forte supporto da parte dei propri cari non solo aiuta le pazienti a essere più resilienti, ma migliora anche la gestione complessiva della malattia.
Il supporto familiare va oltre l'aspetto emotivo e comprende anche la necessità di informazioni e assistenza pratica. La rassegna della letteratura di Schmid-Büchi e colleghi (2008) ha evidenziato che, così come fanno le pazienti, anche i loro familiari affrontano sfide significative.
In particolare, le pazienti devono gestire sintomi fisici come affaticamento e cambiamenti corporei, insieme a ansia e paura della recidiva. I familiari, d'altra parte, devono far fronte allo stress e alle preoccupazioni riguardanti la condizione della paziente. Entrambi i gruppi necessitano di informazioni dettagliate e di un supporto emotivo per affrontare queste difficoltà.
Il modello di supporto familiare proposto in letteratura suggerisce l’importanza di una comunicazione aperta e onesta e di un sostegno emotivo costante. L'obiettivo è soddisfare le esigenze specifiche di ciascun membro della famiglia, migliorando così l'efficacia del trattamento e la soddisfazione complessiva.
Dalla diagnosi alla guarigione
La diagnosi di un tumore richiede una fase di riorganizzazione della propria vita. Questa prospettiva ci permette di vedere il percorso di guarigione dal cancro al seno non come una battaglia contro la malattia, ma come un evento più equilibrato, seppur estremamente delicato e complesso.
Questo approccio consente di spostare l'attenzione sul benessere complessivo della persona e a mettere in luce l’importanza della cura di sé e delle relazioni personali. Non si tratta solo di una questione di recupero fisico, ma anche di benessere mentale e relazionale. In questo contesto, il supporto di un professionista della salute mentale, come quello di uno psicologo online, può fare la differenza e accompagnare la paziente lungo tutto il suo percorso di guarigione.
Bibliografia
- Cardoso, G., et al. (2016). Depression and anxiety symptoms following cancer diagnosis: a cross-sectional study. Psychology, health & medicine, 21(5), 562-570
- Compas, B. E., & Luecken, L. (2002). Psychological adjustment to breast cancer. Current directions in psychological science, 11(3), 111-114
- Jassim, G. A., et al. (2023). Psychological interventions for women with non‐metastatic breast cancer. Cochrane Database of Systematic Reviews, (1)
- Cook, S. A., et al. (2015). The association of metacognitive beliefs with emotional distress after diagnosis of cancer. Health psychology, 34(3), 207
- Hulbert-Williams, N. J., et al. (2018). Psychological support for patients with cancer: evidence review and suggestions for future directions. Current opinion in supportive and palliative care, 12(3), 276-292
- Khalili, N., et al. (2013). Coping strategies, quality of life and pain in women with breast cancer. Iranian journal of nursing and midwifery research, 18(2), 105-111
- McArdle, J. M., et al. (1996). Psychological support for patients undergoing breast cancer surgery: a randomised study. Bmj, 312(7034), 813-816
- Nardin, S., et al. (2020). Breast cancer survivorship, quality of life, and late toxicities. Frontiers in oncology, 10, 864
- Samami, E., et al. (2021). The effect of a supportive program on coping strategies and stress in women diagnosed with breast cancer: A randomized controlled clinical trial. Nursing open, 8(3), 1157-1167
- Schmid‐Büchi, S., et al. (2008). A review of psychosocial needs of breast‐cancer patients and their relatives. Journal of clinical nursing, 17(21), 2895-2909
- Su, J. A., et al. (2017). Depression and family support in breast cancer patients. Neuropsychiatric disease and treatment, 2389-2396
- Tedeschi, R. G., & Calhoun, L. (2004). Posttraumatic growth: A new perspective on psychotraumatology. Psychiatric times, 21(4), 58-60.