Il senso di colpa: utile o deleterio?

Il senso di colpa: utile o deleterio?
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Marina Massetti
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico Socio-Costruzionista
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
7.2.2020
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Il senso di colpa è un sentimento spiacevole che deriva dalla convinzione di aver commesso un errore, di aver danneggiato qualcuno, di aver fatto un passo falso.

Può divenire problematico quando impedisce alla persona di analizzare la situazione in modo lucido, conducendola a sperimentare un forte malessere che può sfociare in comportamenti autodistruttivi. Tuttavia, può avere anche una funzione costruttiva, permettendoci di comprendere se è stato commesso uno sbaglio e consentendoci di porvi rimedio.

Così come tutte le altre emozioni, il senso di colpa può avere un’importante funzione sociale, poiché ci permette di aprire spazi di riflessione sul nostro comportamento e di mettere in atto gesti riparativi.


Si tratta, infatti, di una delle emozioni definite “morali”, correlate all’empatia e all’altruismo, che si innesca in presenza di un conflitto interiore tra ciò che avremmo dovuto o potuto fare e ciò che abbiamo effettivamente fatto o non fatto. In buona sostanza, il senso di colpa “buono” è ciò che ci permette di migliorare, riparando errori e ricucendo possibili strappi relazionali.


Il senso di colpa patologico

Il senso di colpa assume una connotazione negativa quando si trasforma in manifestazioni ruminative di auto-rimprovero, rimorso o rammarico. Nei casi più gravi, può condurre a:

  • gesti di autolesionismo;
  • comportamenti autodistruttivi;
  • forme di auto-punizione.

Questa tipologia di senso di colpa genera sofferenza e dolore non giustificati e inutili. Non ha, infatti, motivo di esistere poiché non è legata a dati di realtà ma è frutto di meccanismi psicologici non sani. È come se la persona fosse in balia di un tormento interno incessante che la porta a ripensare costantemente al passato, riportandolo nel presente, non godendo a pieno della quotidianità.

Come si può immaginare, ciò può diventare estremamente deleterio e doloroso. In questi casi è necessario imparare a gestire diversamente il senso di colpa affinché non diventi un crudele e implacabile tiranno ma possa trasformarsi in una forma “proficua” e adattiva.

Liza Summer - Pexels

Cosa fare quando diventa eccessivo ed invalidante?

Ecco allora alcuni consigli che è possibile mettere in pratica quando ci accorgiamo di essere in presenza di un senso di colpa deleterio, patologico. Innanzitutto, è importante riuscire a distinguere:

  • il senso di colpa che si innesca a seguito di una condizione “oggettiva” di colpa;
  • quello che subentra senza un motivo plausibile, ma che è frutto del giudizio feroce che rivolgiamo a noi stessi e dunque non è radicato nella realtà.

Quando si prova senso di colpa verso il partner, ad esempio, può essere utile porsi in una posizione di osservatore esterno rispetto a quanto accaduto, chiedendosi come potremmo giudicare la stessa situazione se fosse accaduta ad un’altra persona. Risulta infatti più semplice operare un giudizio più “oggettivo” se ci poniamo al di fuori dell’accaduto: in questo modo possiamo comprendere se ha senso provare il senso di colpa oppure se esso è unicamente frutto del nostro giudizio contorto.


Di chi è la responsabilità?

Un altro passaggio fondamentale riguarda il riuscire ad attribuire correttamente la responsabilità di quanto accade. Spesso il senso di colpa patologico si insinua portandoci a credere che gli artefici di alcune situazioni siano noi, anche quando queste non dipendono affatto ed in alcun modo dal nostro operato.

Domandarsi se avremmo potuto realmente prevenire una situazione, determinarla o influenzarla, serve a comprendere e ad attribuire la responsabilità a chi di dovere e non, indistintamente e automaticamente, sempre e solo a noi stessi.

Hassan OUAJBIR - Pexels

Non essere troppo severi con noi stessi

Quando siamo in presenza di un errore, bisogna imparare a perdonare se stessi, sforzandosi di accettare che abbiamo fatto il meglio che potevamo fare in quella situazione ed in quel momento, con le possibilità e le risorse a nostra disposizione. L’accettazione di uno sbaglio, per quanto difficile possa essere, non è impossibile: essa va esercitata consapevolmente.


È davvero necessario imparare ad essere meno severi con sé stessi, allontanando i giudizi feroci e implacabili che formuliamo nei nostri confronti. Se non è possibile farlo, se non si riesce ad allontanare il senso di colpa patologico, allora è importante chiedere aiuto ad un professionista che possa sostenerci nel superare schemi mentali deleteri ed uscire da questa dolorosa morsa.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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