Il concetto di sé si forma a partire dalle prime relazioni con gli adulti di riferimento. Per non perdere il loro amore e la loro vicinanza capita di fare propri i loro giudizi e valori, rinunciando a lasciarci guidare dai nostri bisogni. Crescere in relazioni che non sono capaci di accogliere il nostro modo di essere è all’origine del malessere psicologico. La miglior cura per le ferite relazionali è fare esperienza di relazioni curative, come nei gruppi di incontro.
Il gruppo di incontro come luogo di cura delle ferite relazionali
Quando siamo liberi di essere noi stessi, di esprimere quello che sentiamo senza sentirci giudicati, possiamo abbassare le nostre difese e aprirci al cambiamento. Nel gruppo questo è possibile grazie alla presenza di un facilitatore che comprende, accoglie e incoraggia l’espressione di ciascuno e fa rispettare alcune regole all’interno del processo, che ne guidano il buon funzionamento:
- la confidenzialità: le cose dette in gruppo rimangono nel gruppo;
- il “non agito”: si possono esprimere le emozioni solo verbalmente;
- la presenza: si rimane in gruppo dall’inizio alla fine;
- il non giudizio: si esprime la propria opinione nel rispetto di quella altrui.
Le fasi del cambiamento nel processo di gruppo
Il cambiamento, all’interno di un’esperienza di gruppo, attraversa varie fasi che vanno da sentimenti di chiusura e imbarazzo all’empatia e al senso di appartenenza. Vediamo nel dettaglio le fasi del cambiamento nel processo di gruppo.
Resistenza immediata all’espressione di sé
- Fase 1: imbarazzo;
- fase 2: i partecipanti sono restii ad esprimere i propri vissuti;
- fase 3: quando il vissuto affiora, è riferito al passato e solo dopo si sposta verso ciò che i partecipanti sentono nel presente;
- fase 4: a volte emergono sentimenti negativi per testare la tenuta del gruppo in termini di fiducia reciproca;
- fase 5: quando i partecipanti si fidano, comunicano qualcosa della propria persona;
- fase 6: si esprimono sentimenti verso gli altri e si contribuisce alla creazione del senso di intimità e coesione.
Inizio del cambiamento
- Fase 7: le condizioni facilitano la naturale capacità curativa del gruppo nel trattare il dolore altrui che si esprime attraverso una comunicazione empatica;
- fase 8: i partecipanti imparano ad essere se stessi e questo è il primo passo verso il cambiamento;
- fase 9: si può svelare il proprio vero sé senza bisogno di indossare maschere. La condivisione dei vissuti in gruppo allevia il senso di solitudine e la paura del giudizio, alimentando la speranza di potercela fare.
Il confronto
In gruppo si impara dagli altri a risolvere problemi ma anche a vedersi attraverso nuovi occhi:
- fase 10: si ricevono i feedback, un momento in cui ciascuno esprime in maniera rispettosa ciò che pensa dell’altro;
- fase 11: il conflitto, insieme ai feedback, è un grande alleato perché contribuisce a formare un’idea più realistica di noi, dei rapporti interpersonali, ad abbassare la paura dell’aggressività e a migliorare le abilità comunicative.
L’incontro fondamentale e il cambiamento
Fase 12: il gruppo assicura ai partecipanti assistenza reciproca dentro e fuori dal setting psicologico;
fase 13: non ci si sente più soli ma veramente vicini ad altre persone;
fase 14: i membri del gruppo mostrano una sensibilità positiva espressa attraverso il linguaggio non verbale, oltre che a parole;
fase 15: il cambiamento comportamentale, il fattore più evidente della modificazione della personalità promossa dal gruppo.
Perché partecipare a un gruppo?
Sentirsi parte di un gruppo di cui si ha fiducia e da cui si riceve sostegno fa sperimentare un clima psicologico di sicurezza fondamentale per innescare il cambiamento. Sentire che altre persone hanno attraversato situazioni problematiche simili alle proprie, aumenta la capacità di contatto con la propria esperienza e la speranza di potercela fare
Parlare di sé davanti agli altri aiuta la nostra autostima, permette di comprendere più intimamente il nostro funzionamento personale e nelle relazioni, oltre a favorire la socializzazione. Dagli altri si può scoprire altri modi di vivere le nostre stesse situazioni. Partecipare ad un gruppo è importante anche per chi sta seguendo un percorso terapeutico individuale, perché è un’opportunità per sperimentare nuovi comportamenti e nuove consapevolezze da esercitare ogni giorno per un cambiamento più duraturo.