Salute mentale
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Gruppi terapeutici e terapia individuale: scelta o integrazione?

Gruppi terapeutici e terapia individuale: scelta o integrazione?
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Roberta Paolella
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Umanistico-Integrato
Unobravo
Pubblicato il
7.2.2020

Molte delle persone che si rivolgono a un professionista della salute mentale incontrano dubbi sulla “giusta terapia” da intraprendere, interrogandosi non solo sui tipi di psicoterapia in termini di orientamento teorico, ma anche di modalità, ponendosi spesso questa domanda: come faccio a scegliere se seguire la terapia individuale o i gruppi terapeutici?

“Sto affrontando un momento complicato della mia vita e vorrei ricevere supporto”
“Non riesco a superare questo periodo, è tutto difficile e ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a capire”
"Parlare con i miei amici mi aiuta, ma poi i pensieri ritornano, non so cosa posso fare”

Questi sono solo alcuni dei motivi per cui si può decidere di rivolgersi a uno psicologo o uno psicoterapeuta, ma come fare a capire che è il momento di chiedere aiuto e soprattutto, quale terapia scegliere?  La psicologia, contrariamente a come vuole il senso comune, non è utile solo a chi sta “male”, ma è anche

  • rinforzo del benessere;
  • miglioramento della propria vita personale;
  • riconoscimento delle proprie risorse e punti di forza. 

Terapia individuale e di gruppo: quali differenze?

Cosa fa uno psicologo di diverso nella terapia di gruppo e in quella individuale?

Chi sceglie il percorso individuale ha la “totale attenzione” del terapeuta: segue un percorso focalizzato e piuttosto intenso sulle tematiche portate in seduta e sugli obiettivi da raggiungere a breve, medio e lungo termine. Il rapporto uno a uno è “intimo” e lascia spazio alle esplorazioni e agli interventi personalizzati rispetto ai contenuti emersi, nel rispetto dei tempi e delle modalità della persona. 

Nei gruppi terapeutici ci si riunisce sotto la guida di un terapeuta e si affrontano i temi che emergono da tutti i presenti. In questo senso l’attenzione sembra essere “distribuita” tra i vari membri del gruppo; si condivide l’attenzione e se ne riceve non solo dal terapeuta, ma anche da tutti gli altri partecipanti. Nel gruppo c’è reciprocità, scambio, condivisione e confronto con gli altri componenti. 


Com’è fatto un gruppo terapeutico?

Il gruppo è un’entità in continuo movimento: dal momento in cui si attiva può subire numerosi cambiamenti ed evoluzioni sia in termini di persone che entrano o escono, sia nella sua “crescita” rispetto alle esperienze che nel tempo vengono compiute dentro e fuori, oltre che a livello individuale.

Nonostante la vasta tipologia di gruppi che esistono, possiamo indicare delle caratteristiche comuni:

  • Uguaglianza e parità tra i partecipanti: il terapeuta lascia spazio ad ognuno e ha il ruolo di mediatore e “specchio”, chiarificando tramite le sue competenze ciò che emerge di volta in volta negli incontri, grazie ai contributi di tutti i partecipanti.
  • Assenza di giudizio: il clima è di cooperazione e condivisione; nel momento in cui emerge un contenuto personale, gli altri componenti sono chiamati al rispetto, all’ascolto e a dare un feedback, che mira a condividere le proprie risonanze emotive rispetto alla tematica sollevata. 
RODNAE Productions - Pexels
  • Condivisione del problema comune: essere insieme nel gruppo significa che ciascuno può crescere nel suo percorso e trarre vantaggio anche dalle esperienze degli altri.
  • Clima di accoglienza ed accettazione: sono fondamentali per far sentire i componenti in un luogo sicuro, dove possono sentirsi proprio agio anche e soprattutto a livello emotivo, agire ed essere proprio così come sono, senza forzature o obblighi a prendere parola.  
  • Rispetto della privacy: ciò che esiste nel gruppo fa parte del gruppo, è del gruppo e resta nel gruppo; proprio come nella terapia individuale si ha la sicurezza nel fatto che ciò che emerge non verrà portato fuori dal gruppo. 

Quali sono i benefici di un gruppo terapeutico?

Per poter comprendere l’importanza dell’esperienza terapeutica di gruppo, andiamo ad elencarne alcuni benefici:

  • Ci si sente meno soli: spesso accade di accorgersi che la propria esperienza ha tanto in comune con quella degli altri! Questo fa emergere la consapevolezza di non essere soli nell’affrontare una difficoltà e permette di alleggerire l’ansia e lo stress percepito, agevolando il senso di appartenenza al gruppo.
  • Migliorano le capacità comunicative: si impara ad ascoltare attivamente (ad esempio, a rispondere solo dopo che l’altro ha terminato di parlare) e ad accettare “le critiche”, perché possano essere costruttive e fondate sull’assenza del giudizio.
  • Si impara a ricevere e offrire sostegno: per molti è difficile riuscire a “chiedere aiuto” e, attraverso l’esperienza di gruppo, si riesce anche ad ottenere senza chiedere, a dare spontaneamente in un rapporto condiviso e reciproco, sperimentando un senso di fiducia nell’altro.
  • Migliora la comprensione delle proprie difficoltà: così come nella terapia individuale, attraverso lo scambio e il confronto (favorito anche attraverso la tecnica del rispecchiamento e il lavoro sulle risonanze emotive) nel gruppo avviene un aumento della consapevolezza di ciò che origina e mantiene le proprie difficoltà; 
Fauxels - Pexels

Cosa dire dei gruppi terapeutici online?

L’ipotesi che ci sia una sola modalità considerata “ideale” di svolgere una terapia è già di per sé fuorviante, perché tanti sono gli approcci terapeutici, così come le tipologie praticabili (individuale, di gruppo, di coppia, di famiglia). Le regole del gruppo online seguono le stesse del gruppo in presenza, aggiungendo piccoli accorgimenti riguardo la gestione di eventuali interruzioni, la scelta e la stabilità della connessione e l’assenza dei disturbi esterni. 

Per illustrare le caratteristiche dei gruppi terapeutici online, gli psicologi Weimberg e Rolnick individuano le principali differenze dai gruppi in presenza:

  • l’assenza del contatto con la persona nella sua interezza;
  • la mancanza di elementi che riconducono ai sensi come il respiro e l’odore; 
  • l'impossibilità a creare un aggancio diretto con lo sguardo (nella piattaforma Zoom, ad esempio, spesso capita che i partecipanti si spostino di posto, determinando un cambio di sguardo da parte di chi sta parlando)
  • la possibilità di vedere la propria immagine dentro al gruppo; 
  • la possibilità di mettere in contatto persone provenienti da aree geografiche anche di ampia distanza e che quindi provengono da culture diverse, creando così un assetto multiculturale ed inclusivo.

Sebbene Weimberg metta in luce anche delle apparenti “mancanze”  del gruppo online, vuole evidenziare piuttosto le differenti possibilità di crescita e di esperienza che si verificano, ovvero: 

  • maggiore enfasi viene data alle percezioni e alle sensazioni del “qui e ora”;
  • la comunicazione non verbale è colta dalle espressioni del volto, dalla mimica, dall’intonazione e dalla gestualità;

L'elevata accessibilità dell’esperienza di gruppo online diventa una risorsa non solo per le persone impossibilitate ad uscire di casa: questo aspetto ha un importante risvolto anche per i partecipanti che, in questo momento di pandemia, potrebbero trarre giovamento dal non preoccuparsi di evitare gli assembramenti e di mettere in pratica tutti gli accorgimenti anti-contagio, dedicandosi in completa serenità al lavoro terapeutico.

Andrea Piacquadio - Pexels

Quale terapia scegliere?

Così come molte persone si chiedono come scegliere uno psicologo, ci si domanda anche se scegliere una terapia individuale o di gruppo. Il gruppo rappresenta a tutti gli effetti:

  • una “terra di mezzo”, dove osservare nuove modalità di lettura e intervento rispetto alle proprie difficoltà;
  • un confine sicuro tra l’individuo e le sue diverse appartenenze nel mondo familiare, sociale e culturale.

I gruppi terapeutici e la terapia individuale sono due percorsi egualmente utili ed efficaci, per cui scegliere un percorso piuttosto che un altro dipende da motivazioni esclusivamente individuali: voglia di stare nel gruppo, investimento di tempo e di denaro, ecc.).

Un’altra scelta potrebbe essere quella di integrare entrambe gli interventi, per da dare un valore aggiunto al proprio percorso individuale di crescita, seguendo il motto dei gestaltisti, che utilizzano il più famoso enunciato del fisico e ricercatore austriaco F. Capra: “il tutto è più della somma delle singole parti”. Ciò che è certo è che entrambi mirano ad un unico obiettivo: la salute mentale e il benessere della persona.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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