Salute mentale
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Grounding: il radicamento fisico ed emotivo

Grounding: il radicamento fisico ed emotivo
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Daniela Vitelli
Redazione
Psicoterapeuta a indirizzo Bioenergetico
Unobravo
Pubblicato il
7.2.2020



“Gran parte del nostro stress e della nostra ansia provengono dalla disconnessione dal nostro corpo. Più ci radichiamo nel corpo, meno stress e ansia proveremo.” Scott Jeffrey

Attraverso il grounding una persona diviene consapevole della sua “posizione”, sa dov’è e chi è. In questo modo diventa:

  • più consapevole;
  • più capace di esprimersi;
  • più padrona di sé.

Come afferma lo psichiatra A. Lowen “il problema della sicurezza emozionale non può essere scisso dalla questione della sicurezza fisica nella deambulazione”, poiché gambe e piedi sono le fondamenta ed il supporto della struttura dell’Io.


Alcuni esercizi pratici

Gli esercizi di grounding sono una via di connessione al proprio corpo, alle proprie sensazioni ed emozioni. Dedicare qualche minuto al mattino per sentire i propri piedi, il proprio respiro e riconnettersi con sé è un buon passo verso il proprio benessere fisico, emotivo e mentale. 

In particolar modo in situazioni di ansia e stress, il lavoro corporeo ci aiuta a ritrovare energia, aumentare la consapevolezza del proprio corpo, sciogliere le tensioni muscolari e scaricare lo stress accumulato. Grounding infatti significa “connettersi al suolo” e gli esercizi hanno proprio a che fare con questo, in senso letterale e figurato.

Min An - Pexels


Esercizio 1: qui e ora

  1. Prendi un momento solo per te, trova un luogo, in casa o all’aperto, dove non verrai disturbato e dove poterti dedicare la giusta attenzione;
  2. Piedi scalzi, paralleli e aperti alla larghezza del tuo bacino, punte dei piedi leggermente convergenti, ginocchia flesse e morbide;
  3. Metti la mano sinistra sul cuore e la destra sulla pancia, precisamente sotto l’ombelico;
  4. Chiudi gli occhi e inizia a respirare naturalmente ed ascoltare il tuo respiro. Lo avverti? E in quale zona del corpo? Usa le mani per “trovarlo”. Riapri gli occhi;
  5. Rivolgi ora la tua attenzione alle gambe e ai piedi. Concentrandoti sui piedi, focalizza l’attenzione su come la pianta aderisce al suolo; 
  6. Cerca di percepire il peso del tuo corpo sulle gambe e sui piedi fino a terra; 
  7. Immagina che dai tuoi piedi partano delle radici che scendono nella terra. Percepisci come queste radici ti facciano sentire man mano più saldamente ancorato a terra;
  8. Ora, ad ogni inspirazione, lentamente scendi sulle ginocchia e chiudi gli occhi, come ad entrare “dentro di te” e ad ogni espirazione risali senza mai stendere del tutto le ginocchia. Riapri gli occhi, come a tornare in contatto con quello che c’è “fuori da te”. Inspira ed espira sempre e solo dalla bocca, lasciandola aperta e, per quanto possibile, con la mandibola morbida;
  9. Ripeti lentamente finché non senti il respiro più profondo e rilassato e i piedi più ancorati al pavimento;
  10. Richiudi gli occhi e ascolta ora il tuo corpo ed il tuo respiro. Senti se c’è una parola o una sensazione che descrive il tuo stato nel qui ed ora.
Cliff Booth - Pexels


Esercizio 2: vibrazione

Riprendi i punti 1, 2, 3 del precedente esercizio e poi prosegui:

  1. Fletti molto lentamente il busto in avanti fino a toccare il pavimento con le dita delle mani;
  2. Senti il peso del corpo solo nelle gambe e nei piedi, le mani sfiorano il pavimento ma non c’è alcun peso su braccia e mani;
  3. Lascia andare la testa il più possibile e respira a bocca aperta, liberamente e a fondo;
  4. Lentamente porta il peso sugli avampiedi e raddrizza le ginocchia (senza distenderle completamente) e poi ripiegale scendendo. Abbina a questo movimento la respirazione, inspira quando ti pieghi sulle ginocchia ed espira quando distendi le gambe;
  5. Ascolta se trattieni il respiro o se questo fluisce libero, le sensazioni dei tuoi piedi e delle tue gambe;
  6. Avverti una vibrazione nelle gambe? In caso negativo prova a piegare le ginocchia più lentamente e poi raddrizzale. Ripeti più volte;
  7. Quando senti che è abbastanza, metti le mani dietro la nuca e pian piano risali in posizione eretta.  È importante che la risalita avvenga con molta lentezza, srotolando pian piano la schiena una vertebra alla volta, mantenendo le gambe radicate e con le ginocchia flesse: l’ultima parte del corpo che sale è la testa. Senti se c’è una parola o una sensazione che descrive il tuo stato nel qui ed ora.


Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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