Salute mentale

Efficacia clinica della mindfulness nei bambini e negli adolescenti

Efficacia clinica della mindfulness nei bambini e negli adolescenti
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Luisa Zaccarelli
Redazione
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
7.2.2020
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La mindfulness viene definita come la consapevolezza che emerge dal porre attenzione al momento presente, sospendendo il giudizio. Il fondatore dell’uso clinico moderno della mindfulness, Jon Kabat-Zinn, la definisce infatti come

“il processo di prestare attenzione in modo particolare: intenzionalmente, in maniera non giudicante, allo scorrere dell’esperienza nel presente momento dopo momento.”


Vivere in maniera mindful 

Vivere l’esperienza del momento presente vuol dire prestarle attenzione senza giudicarla, accogliendola in maniera gentile, accettante, amorevole, compassionevole.

Come sottolineano molte ricerche scientifiche che si occupano di verificare l’efficacia della mindfulness, la pratica della consapevolezza porta a cambiamenti significativi nei domini delle funzioni cognitive come l’attenzione e la memoria e delle funzioni esecutive.

Già dalle prime settimane di pratica:

  • aumenta la capacità di dirigere volontariamente l’attenzione alle esperienze del momento presente; 
  • migliorano l’attenzione selettiva, esecutiva e sostenuta;
  • migliora la memoria a breve termine;
  • si sviluppa l’attitudine all’ accettazione, all’apertura, alla sospensione del giudizio e all’auto-compassione;
  • si riducono le ruminazioni mentali.



Mindfulness e attenzione

La mindfulness, secondo numerose ricerche, sembra “migliorare la capacità di allocazione delle risorse attenzionali e incrementare l’attenzione esecutiva”. Parte di questo miglioramento avverrebbe grazie a una migliore efficienza dei processi percettivi.

Pixabay - Pexels


Disturbi di attenzione

L’attenzione selettiva e, più in generale, l’attenzione esecutiva rappresentano processi cognitivi trasversali alle altre abilità cognitive e appaiono rilevanti nei processi di lettura, scrittura e calcolo.

In particolare, nei pazienti con disturbo dell’apprendimento (DSA) della lettura, è stata riscontrata una percezione atipica di sequenze rapide di stimoli (definita amodal attention deficits), per cui il loro sistema attentivo automatico fallirebbe nel passare rapidamente l’attenzione da uno stimolo all’altro.

Come insegnare la mindfulness ai bambini

Come spiegare la pratica della presenza mentale a un bambino di cinque anni? Si possono trovare esempi concreti nel lavoro condotto da Amy Saltzman, medico e trainer di mindfulness: nelle sue pratiche si invita il bambino a sentire l’esperienza e a trovare il suo "luogo tranquillo”.
La Saltzman comincia richiamando l’attenzione dei bambini sul respiro, sulla sensazione di espansione dell'inspirazione, la quiete tra l'inspirazione e l'espirazione. Li invita a riposare nello spazio tra i respiri. Poi spiega loro che questo luogo tranquillo può esistere in qualsiasi momento: quando si è tristi, arrabbiati, nei momenti di eccitazione, di felicità, di frustrazione.

Yan Krukov - Pexels

Gli effetti della mindfulness sui bambini

Con la pratica della mindfulness il "luogo sicuro" viene poi avvertito nel corpo e diventa un'esperienza di consapevolezza. I bambini possono imparare ad osservare i loro pensieri e sentimenti e, cosa ancora più importante, iniziano a scegliere i loro comportamenti.

Amy Saltzman ha anche condotto uno studio in collaborazione con alcuni ricercatori della Stanford University dimostrando che dopo otto settimane di allenamento alla consapevolezza, vi erano evidenze scientifiche di:

  • una diminuzione di ansia;
  • notevoli miglioramenti dell’attenzione;
  • una minore reattività emotiva;
  • una migliore autoregolazione.
“Insegnare la consapevolezza a bambini e adolescenti è una crescente tendenza in ambulatori privati come parte della terapia e sempre più come parte del curriculum scolastico che in contesti privati." Amy Saltzman

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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