Relazioni

Dracula, ovvero il vampiro delle emozioni

Dracula, ovvero il vampiro delle emozioni
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Michela Cavaliere
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Psicoanalitico
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
7.2.2020
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L’obiettivo del vampiro non è quello di distruggere l’altro. Anzi, egli dipende dall’altro. Vuole solo trarre vantaggio dalla sua vitalità e dalla sua energia. Il vampiro non ha una sola faccia ed esistono tanti tipi diversi di Dracula:

  • quell’amica che riesce a prendere per sé tutto il vostro tempo libero;
  • quel collega che sfrutta la vostra esperienza professionale;
  • quella madre che non lascia libera la figlia adolescente e vuole condividere con lei ogni cosa.

Coloro che risucchiano energia hanno, probabilmente, un vissuto di abbandono, vivono emozioni di rifiuto e hanno bisogno di essere rassicurati, anche soltanto dalla presenza di qualcuno.


I vampiri emotivi

Spesso arrivano in terapia persone distrutte da relazioni tossiche, in cui uno dei due partner conduce il gioco buttando addosso all’altro le proprie fragilità, limitandone la libertà nella vita quotidiana ma, soprattutto, nel suo mondo interno.

Il vampiro emotivo si avvicina quando capta la fragilità dell’altro, sfruttandola a proprio favore (ne è un esempio il breadcrumbing). All’inizio si comporta molto bene, offre tutto ciò di cui si ha bisogno come se sapesse intuire e anticipare i desideri e le paure. Chi colpisce di solito?


La vittima del vampiro energetico

La vittima è una persona sensibile, che ha bisogno di ricevere ma soprattutto di dare amore, con bassa autostima e in cerca di conferme. Quando il vampiro sente di averla in pugno mostra la sua vera faccia, ovvero la sua natura manipolatoria. La manipolazione affettiva è infatti un sintomo comune in queste relazioni. Il manipolatore affettivo agisce attraverso metodi subdoli e di sfruttamento per controllare e influenzare gli altri.

Andrea Piacquadio - Pexels


Può accadere che la vittima sia stata isolata da amici e familiari e, sempre più vulnerabile, venga continuamente svalutata:

  • il suo aspetto fisico è inadeguato;
  • quello che fa non è mai abbastanza;
  • non vale niente.

Sintomi e soluzioni

Il vampiro emotivo cercherà di diventare l’unica persona presente nella vostra vita. Ma presto la pesantezza di questo rapporto emergerà con sintomi sempre più evidenti. La stanchezza psicologica spesso è il primo segnale, ma potranno comparire reazioni somatiche e dermatologiche come:

  • mal di testa;
  • disturbi gastrointestinali;
  • un bisogno frequente di urinare;
  • respiro corto;
  • palpitazioni;
  • eczemi; 
  • psoriasi;
  • orticarie.


L’allontanamento da un vampiro emotivo è l’unico modo per poter riprendere in mano la propria vita, ma non è per niente facile dopo un periodo in cui l’autostima , la propria identità e le proprie certezze sono state attaccate nel profondo. Usare la lettura o la scrittura in terapia, può essere un utile metodo per avvicinarsi alla verità in un momento in cui tutto fa male, anche la più semplice interpretazione.

cottonbro - Pexels


La narrazione in terapia

La narrazione fa parte di ognuno di noi fin dalla primissima infanzia e ci accompagna dando un senso a quello che viviamo e sentiamo. Attraverso fiabe, racconti e romanzi abbiamo l’opportunità di entrare nella storia di un personaggio che è diverso da noi, ma in cui possiamo riconoscere qualcosa che ci piace, che ci disturba, che odiamo.


A confermare i meccanismi psicologici sottesi alla lettura ci sono le ricerche dello psicologo Raymond A. Mar della York University di Toronto. Dai suoi studi sugli effetti dell’esposizione prolungata alla narrativa, è emerso che essa:

  • attiva un senso di rilassamento psicofisiologico;
  • apre la mente alle nuove storie della narrazione.


Riconoscersi in una vittima letteraria, andando a scavare nella manipolazione e nel ricatto emotivo che vive, permette di prendere coscienza ed empatizzare con quelle piccole parti di sé che sono state attaccate e brutalizzate. Attraverso il dialogo con il terapeuta si potranno riconoscere e lenire le ferite ancora aperte sviluppando nuove consapevolezze.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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