A casa, a scuola, in fila al supermercato e ogni volta che il nostro bambino comincia a urlare, buttarsi per terra e provocarci con aria sfidante, magari allontanandosi da noi o continuando a fare quello che già parecchie volte gli abbiamo chiesto di non fare, ci domandiamo: “Come devo intervenire per farlo smettere?”.
Da genitori, insegnanti, educatori e familiari ci si ritrova spesso a interrogarsi sul come sia meglio intervenire di fronte ai comportamenti “oppositivi” dei nostri bambini: “Lo rimprovero? La metto in punizione? Mostro indifferenza? Non lo mando a basket?”.
A volte ci sentiamo capaci di saper intervenire in modo funzionale sull’educazione dei nostri bambini. Altre volte, invece, non ci riusciamo: questo capita il più delle volte con i bambini oppositivi e causa sentimenti di frustrazione e un senso di inefficacia perché, dopo l’ennesimo intervento, continuiamo a subire il rifiuto da parte dei bambini a seguire le nostre richieste.
Il disturbo oppositivo-provocatorio
Non è raro sentirsi rimproverare dagli sguardi o dai giudizi degli altri: “Possibile che non sai farti rispettare?”, “Non hai polso, i miei figli non si sono mai permessi”, “Non hai abbastanza esperienza, ti insegno io come si fa”.
Troppo spesso si confondono i “capricci” dei bambini con i sintomi di un disturbo del comportamento, ovvero il disturbo oppositivo provocatorio. Affrontare il problema in modo superficiale può portare a gravi conseguenze: interventi sbagliati ed etichette disfunzionali che possono davvero compromettere lo sviluppo del bambino.
Definizione del disturbo oppositivo provocatorio
Nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) il disturbo oppositivo provocatorio (DOP) viene classificato all’interno dei “Disturbi da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta”, ovvero disturbi che generalmente descrivono difficoltà comportamentali ed emotive, caratterizzate da una tendenza alla violazione dei diritti degli altri e di opposizione alle norme o alle figure che rappresentano l’autorità̀ nell’ambiente dell’individuo.
La caratteristica peculiare del disturbo oppositivo è rappresentata da una ricorrente tendenza a mettere in atto comportamenti “negativistici”, tanto che un bambino oppositivo dimostra sintomi facilmente riconoscibili come:
- provocazione
- disobbedienza
- ostilità nei confronti delle figure autorevoli.
Non si può fare diagnosi di disturbo oppositivo provocatorio negli adulti. Si tratta infatti di un disturbo che può essere diagnosticato soltanto nell’infanzia, mentre da adulti, se non adeguatamente trattato, il DOP può trasformarsi in un disturbo antisociale di personalità. Chi ha un DOP inoltre presenta anche maggiore rischio di sviluppare disturbi emotivi, come i sintomi della depressione o dell’ansia in adolescenza, oppure di fare abuso di sostanze.
Differenza tra disturbo oppositivo provocatorio e disturbo della condotta
Il disturbo della condotta (DC) è definito come una violazione sistematica dei diritti degli altri, che può manifestarsi con comportamenti aggressivi nei confronti di persone o animali, atti di vandalismo, risse, furti, assenze da scuola. Nel disturbo oppositivo-provocatorio, quindi, i comportamenti di natura oppositiva sono meno gravi, mentre sono presenti difficoltà nella regolazione delle emozioni, che non sono incluse nel DC.
ADHD e disturbo oppositivo provocatorio
Spesso ADHD e disturbo oppositivo provocatorio sono disturbi in comorbilità. Il bambino iperattivo e oppositivo, infatti, manifesta comportamenti di mancata adesione alle regole degli adulti in maniera generalizzata e non solo in situazioni in cui, ad esempio, gli viene richiesto di rimanere fermo per più tempo di quello che è in grado di sopportare.
Disturbo oppositivo provocatorio e autismo
Il disturbo dello spettro autistico è una condizione di neuroatipicità caratterizzata da deficit persistenti della comunicazione e dell’interazione sociale, cui si aggiungono comportamenti e interessi ristretti, ripetitivi e stereotipati. Anche il disturbo dello spettro autistico può essere diagnosticato in comorbilità con il disturbo oppositivo provocatorio, quando sono soddisfatti i criteri per entrambi.
Il bambino oppositivo
I bambini con comportamento oppositivo provocatorio presentano un umore collerico e irritabile:
- esternano spesso sentimenti come la rabbia
- sono spesso permalosi o facilmente contrariati
- sono spesso adirati e risentiti.
Il carattere oppositivo nei bambini si manifesta anche con un comportamento polemico e provocatorio:
- litigano spesso con figure che rappresentano l’autorità;
- spesso sfidano attivamente o si rifiutano di rispettare le richieste o le regole dettate dalle figure che rappresentano l’autorità;
- spesso irritano deliberatamente gli altri;
- accusano gli altri dei propri errori o del proprio cattivo comportamento.
Il comportamento oppositivo provocatorio nei bambini ha inoltre la caratteristica di un certo grado di vendicatività: spesso infatti, i bambini oppositivi provocatori sono dispettosi e vendicativi.
Bambini oppositivi: le cause del disturbo oppositivo provocatorio
Non c’è una sola causa che spieghi l’origine del disturbo, ma possiamo individuare più fattori di rischio. Lo sviluppo di devianze comportamentali nei bambini e in età adolescenziale può essere determinato da alcuni importanti fattori dell’ambiente del bambino, quali:
- condizioni familiari ostili caratterizzate ad esempio da mancanze di attenzione, liti coniugali, stili educativi contraddittori o incoerenti, educazione rigida, violenze verbali, fisiche o psicologiche e abbandono;
- condizioni esageratamente permissive in cui i figli non sperimentano mai il senso del limite.
In entrambi i casi, il disturbo del comportamento oppositivo provocatorio, nei bambini o nella fase di adolescenza, è causato:
- dal modeling, ovvero l’imitazione del comportamento;
- dall’assenza di regole funzionali allo sviluppo di comportamenti socialmente accettati.
In questo scenario, il bambino si sente autorizzato ad utilizzare modalità comportamentali problematiche nell’ambito familiare ed extrafamiliare.
Il disturbo oppositivo provocatorio e l’educazione familiare
La funzione della relazione genitore-figlio ha un duplice scopo:
- il primo è quello di protezione che l’adulto ha nei confronti del neonato che è nel pieno della sua vulnerabilità;
- il secondo, è quello di organizzare il funzionamento cerebrale del bambino attraverso la costruzione di un ambiente sano dove poter sviluppare capacità di autocontrollo, a partire da quelle rappresentazioni mentali che i bambini si costruiscono in funzione dei propri genitori.
L’uso da parte dei caregiver di un’influenza positiva e il ridotto utilizzo di modelli educativi basati sulla minaccia, sulla pressione, sui commenti negativi e sulla rabbia aumentano la probabilità che il bambino sia in grado di manifestare il senso di colpa, che è fattore protettivo verso l’autolimitazione dell’aggressività.
I bambini che hanno avuto esperienze di attaccamento incapaci di stabilire “un senso dell’altro interiorizzato” non hanno acquisito quei modelli operativi interni che permettono di sviluppare abilità di mentalizzazione e ciò determina lo sviluppo di un’insensibilità e una mancanza nella comprensione dei propri e degli altrui stati emotivi.
Il disturbo oppositivo provocatorio: strategie di intervento
Se sei alle prese con un bambino oppositivo provocatorio, ti sarai reso conto che la gran parte dei sintomi comportamentali elencati fin qui fanno parte dei problemi che ogni giorno cerchi di affrontare e superare con mille difficoltà, come ad esempio la gestione della frustrazione dei bambini e i frequenti momenti di collera. Come comportarsi con un bambino oppositivo provocatorio?
Ci sono varie strategie per gestire i bambini oppositivi ma, prima di tutto, è importante essere predisposti a ricevere l’aiuto di professionisti esperti nel trattamento del disturbo oppositivo provocatorio. Il percorso inizia dalla consapevolezza di essere in difficoltà, senza per questo sentirti un genitore sbagliato o un’insegnante incapace. Il ruolo dello psicologo può essere determinante per fare un’analisi dei propri punti di forza e di debolezza, permettendo di focalizzare in breve tempo cosa fare per ristabilire un intervento utile e soddisfacente.
Come trattare i bambini oppositivi con l’aiuto della terapia
Si guarisce dal disturbo oppositivo provocatorio? Partiamo col dire che gestire i bambini oppositivi non è affatto semplice e un esperto del settore può aiutare: neuropsichiatra infantile, psicologo o psicoterapeuta esperto in psicologia dell’età evolutiva, sono figure che possono effettuare una valutazione accurata del caso.
In cosa consiste la valutazione:
- indagine anamnestica che include la storia dei sintomi comportamentali e dei disturbi all’interno del nucleo familiare, la composizione della famiglia e delle condizioni di vita, gli avvenimenti importanti nella vita del bambino, la gravidanza e il parto, lo sviluppo nella prima infanzia, l’evoluzione delle relazioni con l’ambiente;
- somministrazione di test psicologici come questionari e scale di valutazione;
- colloqui rivolti al bambino utili a comprendere lo sviluppo delle sue capacità cognitive e linguistiche e il suo stato emotivo;
- colloqui rivolti agli insegnanti per comprendere il funzionamento del bambino in contesti di vita differenti da quello domestico e valutare le strategie didattiche per gestire il disturbo oppositivo provocatorio;
- colloqui rivolti ai genitori per comprendere i modelli educativi e le competenze genitoriali presenti nella relazione con il bambino;
In ogni caso un intervento multimodale, che coinvolga tanto il bambino quanto la famiglia e la scuola, è quello con maggiori probabilità di successo. Se con la famiglia è possibile avviare interventi di psicoeducazione e parent training, a scuola si possono implementare interventi di teacher training con gli insegnanti.
Il parent training e la diagnosi del disturbo oppositivo provocatorio
Gli interventi rivolti alla coppia di genitori che si trovano a gestire il disturbo comportamentale oppositivo provocatorio prendono il nome parent training, e promuovono un miglioramento delle capacità di gestione educativa del bambino o dell’adolescente e delle interazioni all’interno del nucleo familiare.
Questo modello operativo permette di modificare lo stile relazionale genitore-bambino all’interno dell’ambiente domestico, e consente ai genitori di acquisire alcune tecniche per comprendere come comportarsi con un bambino oppositivo e gestire i comportamenti provocatori e distruttivi dei figli.
Al parent training, inoltre, si possono affiancare percorsi di sostegno psicologico e terapeutici che aiutino i genitori a focalizzare le loro risorse e le loro strategie di coping per far fronte allo stress legato alle sfide quotidiane della gestione del comportamento dei loro figli.
Il disturbo oppositivo provocatorio e la scuola
Uno dei contesti in cui i bambini con DOP sono maggiormente compromessi è la scuola: spesso sono proprio gli insegnanti della scuola dell’infanzia ad allertare la famiglia sui problemi di comportamento del figlio, che può mostrare difficoltà di adattamento fin dall'inserimento all’asilo nido. I bambini con disturbo oppositivo provocatorio a scuola, a seconda del caso specifico (gravità, presenza di altri disturbi in comorbilità) possono rientrare nella Direttiva BES oppure possono avere la certificazione prevista dalla Legge 104/92.
Le strategie educative adottate in questi casi hanno lo scopo di favorire un ambiente inclusivo e di sostegno per il bambino. Ecco alcune semplici linee guida per la gestione della classe:
- costruire delle routine, per permettere una maggiore consapevolezza di cosa sia consentito e quali sono le attività da considerarsi fuori dalla norma;
- disporre i banchi in modo che l’alunno sia facilmente raggiungibile e in grado di mantenere il contatto visivo con l’insegnante.
- concordare delle regole condivise da tutta la classe, espresse in modo semplice ed eventualmente esposte in classe su cartelloni o altro;
- prestare attenzione ai comportamenti corretti e premiarli, in modo da aumentare la frequenza delle gratificazioni, rispetto all’uso della punizione.
Come comportarsi con i bambini oppositivi: qualche consiglio utile
Quando ci si trova di fronte a un disturbo oppositivo provocatorio sapere come comportarsi è difficile, ma è possibile mettere in atto alcune azioni utili:
- interrogate i bambini sui pensieri che hanno generato quel comportamento: “Che ti passa per la mente?”;
- aiutateli a risolvere il problema: “Quali sono le possibili soluzioni?”, “Qual è la più vantaggiosa?”.
Aumentare le capacità di problem solving nel bambino, favorisce un potenziamento delle sue abilità sociali e gli permette di saper riflettere prima di agire, non lasciandosi governare dall’istinto comportamentale dettato dall’emozione provata in una specifica situazione;
- aiutatelo a identificare comportamenti funzionali alternativi al comportamento oppositivo;
- parlate di emozioni: “Come ti sei sentito?”, “Che emozioni hai provato?” Aiutate i vostri bambini a sviluppare la loro intelligenza emotiva, siate voi stessi modelli di riferimento, parlate di come vi sentite quando dovete affrontare un problema o di cosa avete provato quando non siete riusciti ad ottenere da loro quel comportamento desiderato;
- partecipate agli incontri di parent training con costanza, ponete domande, richiedete feedback da parte del clinico.
Saper gestire il disturbo oppositivo provocatorio non è una cosa semplice. Bisogna prima di tutto inquadrare la problematica in modo chiaro e poi lavorare con il bambino e per il bambino, con il fine di poterlo aiutare nel migliore dei modi.
Se sei il genitore, l’insegnante, l’educatore o un parente di un bambino che mostra sintomi comportamentali oppositivi e provocatori, contatta o metti in contatto la famiglia con un professionista della salute mentale specializzato come uno psicologo online Unobravo, che potrà indicarti il percorso da seguire e quando andare dallo psicologo si rivela la scelta migliore.
Libri sul disturbo oppositivo provocatorio
Per conoscere meglio la sindrome del disturbo oppositivo provocatorio, ti consiglio alcuni libri della casa editrice Erikson che possono essere utili:
- “DOP disturbo oppositivo provocatorio. Cosa fare e non fare”, Gianluca Daffi, Erikson 2021;
- “Mio figlio è impossibile. Come migliorare i comportamenti oppositivi del tuo bambino”, R. A. Barkley, C. Benton, Erikson 2016;
- “Coping power. Programma per il controllo di rabbia e aggressività in bambini e adolescenti”, K. Wells, J.E. Lochman, L.A. Lenhart, Erikson 2012.