I conti non tornano! Bilanci domestici, manovre finanziarie, perfino partite a carte, fino alle temute verifiche sul foglio a quadretti. La matematica sembra circondarci, forse minacciarci.
Il rapporto con questa materia è particolarmente ostico per gli studenti italiani, come dimostrano i dati delle prove Invalsi che si svolgono nelle scuole elementari e medie del paese.
Se raccapezzarsi tra parentesi, segni, potenze e funzioni può essere per tutti un’impresa ostica, diventa una vera e propria sfida per chi soffre del disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) chiamato discalculia.
Discalculia: cos’è?
La discalculia è inserita nel capitolo che il DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) dedica ai disturbi del neurosviluppo o neurodivergenze, nel paragrafo relativo ai disturbi specifici dell’apprendimento.
Nello specifico, cosa vuol dire essere discalculico e con quali sintomi si manifesta la discalculia?
In letteratura (Shalev & Gross-Tsur, 2001; Kucian & von Aster, 2015; Soares & Patel, 2015) la discalculia evolutiva è definita come un disturbo specifico dell’apprendimento che colpisce la normale acquisizione delle abilità matematiche.
Tra le caratteristiche della discalculia e le abilità compromesse di chi ne soffre troviamo la difficoltà nel comprendere concetti e simboli matematici, nell'eseguire operazioni aritmetiche di base e nell’organizzare correttamente i calcoli spaziali, oltre a problematiche nell'apprendimento delle tabelline (Lucangeli & Tressoldi, 2001).
Nell’eziologia, come per tutti i DSA, sono evidenziate basi neurologiche oltre ad aspetti ambientali legati a deprivazione o scarsa scolarizzazione (Von Aster & Shalev, 2007).
Nel 1974, lo psicologo Kosc ha dato una definizione di discalculica, individuandola come
un disordine specifico dell’apprendimento dei numeri, con probabile origine in una alterazione del sistema nervoso centrale, non accompagnato da difficoltà mentali generali, ma frequentemente associato ad altri disturbi della funzione simbolica, come la dislessia e la disgrafia.
Temple (1991; 1997) descrive tre tipi di discalculia:
- dislessia per le cifre: riguarda i processi lessicali coinvolti nella comprensione del numero e nella realizzazione del calcolo (per esempio 44 = cinquantasei)
- discalculia procedurale: difficoltà nell’acquisizione di algoritmi e procedure di calcolo, come errori di incolonnamento, riporto, prestito
- discalculia per i fatti numerici: difficoltà relative ai fatti numerici implicati nel calcolo (per esempio 6x4=28).
La differenza tra acalculia o discalculia
Può essere utile distinguere la discalculia dall’acalculia, poiché orientarsi nel complesso mondo delle neurodivergenze non è sempre immediato.
Un pioneristico lavoro del neurologo Henschen (1925) parla dell’acalculia come di un deficit nelle abilità computazionali derivante da una lesione cerebrale. Una definizione ripresa anche da Loring (1999) che ne specifica il carattere acquisito.
La discalculia è, invece, un disturbo legato al neurosviluppo. Sono quindi diverse le cause e le manifestazioni cliniche, con compromissione della capacità di calcolo mentale e scritto pressoché totale nell’acalculia (Lewandowski & Stadelmann, 1908). Inoltre quest’ultima può presentarsi in comorbidità con afasia e agrafia.
Dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia: una sola famiglia, tante manifestazioni
Cosa distingue la discalculia dagli altri disturbi specifici dell’apprendimento?
Una persona affetta da discalculia ha difficoltà nell’eseguire calcoli matematici. Tale difficoltà non riguarda la capacità di ragionamento aritmetico, ma l’abilità di riconoscere e scrivere il segno oppure di incolonnare i calcoli (Simonetta, 2005).
Gli altri DSA, invece, tendono a manifestarsi con questi sintomi:
- dislessia: disturbo della lettura che, come ci ricorda il DSM V (APA, 2013) si manifesta con difficoltà nel riconoscimento delle parole, nella decodifica e nello spelling. Può essere evolutiva, se legata a uno sviluppo anomalo, acquisita, se causata da una lesione cerebrale, o specifica, quando non compromette altre capacità cognitive ma influisce sul rendimento scolastico, spesso associata a ritardi linguistici e difficoltà emotive (Galimberti, 2018, p.48).
- disgrafia: difficoltà di natura psicomotoria nella produzione del gesto grafico, nella pressione e coordinazione del segno, nella capacità di controllo della grandezza delle lettere (Simonetta, 2005)
- disortografia: restano intatte le capacità lessicali espressive, ma risulta deficitaria la capacità di tradurre i suoni in segni grafici corrispondenti (Simonetta, 2005). Incertezze ed errori ortografici come la confusione di “ha” verbo avere oppure “a” preposizione, “e” oppure “è”, “quore” invece di “cuore”, sono alcuni esempi di ciò che rende difficile l’apprendimento delle persone con disortografia.
Come capire se si è discalculici?
Questione di incompatibilità con la materia o di un disturbo specifico dell’apprendimento? Come ci si accorge di essere discalculici?
In primo luogo, è necessario verificare la presenza dei criteri diagnostici della discalculia indicati nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), cioè:
- difficoltà nell’apprendimento
- abilità scolastiche al di sotto delle attese
- comparsa dei deficit in epoca scolare
- assenza di disabilità intellettive.
Secondo il DSM 5, discalculia è il termine utilizzato per descrivere un disturbo caratterizzato da difficoltà nell’elaborazione di informazione numeriche, nell’apprendimento di formule, nell’esecuzione accurata e fluida di calcoli.
L’utilizzo di questo termine deve essere seguito dalla specificazione di eventuali difficoltà aggiuntive nel ragionamento aritmetico e nella precisione del ragionamento.
La diagnosi di discalculia
Secondo il rapporto del Ministero dell’Università e della Ricerca (2022) riferito all’anno scolastico 2020-2021, la discalculia segue tutti gli altri disturbi specifici dell’apprendimento con il 19% del totale delle diagnosi di Disturbo Specifico dell’apprendimento (a fronte del 37,8% della dislessia, del 22,5% della disortografia e del 20,7% della disgrafia). Per lo stesso anno scolastico, le certificazioni di Disturbo Specifico dell’Apprendimento hanno raggiunto il 5,4% dei frequentanti.
La diagnosi e valutazione della discalculia deve essere effettuata da professionisti specializzati come neuropsichiatri, psicoterapeuti o logopedisti presso le strutture del Servizio Sanitario Nazionale o presso centri privati. Un'eventuale certificazione per discalculia rilasciata da questi ultimi deve essere comunque vidimata dalla struttura del SSN competente.
Normalmente l’iter diagnostico, come descritto nelle Linee guida per i disturbi dell’apprendimento (Loddo & Ruggerini, 2005) prevede:
- colloqui anamnestici con i genitori e il bambino
- somministrazione di test per la discalculia, adatti a valutare l’intelligenza globale, come la Wechsler Intelligence Scale for Children o la Wechsler Adult Intelligence Scale. Si tratta di una batteria di prove utili a “misurare” le componenti verbali e visuo-motorie relative alla memoria di lavoro e alla velocità di elaborazione dell’intelligenza
- se il profilo cognitivo esclude la presenza di una disabilità intellettiva o un quoziente intellettivo limite, si procede all’approfondimento con apposite batterie testistiche specifiche per la diagnosi di DSA. Queste ultime possono essere somministrate da medici, psicologi o logopedisti
- nel processo vanno inserite eventuali valutazioni neuropsicologiche, visite pediatriche, valutazioni del profilo emotivo-affettivo e indagini neurodiagnostiche utili a verificare la presenza di eventuali lesioni cerebrali.
Ricordiamo che se durante i test si dovesse riscontrare una disabilità intellettiva, viene richiesta l’attivazione della Legge 104 con la possibilità di ricevere il supporto di un insegnante di sostegno in classe.
Nel caso in cui, invece, il quoziente intellettivo dovesse risultare compreso tra 70 e 85, è prevista l’attivazione della certificazione per Bisogni Educativi Speciali con la predisposizione di un Piano Didattico Personalizzato.
Nello specifico, per accertare che un bambino è discalculico, è necessario verificare che le prestazioni nel calcolo siano inferiori rispetto a quelle attese per età e livello di scolarizzazione.
Sono in particolare due gli strumenti che permettono un approfondimento di sottoabilità legate al calcolo orale e scritto, alla risoluzione di problemi e al ragionamento geometrico:
- la batteria di valutazione delle abilità matematiche (Rossi & Malagutti, 1996);
- la batteria ABCA (Lucangeli, Tressoldi & Fiore, 1998).
A queste si aggiunge la Batteria per la diagnosi di discalculia elaborata da Giacomo Stella (2004).
L’attenzione per la diagnosi di discalculia negli adulti e la loro presa in carico è poco sviluppata e spesso gli iter valutativi si basano sull’adattamento di test tarati per le età inferiori (Ghidoni et al., 2013).
Alcune eccezioni sono le seguenti:
- batteria ABCA 14-16 che si rivolge al biennio della scuola superiore
- batterie MT-3 avanzate clinica, sviluppate dal gruppo di Cornoldi, pensate anche per il triennio della scuola secondaria di secondo grado.
Discalculia e ADHD
In letteratura è ampiamente studiata la comorbidità di discalculia e disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD) e di discalculia e dislessia (Benedicto-Lòpez & Rodriguez-Cuadrado, 2019).
In uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Developmental Medicine & Child Neurology (Gross‐Tsur et al. 1996) su un campione di 140 ragazzi con diagnosi di discalculia, il 26% è risultato presentare parallelamente sintomi di ADHD.
Autismo e discalculia
La tendenza in letteratura è di considerare con riserve l’eventuale comorbidità tra autismo e disturbi specifici dell’apprendimento. Si tende infatti a ritenere che i disturbi dello spettro autistico siano preminenti e che si possa effettuare una disambiguazione dal punto di vista funzionale dei DSA, ma non da quello causale rispetto ai deficit caratteristici dello spettro (D’Ales et al., 2021).
Inoltre appare importante pensare allo spettro autistico come a un cielo stellato, a una galassia. Ogni astro ha un suo particolare modo di brillare e pulsare. Abbiamo allo stesso modo una grande varietà di livelli di funzionamento a livello linguistico, comunicativo, motorio, emotivo-relazionale nei disturbo dello spettro autistico.
Non è quindi scontato che a una neurodivergenza corrispondano delle particolari plusdotazioni in detrminati domini cognitivi come capita invece nella sindrome di Savant (situazione clinica in cui in un quadro di disabilità intellettiva spiccano capacità molto sviluppate in particolari domini (Hill, 1978)).
Sicuramente è necessario avviare una riflessione approfondita che vada oltre le etichette e, da questo punto di vista, il concetto di neurodiversità ci interroga circa il fatto che si tratti di malattie da medicalizzare e curare o differenze da riconoscere e valorizzare all’interno dei contesti sociali (Caniglia, 2018).
Discalculia: le cause possibili
I disturbi specifici dell’apprendimento possono avere diverse cause:
- fattori genetici, comprese componenti ereditarie
- fattori epigenetici, legati cioè all’espressione dei geni in base all’età e all’esposizione a determinati fattori ambientali
- anomalie neuroanatomiche
- processi cognitivi disfunzionali.
Il DSM-5 insiste sull’origine biologica dei DSA con l’interazione, appunto, di fattori genetici, ambientali ed epigenetici. Inoltre viene messo in evidenza come in presenza di un’adeguata terapia per la discalculia, comprensiva di istruzione e trattamenti continuativi, il decorso può essere modificato.
Nei processi cognitivi sottostanti alla discalculia sembrano compartecipare deficit legati alla memoria. Tali difficoltà produrrebbero un sovraccarico e un conseguente dispendio di risorse cognitive che esiterebbe negli errori di recupero o immagazzinamento.
Altre ipotesi riguardano invece difficoltà di natura visuo-spaziale (Lucangeli & Tressoldi, 2001).
Da un punto di vista psicologico può essere interessante analizzare il rapporto con l’ansia. L’attivazione ansiosa e le preoccupazioni possono infatti impattare negativamente sulle performance, compresa quella in ambito matematico.
Tuttavia in presenza di discalculia la compromissione delle abilità matematiche è indipendente dall’eventuale portata ansiosa della situazione contingente. Al contrario, l’ansia può essere aumentata dalle difficoltà relative all’apprendimento che rendono deficitaria la prestazione, causando preoccupazioni e timori circa valutazioni e giudizi.
I bambini con problemi di discalculia possono presentare, infatti, livelli più elevati di ansia e un’autostima più bassa rispetto ai soggetti di controllo (Rappo et al., 2014).
Ci sono differenze tra bambini e bambine? Le ricerche sul tema forniscono dati contrastanti. Gli studi più recenti (Fischbach, et al., 2013) infatti, sembrano evidenziare una maggiore prevalenza della discalculia tra le femmine.
Studi precedenti (Desoete et al., 2004) giungevano invece alla conclusione opposta. La percentuale di femmine che intraprende gli studi accademici nelle discipline STEM dimostra però che permangono stereotipi di genere rispetto ai percorsi di studio e lavorativi (solo il 16,5% delle giovani laureate consegue il titolo in una delle discipline matematiche, tecnologiche o scientifiche secondo i dati ISTAT 2021).
La discalculia è una disabilità?
La discalculia e i disturbi specifici dell’apprendimento non sono condizioni che prevedono l’attivazione della Legge 104, relativa all’ordinamento dei diritti, all’integrazione sociale e all’assistenza in situazioni di handicap, invalidità o non autosufficienza intellettiva o di natura fisica, motoria e sensoriale.
Le agevolazioni per le persone con DSA e per i loro familiari sono invece garantite dalla legge n. 170 del 2010, che permette detrazioni fiscali per l’acquisto di materiali, per le visite mediche, ma anche orari flessibili per i genitori.
In generale il testo promuove la comunicazione e la collaborazione tra scuola e famiglia, gli interventi per la diagnosi e l’intervento precoce in modo da garantire il diritto all’istruzione.
Inoltre stabilisce l’attuazione di strategie didattiche per la discalculia e l’istituzione di strumenti compensativi (tabelle, calcolatrice, schemi, mappe concettuali, computer) o dispensativi, come la riduzione del numero di esercizi, utili a sostenere l'alunno discalculico nello sforzo cognitivo profuso nell’affrontare l’apprendimento.
Metodo di studio per la discalculia
Dato che la diagnosi di discalculia non dà diritto all’insegnante di sostegno, alcuni istituti si stanno dotando di figure quali mentor e tutor che formulano percorsi per gli studenti con difficoltà di apprendimento.
L’elaborazione di mappe concettuali, schemi, l’utilizzo della calcolatrice e del computer sono particolarmente indicati negli interventi che promuovono l’acquisizione di un metodo di studio il più possibile autonomo da parte del ragazzo affetto da discalculia.
Pubblicati online, su riviste o appositi volumi, si trovano numerosi esercizi utili ad allenare le abilità di memoria, attenzione, concentrazione e visuo-spaziali, dal memory agli esercizi di barrage, semplici giochi matematici, schede che favoriscano l’organizzazione visiva e nello spazio di numeri e calcoli.
Approcci didattici interessanti sono poi quelli che si basano sulle escape room virtuali o reali, cioè giochi con enigmi che stimolano le abilità di ragionamento e problem solving oltre che il lavoro in gruppo.
Anche l’utilizzo di videogiochi nell’intervento didattico per la stimolazione delle abilità matematiche negli studenti con discalculia è ormai consolidato (Torres-Carrión et al., 2018). Sono state sviluppate anche apposite applicazioni da utilizzare su smartphone e computer, come disMAT (Ferraz et al., 2017). Un altro esempio di applicazione utile a supportare il processo di apprendimento in studenti con discalculia è Math Fun (Rohizan et al., 2020).
Discalculia: come intervenire
Malattia, disturbo, deficit o neurodiversità? Domanda complessa a cui corrisponde una situazione spesso altrettanto complessa. La discalculia, come tutti i DSA, può impattare pesantemente sulla persona che la incontra nel proprio percorso di sviluppo e sul suo rapporto con la scuola.
Aumentano l’ansia, la preoccupazione per verifiche e interrogazioni, il confronto con i compagni, in alcuni casi incomprensioni con insegnanti e genitori che possono scambiare il DSA per mancanza di voglia.
I DSA operano come una zavorra che porta a bruciare un quantitativo elevato di energie cognitive. Di conseguenza, i ragazzi possono fare fatica a concentrarsi e a memorizzare, sviluppando livelli di frustrazione più alti.
Può essere utile un percorso di sostegno psicologico? La consulenza psicologica, in questi casi, può essere importante per:
- promuovere l’autostima e le abilità sociali utili all’integrazione nel gruppo classe, ridurre l’ansia, elaborare strategie di coping e problem solving
- realizzare training specifici di potenziamento delle abilità matematiche
- sostenere la famiglia e gli insegnanti nel comprendere i bisogni specifici del singolo studente e nell’elaborare piani didattici personalizzati che prevedano continuità nel metodo tra scuola e casa
- promuovere risorse a livello individuale, familiare, scolastico e di rete estesa, come servizi di doposcuola specializzati, ludoteche, professionisti coinvolti nella presa in carico, servizi del Sistema Sanitario Nazionale.
Un ulteriore interessante approccio può essere quello legato alla musicoterapia. L’utilizzo della musica, infatti, promuove abilità come l’attenzione condivisa e viene utilizzato negli interventi con soggetti con disturbo dello spettro autistico, ma anche con i DSA (Guzzoni, 2012).
Discalculia: il ruolo della famiglia e dei genitori
Schiacciati tra le richieste della scuola, l’iter non sempre chiaro su come diagnosticare la discalculia, il confronto con le prestazioni dei compagni di classe, spesso le famiglie e i genitori di studenti con DSA vivono con particolare apprensione il suono della campanella. Per questo è importante riconoscere il loro bisogno e diritto a essere ascoltati e accolti nella loro difficoltà.
Il primo intervento per aiutare una persona discalculica potrebbe quindi essere un'adeguata formazione e psicoeducazione: solo in questo modo è possibile attivare risorse nel contesto familiare e ridurre la conflittualità che spesso si genera nella reciproca incomprensione con la scuola.
Le famiglie devono quindi essere supportate, correttamente informate e coinvolte nel percorso di presa in carico dei soggetti con discalculia. Il loro ruolo è fondamentale per:
- sostenere l’autostima e l’impegno dei ragazzi nonostante le difficoltà nell’apprendimento
- incentivare attività di studio, gioco e socializzazione che favoriscano la abilità rese deficitarie dal disturbo
- promuovere un atteggiamento di collaborazione con l’istituzione scolastica che si traduce nell’adozione di metodi e strumenti simili a quelli adottati in classe per evitare confusione, ma soprattutto nella limitazione della critica e delegittimazione di quanto fatto dagli insegnanti.
Quest’ultimo punto è particolarmente delicato, ma fondamentale. Con l’atteggiamento di contrasto si suggerisce sfiducia negli insegnanti, si possono legittimare comportamenti oppositivi controproducenti nel processo di apprendimento. Risulta al contrario fondamentale promuovere dialogo, confronto, rete con insegnanti e servizi di diagnosi, valutazione e trattamento.
Discalculia in italia: quali risorse dal contesto?
L’Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento nella Psicologia dell’Apprendimento (AIRIPA) mette a disposizione materiali e studi, oltre ad organizzare congressi e ricerche sul tema dei DSA, discalculia compresa.
Inoltre, associazioni come l’AID (Associazione Italiana Dislessia) promuovono ricerca, interventi e sostegno sull’intero scenario dei DSA, inclusa la discalculia.
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