I conti non tornano! Bilanci domestici, manovre finanziarie, perfino partite a carte, fino alle temute verifiche sul foglio a quadretti. La matematica sembra circondarci, forse persino metterci alla prova. Il rapporto con questa materia può risultare particolarmente complesso per molte persone, come dimostrano i dati delle prove Invalsi che si svolgono nelle scuole elementari e medie italiane.
Se raccapezzarsi tra parentesi, segni, potenze e funzioni può essere per tutti un’impresa, per chi vive il disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) chiamato discalculia la sfida può diventare ancora più significativa.
Discalculia: cos’è?
Nel DSM-5-TR (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione riveduta) la discalculia rientra nell’area dei disturbi del neurosviluppo ed è descritta come disturbo specifico dell’apprendimento con compromissione dell’abilità matematica.
Ma cosa significa convivere con la discalculia e quali sono i sintomi che la caratterizzano?
In letteratura (Shalev & Gross-Tsur, 2001; Kucian & von Aster, 2015; Soares & Patel, 2015) la discalculia evolutiva viene definita come un disturbo specifico dell’apprendimento che ostacola la normale acquisizione delle abilità matematiche. Tra le caratteristiche della discalculia e le abilità compromesse troviamo difficoltà nel comprendere concetti e simboli matematici, nell'eseguire operazioni aritmetiche di base, nell’organizzare correttamente i calcoli spaziali e nell'apprendimento delle tabelline (Lucangeli & Tressoldi, 2001).
Nell’eziologia, come per tutti i DSA, sono evidenziate basi neurologiche, a cui possono associarsi fattori ambientali (ad esempio contesti di deprivazione o scarsa scolarizzazione) che possono influenzare l’espressione del disturbo, ma non lo spiegano da soli (Von Aster & Shalev, 2007). In particolare, il substrato neurologico della discalculia evolutiva coinvolge entrambi gli emisferi cerebrali, con una partecipazione rilevante delle aree parietotemporali sinistre (Shalev & Gross-Tsur, 2001).
Nel 1974, lo psicologo Kosc ha definito la discalculia come: “un disordine specifico dell’apprendimento dei numeri, con probabile origine in una alterazione del sistema nervoso centrale, non accompagnato da difficoltà mentali generali, ma frequentemente associato ad altri disturbi della funzione simbolica, come la dislessia e la disgrafia”. Temple (1991; 1997) descrive tre tipi di discalculia:
- dislessia per le cifre: riguarda i processi lessicali coinvolti nella comprensione del numero e nella realizzazione del calcolo (ad esempio 44 = cinquantasei)
- discalculia procedurale: difficoltà nell’acquisizione di algoritmi e procedure di calcolo, come errori di incolonnamento, riporto, prestito
- discalculia per i fatti numerici: difficoltà relative ai fatti numerici implicati nel calcolo (ad esempio 6x4=28).
La differenza tra acalculia o discalculia
Può essere utile distinguere la discalculia dall’acalculia, poiché orientarsi nel complesso mondo delle neurodivergenze non è sempre immediato. Un pioneristico lavoro del neurologo Henschen (1925) parla dell’acalculia come di un deficit nelle abilità computazionali derivante da una lesione cerebrale. Una definizione ripresa anche da Loring (1999) che ne specifica il carattere acquisito.
La discalculia, invece, è un disturbo legato al neurosviluppo. Sono quindi diverse le cause e le manifestazioni cliniche, con una compromissione della capacità di calcolo mentale e scritto pressoché totale nell’acalculia (Lewandowski & Stadelmann, 1908). Inoltre, quest’ultima può presentarsi in comorbidità con afasia e agrafia.
Dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia: una sola famiglia, tante manifestazioni
Cosa distingue la discalculia dagli altri disturbi specifici dell’apprendimento? Una persona con discalculia può incontrare difficoltà nell’eseguire calcoli matematici. Questa difficoltà non riguarda il ragionamento aritmetico in sé, ma l’abilità di riconoscere e scrivere i segni oppure di incolonnare i calcoli (Simonetta, 2005).
Gli altri DSA, invece, tendono a manifestarsi con questi sintomi:
- dislessia: disturbo della lettura che, nel DSM-5-TR (APA, 2022), rientra nel disturbo specifico dell’apprendimento con compromissione nella lettura e si manifesta con difficoltà nel riconoscimento accurato e/o fluente delle parole e nella decodifica. In ambito clinico si distingue inoltre tra forme evolutive, legate a uno sviluppo anomalo, e forme acquisite, dovute a lesioni cerebrali; la dislessia può presentarsi anche come disturbo specifico quando non compromette altre capacità cognitive ma influisce sul rendimento scolastico, spesso associata a ritardi linguistici e difficoltà emotive (Galimberti, 2018, p.48).
- disgrafia: difficoltà di natura psicomotoria nella produzione del gesto grafico, nella pressione e coordinazione del segno, nella capacità di controllo della grandezza delle lettere (Simonetta, 2005)
- disortografia: restano intatte le capacità lessicali espressive, ma risulta deficitaria la capacità di tradurre i suoni in segni grafici corrispondenti (Simonetta, 2005). Incertezze ed errori ortografici come la confusione tra “ha” verbo avere e “a” preposizione, “e” oppure “è”, “quore” invece di “cuore”, sono alcuni esempi di ciò che rende difficile l’apprendimento per le persone con disortografia.

Prevalenza e dati epidemiologici sulla discalculia evolutiva
La discalculia evolutiva è un disturbo specifico dell’apprendimento che, secondo la letteratura internazionale, può interessare circa il 3–6% della popolazione scolastica (Shalev, 2004; Kucian & von Aster, 2015). In Italia, i dati del Ministero dell’Istruzione relativi all’anno scolastico 2020-2021 indicano che la discalculia rappresenta circa il 19% delle diagnosi di DSA, con una prevalenza certificata che si attesta intorno all’1% degli studenti (MIUR, 2022).
È importante distinguere tra difficoltà di apprendimento in matematica e diagnosi clinica di discalculia evolutiva. Molti bambini possono incontrare ostacoli temporanei nell’acquisizione delle competenze matematiche, ma solo una parte di questi presenta i criteri per una diagnosi formale. Circa la metà degli alunni preadolescenti con discalculia evolutiva presenta una persistenza del disturbo almeno nel breve termine (Shalev, 2004). La diagnosi di discalculia richiede infatti che le difficoltà siano persistenti, significative e non spiegabili da altri fattori come disabilità intellettiva o carenze ambientali.
Come capire se si è discalculici?
È solo una questione di incompatibilità con la materia o si tratta di un disturbo specifico dell’apprendimento? Come si può riconoscere la discalculia? In primo luogo, è necessario verificare la presenza dei criteri diagnostici del disturbo specifico dell’apprendimento con compromissione dell’abilità matematica indicati nel DSM-5-TR (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione riveduta), cioè:
- difficoltà persistenti nell’apprendimento e nell’uso delle abilità matematiche
- prestazioni significativamente inferiori rispetto a quanto atteso per età e livello di istruzione
- esordio dei sintomi durante gli anni scolastici
- difficoltà non spiegate principalmente da disabilità intellettiva o da altri fattori neurologici, sensoriali o ambientali.
Secondo il DSM-5-TR, il termine discalculia viene utilizzato in ambito clinico per descrivere il disturbo specifico dell’apprendimento con compromissione dell’abilità matematica, caratterizzato da difficoltà persistenti nell’elaborazione di informazioni numeriche, nell’apprendimento di formule e nell’esecuzione accurata e fluida di calcoli. L’utilizzo di questo termine deve essere seguito dalla specificazione di eventuali difficoltà aggiuntive nel ragionamento aritmetico e nella precisione del ragionamento.
La diagnosi di discalculia
Secondo il rapporto del Ministero dell’Università e della Ricerca (2022), la discalculia segue tutti gli altri disturbi specifici dell’apprendimento con il 19% del totale delle diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento (a fronte del 37,8% della dislessia, del 22,5% della disortografia e del 20,7% della disgrafia). Per lo stesso anno scolastico, le certificazioni di Disturbo Specifico dell’Apprendimento hanno raggiunto il 5,4% dei frequentanti.
La diagnosi e valutazione della discalculia deve essere effettuata da professionisti specializzati come neuropsichiatri, psicoterapeuti o logopedisti presso le strutture del Servizio Sanitario Nazionale o presso centri privati. Un'eventuale certificazione per discalculia rilasciata da questi ultimi deve essere comunque vidimata dalla struttura del SSN competente. Normalmente l’iter diagnostico, come descritto nelle Raccomandazioni per la pratica clinica sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento della Conferenza di Consenso promossa dall’Istituto Superiore di Sanità (2011), prevede:
- colloqui anamnestici con i genitori e il bambino
- somministrazione di test per la discalculia, adatti a valutare l’intelligenza globale, come la Wechsler Intelligence Scale for Children o la Wechsler Adult Intelligence Scale. Si tratta di una batteria di prove utili a “misurare” le componenti verbali e visuo-motorie relative alla memoria di lavoro e alla velocità di elaborazione dell’intelligenza
- se il profilo cognitivo esclude la presenza di una disabilità intellettiva o un quoziente intellettivo limite, si procede all’approfondimento con apposite batterie testistiche specifiche per la diagnosi di DSA. Queste ultime possono essere somministrate da medici, psicologi o logopedisti
- nel processo vanno inserite eventuali valutazioni neuropsicologiche, visite pediatriche, valutazioni del profilo emotivo-affettivo e indagini neurodiagnostiche utili a verificare la presenza di eventuali lesioni cerebrali.
Se durante i test si dovesse riscontrare una disabilità intellettiva, può essere avviata la procedura per l’attivazione della Legge 104, con la possibilità di richiedere il supporto di un insegnante di sostegno in classe. Nel caso in cui, invece, il quoziente intellettivo dovesse risultare compreso tra 70 e 85, è prevista l’attivazione della certificazione per Bisogni Educativi Speciali con la predisposizione di un Piano Didattico Personalizzato.
Per accertare che un bambino è discalculico, è necessario verificare che le prestazioni nel calcolo siano inferiori rispetto a quelle attese per età e livello di scolarizzazione. Sono in particolare due gli strumenti che permettono un approfondimento delle sottoabilità legate al calcolo orale e scritto, alla risoluzione di problemi e al ragionamento geometrico:
- la batteria di valutazione delle abilità matematiche (Rossi & Malagutti, 1996);
- la batteria ABCA (Lucangeli, Tressoldi & Fiore, 1998).
A queste si aggiunge la Batteria per la diagnosi di discalculia elaborata da Giacomo Stella (2004). L’attenzione per la diagnosi di discalculia negli adulti e la loro presa in carico è poco sviluppata e spesso gli iter valutativi si basano sull’adattamento di test tarati per le età inferiori (Ghidoni et al., 2013).
Alcune eccezioni sono le seguenti:
- batteria ABCA 14-16 che si rivolge al biennio della scuola superiore
- batterie MT-3 avanzate clinica, sviluppate dal gruppo di Cornoldi, pensate anche per il triennio della scuola secondaria di secondo grado.
Discalculia e ADHD
In letteratura è ampiamente studiata la comorbidità di discalculia e disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD) e di discalculia e dislessia (Benedicto-Lòpez & Rodriguez-Cuadrado, 2019). In uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Developmental Medicine & Child Neurology (Gross‐Tsur et al. 1996) su un campione di 140 ragazzi con diagnosi di discalculia, il 26% è risultato presentare parallelamente sintomi di ADHD.

Autismo e discalculia
La tendenza in letteratura è di considerare con riserve l’eventuale comorbidità tra autismo e disturbi specifici dell’apprendimento. Si tende infatti a ritenere che i disturbi dello spettro autistico siano preminenti e che si possa effettuare una disambiguazione dal punto di vista funzionale dei DSA, ma non da quello causale rispetto ai deficit caratteristici dello spettro (D’Ales et al., 2021). Inoltre, può essere utile pensare allo spettro autistico come a una galassia: ogni astro ha un suo particolare modo di brillare e pulsare. Allo stesso modo, esiste una grande varietà di livelli di funzionamento a livello linguistico, comunicativo, motorio, emotivo-relazionale nei disturbi dello spettro autistico.
Non è quindi scontato che a una neurodivergenza corrispondano particolari plusdotazioni in determinati domini cognitivi, come può accadere nella sindrome di Savant (situazione clinica in cui, in un quadro di disabilità intellettiva, spiccano capacità molto sviluppate in particolari domini; Hill, 1978). È importante avviare una riflessione che vada oltre le etichette: il concetto di neurodiversità ci invita a chiederci se si tratti di condizioni da medicalizzare o differenze da riconoscere e valorizzare nei contesti sociali (Caniglia, 2018).
Segnali precoci e criteri diagnostici della discalculia evolutiva
Riconoscere la discalculia evolutiva in età precoce è fondamentale per intervenire tempestivamente e ridurre l’impatto delle difficoltà scolastiche ed emotive. I principali segnali precoci che possono far sospettare la presenza del disturbo includono:
- Difficoltà nel riconoscere e denominare i numeri: il bambino fatica a identificare le cifre o a contare in modo sequenziale.
- Errori frequenti nei calcoli di base: anche dopo ripetuti tentativi, persistono errori in addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni e divisioni.
- Problemi nell’associare quantità e simboli numerici: difficoltà a comprendere che il numero "5" corrisponde a cinque oggetti.
- Lentezza e insicurezza nell’esecuzione dei compiti matematici: il bambino impiega molto tempo e mostra esitazione anche in attività semplici.
- Difficoltà a memorizzare le tabelline: la ripetizione non porta a un apprendimento stabile dei fatti numerici.
Secondo il DSM-5-TR, la diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento con compromissione dell’abilità matematica (discalculia evolutiva) si basa su criteri quali la presenza di difficoltà persistenti nell’apprendimento e nell’uso delle abilità matematiche, con prestazioni significativamente inferiori rispetto a quanto atteso per età e livello di istruzione, e l’esordio dei sintomi durante gli anni scolastici (American Psychiatric Association, 2022).
Tra gli strumenti di valutazione riconosciuti per l’identificazione della discalculia evolutiva figurano la Batteria per la Diagnosi della Discalculia Evolutiva (Stella, 2004) e la Batteria ABCA (Lucangeli, Tressoldi & Fiore, 1998), che permettono di analizzare in modo approfondito le diverse componenti delle abilità numeriche.
Discalculia: le cause possibili
I disturbi specifici dell’apprendimento possono avere diverse cause:
- fattori genetici, comprese componenti ereditarie
- fattori epigenetici, legati cioè all’espressione dei geni in base all’età e all’esposizione a determinati fattori ambientali
- anomalie neuroanatomiche
- processi cognitivi disfunzionali.
Il DSM-5-TR sottolinea l’origine neurobiologica dei disturbi specifici dell’apprendimento, mettendo in evidenza il ruolo di fattori genetici che interagiscono con influenze ambientali. Inoltre, evidenzia come interventi mirati e continuativi, comprensivi di adeguati supporti educativi, possano migliorare in modo significativo il funzionamento scolastico e il benessere della persona, pur trattandosi di una condizione che tende a persistere nel corso dello sviluppo.
Nei processi cognitivi sottostanti alla discalculia sembrano compartecipare deficit legati alla memoria. La discalculia evolutiva, infatti, è una condizione eterogenea che può coinvolgere sia deficit specifici nell'acquisizione dei concetti e delle operazioni numeriche, sia un reclutamento subottimale di funzioni cognitive generali come attenzione, memoria e controllo cognitivo (Castaldi et al., 2020). Tali difficoltà possono produrre un sovraccarico e un conseguente dispendio di risorse cognitive, che si traduce in errori di recupero o immagazzinamento. Altre ipotesi riguardano invece difficoltà di natura visuo-spaziale (Lucangeli & Tressoldi, 2001).
Dal punto di vista psicologico, può essere interessante analizzare il rapporto con l’ansia. L’attivazione ansiosa e le preoccupazioni possono infatti impattare negativamente sulle performance, compresa quella in ambito matematico. Tuttavia, in presenza di discalculia, la compromissione delle abilità matematiche è indipendente dall’eventuale portata ansiosa della situazione contingente. Al contrario, l’ansia può essere aumentata dalle difficoltà relative all’apprendimento, che rendono deficitaria la prestazione e possono generare preoccupazioni e timori rispetto a valutazioni e giudizi. I bambini con problemi di discalculia possono presentare livelli più elevati di ansia e un’autostima più bassa rispetto ai soggetti di controllo (Rappo et al., 2014).
Ci sono differenze tra bambini e bambine? Le ricerche sul tema forniscono dati contrastanti e, al momento, non c’è un consenso definitivo su una maggiore prevalenza della discalculia in uno dei due sessi. Alcuni studi riportano una maggiore identificazione nei maschi, altri non rilevano differenze stabili tra femmine e maschi (Desoete et al., 2004). I dati sulle performance matematiche scolastiche e sull’accesso alle discipline STEM, invece, continuano a mostrare il peso degli stereotipi di genere sui percorsi di studio (Fischbach et al., 2013). Solo il 16,5% delle giovani laureate consegue il titolo in una delle discipline matematiche, tecnologiche o scientifiche secondo i dati ISTAT 2021.
Predisposizione genetica e fattori di rischio ambientali
Le ricerche sottolineano come la discalculia evolutiva possa avere una significativa componente genetica. Studi condotti su gemelli hanno evidenziato una maggiore concordanza del disturbo tra gemelli monozigoti rispetto ai dizigoti, suggerendo un possibile ruolo importante dell’ereditarietà (Kovas et al., 2007). Oltre alla predisposizione genetica, diversi fattori di rischio biologici e ambientali sono stati identificati come determinanti nell’aumentare la probabilità di sviluppare discalculia evolutiva. In particolare, la prematurità e il basso peso alla nascita espongono i bambini a un rischio maggiore di difficoltà neuropsicologiche (incluse difficoltà nelle abilità numeriche) e possono associarsi più spesso ad altri disturbi del neurosviluppo, come ADHD, disturbo del linguaggio evolutivo, epilessia o condizioni genetiche quali la sindrome dell'X fragile (Shalev, 2004).
Inoltre, l’esposizione a fattori di stress prenatali, come infezioni materne, contatto con sostanze tossiche o complicazioni durante la gravidanza, può influire negativamente sullo sviluppo cerebrale. Anche la deprivazione socio-culturale, caratterizzata da ambienti poveri di stimolazione cognitiva e linguistica, può ostacolare l’acquisizione delle competenze numeriche di base. Questi fattori, soprattutto se combinati con una vulnerabilità genetica, possono contribuire sia alla comparsa che alla gravità della discalculia evolutiva.

La discalculia è una disabilità?
La discalculia e gli altri disturbi specifici dell’apprendimento, di norma, non rientrano tra le condizioni per cui viene attivata la Legge 104, relativa all’integrazione sociale e all’assistenza in situazioni di handicap, invalidità o non autosufficienza intellettiva o di natura fisica, motoria e sensoriale, salvo eventuali casi di particolare gravità o comorbilità. Le tutele per le persone con DSA e per i loro familiari si fondano sulla Legge 170 del 2010, che riconosce i disturbi specifici dell’apprendimento e garantisce il diritto allo studio attraverso misure didattiche personalizzate e strumenti compensativi e dispensativi; ulteriori agevolazioni, come le detrazioni fiscali per gli strumenti e alcune forme di flessibilità oraria per i genitori, sono previste da normative fiscali e del lavoro collegate.
In generale, il testo promuove la comunicazione e la collaborazione tra scuola e famiglia, gli interventi per la diagnosi e l’intervento precoce in modo da garantire il diritto all’istruzione. Inoltre, stabilisce l’attuazione di strategie didattiche per la discalculia e l’istituzione di strumenti compensativi (tabelle, calcolatrice, schemi, mappe concettuali, computer) o dispensativi, come la riduzione del numero di esercizi, utili a sostenere l'alunno discalculico nello sforzo cognitivo profuso nell’affrontare l’apprendimento.
Metodo di studio per la discalculia
Dato che la diagnosi di discalculia non dà diritto all’insegnante di sostegno, alcuni istituti si stanno dotando di figure quali mentor e tutor che formulano percorsi per gli studenti con difficoltà di apprendimento. L’elaborazione di mappe concettuali, schemi, l’utilizzo della calcolatrice e del computer sono particolarmente indicati negli interventi che promuovono l’acquisizione di un metodo di studio il più possibile autonomo da parte della persona con discalculia.
Sono disponibili online, su riviste o in appositi volumi, numerosi esercizi utili ad allenare le abilità di memoria, attenzione, concentrazione e visuo-spaziali: dal memory agli esercizi di barrage, semplici giochi matematici, schede che favoriscano l’organizzazione visiva e nello spazio di numeri e calcoli. Approcci didattici interessanti sono poi quelli che si basano sulle escape room virtuali o reali, cioè giochi con enigmi che stimolano le abilità di ragionamento e problem solving, oltre che il lavoro in gruppo.
Anche l’utilizzo di videogiochi nell’intervento didattico per la stimolazione delle abilità matematiche negli studenti con discalculia è ormai consolidato (Torres-Carrión et al., 2018). Sono state sviluppate anche apposite applicazioni da utilizzare su smartphone e computer, come disMAT(Ferraz et al., 2017). Un altro esempio di applicazione utile a supportare il processo di apprendimento in studenti con discalculia è Math Fun (Rohizan et al., 2020).
Discalculia: come intervenire
Malattia, disturbo, deficit o neurodiversità? La risposta non è semplice e la situazione può essere complessa. La discalculia, come tutti i DSA, può avere un impatto significativo sulla persona che la vive, influenzando il percorso di sviluppo e il rapporto con la scuola. Possono aumentare l’ansia, la preoccupazione per verifiche e interrogazioni, il confronto con i compagni, e talvolta sorgono incomprensioni con insegnanti e genitori che possono interpretare il DSA come mancanza di impegno.
I DSA possono agire come una zavorra che porta a consumare molte energie cognitive. Di conseguenza, i ragazzi possono trovare difficile concentrarsi e memorizzare, sviluppando livelli di frustrazione più elevati. Può essere utile un percorso di sostegno psicologico? La consulenza psicologica, in questi casi, può essere importante per:
- promuovere l’autostima e le abilità sociali utili all’integrazione nel gruppo classe, ridurre l’ansia, elaborare strategie di coping e problem solving
- realizzare training specifici di potenziamento delle abilità matematiche
- sostenere la famiglia e gli insegnanti nel comprendere i bisogni specifici del singolo studente e nell’elaborare piani didattici personalizzati che prevedano continuità nel metodo tra scuola e casa
- promuovere risorse a livello individuale, familiare, scolastico e di rete estesa, come servizi di doposcuola specializzati, ludoteche, professionisti coinvolti nella presa in carico, servizi del Sistema Sanitario Nazionale.
Un ulteriore approccio interessante può essere quello legato alla musicoterapia. L’utilizzo della musica, infatti, promuove abilità come l’attenzione condivisa e viene utilizzato negli interventi con persone con disturbo dello spettro autistico, ma anche con i DSA (Guzzoni, 2012).
Discalculia: il ruolo della famiglia e dei genitori
Schiacciati tra le richieste della scuola, l’iter non sempre chiaro su come diagnosticare la discalculia, il confronto con le prestazioni dei compagni di classe, spesso le famiglie e i genitori di studenti con DSA vivono con particolare apprensione il suono della campanella. Per questo è importante riconoscere il loro bisogno e diritto a essere ascoltati e accolti nella loro difficoltà.
Il primo intervento per aiutare una persona con discalculia può essere un'adeguata formazione e psicoeducazione: solo in questo modo è possibile attivare risorse nel contesto familiare e ridurre la conflittualità che spesso si genera nella reciproca incomprensione con la scuola. Le famiglie devono quindi essere supportate, correttamente informate e coinvolte nel percorso di presa in carico delle persone con discalculia. Il loro ruolo è fondamentale per:
- sostenere l’autostima e l’impegno dei ragazzi nonostante le difficoltà nell’apprendimento
- incentivare attività di studio, gioco e socializzazione che favoriscano le abilità rese deficitarie dal disturbo
- promuovere un atteggiamento di collaborazione con l’istituzione scolastica che si traduce nell’adozione di metodi e strumenti simili a quelli adottati in classe per evitare confusione, ma soprattutto nella limitazione della critica e delegittimazione di quanto fatto dagli insegnanti.
Questo ultimo punto è particolarmente delicato, ma fondamentale. Un atteggiamento di contrasto può suggerire sfiducia negli insegnanti e legittimare comportamenti oppositivi che risultano controproducenti nel processo di apprendimento. È invece fondamentale promuovere dialogo, confronto e rete con insegnanti e servizi di diagnosi, valutazione e trattamento.

Consigli pratici per genitori e insegnanti: come supportare un bambino con discalculia evolutiva
Affrontare la discalculia evolutiva richiede un’alleanza tra famiglia e scuola, con strategie pratiche che possano essere applicate sia a casa che in classe. Ecco alcuni suggerimenti operativi:
- Favorire un clima di accettazione e comprensione: evitare giudizi negativi o confronti con i coetanei, valorizzando i progressi anche minimi.
- Utilizzare strumenti compensativi: consentire l’uso di calcolatrici, tabelle delle operazioni, schemi visivi e mappe concettuali per facilitare la comprensione e la memorizzazione.
- Proporre attività ludiche e pratiche: giochi da tavolo che coinvolgono il conteggio, la gestione del denaro finto, la cucina con ricette che richiedono misurazioni, possono rendere la matematica più concreta e meno ansiogena.
- Scomporre i compiti complessi: suddividere le attività in passaggi più semplici e guidare il bambino nella risoluzione di un problema un passo alla volta.
- Rinforzare l’autostima: celebrare i successi, anche piccoli, e incoraggiare la perseveranza di fronte alle difficoltà.
- Collaborare con gli insegnanti: mantenere un dialogo costante per condividere strategie, progressi e difficoltà, e assicurarsi che le misure dispensative e compensative siano applicate in modo coerente.
Queste azioni, se integrate nella quotidianità, possono aiutare il bambino a vivere l’apprendimento della matematica con maggiore serenità e fiducia nelle proprie capacità.
Discalculia in Italia: quali risorse dal contesto?
L’Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento nella Psicologia dell’Apprendimento (AIRIPA) mette a disposizione materiali e studi, oltre ad organizzare congressi e ricerche sul tema dei DSA, discalculia compresa. Inoltre, associazioni come l’AID (Associazione Italiana Dislessia) promuovono ricerca, interventi e sostegno sull’intero scenario dei DSA, inclusa la discalculia.
Strategie riabilitative e interventi specifici per la discalculia evolutiva
L’intervento sulla discalculia evolutiva si fonda su un approccio multidimensionale che mira non solo a potenziare le abilità numeriche, ma anche a favorire l’autonomia nello studio e la partecipazione attiva del bambino. La letteratura sottolinea che interventi mirati sia sulle abilità numeriche di base sia su protocolli più ampi, che coinvolgono diversi sistemi neurocognitivi, hanno dimostrato di produrre esiti positivi ed efficaci nel trattamento della discalculia evolutiva (Castaldi et al., 2020).
Tra le strategie più efficaci, vengono proposti training specifici sulle abilità numeriche di base: esercizi focalizzati su conteggio, riconoscimento di quantità, calcolo mentale e scritto, tutti adattati al livello di sviluppo del bambino. L’utilizzo di strumenti compensativi, come tabelle, schemi, calcolatrici e software didattici, contribuisce a ridurre il carico cognitivo e a facilitare l’apprendimento. Gli interventi metacognitivi, invece, promuovono la capacità del bambino di riflettere sui propri processi di pensiero e di sviluppare strategie di autocorrezione e problem solving. Un ulteriore supporto può essere rappresentato dal Programma Feuerstein, ideato dallo psicologo Reuven Feuerstein, che si basa sul principio della “modificabilità cognitiva strutturale” e prevede attività di mediazione volte a sviluppare flessibilità mentale e capacità di trasferire le competenze apprese in contesti differenti. Questo programma risulta particolarmente indicato nei casi in cui la discalculia si accompagna a difficoltà di ragionamento o di pianificazione.
La scelta dell’intervento più adatto deve essere sempre personalizzata, tenendo conto delle caratteristiche individuali del bambino e delle sue specifiche aree di forza e debolezza. Infine, il coinvolgimento attivo della famiglia e della scuola si conferma fondamentale per garantire la continuità e l’efficacia del percorso riabilitativo.
Affrontare la discalculia insieme: il primo passo verso il benessere
La discalculia può mettere a dura prova la serenità di bambini, ragazzi e famiglie, ma non è una sfida da affrontare da soli. Un percorso di supporto psicologico può contribuire ad aiutare a riconoscere le proprie risorse, a gestire l’ansia e a ritrovare fiducia nelle proprie capacità. Se senti il bisogno di un aiuto concreto per te o per tuo figlio, Unobravo è al tuo fianco: i nostri psicologi specializzati possono accompagnarti con empatia e competenza, offrendo strategie personalizzate per affrontare le difficoltà legate alla discalculia. Fai il primo passo verso un percorso di crescita e serenità: inizia il questionario per trovare il tuo psicologo online.









