In Italia ogni anno, il 15 marzo, ricorre la Giornata del Fiocchetto Lilla, nata per promuovere la diffusione delle cure, la prevenzione e l'informazione sui disturbi del comportamento alimentare, come il binge eating disorder (BED), chiamato anche disturbo da alimentazione incontrollata. Ma come capire se si soffre di binge eating disorder? E inoltre, è possibile guarire dal BED? Proviamo a rispondere a questa e altre domande sul disturbo dell’alimentazione incontrollata.
Cos’è il binge eating disorder?
Il BED (acronimo di Binge Eating Disorder) è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da ricorrenti abbuffate di cibo che, come sottolinea il DSM- 5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), perché si tratti di disturbo da alimentazione incontrollata, devono verificarsi almeno due volte a settimana e per tre mesi consecutivi.
L’abbuffata di cibo deve accompagnarsi alla sensazione di perdita di controllo. A differenza di altri disturbi alimentari, all’abbuffata non seguono pratiche di eliminazione o compensazione.
Non è facile riconoscere chi soffre del disturbo da alimentazione incontrollata, in quanto spesso si fa confusione con persone affette da altre patologie come l’obesità, anche se è frequente che le persone affette da binge eating disorder siano in notevole sovrappeso.
Perché ci si abbuffa di cibo?
Come per altri disturbi alimentari, quali ad esempio anoressia e bulimia, le ipotesi eziopatogenetiche del disturbo da alimentazione incontrollata individuano cause di origine multifattoriale. Il binge eating è legato a una serie di fattori non favorevoli:
- familiari
- sociali
- personali
- ambientali.
Ma cosa causa il binge eating a livello psicologico? Può trattarsi della difficoltà a gestire le proprie emozioni, ma anche nel rapportarsi con i canoni estetici imposti dalla società: la persona non accetterà il proprio corpo perché non conforme a uno standard di bellezza, con notevoli ripercussioni sull’autostima . Le persone con DCA hanno di frequente problemi di bassa autostima e depressione e possono vivere profondi sentimenti di solitudine, sentendosi incomprese da chi le circonda. È possibile anche che ci siano dei trascorsi, in famiglia, di disturbi alimentari oppure aver vissuto un’esperienza traumatica o un abuso.
Alcune persone con esperienze di binge eating raccontano, nelle loro testimonianze, di “mangiare fino a scoppiare”: “mangio fino a stare male, ma poi provo una gran vergogna e mi sento in colpa” ; sensi di colpa post abbuffata che, però, non fanno altro che acuire i sintomi che le hanno portate ad abbuffarsi “fino a stare male”.
Talvolta troviamo il binge eating e gli altri DCA in associazione ad altre diagnosi, come ad esempio i disturbi di personalità (tra cui ricordiamo disturbo borderline , il disturbo istrionico di personalità o il disturbo narcisistico), i disturbi d’ansia, la depressione e l’abuso di sostanze (gli effetti della droga sull’organismo possono essere ricercati, ad esempio, per la gestione di stati emotivi dolorosi).
I sintomi del binge eating disorder
Come capire se si soffre di binge eating? I sintomi più rilevanti per fare una diagnosi di disturbo da alimentazione incontrollata sono:
- episodi ricorrenti di grandi abbuffate di cibo: si mangia in gran quantità, ma in un arco di tempo molto ristretto
- sensazione di perdere il controllo durante l’episodio stesso: non si riesce a smettere di mangiare o a controllare cosa e/o quanto si stia mangiando.
Tra i sintomi del binge eating ci sono poi altri aspetti:
- mangiare molto rapidamente
- mangiare molto, nonostante non si percepisca senso di fame
- mangiare fino a sentirsi sgradevolmente pieni
- mangiare di nascosto dagli altri (il cosiddetto secretive eating, su cui si interrogano anche studi e ricerche come quello che si può leggere qui)
- provare vergogna o imbarazzo causato dall’abbondante quantità di cibo assunto
- provare disagio o addirittura disgusto verso sé stessi, e un forte senso di colpa per l’abbuffata.
Differenza tra binge eating e bulimia
Anoressia nervosa(e il suo inverso, cioè la bigoressia), bulimia e binge eating sono disturbi del comportamento alimentare che possono avere cause e comportamenti abbastanza comuni tra loro. Molto comune, infatti, è che una persona possa passare da una diagnosi all’altra.
Facciamo ora un confronto tra due disturbi alimentari: bulimia e binge eating disorder. Qual è la differenza tra binge eating e bulimia?
Come abbiamo visto, il binge eating disorder è un disturbo alimentare caratterizzato da abbuffate, un’alimentazione incontrollata che però non sfocia in condotte di eliminazione, come invece accade per la bulimia nervosa. Questa è la principale differenza tra le due diagnosi.
La bulimia nervosa, a differenza del binge eating, è più spesso caratterizzata da una marcata restrizione dietetica tra un episodio e l’altro di abbuffata (cosa non sempre presente in chi soffre di binge eating). Chi soffre di bulimia può infatti:
- vedersi sovrappeso anche se non lo è
- cercare di nascondere la propria fisicità con abiti larghi
- evitare di ingerire cibo preparato da altri
- mangiare cibi poco calorici per poi abbuffarsi con alimenti solitamente evitati
- espellere il cibo ingerito inducendo vomito o utilizzando lassativi.
Nonostante binge eating e bulimia nervosa abbiano queste differenze, entrambe hanno in comune la compulsività, l’abbuffata, l’imbarazzo di mangiare davanti altre persone e la tendenza a sperimentare sintomatologia ansiosa o depressiva.
Comportamenti ed emozioni: a cosa sono dovute le abbuffate?
I comportamenti caratteristici di una persona con binge eating sono molto simili a quelli di una persona con dipendenza da cibo. Le persone, durante gli episodi di abbuffata, non sono in grado di controllare quanto e cosa stiano mangiando. È come se il cibo controllasse l’individuo e non il contrario, il che è comune al meccanismo delle dipendenze.
Dal punto di vista emotivo, gli individui hanno un’immagine fortemente negativa del proprio corpo, combinata ad una sensazione di insoddisfazione costante di sé. Le emozioni che accompagnano un’abbuffata sono un senso di forte eccitazione e apparente felicità all’idea di poter mangiare in abbondanza, seguite da:
- vergogna
- disgusto verso di sé
- senso di colpa per aver esagerato
- marcata emozione di rabbia.
Si è riscontrato che spesso le persone affette da binge eating abbiano livelli di autostima molto bassi, che suscitano un senso di inadeguatezza e di autocritica e sfociano in una costante insoddisfazione.
Alcuni studiosi hanno sviluppato una serie di test per i disturbi alimentari e per il binge eating come la binge eating scale, che valuta la gravità delle abbuffate. Esiste anche il binge eating disorder test sotto forma di questionario, sui cui è stato condotto uno studio per capire come un simile strumento possa essere valido per indagare la frequenza delle abbuffate.
Binge eating: conseguenze e rischi
Il disturbo da alimentazione incontrollata presenta una serie di rischi, sia fisici che psicologici. Come evidenziato nel DSM-5, il binge eating può provocare:
“problemi di adattamento al ruolo sociale, compromissione della qualità di vita e della soddisfazione di vita correlati alla salute, aumentata morbilità e mortalità mediche. […] Esso può anche associarsi a un rischio aumentato di aumento di peso e obesità.”
All’obesità sono poi correlati i rischi più gravi, tra cui:
- problemi cardiaci
- problemi respiratori
- diabete
- ipertensione.
Binge eating disorder: le statistiche
I disturbi del comportamento alimentare sono molto diffusi nel territorio nazionale, come raccontano le statistiche della survey svolta a febbraio 2021 dall’Istituto Superiore di Sanità, che ha anche mappato i centri dedicati alla cura di questa tipologia di disturbo. Come dice la ricerca:
“Rispetto alle più frequenti diagnosi l’anoressia nervosa è rappresentata nel 36,2% dei casi, la bulimia nervosa nel 17,9% e il disturbo di binge eating nel 12,4%. I dati ci confermano un aumento della patologia di quasi il 40% rispetto al 2019: nel primo semestre 2020 sono stati rilevati, nei diversi flussi informativi, 230.458 nuovi casi contro i 163.547 del primo semestre 2019. Il carico assistenziale globale dei nuovi casi e casi in trattamento è stato rilevato nel 2020 nel numero di 2.398.749 pazienti, un dato sottostimato poiché esiste in questa patologia una grande quota di pazienti che non arriva alle cure.”
Come uscire dal binge eating disorder
Alcune persone provano a sviluppare strategie di auto aiuto per il binge eating, cercando di capire come smettere di abbuffarsi di cibo e come sconfiggere il disturbo da sole. Ma il disturbo da binge eating è scatenato da molteplici fattori, pertanto è necessario un approccio multiprofessionale.
Come curare il disturbo da alimentazione incontrollata? Alcuni studi sul trattamento del binge eating con la terapia farmacologica sottolineano che “gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina hanno dimostrato efficacia nel ridurre la frequenza delle abbuffate e nell'affrontare disturbi psichiatrici concomitanti, ma non hanno dimostrato la capacità di promuovere la perdita di peso.”
Altri, come quello condotto da M. Cuzzolaro del Dipartimento di Psichiatria e Neurologia del bambino e dell’adolescente dell’Università La Sapienza, si concentrano su binge eating disorder e terapia farmacologica rispetto “limiti e possibilità dell’impiego degli psicofarmaci nel trattamento dei disordini alimentari.”.
Per il disturbo da alimentazione incontrollata, la cura dovrebbe essere però un’integrazione di differenti azioni svolte, naturalmente, da professionisti. È importante lavorare dal punto di vista medico e nutrizionale per garantire una rieducazione alimentare e permettere che la persona apprenda quale sia il modo più sano di nutrirsi. Ma c’è un’altra scienza che può fare molto nel contrasto al binge eating.
Binge eating disorder e terapia psicologica
Se un nutrizionista, magari specializzato in binge eating, può supportare la persona che vuole uscire dal binge eating con una dieta apposita e altri suggerimenti legati all’alimentazione e alla gestione della fame emotiva, è fondamentale anche intraprendere un percorso psicologico che aiuti ad avere una maggior consapevolezza di sé e delle proprie emozioni, specialmente se collegate al rapporto con il cibo.
Un terapeuta specializzato in disturbi del comportamento alimentare potrà studiare una specifica terapia per il binge eating disorder, utilizzando strumenti (come il diario alimentare emozionale), tecniche e approcci che possono rivelarsi particolarmente efficaci.
La terapia cognitivo comportamentale, ad esempio, si è rivelata molto utile nel trattamento del binge eating disorder perché agisce, attraverso vari step, con l’obiettivo di far acquisire al paziente un modo funzionale di rapportarsi a cibo ed emozioni, comprendendo l’origine del problema che è sfociato nel disordine alimentare.
Un approccio che interviene sulla regolazione emotiva è espresso anche nel libro Binge eating e bulimia. Trattamento dialettico-comportamentale, in cui le autrici Safer, Telch e Chen evidenziano l’efficacia del lavoro sulle emozioni dolorose nel trattamento dei disturbi alimentari.
Curare il disturbo da alimentazione incontrollata
Se per chi soffre di binge eating disorder la domanda “come guarire da soli” può essere frequente, si può trovare supporto condividendo le proprie esperienze su forum dedicati al disturbo da alimentazione incontrollata e vari blog sul binge eating.
Una semplice ricerca sul web non è però sufficiente. È necessario rivolgersi a un professionista, che si può trovare sia in centri dedicati alla cura di questi disturbi, sia al lavoro come psicoterapeuta online. Un disturbo del comportamento alimentare coinvolge non solo chi ne soffre (che il disturbo si presenti nell’adolescente o nell’adulto) ma anche le famiglie e i partner di chi sta vivendo questa problematica.
Una terapia psicologica mirata può essere allora d’aiuto anche a chi sta accanto a una persona con binge eating disorder, per dare indicazioni per riconoscere il disturbo e gli strumenti per gestire le proprie emozioni e preoccupazioni in favore di un maggiore benessere personale e della persona cara.
Libri sul binge eating disorder
E a proposito di libri, ecco una breve lista di libri sul binge eating:
- L'alimentazione emotiva. La soluzione DBT per rompere il cerchio delle abbuffate, D. Safer, S. Adler, P.C. Masson, Raffaello Cortina editore.
- La terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell'alimentazione, C.G. Fairburn, Erickson edizioni.
- Vincere le abbuffate. Come superare il disturbo da binge eating, C.G. Fairburn, Raffaello Cortina editore.
I disturbi alimentari sono stati di ispirazione anche per il cinema, che ha prodotto dei film sul tema. Tra i film sul binge eating e altri disturbi alimentari suggeriamo:
- Primo amore, di M. Garrone: la storia di una donna che sfiora la morte per anoressia per compiacere il suo compagno;
- Fino all’osso, M. Noxon: il racconto di una ragazza e della sua anoressia nervosa;
- La grande abbuffata, iconico film di M. Ferreri che racconta di quattro amici che decidono di suicidarsi mangiando fino alla morte.