ADHD, legge 104 e legge 170: quali tutele?

ADHD, legge 104 e legge 170: quali tutele?
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Marcello Delmondo
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Psicoanalitico
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
13.2.2025
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Il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD) è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da un pattern persistente di disattenzione (difficoltà a concentrarsi in compiti che richiedono sforzo attentivo prolungato, organizzare compiti, ascoltare, avere cura di oggetti e materiale che può andare perso), iperattività e impulsività che si traduce anche in comportamenti motori (difficoltà a stare fermi o seduti, difficoltà a rispettare il proprio turno di gioco, tendenza a sparare la risposta o a interrompere gli interlocutori). 

Nel DSM-5 (APA, 2013) si fa espressamente riferimento all’impatto che questo disturbo ha su abilità sociali, scolastiche e professionali. Proprio per favorire l’assistenza, l’integrazione sociale e scolastica e i diritti delle persone con diversa abilità, nel 1992 è stata emanata la legge 104. Nei casi in cui la compromissione delle attività quotidiane sia molto importante, anche le persone con ADHD possono usufruire di quanto previsto da questa norma. 

Inoltre, nel 2010, con la legge 170 sono state definite le norme in materia di Disturbi Specifici dell’Apprendimento in ambito scolastico. Con la Direttiva del Dicembre 2012, il Ministero dell’Istruzione ha esteso le misure previste dalla legge 170 anche alle persone con ADHD. 

Proveremo a fornire alcune indicazioni per orientarsi in questo complesso mondo per favorire il riconoscimento di diritti e l’inclusione sociale, scolastica e professionale delle persone con neurodivergenza.

ADHD: legge 104 o 170?

Quali sono le principali differenze tra la legge 104/92 e la legge 170/2010?

La finalità della legge 104/1992 è quella di promuovere l’integrazione sociale, familiare, scolastica e professionale delle persone con diversa abilità garantendone dignità, diritti, libertà e autonomia. 

Le difficoltà di apprendimento, relazione, integrazione lavorativa con impatto in termini di svantaggio sociale stabiliscono il diritto a usufruire di quanto previsto dalla legge. Tuttavia, le prestazioni a cui si può accedere sono commisurate al grado di compromissione e alle capacità individuali residue. Questo elemento è di fondamentale importanza nei quadri di ADHD. 

Infatti, non sempre ai bambini con ADHD viene riconosciuto il diritto al sostegno scolastico o all’invalidità civile. Nel caso dell’ADHD, determinante è la valutazione dell’impatto che i sintomi hanno sulla quotidianità familiare, scolastica e lavorativa della persona. 

La legge 170/2010 stabilisce invece le nuove norme per i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia) in ambito scolastico. La legge nasce espressamente per definire i diritti delle persone con DSA, ovvero successo scolastico, riduzione disagi relazionali, fornire supporto ai genitori che possono richiedere la riduzione dell’orario lavorativo, didattica individualizzata e personalizzata, strumenti compensativi e dispensativi. 

Con la direttiva ministeriale del 27 Dicembre 2012 le misure della legge 170 vengono estese a tutti gli studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES), compresi studenti con ADHD. Tra gli interventi previsti c’è la predisposizione del Piano Didattico Personalizzato in cui si individuano strumenti compensativi e dispensativi, modalità didattiche individualizzate per permettere il successo scolastico degli alunni con BES.

RDNE Stock project - Pexels

ADHD e legge 104

La legge 104 risale al 1992 e non menziona esplicitamente situazioni in cui è l’ADHD a determinare un impatto significativo in termini di disabilità sociale, lavorativa o scolastica sulla vita delle persone. È nella già citata Direttiva Ministeriale del dicembre 2012 che ci si riferisce al fatto che non sempre chi ha l'ADHD ha diritto al sostegno. Nel testo della Direttiva, infatti, si legge:

“In alcuni casi il quadro clinico particolarmente grave – anche per la comorbilità con altre patologie - richiede l’assegnazione dell’insegnante di sostegno, come previsto dalla legge 104/92. Tuttavia, vi sono moltissimi ragazzi con ADHD che, in ragione della minor gravità del disturbo, non ottengono la certificazione di disabilità, ma hanno pari diritto a veder tutelato il loro successo formativo”. 

Da qui l’esigenza di estendere quanto stabilito dalla legge 170/2010 anche ai soggetti con ADHD.

Discorso ancora diverso per l’invalidità civile. Intanto non è la legge 104 del 1992 a definire i soggetti che hanno diritto all’invalidità, ma la legge 118 del 1971. Anche i percorsi per richiedere e vedere riconosciuti handicap, disabilità e invalidità sono diversi e prevedono la valutazione da parte di differenti commissioni mediche.

Per l’invalidità civile da ADHD l’iter è il seguente:

  • richiedere a un medico competente il certificato introduttivo attestante la patologia invalidante
  • presentare domanda telematica all’INPS per ricevere i benefici previsti dalla legge
  • sottoporsi alla visita medica di accertamento presso la commissione medica ASL integrata con la presenza del medico INPS. A seconda della percentuale di invalidità riscontrata (variabile dal 33 al 100%) possono essere riconosciute agevolazioni di diversa natura (sussidi economici, accompagnamento).

Nel caso dell’invalidità connessa all’ADHD, ai fine del riconoscimento di un assegno mensile, è necessaria una riduzione della capacità lavorativa, accertata in sede di commissione, di almeno il 74%. Durante la visita viene dunque attentamente valutato l’impatto dei sintomi sulla vita quotidiana, lavorativa e, come per la questione del sostegno scolastico previsto dalla legge 104, non sempre i benefici vengono concessi a tutti coloro che hanno l’ADHD.

Per l’handicap, invece, l’accertamento avviene mediante apposite commissioni mediche dell’ASL integrate con la presenza di operatori sociali e specialisti esperti. La disabilità può essere accertata anche in assenza di invalidità civile. I benefici eventualmente riconosciuti prevedono agevolazioni fiscali, supporto per l’integrazione scolastica e sociale, ma non supporti economici diretti.

La disabilità, che riguarda invece la capacità lavorativa residua, viene normata dalla legge 68/1999. Apposite commissioni mediche valutano la capacità di svolgere un lavoro specifico in relazione alle limitazioni imposte dalla patologia. I benefici eventualmente riconosciuti si concretizzano in agevolazioni per inserimento lavorativo, formazione, congedi retribuiti per familiari.

Tara Winstead - Pexels

L’alunno ADHD ha diritto al sostegno?

È la Direttiva Ministeriale del 2012 a sottolineare che non è scontato che un alunno ADHD abbia il sostegno scolastico. Sono le situazioni in cui i sintomi hanno un impatto importante sulla vita familiare e scolastica di bambini e famiglie a far procedere con la certificazione.

L’iter è normalmente il seguente:

  • i docenti possono segnalare una situazione di particolare difficoltà
  • il consiglio di classe valuta la segnalazione e decide se avviare un periodo di osservazione e recupero didattico mirato
  • durante il periodo di osservazione un’equipe di medici, psicologi e insegnanti valuta la situazione. In questa fase vengono svolti test neuropsicologici
  • se la difficoltà persiste, il consiglio di classe può richiedere la certificazione. Questa viene eseguita da un’apposita commissione medica che valuta la gravità del disturbo e il livello di compromissione
  • ottenuta la certificazione l’alunno ha diritto all’insegnante di sostegno e ad altre forme di supporto educativo personalizzato.

Una volta ottenuta la certificazione per ADHD, quante ore di sostegno vengono garantite? La certificazione di handicap permette di avere diritto alla presenza dell’insegnante di sostegno per un quarto delle ore complessive di lezione. Nel caso in cui invece venga riconosciuto un handicap grave, la copertura può invece riguardare l’intero orario scolastico.

Come detto, tuttavia, non sempre la gravità della compromissione dovuta all’ADHD viene riconosciuta tale da certificare handicap e conseguente diritto al sostegno. Spesso la presenza di altri disturbi in comorbidità, come un DSA, favorisce la certificazione dell’handicap.

ADHD e legge 170

Anche la legge 170/2010 non contempla direttamente le persone con ADHD, ma si rivolge al riconoscimento dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Vista la difficoltà di accesso al sostegno scolastico, la Direttiva Ministeriale del Dicembre 2012 estende le misure previste dalla legge 170 anche ai soggetti con ADHD.

Le principali agevolazioni previste sono le seguenti:

  • predisposizione del Piano Didattico Personalizzato che definisce l’individualizzazione della didattica in relazione a strumenti compensativi (per esempio calcolatrice, tabelle, schemi) e dispensativi (minor numero di esercizi o maggior tempo a disposizione per svolgere i compiti), modalità di verifica degli apprendimenti (struttura e numero di interrogazioni e verifiche), compiti, metodo di studio e insegnamento
  • possibilità della riduzione degli orari di lavoro dei genitori per permettere l’assistenza dei figli
Thirdman - Pexels

ADHD e invalidità negli adulti

Secondo quanto riportato nella guida INPS I diritti delle persone con disabilità, le percentuali di invalidità che danno diritto a sussidi di natura economica sono le seguenti:

  • l’invalidità di almeno il 74% garantisce un assegno mensile di assistenza per persone che si trovino in particolari condizioni di reddito
  • invalidità totale (100%) garantisce il diritto alla pensione di inabilità. Nel caso di non autosufficienza si aggiunge il diritto all’indennità di accompagnamento.

Il livello di gravità dell’ADHD, stabilito dal DSM-5 in lieve, medio o grave, deve essere tale da limitare in modo severo la possibilità della persona di lavorare. Se la gravità non viene certificata dall’apposita commissione valutatrice, alla persona con ADHD non verrà riconosciuto alcun sostegno di natura economica. 

Per questo motivo il processo che porta alla diagnosi dell’ADHD negli adulti, come nella prima infanzia, è fondamentale e deve essere svolto in un'adeguata cornice professionale.

Come orientarsi tra normative e diritti

Orientarsi nella complessa giungla di norme che tutelano i diritti delle persone con ADHD non è semplice. Inoltre, questo tipo di neurodivergenza non vede facilmente riconosciute le caratteristiche che permettono di accedere a misure come il sostegno scolastico o sussidi economici di invalidità. 

Per questo motivo è necessario promuovere interventi su più livelli:

  • a livello istituzionale può essere utile promuovere formazione e sensibilizzazione affinché venga fornito adeguato supporto alle persone con ADHD e ai loro familiari non solo nelle situazioni più gravi e complesse
  • a livello individuale favorire, anche attraverso la psicoeducazione, una maggiore consapevolezza nelle persone circa le caratteristiche neurodivergenti connesse all’ADHD. Spesso, infatti, i bambini con questo tipo di disturbo vengono etichettati come molto vivaci, ribelli, maleducati, non riconoscendo il disagio e la frustrazione che possono derivare dall’avere a che fare con impulsività e difficoltà di concentrazione
  • a livello del processo di cura, favorire l’accesso a servizi di diagnosi, valutazione, eventuale certificazione non trascurando l’importanza di un adeguato supporto psicologico sia per la persone che per il nucleo familiare
  • a livello scolastico supportare famiglie, insegnanti e alunni nell’approfondimento dei significati e delle manifestazioni della ADHD, in modo da creare un ambiente capace di valorizzare le risorse di tutti gli studenti nel rispetto dei bisogni individuali. Da questo punto di vista, può essere utile supportare adeguatamente le famiglie nella comprensione e nella gestione emotiva di aspetti come quelli legati all’eventuale intervento farmacologico o alla necessità di un sostegno scolastico per il bambino con ADHD. 

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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