Immagina di trovarti in una stanza immobile, ma il tuo corpo percepisce un ondeggiamento costante, come se il pavimento si muovesse sotto di te. Questa sensazione di instabilità si può sperimentare con le vertigini da stress: una disconnessione tra il mondo reale e la percezione interna, dove il corpo e la mente sembrano parlare linguaggi diversi.
Le vertigini da ansia e stress non sono semplicemente un segnale di disagio, ma una condizione che può limitare il benessere quotidiano e generare un circolo vizioso difficile da interrompere.
Ancora più destabilizzante è la difficoltà nel comprenderne le cause, che spesso sfuggono a spiegazioni immediate. Tuttavia, riconoscere questi sintomi e adottare strategie mirate per affrontarli, permette di ridurre il loro impatto e facilitare il raggiungimento di un maggiore benessere.
Vertigini psicogene: cosa sono?
Le vertigini da stress, dette anche vertigini psicogene, sono una condizione caratterizzata da una sensazione di instabilità o perdita di equilibrio associata a stati di ansia e stress. A differenza delle vertigini causate da patologie fisiche, come disturbi vestibolari, quelle da stress derivano da un’attivazione del sistema nervoso centrale.
Il termine “sindrome vertiginosa da stress” descrive un insieme di sintomi che include instabilità, capogiri e sensazione di svenimento legata a situazioni di tensione emotiva interna. Le vertigini possono essere causate da molti fattori. Mentre le cause fisiche sono legate a problemi specifici dell’orecchio interno o del sistema nervoso periferico, le vertigini da ansia trovano origine nell’iperattivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e nella risposta fisiologica a uno stress prolungato.
Studi recenti sulla neurobiologia dello stress evidenziano come l'attivazione cronica dei circuiti limbici, un’area interna dell’encefalo responsabile della gestione delle emozioni, contribuisca a disfunzioni nei centri nervosi che regolano l'equilibrio, aggravando la percezione di instabilità (Biondi, 2016).
Un ulteriore contributo (Mucci et al., 2018) evidenzia come sindromi simili, come la Mal de Debarquement Syndrome (MdDS), siano frequentemente associate a stress psicologico e sintomi depressivi.
Le vertigini costituiscono una sintomatologia molto comune nei soggetti che si rivolgono ad uno specialista di salute mentale, anche rispetto a problematiche più ampie che le includono e che rappresentano veri e propri disturbi psicosomatici.
Questi quadri clinici sottolineano la necessità di una diagnosi tempestiva e di un approccio multidisciplinare per distinguere vertigini e sbandamenti da stress da condizioni neurologiche, psichiatriche o indotte da effetti collaterali dei farmaci.
Come riconoscere le vertigini da stress
Riconoscere le vertigini causate da stress è fondamentale per distinguerle da altre condizioni mediche.
I sintomi delle vertigini da ansia sono solitamente di tipo:
- fisico: senso di testa leggera, instabilità, sbandamenti e talvolta nausea
- psicologico: paura di cadere, sensazione di perdita di controllo e ansia anticipatoria
- comportamentale: evitamento di situazioni percepite come stressanti e difficoltà a concentrarsi.
La combinazione di questi sintomi, spesso associata a un contesto di stress acuto o cronico, può portare a un peggioramento progressivo se non affrontata in modo adeguato. Questo quadro sintomatologico, sebbene inizialmente legato a momenti di forte pressione emotiva, può evolvere verso stati cronici di disequilibrio, riducendo la capacità dell’individuo di svolgere attività quotidiane in sicurezza.
Nei casi cronici, le vertigini possono diventare un fattore di disabilità sociale e lavorativa, aggravando ulteriormente il quadro ansioso-depressivo. Inoltre, i pazienti che manifestano cronicamente vertigini di qualsiasi origine possono presentare difficoltà in ambito quotidiano, sociale e lavorativo, con conseguente predisposizione a stati ansiosi e alla depressione.
Questi disturbi sembrerebbero solo indirettamente correlati alla gravità e alla durata delle vertigini, richiedendo una valutazione separata e una gestione specifica per i diversi livelli di funzionamento (Yardley et al., 1992).
Perché lo stress e l’ansia causano vertigini?
Lo stress influisce sull’equilibrio attivando il sistema nervoso simpatico. Questo sistema, parte della “reazione attacco o fuga”, provoca un rilascio di cortisolo e adrenalina, aumentando la frequenza cardiaca e alterando la percezione dell’ambiente circostante. Nei momenti di stress prolungato, questa attivazione si traduce in una maggiore sensibilità del sistema vestibolare, con sintomi che possono includere vertigini e capogiri.
Inoltre, la paura di cadere alimenta ulteriormente l’ansia, creando un circolo vizioso che perpetua le vertigini.
Tra i fattori aggravanti si trovano l’ansia anticipatoria e la difficoltà a gestire situazioni di stress. La continua attivazione del sistema limbico e dell’amigdala può portare anche a un’alterazione della memoria emotiva, amplificando l’intensità delle vertigini in situazioni stressanti.
Vertigini da ansia: quanto durano?
La durata di questa condizione può variare in base all’intensità dello stress e alla capacità dell’individuo di gestirlo. Episodi acuti possono durare da pochi minuti a diverse ore, mentre in situazioni croniche i sintomi possono persistere per settimane o mesi.
La differenza tra episodi acuti e cronici risiede nella gestione dello stress. Un intervento precoce è essenziale per evitare la cronicizzazione dei sintomi, che potrebbe portare a un deterioramento della qualità della vita. Secondo il modello di adattamento generale descritto dal medico austriaco Hans Selye, l’esaurimento delle risorse fisiche ed emotive a causa dello stress cronico rappresenta una delle principali cause di persistenza dei sintomi vertiginosi.
Inoltre, una storia di traumi può contribuire alla gravità e alla disabilità delle vertigini, indipendentemente dalla loro causa, evidenziando l'importanza di una valutazione approfondita della storia personale del paziente (Radziej et al., 2015).
Come curare le vertigini da stress
Per gestire le vertigini da stress esistono diverse strategie, che spaziano da rimedi immediati a interventi più strutturati e a lungo termine, evidenziando l’efficacia di un approccio olistico e personalizzato.
Tra i rimedi immediati possiamo trovare esercizi di respirazione diaframmatica e tecniche di rilassamento muscolare, che mirano a ridurre rapidamente l'attivazione del sistema nervoso autonomo, stimolando il sistema parasimpatico e favorendo un senso di calma. Questi strumenti sono particolarmente efficaci durante gli episodi acuti, quando lo stress può aggravare i sintomi (Saglam et al., 2015; Miskinis et al., 2021).
I cambiamenti nello stile di vita rappresentano una componente cruciale nella prevenzione delle vertigini da stress. Strategie come mantenere una routine regolare, ridurre il consumo di caffeina, praticare attività fisica moderata e seguire una dieta equilibrata sono state dimostrate efficaci nel ridurre l'intensità e la frequenza delle vertigini psicogene (Saglam et al., 2015; Bisdorff, 2011).
Gli approcci terapeutici integrati possono rivelarsi fondamentali per ridurre i sintomi e migliorare il benessere generale. La terapia psicologica, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), si è dimostrata utile nell'identificare e modificare pensieri disfunzionali che alimentano lo stress e le vertigini.
Inoltre, il biofeedback si è rivelato efficace nel ridurre i livelli di cortisolo e adrenalina, ormoni strettamente legati alle risposte allo stress (Murofushi et al., 2009; Pancheri et al., 2005).
Un’innovazione significativa è rappresentata dalla combinazione di realtà virtuale e musicoterapia, descritta nello studio Virtual Harmony: Music Interaction with Virtual Reality to Reduce Stress (Miskinis et al., 2021). Questo approccio unisce ambienti tridimensionali rilassanti con musiche dal ritmo lento simile al battito cardiaco, stimolando vista, udito e tatto. I risultati indicano che il 90% dei partecipanti ha riportato un miglioramento nei livelli di stress, sottolineando il potenziale di queste tecnologie nella gestione integrata delle vertigini (Miskinis et al., 2021).
Infine, interventi a lungo termine volti ad affrontare le cause dello stress e a sviluppare capacità di coping, insieme alla mindfulness, sono cruciali per prevenire recidive.
Quando consultare uno specialista
È importante rivolgersi a uno specialista se le vertigini diventano debilitanti e svolgere le normali attività quotidiane diventa complesso. Se la condizione persiste nonostante i rimedi adottati, uno psicologo può fornire strumenti per gestire l’ansia, mentre un medico può escludere cause fisiche sottostanti. Un approccio multidisciplinare, che includa neurologi, psicoterapeuti e medici di base, è spesso la soluzione più efficace.
Nei casi più complessi, potrebbe essere utile coinvolgere un otorinolaringoiatra o uno specialista vestibolare per escludere condizioni organiche complesse, come il Mal de Debarquement Syndrome (Mucci et al., 2018).
Ritrovare l’equilibrio perduto è possibile
Le vertigini da stress sono un fenomeno complesso, ma gestibile. Riconoscere i sintomi e intervenire tempestivamente può migliorare significativamente il benessere psicofisico.
Infatti, promuovere pratiche di gestione dello stress sin dai primi segnali può ridurre l’impatto negativo delle vertigini sulla vita quotidiana. Infine, l’importanza di un trattamento personalizzato e interdisciplinare non può essere sottovalutata: solo con un approccio completo e mirato si può garantire una gestione efficace e a lungo termine delle vertigini da ansia.