Nel 2024 si svolgono (e si sono già svolte) numerose manifestazioni e competizioni sportive come il Campionato Europeo di calcio, l’Australian Open, il Roland Garros e Wimbledon, i Campionati Europei di atletica leggera, le Olimpiadi e Paralimpiadi.
Gli eventi sportivi sono occasioni di unione e stimolano il senso di appartenenza. Ne abbiamo parlato con la psicologa Laura Castellan, che collabora con Unobravo, in questa intervista.
Il senso di appartenenza in psicologia
Il senso di appartenenza non si limita alla semplice connessione con un gruppo o una comunità, ma rappresenta un bisogno intrinseco di essere accettati, riconosciuti e valorizzati dagli altri.
Che si tratti di famiglia, amici, colleghi o della società in generale, sentirsi parte di qualcosa di più grande di noi stessi offre un sostegno emotivo prezioso e può contribuire a dare significato alla nostra vita.
Redazione: “Che cosa significa senso di appartenenza per la psicologia? Ci parli brevemente di questo costrutto?”
Laura Castellan: “L’appartenenza, in psicologia, ha a che fare con l’attaccamento che si prova verso un gruppo di cui ci si sente parte. Esso trae la sua forza dal fatto che un bisogno fondamentale degli esseri umani è proprio quello di affiliarsi e socializzare con altri, nonché essere accettati da questo.
Ciò, infatti, non solo permette la cooperazione tra le persone, ma consente anche agli individui di nutrire la loro autostima e costruire la propria identità attraverso il confronto con gli altri.”
I benefici psicologici del senso di appartenenza
Sentirsi parte di un gruppo può avere un grande effetto sul benessere delle persone. Redazione: “Quali sono i benefici psicologici e gli effetti sul benessere mentale di questo costrutto?”
Laura Castellan: “Un senso di appartenenza forte aiuta le persone a mantenere relazioni solide e stabili nel tempo. Inoltre, quando questo bisogno fondamentale viene soddisfatto e l’individuo sente di far parte di un gruppo con cui condivide valori e obiettivi, la sua autostima viene arricchita e consolidata tramite l’accettazione altrui.
Questo costrutto è associato a livelli più bassi di stress e a una maggiore soddisfazione e felicità. Al contrario, la mancanza di riconoscimenti sociali all’interno di gruppi, spesso porta le persone a sperimentare sintomi di disagio e, talvolta, a sviluppare disturbi come la depressione o l’ansia sociale.”
Sport e senso di unione
Redazione: “Come gli eventi sportivi uniscono le persone?”
Laura Castellan: “Gli eventi sportivi si caratterizzano per una dinamica competitiva in cui atleti di nazioni diverse si scontrano. La teoria dell’identità sociale o Social Identity Theory (SIT), ci insegna che confrontarci con altri gruppi tende a far crescere la preferenza per quello di cui ci si sente parte.
Siamo naturalmente portati, infatti, a difendere la propria cerchia perché è un modo per difendere indirettamente anche la nostra identità in quanto membri. Proprio per questo effetto, ambiti di natura competitiva come lo sport tendono a far crescere il senso di appartenenza: attraverso l’incontro-scontro con rappresentanze di altri paesi si tende a fortificare l’immagine del proprio gruppo.”
Sport e appartenenza: l’influenza dei media
Attraverso la copertura mediatica, le storie sportive vengono raccontate, interpretate e diffuse su scala globale, contribuendo a creare un’identità collettiva e una comunità globale.
Redazione: “I media svolgono la funzione di narrazione collettiva: come la influenzano e come contribuiscono a creare un’identità collettiva e una comunità globale?”
Laura Castellan: “Il ruolo dei media è importante: attraverso l’uso della parola ‘noi’ per riferirsi agli atleti e il ricorso a simboli nazionali come i colori della bandiera, accrescono ulteriormente il senso di appartenenza.”
Questo meccanismo è innescato attraverso diverse azioni:
- creazione e diffusione delle storie: le imprese sportive, le vittorie epiche e le sconfitte drammatiche vengono raccontate in modi che risuonano emotivamente con il pubblico, creando un senso di partecipazione condivisa.
- icone e modelli di riferimento: gli atleti diventano icone globali grazie alla copertura mediatica, che esalta le loro qualità non solo come sportivi ma anche come persone. La loro influenza va oltre il campo di gioco, contribuendo a definire ideali collettivi e identità culturali.
- eventi globali e connessione: le grandi competizioni sportive, come le Olimpiadi o la Coppa del Mondo di calcio, diventano eventi mediatici di portata mondiale, seguiti da miliardi di persone. La copertura in diretta, i commenti, le analisi e i contenuti multimediali creano un’esperienza condivisa che attraversa confini geografici e culturali, promuovendo un senso di appartenenza a una comunità globale.
- narrazione di valori e messaggi sociali: i media hanno il potere di utilizzare lo sport per veicolare messaggi sociali e promuovere valori come l'inclusione, la diversità e la giustizia sociale. Attraverso reportage, documentari e campagne, vengono evidenziate storie che affrontano temi come la lotta contro la discriminazione, l'emancipazione delle donne nello sport e il sostegno a cause umanitarie, contribuendo a sensibilizzare e unire le persone intorno a questi valori.
- interazione e partecipazione attiva: attraverso i social media, i fan hanno la possibilità di interagire direttamente con atleti, squadre e altri appassionati, creando una rete globale di connessioni. Questa partecipazione attiva rafforza il senso di comunità, permettendo alle persone di condividere esperienze, opinioni e passioni, e di sentirsi parte di un movimento collettivo.
I tifosi
I tifosi sono il cuore pulsante di qualsiasi evento sportivo. Il loro entusiasmo, i cori, le coreografie e i festeggiamenti creano un’atmosfera vibrante e coinvolgente che motiva gli atleti e rende lo sport un'esperienza emozionante tanto per i partecipanti quanto per gli spettatori.
Redazione: “Qual è il ruolo dei tifosi nella cultura sportiva?”
Laura Castellan: “Il tifo è un fenomeno spesso motivato proprio dal senso di appartenenza. Il bisogno di essere riconosciuti e di partecipare a un gruppo spinge infatti a formare una forte identificazione con gli sportivi che si acclamano e a sentirsi emotivamente molto legati a loro.
Questo è anche alla base di recenti forme di gioco e aggregazione per i tifosi, come il Fantacalcio, che permettono di rafforzare l’identificazione con il gruppo e il senso di appartenenza.
Del resto, anche gli atleti stessi ricavano un beneficio dalla presenza dei tifosi: grazie a essi possono sentirsi rappresentanza di un gruppo (che sia una squadra o una nazione) e non dei giocatori individuali. Il tifo, se fatto in modo sano e appropriato, supporta, incoraggia e sostiene atleti e allenatori.”
I grandi eventi sportivi coinvolgono tutti
Anche chi non segue lo sport regolarmente può sentirsi coinvolto durante grandi eventi sportivi per diversi motivi. Questi momenti hanno una capacità unica di trascendere le barriere dello sport e diventare fenomeni sociali e culturali di grande portata.
Redazione: “Come, anche chi non segue lo sport, si sente coinvolto durante grandi eventi?”
Laura Castellan: “Essendo i grandi eventi, come le Olimpiadi o i Mondiali, competizioni tra nazioni e non tra semplici squadre, vengono coinvolte indirettamente tutte le persone che abitano tali paesi.
Mentre una singola partita di calcio tra due squadre attira per lo più i tifosi dell’una e dell’altra, questi eventi di larga scala trascinano la maggior parte dei cittadini di una nazione: in entrambi i casi, vengono coinvolte le persone che si identificano, cioè si sentono parte, del gruppo che gareggia.
Oltre a questo, l’influenza mediatica e la forte presenza di tifosi fa sì che anche chi non segue lo sport senta una forte pressione sociale a interessarsene.”
La partecipazione passiva
Anche le persone che non partecipano attivamente allo sport o che non sono appassionate possono essere coinvolte e influenzate dagli eventi sportivi. La socializzazione, l'identità collettiva e il consumo mediatico sono tutti fattori che contribuiscono a creare un'esperienza condivisa e un senso di partecipazione, indipendentemente dal livello di interesse per lo sport.
Redazione: “Possiamo parlare di un effetto dell'ambiente sociale e di ‘partecipazione passiva’?”
Laura Castellan: “La forte numerosità di tifosi e i media offrono costantemente stimoli relativi allo sport anche a chi non lo segue. Ciò agisce come un continuo reminder del fatto che il proprio gruppo, cioè la propria nazione, è in competizione con altre: questo attiva il bisogno di appartenenza di tutti, anche non tifosi, che magari non seguiranno attivamente lo sport ma si sentiranno emotivamente coinvolte per gioie o sconfitte.”
Le emozioni suscitate dagli eventi sportivi
Redazione: “Quali sono le principali emozioni legate alla vittoria e alla sconfitta? Ci sono effetti sull’autostima e identità personale?”
Laura Castellan: “Spesso, in caso di vittoria, anche i tifosi si sentono parte di questo risultato positivo. Si tende infatti ad utilizzare il ‘noi’ (abbiamo vinto, abbiamo giocato bene) per parlare di questi traguardi.
In caso di sconfitta, invece, oltre all’inevitabile tristezza, in alcuni casi si presenta anche la rabbia, talvolta verso chi è percepito come nemico (l’avversario, l’arbitro), altre verso gli atleti stessi.
In quest’ultimo caso, i tifosi tendono a parlare di ‘loro’ e non più di ‘noi’, guardando a degli sportivi come delle persone, a prescindere dal loro ruolo di rappresentanti di un gruppo.”
Esiste un senso di appartenenza “globale”?
Redazione: “La globalizzazione ha influenzato il modo in cui percepiamo gli eventi sportivi? Il senso di appartenenza globale è in crescita secondo te?”
Laura Castellan: “Si tratta di una risposta complessa. Da un lato, la globalizzazione rende più semplici e frequenti momenti ludici di incontro o competizione tra nazioni, accrescendo il senso di appartenenza al proprio paese.
Dall’altro, però, la stessa si accompagna a una riduzione delle differenze interculturali, cosa che tende a diminuire molto l’identificazione con la propria nazione o cultura.
Per quanto riguarda l’appartenenza globale, invece, essa sembra crescere attraverso la globalizzazione, ma si rafforza soprattutto di fronte a minacce comuni (come il Covid in epoca pandemica o l’emergenza climatica).”
Promuovere il senso di appartenenza attraverso lo sport
I valori veicolati dallo sport, come il fair play, il rispetto e l'inclusività, sono fondamentali per una comunità sana.
Redazione: “Qual è l’importanza di promuovere il senso di appartenenza attraverso lo sport?”
Laura Castellan: “Lo sport permette di rafforzare il senso di appartenenza, che risponde a un fondamentale bisogno umano, in modo ludico, giocoso e ilare. Diversamente da eventi negativi come le guerre, che hanno lo stesso effetto ma agiscono tramite dinamiche violente, lo sport consente l’affiliazione e la cooperazione promuovendo al contempo valori sani come quelli dell’impegno, della costanza, del lavoro di squadra.”
Redazione: “Come possiamo partecipare e contribuire a questo fenomeno?”
Laura Castellan: “Il tifo sano, in linea con i valori dello sport, è il modo migliore per contribuire positivamente a questo fenomeno e offre un esempio positivo per gli altri. Diversamente, tifare in modo aggressivo, denigrando chi compete o le persone al loro fianco (come arbitri o allenatori) è un ostacolo al diffondersi di valori civili e prosociali.”