Perdonare non significa necessariamente riconciliarsi, né dimenticare, minimizzare o giustificare. Significa fare in modo che l’offesa ricevuta non provochi più dolore, fare pace con gli altri e con sé stessi. Perdonare non è un gesto di debolezza o di sconfitta ma una decisione consapevole che può rendere liberi.
Provare rabbia per un torto subito da un amico, o gelosia nella coppia per il comportamento del nostro partner, è normale e fisiologico e le emozioni che ne derivano sono naturalmente negative. La rabbia e la gelosia sono come dei nodi che ostacolano la realizzazione di noi stessi perché, anche se ci proteggono dall’incertezza, non ci permettono di assumerci la responsabilità del nostro benessere.
Sciogliere questi nodi vorrebbe dire quindi lasciare spazio ad un vortice di emozioni che richiedono ascolto e attenzione.
La lunga strada verso la libertà
Il perdono è un vero e proprio processo di cambiamento che, nella sua dimensione costruttiva, ci porta a fare i conti con i nostri limiti: per perdonare c’è bisogno di coraggio e della capacità di amare se stessi e gli altri.
Perdonare è infatti un'azione che implica donare qualcosa a un'altra persona e riflessivamente a se stessi. Per farlo è necessario essere disposti a rinunciare al bisogno di vendetta e fare spazio a tutte le emozioni dolorose connesse con la propria esperienza.
Arrivare al perdono esige tempo, non basta provare a dimenticare oppure tentare di soffocare il dolore, perdonare non vuol dire giustificare né permettere comportamenti che ci creano sofferenza. La strada verso il perdono è davvero difficile perché ci costringe a fare un viaggio dentro di noi per liberarci dal rancore e dalla sofferenza.
Come intraprendere la strada verso il perdono?
Ridefinire il dolore in termini costruttivi ci aiuterà a sentirci realmente liberi: il perdono ci mette di fronte ad una perdita ma anche ad un nuovo inizio. Per farlo possiamo compiere alcuni primi passi:
- Connettersi con le proprie emozioni: sperimentare rabbia, odio o risentimento è del tutto normale e per questo che le emozioni non vanno negate, ma riconosciute, comprese e accolte;
- Cercare di comprendere l’evento mettendosi nei panni dell’altro: andare oltre i nostri limiti e cercare di avere una visione più ampia di quanto accaduto;
- Non creare muri ma ponti: il perdono è un processo di ricostruzione che parte dall’amore per se stessi e che, al tempo stesso, toglie all’altro il potere di ferirci.
- Accettare: il perdono arriva solo quando accettiamo di essere esattamente ciò che siamo, esseri umani con paure, insicurezze ed emozioni che possono influenzare il nostro cammino. Il perdono arriva quando capiamo che fallire è lecito e sbagliare è permesso.
“Perdonare qualcuno non significa condonare il suo comportamento. Non significa nemmeno dimenticare il modo in cui ti ha ferito e neppure concedergli di farti ancora del male. Perdonare significa fare pace con ciò che è successo. Significa riconoscere la tua ferita, dandoti il permesso di sentire dolore, e di comprendere che quel dolore non ti serve più. Significa lasciar andare il dolore ed il risentimento per poter guarire ed andare avanti. Il perdono è un dono a te stesso. Ti libera dal passato e ti consente di vivere nel tempo presente. Quando perdoni te stesso e perdoni gli altri, sei veramente libero. Perdonare significa liberare un prigioniero e scoprire che quel prigioniero eri tu.”
D. Koepke