Psicologia della salute

Malessere psicosomatico e alfabeto emotivo: verbalizzare le emozioni

Malessere psicosomatico e alfabeto emotivo: verbalizzare le emozioni
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Sabrina Palma
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-relazionale
Unobravo
Pubblicato il
7.2.2020


Il malessere psicosomatico è caratterizzato da sintomi fisici la cui componente prevalente è legata al dolore. Si tratta di disturbi che si manifestano nel corpo, ma hanno un’origine psicologica e che sono studiati dalla psicologia della salute. Non emerge una causa organica, ma il dolore provato è reale ed impatta in modo importante sulla qualità di vita nel quotidiano. Esso può essere espressione dell’esistenza di emozioni, vissuti o “pezzi” di sé inespressi o sconosciuti, che fanno fatica a “venire a galla”. Bisogna imparare quindi ad accogliere ed esprimere le nostre emozioni.

Provare dolore fisico mette la persona in contatto con la perdita di controllo e di sicurezza. Normalmente i disturbi psicosomatici impattano sul nostro corpo manifestandosi con vari sintomi, ad esempio: 

  • apparato respiratorio: si manifesta l’asma;
  • apparato cardiocircolatorio: si comincia a soffrire di tachicardia;
  • apparato epidermico: si presentano psoriasi e eritema;
  • apparato gastrointestinale: si presenta la gastrite nervosa.

Integrazione corpo-mente

Una delle prove più immediate del legame che intercorre tra il corpo e la mente è data dal fatto che, quando si vive un’emozione, lo si fa nel corpo. Se dobbiamo descrivere un’emozione, infatti, spesso usiamo metafore corporee:

  • mi si sono rizzati i capelli
  • sono verde dalla rabbia
  • mi si è sollevato il cuore
  • ho un peso sullo stomaco.

Siamo abituati a etichettare le emozioni definendole "positive" e "negative", ma per il sistema fisiologico non esiste questa differenza. È importante sapere accogliere tutte le emozioni che arrivano perché, tutto ciò che non viene espresso, ritorna sotto qualche altra forma.


Come entrare in contatto con le emozioni

A volte capita di perdere il contatto con le emozioni, perché si è vissuto in una famiglia o in un ambiente sociale allargato che non ne parlava o non le riconosceva. Non si impara quindi a collegare stati emotivi e fisici a “etichette” emotive. Oppure si è imparato a non parlare dei propri sentimenti e, con il tempo, si è smesso di sentirli o notarli.

Liza Summer - Pexels

Strategie utili per accogliere le emozioni

La mente è il più potente strumento di guarigione che abbiamo. Se impariamo a sentire le emozioni e a lasciarle fluire, esse diventano delle risorse preziose per noi e per la qualità della nostra vita. Possiamo riconoscerle ed esprimerle, mettendo in pratica alcune strategie.

La tecnica della pausa

Spesso si tende a fuggire dalle emozioni sgradevoli. È meglio allora fare una pausa, soprattutto se si tratta di ansia o rabbia. Ciò ci consente di riuscire a tollerare un’emozione che è diventata insopportabile, per poi tornare sul punto di riferimento senza il timore che essa si presenti nuovamente. Il ricercatore J.M. Gottmann suggerisce una pausa strategica di 20 minuti.

Lasciare fluire

Una delle capacità fondamentali per gestire al meglio la nostra salute e il nostro benessere è lasciare andare.  L’emozione è come un’onda: sale, arriva al suo picco massimo e se ne va. Ma se non siamo in grado di lasciarla fluire e continuiamo a mantenere uno stato di allerta, tutta la cascata ormonale e biochimica continuerà a rimanere in noi e questo avrà delle spiacevoli conseguenze.

Aleksey Kuprikov - Pexels

Non reprimere

Le emozioni represse sono nemiche della salute. Lo diventano tutte le volte in cui pensiamo troppo, non riusciamo a perdonare e  rimuginiamo sul passato, o decidiamo di assumere una certa posizione e di mantenerla, indipendentemente da ciò che proviamo. Con il controllo razionale, con l’evitamento o con l’assunzione di posizioni sfidanti o di durezza, evitiamo di entrare in contatto con ciò che sentiamo.

Questa repressione è dannosa perché le emozioni sono eventi fisici correlati con il sistema nervoso, endocrino e immunitario. Come diceva il noto monaco buddista Thich Nhat Hanh:

Non fare della tua mente un campo di battaglia, non dichiarare guerra. Tutto ciò che provi (gioia, dolore, ira, odio) è parte di te. L’opposizione tra buono e cattivo è spesso raffigurata con la lotta tra luce e tenebre, ma se guardiamo in modo diverso, vedremo che, anche quando la luce splende, le tenebre non scompaiono. Invece di venire cacciate, si fondono con la luce. Diventano luce.
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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