Vi è mai capitato di entrare in un una relazione in cui, sin dall’inizio o poco dopo, vi siete ritrovati a guardare ossessivamente lo smartphone seguendo ogni movimento del vostro partner? Probabilmente, se non è successo a voi in prima persona, sarà successo a qualche persona a voi vicina.
Fino a che punto sono i social media a influenzare le dinamiche disfunzionali di una relazione, tanto da portare in alcuni casi a una crisi di coppia? I più radicali puntano il dito sui social in generale, additandoli come piaga della società moderna. Altri trovano più comodo attribuire questi comportamenti ai giovanissimi.
In realtà gli attori di questi comportamenti sono sia soggetti giovanissimi (prima adolescenza), sia adulti ben oltre i 40, e la questione riguarda tutti indipendentemente dal sesso di appartenenza, identità o orientamento sessuale.
Perché i social diventano strumenti di controllo?
Attraverso il colosso Facebook, ora ancor più Instagram e altri social, si può avere una finestra sempre aperta su ciò che l’altro fa, online e in privato. Spesso e volentieri le attività giornaliere vengono postate in forma di “stories”, un po' come sostituti del buon vecchio diario, che diventa oggi una vetrina in tempo reale, con la durata di 24 ore.
L’utilizzo dei social come forma di controllo del partner accade solitamente perché è già presente una forte dipendenza affettiva o love addiction, che porta a sentimenti di gelosia e alla ricerca dell’altro per ottenere una conferma del proprio valore. In questo caso, il partner del dipendente affettivo viene coinvolto in un circolo vizioso in cui lo strumento social diventa un alleato alla dinamica disfunzionale del controllo.
Come usiamo lo smartphone per controllare il partner
La gelosia in amore può portare a temere la comparsa di eventuali "sintomi del disinnamoramento" del partner, traducendosi in comportamenti di controllo che coinvolgono diverse attività online, non solo i post e le stories, ma anche visualizzazioni, like e commenti.
Le visualizzazioni delle stories
Quando nel mondo social si è interessati a qualcuno, spesso si controlla se questa persona “visualizza” le proprie stories. Viene notato ad esempio se per un periodo questa persona smette di visualizzare. La visualizzazione viene dunque interpretata come un messaggio o manifestazione di interesse.
Così, anche il proprio visualizzare o meno le storie del partner potrà essere regolato in base al tipo di messaggio che si vuole inviare. Chiaramente non tutte le persone condivideranno questa chiave di lettura, molto diffusa e allo stesso tempo implicita; altri, ignari o noncuranti, agiranno senza pensare a queste interpretazioni e la conseguenza sarà la totale incomprensione.
L’uso dei like
Si presta attenzione non solo ai like reciproci, ma anche ai like che il partner mette ad altre persone, immaginando degli scenari per lo più catastrofici in cui spesso e volentieri questi diventano un segnale di tradimento.
Il circolo vizioso anche qui nasce quando si attribuisce a un comportamento potenzialmente motivato da una miriade di situazioni anche molto banali, un significato univoco a partire dalle personali preoccupazioni.
I commenti
Delle precedenti la lettura dei commenti potrebbe risultare la meno ambigua, in quanto si tratta di testi il cui contenuto letterale è manifesto. Ma anche qui sui social non abbiamo altri elementi per poter dedurre il significato del testo, né lo stato d’animo o le reali intenzioni della persona, che possono essere differenti da quanto scritto.
Anche quando pensiamo di comprendere esattamente l’idea dell'altro, essa sarà sempre una visione filtrata dai nostri occhi. Ciò che possiamo fare per comprendere realmente un altro è solo provare a comunicare, partendo da ciò che sentiamo e che ci preoccupa.
Quando l’uso dei social diventa patologico per la coppia?
Come per ogni comportamento, il ruolo dello psicologo non è quello di dare giudizi morali né dire se è giusto o sbagliato. Qualcosa diventa patologico quando fa soffrire: se stessi, gli altri, o entrambi.
Ecco gli indicatori che ci fanno capire che siamo entrati in un circolo vizioso, e che solitamente si presentano in contemporanea:
- La “mania del controllo”: si arriva a controllare in modo compulsivo il cellulare e monitorare ogni movimento e ogni accesso;
- La perdita di interesse per le attività quotidiane: le normali attività di ogni giorno vengono disinvestite di valore e tutto tende a ruotare attorno a questa preoccupazione;
- Ansia persistente: sensazioni legate all’ansia diventano sempre più pervasive, per ogni like lasciato dal nostro partner il cuore comincia ad accelerare i battiti;
- La ruminazione: quella persona e i suoi comportamenti online diventano un chiodo fisso, insieme al pensiero di un possibile tradimento. Questi pensieri con tratti di paranoia diventano sempre più intrusivi.
Come interrompere il circolo vizioso
- Utilizzare la consapevolezza come un vaccino: comprendere per tempo cosa sta accadendo permette di trovare delle nuove strategie per soddisfare il proprio bisogno di conferma da parte del partner.
- “Disintossicarsi dai social”: si tratta di allontanarsi dai social per un certo periodo di tempo, in modo più o meno drastico, imparando a rinunciare ai comportamenti di controllo sul partner.
- Intraprendere un percorso psicologico individuale o di terapia di coppia. Per quanto i social possano contribuire ad alimentare un circolo vizioso, non sono loro il nostro nemico. La minaccia che la persona avverte e che la porta a mettere in atto questi comportamenti è spesso dentro di sé.