Psicologia infantile

Le strategie per parlare della morte ai bambini

Le strategie per parlare della morte ai bambini
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Chiara Tadeo
Redazione
Psicoterapeuta Cognitivo Costruttivista
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
7.2.2020
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Parlare della morte e del lutto è spesso considerato difficile, imbarazzante e socialmente poco accettabile, per questo è un tema che tende ad essere evitato. Di fronte alla morte proviamo, inevitabilmente, un senso di impotenza e sentimenti complessi, difficili da tradurre in parole. Arriva però il momento in cui i bambini porranno domande sulla morte: è un argomento che non si può evitare per sempre, perciò è meglio farsi trovare preparati.

Potrebbe stupirci quanto i bambini siano già a conoscenza della morte. Leggono della morte nelle fiabe e la vedono in alcuni cartoni animati. Possono farne esperienza diretta con la perdita di un proprio caro, di un animale domestico o semplicemente vedendo che una pianta si affloscia nel vaso senza fare più fiori. Spesso i bambini si trovano ed essere esposti al concetto di morte senza rendersene conto. Trattare questo delicato argomento è difficile ma possibile, come dimostrano le sempre più diffuse iniziative di death education a scuola. In questo articolo troverete qualche semplice consiglio per affrontare il tema della morte “a misura di bambino”.

La sincerità

Anche se a volte spaventa, essere sinceri è spesso la strada più semplice. Dire delle bugie per rendere meno spaventoso questo argomento può infatti risultare inautentico e aumentare il senso di insicurezza e disagio, che i bambini possono facilmente percepire. Nel caso non ci si sentisse sicuri di una risposta ad una domanda, non c’è nulla di male nel rispondere con semplicità: “Non ho una risposta alla tua domanda”. È meglio che mentire.

Pixabay - Pexels

La chiarezza

Più i bambini sono piccoli più hanno necessità di avere esempi concreti, spiegazioni semplici e brevi. Per esempio, si può parlare della morte come assenza di funzioni vitali. Può essere necessario ripetere i concetti più volte, perché i bambini imparano grazie alla ripetizione. Infine, è sempre importante osservare le reazioni del proprio bambino e modulare la comunicazione di conseguenza. Ci sono bambini che potrebbero porre da subito molte domande, mentre altri potrebbero stare in silenzio per poi riprendere l’argomento in un secondo momento.

La preparazione

Riflettere con altri adulti sulle domande che il bambino pone sulla morte, permetterà di essere più pronti e chiari nel parlare di questo argomento.

La precisione

Chiamare le cose con il proprio nome è molto importante quando si parla con i bambini, perché aiuta a non creare confusione e fraintendimenti. Utilizzare espressioni come: “è andato via” invece di: “è morto” potrebbe per esempio creare nel bambino il timore anche per brevi separazioni dai propri cari. È inoltre importante non creare le condizioni che potrebbero portare i bambini a confondere la morte con il sonno. Sono quindi da evitare parole come “dormire”, “riposare”, “andarsene” quando si parla di morte.

Trinity Kubassek - Pexels

Tenere in considerazione le fasi di sviluppo dei bambini

Sono tre le fasi in cui la comprensione della morte, secondo la psicologia dell'età evolutiva, è diversa:

  1. l’età prescolare: i bambini tendono a considerare la morte come reversibile e impersonale, fino ad una certa età questa idea è appropriata;
  2. l’età tra i 5 e i 9 anni: la maggior parte dei bambini di quest’età inizia a realizzare che la morte è definitiva e che tutti gli esseri viventi possono morire. Solitamente però non mettono in relazioni la morte con loro stessi;
  3. dai 9 anni all’adolescenza: in questa fase di sviluppo la morte viene considerata irreversibile ed inizia ad essere chiaro che un giorno riguarderà anche loro.

La rassicurazione

Molto importante è mostrarsi accoglienti e rassicuranti davanti ai dubbi e alle domande che possono porre i bambini, soprattutto quando nascondono paure o angosce.
Per esempio, alla domanda: “anche tu morirai?”, si potrebbe indagare la preoccupazione sottostante e rassicurare dicendo che questo accadrà, ma probabilmente tra moltissimo tempo e che finché ne avrà bisogno ci sarà qualcuno a prendersi cura di loro.

Dare tempo

Dopo aver affrontato l’argomento della morte i bambini potrebbero andarsene e tornare a giocare come se nulla fosse. In questo caso è importante lasciarli fare e dare loro il tempo necessario. Allo stesso modo è importante farsi trovare pronti e disponibili in un secondo momento per poter affrontare nuovamente l’argomento, chiedendo per esempio che cosa hanno capito e se hanno altre domande.

Elina Sazonova - Pexels

Un dialogo libero e sincero

La morte è una parte inevitabile della nostra vita ed è responsabilità degli adulti garantire che i bambini ne siano consapevoli e sappiano che è possibile discuterne. Se permettiamo ai bambini di parlarci della morte, possiamo dare loro le informazioni necessarie, prepararli e aiutarli quando ne avranno bisogno. Possiamo incoraggiare la loro comunicazione con attenzione e rispetto per ciò che hanno da dire, mostrando di essere aperti, onesti e a nostro agio con i nostri sentimenti.

Abbiamo tutti bisogno di piangere per guarire i nostri dolori, risanare il possibile trauma che questo evento ha potuto provocare e andare avanti nella vita. Esternare le nostre emozioni mostrando anche il nostro dolore e le nostre lacrime, perché aiuta i nostri figli a capire che va bene che anche loro provino tristezza e piangano. Facendo questo non bisogna dimenticare il loro bisogno di rassicurazione, cura e amore.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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