La nostra natura è duale e ci fa vivere in un continuo stato di conflitto in cui le polarità giocano a scontrarsi. I due poli rappresentano tesi e antitesi: volersi bene e volersi male, istinto e ragione, gioia e dolore.
In questo articolo approfondiremo le forme che il conflitto interiore può assumere, riflettendo insieme su come poter trasformare la tensione in un’integrazione.
Polarità interne in conflitto
In natura gli opposti sono legati tra di loro da una relazione che può essere:
- dialettica quando giunge a una sintesi
- polare quando genera un perenne stato di tensione.
In ogni uomo è presente un Dottor Jekyll e un Mister Hyde che si alternano senza incontrarsi. Nella Psicoterapia della Gestalt, lo psicoterapeuta Perls definisce queste due parti come:
- il “persecutore” (top dog) che rappresenta la parte saccente e autoritaria
- la “vittima” (under dog) è la parte che si difende e che manipola scusandosi o frignando.
L’aspetto interessante della prospettiva di Perls è l’osservazione del vantaggio che questa lotta apporta a una delle due parti della personalità umana. La lotta tra gli opposti è finalizzata ad avere il potere esclusivo sugli eventi della vita, a controllarli dal proprio punto di vista, sottomettendo la parte che fa opposizione.
Persecutore e vittima come polarità
In alcune personalità, la parte sottomessa e quella dominante arrivano a legarsi tra di loro attraverso una relazione di tipo polare che esclude la possibilità dialettica di integrazione. L’esito che ne consegue è la genesi di un conflitto interiore, che è l’essenza della nevrosi e di un certo livello di sofferenza.
Ed è lo stesso conflitto interno che comunica il bisogno umano di crescere e di evolversi: chi è in conflitto con se stesso è in lotta con le molte parti di sé che, se adeguatamente viste e riconosciute, possono riconciliarsi scoprendo di essere parte di un tutto.
Le diverse possibilità di vivere l’amor proprio anche nella sua natura duale e doppia, attraverso un processo creativo e olistico, può portare alla scoperta:
- che ci possono essere attimi di serenità anche se si sta combattendo una battaglia
- che si può aprire e chiudere il cuore verso sé e verso gli altri come il sole che tramonta e risorge
- che si può essere sia femminili sia maschili
- che la durezza mentre gioca a nascondino con la dolcezza a volte vince e a volte perde;
- che la paura può fare lunghe passeggiate con il coraggio e non rendersi conto della sua presenza
- che la sovrabbondanza di vita e la pigrizia possono fare un cambio turno alla fine di una giornata
- che capita che la realtà può fuggire ed essere inseguita dalla fantasia
- che c’è un tempo per affermarsi nel mondo e un tempo per ritirarsi
- che quando si è integrati e uniti al proprio interno vi è amore e che quando si è disintegrati e divisi dentro di sé vi è conflitto ovvero sofferenza.
Come giungere, dunque, a un’integrazione?
È possibile prestando ascolto al conflitto e accettandolo come parte integrante della natura umana. Questo significa riconoscere le proprie parti, facendole dialogare e lavorando creativamente al loro incontro-scontro per raggiungere un’integrazione. Come scrive lo psicologo J. Simkin in Brevi lezioni di Gestalt:
“Ogni medaglia ha due facce. Ci sono due facce anche in te. Le polarità sono le due facce della tua medaglia. Se sei consapevole di danneggiarti e ti identifichi con la parte lesa, questa è una faccia della medaglia. Oppure, puoi essere consapevole di danneggiare qualcun altro, ma non essere in contatto con la parte di te che è stata danneggiata. Se sei consapevole di una parte di te che si sente umiliata, c’è anche una parte di te che umilia. Se sei un tipo umile e modesto, l’altro lato della medaglia di solito è l’arroganza, il sentimento di onnipotenza. Entrando in contatto con ambedue i lati della polarità, specie con la parte con cui abitualmente non ti identifichi è possibile una integrazione, una ricomposizione. Per raggiungere una integrazione, un equilibrio, bisogna che impari a conoscere ambedue le facce della tua medaglia”.
Affrontare la propria sofferenza non è mai semplice ma, se si vuole farlo, i professionisti della salute mentale saranno in grado di offrire tutta la loro empatia e umanità. Puoi provare a compilare il nostro questionario e trovare il professionista più adatto a te tra i nostri terapeuti.