Crescita personale

Il grande bluff: le aspettative

Il grande bluff: le aspettative
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Anna Lisi Micci
Redazione
Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
29.11.2024
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Il termine aspettativa è strettamente connesso con i concetti di attesa e previsione, per lo più ottimistica, di ciò che accadrà. Questi due elementi spiegano bene lo spazio mentale e psicologico che si crea nel “momento di attesa”, mentre costruiamo convinzioni personali su quello che accadrà.

È proprio in quello spazio che iniziamo a leggere il mondo in modo soggettivo, decidendo razionalmente che "la vita ci ha deluso". In questo processo giocano un ruolo essenziale le “aspettative inconsapevoli”. 

Desideri inflessibili

A volte tendiamo a costruire sistemi di attese in termini di “pretese”, cioè aspettative esagerate e poco flessibili: 

  • “il mondo deve essere giusto”
  • “gli altri devono essere leali”
  • “ognuno deve apprezzarmi”
  • “devo essere brillante in tutte le situazioni”. 

Sono tutti desideri che, se espressi in forma di rigida ineluttabilità, conducono alla frustrazione. Spesso ci aspettiamo che questi “stati di necessità positiva” puntualmente si avverino. Altre volte invece ci rifugiamo nell’ottimismo, quel generico e semplicistico “pensa positivo!”. 


L’ottimismo “panglossiano”

Nel Candido, il celebre racconto filosofico di Voltaire, il protagonista segue i precetti di Pangloss. Il filosofo Pangloss sostiene una visione della realtà basata su una sorta di ottimismo sprovveduto, gratuito, secondo il quale impegnarsi e lottare per cambiare le cose, è inutile.  È un ottimismo slegato dalla realtà, infantile e controproducente che interpreta gli avvenimenti dolorosi come necessari perché l’intero cosmo funzioni.

Fortunatamente, è possibile rinforzare la capacità di sopportare il disagio, educando il sistema di attese verso la realtà. Ma anche quando questo avviene, ci capita lo stesso di sentire frustrazione e malessere.

In sé questo non è un male, perché la frustrazione ha un importante significato evolutivo: rappresenta infatti la molla per il cambiamento. La frustrazione è dannosa solo quando è eccessiva e prolungata, perché potrebbe generare situazioni di “impotenza appresa”.

RDNE Stock project - Pexels

Quando le aspettative sono funzionali?

Le aspettative hanno una funzionalità alla quale devono rimanere aderenti: prepararci all’azione. Prepararci mentalmente a ciò che accade può aiutarci a costruire un piano d’azione, in modo che la vita non ci colga di sorpresa.

Le aspettative, quindi, ci aiutano a prefigurare il futuro. Un’altra funzione importante delle aspettative è quella di giocare un ruolo significativo nell’apprendimento e nei processi decisionali.

Aspettative sugli altri: amicizia, amore e famiglia

Le aspettative giocano un ruolo fondamentale all’interno delle relazioni interpersonali, che si tratti di amicizia, amore o rapporti familiari. 

Non avere aspettative in amore è una sfida difficile, perché spesso tendiamo a proiettare sull’altro i nostri desideri e bisogni, con il rischio di idealizzare la stessa relazione. 

In amore, però, le aspettative possono condurci a idealizzare il partner, preferendo una visione perfezionistica della relazione al dialogo realistico e alla comunicazione aperta, come in questo esempio:

Luca e Marta erano una coppia da qualche mese e, mentre Luca si sentiva abbastanza sicuro del suo amore per Marta, lei cominciava a nutrire delle aspettative alte. Si aspettava che lui la sorprendesse con gesti romantici ogni settimana, che capisse ogni suo stato d'animo senza bisogno di parole e che fosse sempre presente nei momenti importanti. Ma una sera, durante una discussione, Luca le disse che non sempre avrebbe potuto essere "perfetto" e che anche lui aveva le sue giornate difficili. Marta si sentì un po’ delusa, ma capì che forse le sue aspettative erano troppo alte.

Per quanto riguarda le amicizie, è frequente avere l’aspettativa che gli altri reagiscano esattamente come vorremmo in determinate situazioni. 

A volte, anche in amicizia le aspettative troppo alte possono essere fuorvianti e convincerci che i nostri amici possano leggerci nel pensiero per sintonizzarsi con noi, con esiti negativi come dare per scontate le loro sensazioni o sentirci traditi quando non sono disponibili, come in questo esempio:

Sara aveva sempre immaginato di poter contare sul suo amico Marco in ogni momento difficile. Ogni volta che lei passava un momento complicato, si aspettava che Marco fosse lì, pronto ad ascoltarla senza bisogno di chiedere. Un giorno, però, quando si trovò ad affrontare una crisi personale, Marco non rispose ai suoi messaggi e, quando finalmente si videro, lui sembrava distratto. Sara si sentì tradita. "Pensavo che mi avrebbe capito senza dover spiegare nulla", pensò delusa.

ELEVATE - Pexels

In famiglia, invece, spesso ci aspettiamo che chi ci ama sappia sempre come comportarsi o cosa dirci nei momenti di difficoltà, senza esporre personalmente quello che vorremmo. Questo può portare a incomprensioni e delusioni reciproche, come nel seguente esempio:

Laura aveva sempre pensato che, quando avesse bisogno di un po' di supporto emotivo, sua madre sarebbe stata lì per ascoltarla, come aveva sempre fatto in passato. Un pomeriggio, dopo una lunga giornata di lavoro, Laura si sentì stanca e un po' giù per questioni di lavoro. Pensò che una volta a casa sua madre l'avrebbe sicuramente confortata. Quando arrivò a casa, però, sua madre non c’era per una cena con le sue amiche. Laura, si sentì tradita e molto sola in quel momento.

Quando le aspettative vengono disattese, possiamo provare sentimenti di frustrazione e senso di abbandono, quindi è importante imparare a bilanciare ciò che desideriamo dagli altri con la consapevolezza delle loro capacità e limiti. 

Ma allora come non avere aspettative nelle relazioni? Il primo passo è coltivare un dialogo aperto e onesto con sé stessi e con gli altri, accettando che ogni persona ha limiti, priorità e visioni diverse dalle nostre. In questo modo possiamo vivere rapporti più autentici e meno condizionati dall’ideale.

Aspettative su momenti importanti: feste e vacanze

Ci sono occasioni della vita nelle quali tendiamo a riporre delle aspettative particolarmente alte, come nelle festività (Natale, San Valentino o Capodanno), nelle vacanze e nelle ferie.

 Li facciamo diventare i momenti in cui proiettiamo sogni di perfezione, immaginandoli come momenti di gioia totale, come in questo esempio:

Michele aveva programmato la sua vacanza da sogno al mare. Immaginava lunghe giornate sotto il sole, cene sulla spiaggia e passeggiate serali perfette. Arrivato alla destinazione, però, scoprì che il tempo era nuvoloso, il posto affollato e il suo hotel aveva dei lavori in corso. La vacanza che aveva immaginato si rivelò ben lontana dalle sue aspettative. Si sentì molto frustrato! Quei giorni erano le sue uniche ferie, su cui aveva fantasticato da mesi!

In altre parole, la realtà non sempre si dimostra all’altezza delle nostre fantasie, portandoci a percepire insoddisfazione o addirittura tristezza quando le cose non vanno come sperato. 

Questi sentimenti tendono ad amplificarsi soprattutto nel momento in cui le aspettative non sono solo nostre, ma anche indotte dal contesto sociale o dai media, che propongono ideali di vacanze perfette, esperienze perfette e festività perfette!

Per imparare a non avere aspettative eccessive e ridurre di conseguenza la pressione associata a questi eventi, è utile concentrarci su ciò che possiamo controllare: pianificare con flessibilità e non cercare di replicare situazioni idealizzate. 

Questo approccio ci aiuta a vivere il momento presente, senza porlo a confronto con un’immagine mentale che potrebbe rivelarsi irraggiungibile.

Il cervello e le aspettative

Un gruppo di neuroscienziati dell’Università della Ruhr a Bochum, ha svolto delle ricerche per dimostrare come le aspettative influiscono sull’attività cerebrale. Nel cervello ci sono due regioni legate alle decisioni:

  • il talamo, che ha un ruolo centrale nel processo decisionale;
  • la corteccia insulare, che si attiva appena si comprende se la decisione presa è giusta o sbagliata.

Grazie alla risonanza magnetica, i neuroscienziati hanno dimostrato come le connessioni tra talamo e corteccia cerebrale fossero responsabili del mantenimento o della modifica della strategia di apprendimento decisionale:

  • se le aspettative sono alte, prima di una decisione, la strategia verrà mantenuta;
  • se le aspettative sono basse, la strategia cambia e le regioni cerebrali interagiscono tra loro con più intensità.

Le aspettative diventano quindi come una bussola interiore e più sono alte più rallentano la nostra capacità strategica nelle situazioni che affrontiamo, conducendoci spesso verso la delusione e la frustrazione.

SHVETS production - Pexels

Cosa accade quando le aspettative vengono disattese?

Nel momento in cui un’aspettativa non si realizza è facile provare delusione, rabbia, tristezza o un senso di fallimento personale. Questo si verifica perché il nostro cervello si era già prefigurato un determinato scenario, generando un anticipo di gratificazione emotiva. La disillusione arriva quindi come un vero e proprio “vuoto emotivo”. 

Tuttavia, è importante ricordare che non è sbagliato avere aspettative, poiché il loro ruolo è quello di prepararci al futuro e spingerci a pianificare, ma è essenziale imparare a dare loro il giusto peso. 

Ridimensionarle non significa annullarle, bensì trovare un equilibrio che ci permetta di affrontare con maggiore flessibilità i cambiamenti e gli imprevisti. Infatti, se ci interroghiamo su cosa vuol dire non avere aspettative, ci accorgiamo che significa smettere di attribuire alle situazioni o alle persone un carico eccessivo di previsioni e desideri, aprendosi invece all’accettazione della realtà.

Come ridimensionare le aspettative?

Per ridimensionare le proprie aspettative è possibile: 

  • coltivare la consapevolezza dei propri desideri e bisogni, distinguendo tra ciò che è possibile e ciò che è irrealistico. Riflettere sui propri desideri e bisogni, chiedendosi se sono realistici, può aiutare a stabilire aspettative più equilibrate
  • praticare la gratitudine per ciò che si ha nel presente, invece di concentrarsi su ciò che manca. Questo aiuta a evitare il vuoto emotivo derivante dalle aspettative non soddisfatte
  • accettare che gli altri e le situazioni non sono sempre sotto il nostro controllo.

Non avere aspettative: cosa vuol dire?

Non avere aspettative non significa rinunciare a sperare o desiderare che si verifichi qualcosa, ma piuttosto imparare a vivere senza essere schiavi delle previsioni. Si tratta di un approccio che è utile per farci rimanere aperti e adattabili alle varie situazioni, riducendo il rischio di frustrazione nel momento in cui le cose non vanno come immaginato.

Per esempio, imparare a non avere aspettative in amore può significare concentrarsi sul valore della relazione nel presente, senza idealizzare o pretendere la perfezione. Si tratta di un esercizio di equilibrio che richiede consapevolezza ma che come benefici offre non solo una riduzione dell’eventuale frustrazione caus ata dalle aspettative, ma anche un miglioramento della qualità della relazione stessa.

Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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