L’attività onirica assolve a diverse funzioni psichiche importanti e fornisce la possibilità di trasformare il pensiero e le emozioni. Ad oggi, il sogno non è visto più solamente come una modalità per soddisfare o far emergere desideri dell'inconscio come si riteneva agli inizi del ‘900, ma ha anche altri compiti. Vediamoli insieme in questo articolo.
Sigmund Freud, nel terzo capitolo de “L’interpretazione dei sogni” scriveva:
“il sogno non è privo di senso, non è assurdo. Il sogno è un fenomeno psichico pienamente valido e precisamente l’appagamento di un desiderio; va inserito nel contesto delle azioni psichiche della veglia, a noi comprensibili”.
Funzioni che caratterizzano il sogno
Il sogno è un fenomeno collaterale di un’attività mentale che presiede specifiche funzioni, di cui tre sono considerate quelle principali: la comunicazione interemisferica, la manutenzione dell’Io e il problem solving.
La comunicazione interemisferica
Ogni emisfero ha un proprio linguaggio. L’emisfero sinistro, attivo durante la veglia, nel sonno trasmette le informazioni all’emisfero destro ed è specializzato:
- nella traduzione della percezione del mondo circostante in rappresentazioni logiche, semantiche e fonetiche;
- nella comunicazione con la realtà sulla base di una interpretazione dei fenomeni in chiave logico-analitica.
L’emisfero destro, invece, è altamente sviluppato per cogliere nella loro totalità contesti, configurazioni e strutture complesse. Di conseguenza, le informazioni provenienti dall’emisfero sinistro assumono una forma completamente differente quando vengono trasmesse all’emisfero destro che “condensa” la moltitudine particolareggiata delle notizie in un “tutt’uno”.
La manutenzione dell’Io
Il sogno permette di reintegrare le capacità della mente di affrontare la vita relazionale e quella intrapsichica, elaborando tutti i contenuti di cui si è fatta esperienza durante la veglia. Il lavoro onirico permetterebbe la "disintossicazione" dall’eccesso di percezioni e stimoli percepiti durante la giornata, effettuando una "ristrutturazione" dell'equilibrio individuale.
J. A. Hobson, psichiatra statunitense e direttore del Laboratorio di Neurofisiologia presso il Massachusetts Mental Health Center, ha indagato il lavoro del sogno come consolidatore delle tracce della memoria, che viene “riascoltata” e fissata nei suoi elementi significativi. In questa visione il sogno può essere considerato come il “guardiano dell’apparato psichico”. Il lavoro onirico ha quindi un importante compito di manutenzione dell’Io:
- consolida nella memoria i vissuti dei giorni precedenti;
- permette una disintossicazione dagli ingombranti pensieri prodotti dalla mente nelle giornate precedenti.
Problem solving
Secondo Francisco J. Varela, neurobiologo di Harvard, il sogno
“è la dimensione in cui gli esseri umani possono intraprendere una rappresentazione immaginaria, provare scenari diversi ed escogitare nuove possibilità; uno spazio innovativo in cui possono manifestarsi nuovi schemi e nuove soluzioni, e dove qualsiasi nuova esperienza può essere rielaborata. Il sonno ci fornisce uno spazio in cui non dobbiamo far fronte all’immediato e dove possiamo invece reinventare, rielaborare e ripensare. Si tratta di una sorta di ripetizione che ci permette di maturare nuove opzioni”.
Sogno: intuizione ed emozione
Sulla base di questa teoria, alcuni studiosi hanno potuto validare le proprie ipotesi scientifiche. Un esempio è rappresentato da Otto Loewi che, grazie a un sogno, intuì l’esperimento per dimostrare l’importante ruolo dell’acetilcolina come neurotrasmettitore, vincendo il premio Nobel per la Medicina nel 1936.
Insieme all’intuizione, è importante dare valore alle emozioni provate al momento del risveglio, poiché permettono di leggere il sogno con le giuste “lenti”: il sogno, in base all’emozione provata al risveglio, può assumere diversi significati.
Breve racconto di un sogno
Walter fece il seguente sogno:
“Sono nella doccia e sento una strana presenza che mi sta cercando e chiamando. Ho paura. Da una parte del muro della doccia si apre un passaggio segreto, simile a una porta scorrevole, che mi appresto a richiudere. Il passaggio si riapre e mi accorgo che non si apre da sé, ma viene aperto da un essere che si trova dall’altra parte della porta che insiste nel volermi mostrare qualcosa. Mi rendo conto che quell’essere non era sconosciuto, era come se fosse antico, come se lo conoscessi da tempo, da tempo sapevo che era lì. Mi invita ad entrare e io accetto. Entrando da questo passaggio segreto mi trovo in un corridoio che porta alla camera di quell’essere (che in quel momento penso sia l’incarnazione dell’angoscia). Quest’ultimo mi mostra la stanza in cui viveva e mi rendo conto che ha vissuto da sempre in casa mia”.
L’interpretazione del sogno di Walter
Il risveglio è stato sereno e Walter ha potuto pensare all’angoscia non più come una sensazione da scacciare, ma da accettare. Il desiderio che è stato soddisfatto mediante il sogno è l’accettazione dell’angoscia come presenza non sempre destabilizzante degli equilibri relazionali.
Conoscendo il luogo in cui viveva “angoscia” e sapendo che da sempre era vissuta lì, la sua presenza ha perso l’eccessivo potenziale negativo permettendo a Walter di vivere la dinamica relazionale con maggiore serenità. La comunicazione interemisferica ha permesso la trasformazione dell’angoscia provata durante la giornata e dei pensieri ad essa associati.