In Egitto, dopo la morte e prima della mummificazione, ogni organo veniva riposto in un vaso con la forma della testa di un animale, a significare che ad ogni parte del corpo corrispondesse una divinità e in esso fosse riposta la sua intelligenza. Oggi ricordiamo di avere un corpo soltanto quando inizia a cadere a pezzi e lo malediciamo senza renderci conto che può comunicare con noi, rivelandoci i nostri bisogni attraverso la propria voce interiore: il sintomo.
La parola “sintomo” deriva dal greco symptoma e significa “coincidenza, avvenimento fortuito”. La composizione della parola, letteralmente, ha il significato di “cadere insieme” e suggerisce la sensazione di precipitare e la perdita dell’equilibrio.
Per la psicologia junghiana il sintomo è teleologico, cioè ha uno scopo, è una soluzione creativa che permette la trasformazione. Una psiche malata, sofferente e tormentata impone un arresto e una resa. Quando i nostri bisogni vengono rinnegati, arriva il sintomo, affinché quella parte non riconosciuta possa trovare spazio di espressione e realizzazione.
Accade così che anche i desideri inconsci e gli impulsi in contrasto con la coscienza morale e con il modo in cui ci raccontiamo di dover essere, vengono rimossi e riemergono attraverso la malattia per esistere, per essere ascoltati ed integrati nella coscienza.
Il sintomo è una possibilità
Abituati a far scivolare la vita nelle routine e nei doveri, tralasciamo costantemente il corpo e l'anima, che sono invece strumenti muti per raggiungere i nostri fini. Grazie al dolore iniziamo:
- a osservarci;
- a sentire la nostra vulnerabilità;
- a riflettere su noi stessi.
Arriva così inaspettato il sintomo, che si insinua e arresta il nostro solito modo di muoverci nel mondo. Rompe un equilibrio per portare in quel ritmo di vita una presenza più consapevole di sé. Guardando in quella rottura e ascoltando il sintomo, possiamo ritrovare nuovi modi
- di essere;
- di riflettere sulla strada che stiamo percorrendo;
- di ritrovare una vita piena di senso.
Il sintomo è una voce che proviene dall’inconscio e catapulta la nostra attenzione dal mondo fuori al mondo dentro.
Dialogare con una voce interiore
Lottando contro il sintomo i nostri dolori potranno placarsi, anestetizzati dai farmaci, ma torneranno a farci visita in altre vesti, più prepotenti e invalidanti. Al contrario, attivando un percorso dialettico con il sintomo, esso può mostrarci una nuova via: se ci facciamo condurre, potremo ristabilire una nuova armonia.