Fobie

Fobie di oggetti e pandemia

Fobie di oggetti e pandemia
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Federica Dessolis
Redazione
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Unobravo
Pubblicato il
7.2.2020



La fobia è una paura smisurata nei confronti di qualcosa che non costituisce un pericolo reale. La persona fobica, alla vista dell’oggetto, inizia ad avvertire nausea, vertigini, tachicardia, maggiore sudorazione e altri sintomi fisici. Si sperimentano attacchi di ansia e terrore e si presentano sia fastidiosi pensieri ricorrenti che l’evitamento delle situazioni temute. In questo articolo ti parlerò di fobie di oggetti e pandemia, particolarmente invalidanti in questo periodo storico.

La persona fobica ha un funzionamento simile alla persona ansiosa e, per questa ragione, ha reazioni simili ad essa come, ad esempio, l’evitamento. A furia di evitare lo stimolo temuto, però, si diventa schiavi della strategia stessa. Infatti, evitare le situazioni temute rinforza l’idea che queste siano effettivamente pericolose e ci si convince gradualmente di non essere in grado di fronteggiarle.

Si attiva un vero e proprio circolo vizioso che conduce inesorabilmente ad un abbassamento dell’autostima. Ci si sente incapaci e inadeguati ad affrontare alcune situazioni, come se non si possedessero le competenze di base per risolvere i problemi della vita quotidiana.

 

Fobie specifiche

Parliamo di fobia specifica quando il timore/terrore è indirizzato ad una particolare categoria di stimoli. Si possono temere alcuni animali palesemente inoffensivi (come i ragni nell'aracnofobia o gli insetti nell'entomofobia), alcuni oggetti (esempi sono la megalofobia e la fobia delle parole lunghe) o eventi (ad esempio vomitare nella fobia del vomito o la morte, nella tanatofobia) e anche le relazioni sociali.

Un caso particolare è quello della paura dei buchi. Nonostante le sia stato attribuito il nome di tripofobia, questo disturbo non sarebbe una vera e propria fobia, perché è legata principalmente all’emozione del disgusto, piuttosto che all'ansia.

La vita di queste persone viene compromessa e, dal punto di vista relazionale, si rischia di rimanere isolati. In questo modo si intacca ulteriormente il proprio senso di autoefficacia cioè, per utilizzare la definizione dello psicologo Albert Bandura, la consapevolezza di essere capace di dominare specifiche attività, situazioni o aspetti del proprio funzionamento psicologico o sociale.

samer daboul - Pexels

Fobie di oggetti

Fra le varie fobie abbiamo le fobie di oggetti. L'ansia da covid ha contribuito alla diffusione di alcune fobie specifiche, che analizzeremo nel dettaglio:

  • belenofobia: fobia degli aghi;
  • mascafobia: fobia delle maschere;
  • bacillofobia: paura dei microbi.

 

Belenofobia

Tra le più note fobie di oggetti si distingue la belenofobia, ossia la fobia degli aghi.
Una fobia che si rivela invalidante nel momento in cui ci si deve sottoporre a prelievi, iniezioni e cure mediche in senso ampio. In molti casi, la sola vista di un ago scatena una serie di spiacevoli reazioni fisiche, come tachicardia ed eccessiva sudorazione. Spesso si temono le eventuali conseguenze del venire a contatto con gli aghi, come la possibilità di avere perdite ematiche o di riportare ferite.

 

Mascafobia

Altra fobia di oggetti abbastanza invalidante in periodo di pandemia è la fobia delle maschere. Anche se originariamente ci si riferisce alle maschere che coprono l’intero volto, celandone le espressioni e le manifestazioni emotive, anche le mascherine chirurgiche provocano reazioni abbastanza inficianti. Esse, oltre a celare il viso, distorcono il suono della voce e ostacolano la comunicazione.

Anna Shvets - Pexels

Bacillofobia

La fobia dei microbi è abbastanza frequente, negli ultimi anni ha aumentato notevolmente l’impatto sulla vita di chi ne soffre. Possiamo definire i microbi come oggetti? Forse no, ma questa definizione è utile per descrivere meglio come in questo periodo le fobie stanno diminuendo la qualità della vita di molte persone.

Ricordati sempre che avere paura di un oggetto non significa per forza averne fobia. La fobia può essere definita tale se la paura è immotivata o esagerata al punto da condizionare semplici azioni della vita quotidiana.

 

Curare le fobie

Cosa si può fare per curare le fobie di oggetti? La psicoterapia cognitivo comportamentale è riconosciuta dall’OMS come terapia d’elezione per trattare questi disturbi.

Essa si avvale di una serie di tecniche che hanno l’obiettivo di abbassare la reazione fisiologica (sudorazione, tachicardia, eccetera) attivata dagli stimoli temuti, così da poter poi lavorare più in profondità sulle cause del problema e sui fattori che lo mantengono attivo.

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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