L’endometriosi è una condizione molto frequente e si stima che colpisca il 10-20% delle donne in età fertile. Tuttavia, se ne parla ancora poco. Che cos’è l’endometriosi? Quali sono i suoi sintomi? Esiste una cura? È possibile pensare ad una gravidanza? E, in tutto ciò, cosa c’entra la psicologia? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
La parola endometriosi deriva da “endometrio”, ovvero il tessuto che riveste l’utero femminile. Normalmente, le cellule di questo tessuto si trovano appunto all’interno dell’utero. Nell’endometriosi, invece, queste cellule sono posizionate all’esterno e creano un’infiammazione cronica benigna.
Quali sono i sintomi dell’endometriosi?
In alcuni casi, l’endometriosi si presenta come patologia asintomatica: la donna non si accorge di soffrirne poiché non prova alcun disturbo. Nella sua forma sintomatica si manifesta invece con:
- dolori molto intensi durante il periodo mestruale e premestruale, spesso non trattabili con antidolorifici
- dolore durante i rapporti sessuali.
Esiste una cura?
In base al livello di gravità della malattia, esistono diverse possibilità di cura. Può essere d’aiuto un’alimentazione mirata, i farmaci o un intervento chirurgico. Approfondiamo le diverse opportunità di cura.
Quando ci aiuta l’alimentazione
Il dolore causato dall’endometriosi può essere ridotto e controllato grazie all’assunzione di cibi con proprietà antinfiammatorie e disintossicanti. Fondamentali risultano anche le fibre, che influenzano il funzionamento degli estrogeni e degli organi da loro dipendenti, come l’endometrio. Tra i cibi consigliati ci sono dunque: cereali, legumi, verdura e frutta fresca.
Importanti anche i cibi ricchi di Omega 3 che aiutano a ridurre le infiammazioni. Consigliati quindi anche pesce azzurro e semi di girasole, di zucca o di lino.
Quando servono i farmaci
Quando è presente una sintomatologia e la donna presenta disturbi e dolori durante il ciclo mestruale, è possibile ricorrere ad una terapia farmacologica a base di progestinici, che consente di tenere a bada il dolore. La terapia del dolore non va confusa con le cure palliative, che hanno la finalità di migliorare la qualità della vita quando la malattia non può essere più curata.
Quando serve la chirurgia
La possibilità di intervenire chirurgicamente deve sempre essere valutata in modo attento e scrupoloso da parte di esperti professionisti. La chirurgia infatti viene utilizzata solo quando non ci sono alternative praticabili.
L’intervento chirurgico consente di asportare l’endometrio tramite laparoscopia, senza risultare invasivo per l’apparato genitale della paziente. Tuttavia, essendo un intervento delicato, è bene che sia sempre praticato da medici esperti e sensibili, in modo da scongiurare possibili complicazioni.
Quando non è necessaria una cura
Quando l’endometriosi è asintomatica, non causa problemi alla donna e non è in progetto una gravidanza, è possibile condurre una vita del tutto normale tenendo monitorata la situazione con periodici controlli medici.
Posso diventare mamma?
Avere l’endometriosi non significa essere sterili: le probabilità di rimanere incinta sono più basse ma diventare mamma si può. Conta molto la precocità della diagnosi: quanto prima si scopre e si tratta la patologia, tanto più facile sarà poter cercare una gravidanza.
Che cosa c’entra la psicologia?
L’endometriosi non è soltanto una patologia fisica ma colpisce l’identità femminile dal punto di vista soggettivo, relazionale, sessuale e sociale. Ecco perchè l'endometriosi, come altre, patologie mediche, viene studiata anche all'interno della psicologia della salute.
Spesso, infatti, le donne affette da endometriosi presentano una maggiore fragilità psicologica causata da:
- riduzione della qualità di vita: a causa del dolore cronico, si possono verificare difficoltà nella mobilità, nella gestione delle attività quotidiane oltre che nella cura di sé e della casa;
- diminuzione delle relazioni sociali: a causa dei sintomi fisici e della preoccupazione ad essi connessa, è possibile che vi sia un umore deflesso e, di conseguenza, una minore spinta ad intraprendere relazioni sociali;
- sentimenti di inadeguatezza, legati soprattutto alle difficoltà nei rapporti sessuali, che possono far sentire la donna inadeguata e “non all’altezza”. Inoltre, può risultare molto doloroso fare i conti con la propria immagine di sé come madre, complicata o mutilata a causa della malattia;
- tensioni all’interno della coppia, principalmente dovute allo stress accumulato e delle difficoltà nei rapporti intimi.
È chiaro che non si tratta di leggi assolute: ad esempio, il partner può essere di grande supporto. In alcuni casi, l’essere in coppia fa sì che si sviluppino strategie migliori per affrontare la malattia: secondo gli studi, ciò che più funziona è la sensazione di combattere insieme unita alla possibilità di affidarsi ad un caregiver.
Tuttavia, considerando il forte impatto psicologico dell’endometriosi, può essere importante considerare un supporto psicologico che possa aiutare ad accettare e gestire la situazione.