Benché nel nostro paese siano affette da endometriosi tre milioni di donne circa, la diagnosi è nel 30-40% dei casi accidentale e avviene durante controlli ginecologici di routine o controlli specialistici eseguiti per altre patologie. L’endometriosi è infatti spesso una patologia asintomatica; tuttavia, lo stadio in cui avviene la diagnosi e l’intensità dei sintomi, determinano l’influenza che questa avrà sulla vita della donna.
I sintomi dell’endometriosi sono:
- dolore pelvico cronico, soprattutto durante il ciclo;
- dolore ovarico intermestruale, cioè durante l’ovulazione;
- dolore nel momento dell’evacuazione;
- dolore lombare;
- dolore durante o dopo i rapporti sessuali;
- stato di affaticamento cronico;
- problemi intestinali: alternanza di stitichezza e diarrea;
- infertilità o difficoltà a raggiungere una gravidanza.
Questi sintomi possono essere confusi e sottovalutati. Solo una visita ginecologica ed esami strumentali specifici come ad esempio ecografia, RMN, clisma opaco, potranno portare ad una diagnosi definitiva.
Aspetti psichici associati
Gli aspetti psichici associati a tale patologia sono generati sia dalle difficoltà di un dolore spesso cronico sia all’impatto che questo ha sulla qualità di vita e sulla sfera progettuale.
Le principali difficoltà che spesso riscontra una donna affetta da endometriosi sono:
- difficoltà nella gestione del dolore presente quotidianamente;
- sentimenti di ansia, paura, preoccupazione;
- presenza di un forte senso di frustrazione, di impotenza, di colpa e vergogna;
- alterazioni del tono dell’umore;
- senso di solitudine e difficoltà relazionali;
- difficoltà sessuali e di coppia;
- disturbi del sonno;
- alterazione dell’immagine corporea;
- ricerca e definizione di una nuova idea di maternità.
Alla sofferenza fisica si affianca così un forte senso di solitudine, incomprensione e frustrazione nati dalla mancanza di sensibilità, di informazione e di riconoscimento da parte del mondo che circonda la donna
L’impatto sulla relazione di coppia
All’interno della coppia si scontrano sentimenti contrastanti che causano sofferenza e frustrazione in entrambe le parti e sono molto difficili da gestire.
Nella donna scaturiranno senso di colpa ed inadeguatezza per non essere in grado di accogliere il proprio partner come si vorrebbe, ma anche rabbia e solitudine per il non sentirsi capite. Allo stesso tempo, l’uomo sarà combattuto tra il desiderio di stare con la propria donna, la paura di farle male e la frustrazione causata magari da una lunga astinenza.
La sfera progettuale della coppia che sognava di costruire una famiglia viene fortemente minata dalle possibili difficoltà che questa patologia può causare nella fase di concepimento. In questi casi è fondamentale che nella coppia ci sia ascolto attivo, apertura ed accettazione delle proprie ed altrui emozioni.
Cosa può fare lo psicologo
Quanto detto rende evidente l’importanza di sostegno psicologico:
- nell’immediato per supportare la paziente al momento della diagnosi;
- a lungo termine per monitorare l’impatto che la malattia ed i trattamenti hanno sulla qualità di vita della donna sia nell’area della salute fisica sia nell’area affettivo relazionale.
Le pazienti affette da endometriosi hanno bisogno di uno spazio di ascolto dove:
- affrontare le problematiche relative l’insorgenza della malattia, l’attesa della diagnosi e l’accettazione della stessa;
- vengano legittimate e validate emozioni suscitate dalla malattia (come angoscia, vergogna, colpa e rabbia, calo dell’autostima) e problemi legati all’immagine corporea ed alla femminilità.
Il lavoro del terapeuta è quello di trovare assieme al paziente un nuovo equilibrio attraverso nuove strategie di gestione emotiva e relazionale. Lo psicologo può inoltre intervenire attivamente sulla gestione del dolore attraverso tecniche specifiche di meditazione, visualizzazione e desensibilizzazione.