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L’educazione all’affettività e alla sessualità per bambini e adolescenti

L’educazione all’affettività e alla sessualità per bambini e adolescenti
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Elisa Vezzaro
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento orientamento integrato psicoanalitico e sistemico
Unobravo
Pubblicato il
9.1.2024

L’educazione all’affettività, quindi ai sentimenti (i propri e quelli che scaturiscono dai rapporti con gli altri) può giocare un ruolo fondamentale per il nostro benessere.  Ma che cosa s'intende con educazione all'affettività? Si tratta di un insieme di strategie educative che mirano a:

  • far sviluppare un insieme di abilità e di comprensioni essenziali per chiunque
  • far acquisire competenze emozionali e sociali fondamentali, come il controllo degli impulsi e dell’espressione assertiva di emozioni come la rabbia 
  • trovare soluzioni creative a situazioni complesse.
educazione affettiva
Katerina Holmes - Pexels

L’educazione affettiva

Come abbiamo accennato a proposito del significato di educazione all’affettività, ci muoviamo nel campo delle emozioni e, soprattutto, della consapevolezza di esse. Le difficoltà che emergono nel corso della vita di ciascuno variano a seconda delle età: nei bambini più piccoli si può avere a che fare con sentimenti di svalutazione, prese in giro e paure, per passare poi alla delusione e preoccupazione di essere esclusi dal gruppo dei pari.

Tutti questi sono temi molto importanti, ma spesso passano in sordina, bisbigliati a ricreazione o in autobus, o ancora taciuti: il più delle volte i ragazzi infatti tengono per sé questi moti interni, rimuginando da soli durante la notte, senza parlarne con nessuno: ecco che educare all’affettività può aiutare a far sì che tutti questi argomenti possano diventare “argomenti del giorno”.

L’educazione all’affettività lavora sullo sviluppo dell’intelligenza emotiva e dell’empatia, ma anche sulla gestione delle emozioni e la consapevolezza di sé. Fondamentale, in un progetto sull’affettività, è considerare anche il legame tra affettività e sessualità e le differenze che intercorrono tra esse.

Educazione all'affettività nella scuola primaria

Aiutare il bambino a crescere in modo emotivamente equilibrato è un compito complesso. Basandoci sull’esperienza clinica nel lavoro con bambini e adolescenti, oltre che sul confronto con numerosi insegnanti, possiamo affermare che nella scuola troviamo un numero sempre maggiore di alunni che presentano difficoltà comportamentali ed emotive. 

Basti pensare a problematiche quali:

solo per citare alcune tra le più frequentemente riscontrabili in ambito scolastico.

All’interno della scuola primaria, l’educazione all’affettività viene promossa tramite progetti che danno ampio spazio a strumenti quali storie e fiabe, per entrare con delicatezza in contatto con gli aspetti più profondi dei bambini, farli immedesimare nei personaggi che incontrano mentre cercano una modalità per affrontare i problemi legati alla sfera della loro quotidianità.

Educare all'affettività con le storie aiuta a creare infatti una cornice in cui tempo e giudizio risultano sospesi, permettendo così al bambino di assumere punti di vista differenti rispetto a una situazione che potrebbe vederli protagonisti anche nella realtà. 

Così facendo i bambini si rendono conto che le preoccupazioni, i dubbi e le paure che li riguardano vengono sperimentati anche da tanti altri compagni di classe e questo getta le basi per creare uno spazio di confronto in cui:

  • si dà voce ai loro problemi
  • si impara a riconoscere le proprie emozioni
  • si interiorizzano il rispetto delle regole e dei confini 
  • si potenzia la capacità di entrare in relazione con l’altro, valorizzando i diversi aspetti che caratterizzano ciascuna persona.

In questo senso, allora, l’educazione all’affettività diverrebbe il metodo attraverso cui le emozioni potranno essere considerate come vere e proprie materie disciplinari, e non più solamente come intrusioni non pertinenti all’interno dell’ambiente scolastico. 

Infatti, solo se le esperienze vengono ripetute nel tempo il cervello le accoglie come abitudini consolidate,  ne attingerà in momenti di frustrazione, sofferenza o difficoltà. E anche se i contenuti di queste lezioni potrebbero sembrare banali, il risultato è più importante che mai per il nostro futuro.

educazione sessuale e affettiva
Cottonbro Studio - Pexels

Affettività e sessualità in adolescenza

Come ci insegna la psicologia dell’adolescenza, questa fase di vita rappresenta un transito molto difficile, forse il più doloroso della storia di un individuo: tutto appare momentaneo, ambiguo e precario e le paure che squarciano la società in cui gli adolescenti si trovano a vivere oggi, fondano le loro radici nella fragilità dei rapporti umani, generando uno stato di incertezza che può diventare paralizzante.

Essendo le emozioni strettamente collegate con la mente e il corpo, si comprende come educare all’affettività e alla sessualità vada al di là della mera presa di consapevolezza delle caratteristiche e modifiche fisiche e somatiche di cui sono protagonisti i ragazzi.

È importante spiegare ai ragazzi quali sono le differenze tra affettività e sessualità, per favorire maggiore consapevolezza di sé e degli altri. Il focus principale rientra infatti nella sfera degli aspetti psicologici, sociali e culturali della sessualità: orientamento sessuale, incontro con l’altro e con il proprio corpo, paure (come la paura del contatto fisico), stereotipi di genere, rischi, consenso sessuale, ecc.

Alcuni tra i più efficaci programmi di educazione affettiva nelle scuole medie sono stati sviluppati in risposta a un problema specifico, e cioè quello della violenza: di fondamentale importanza infatti, è il fatto che i ragazzi si rendano conto che, oltre alla passività e all’aggressività, esistono molte altre alternative per gestire e affrontare i conflitti. 

Educare all'affettività per prevenire il bullismo, l’aggressività e la violenza, significa poter dare ai ragazzi strumenti per imparare a difendere i propri diritti senza ricorrere all’aggressività, attraverso l’autoconsapevolezza emotiva, l’espressione delle emozioni, l’empatia e la gestione funzionale dei rapporti tra pari.

Speciale attenzione richiede un aspetto strettamente legato a queste capacità, ovvero quello dei risultati scolastici: in un’epoca in cui i ragazzi si vedono così in difficoltà a guardarsi dentro e a comprendere i loro turbamenti, di concentrarsi, di contenere i loro impulsi, qualunque cosa rafforzi queste abilità contribuirà alla loro educazione.

Risulterà perciò chiaro che chiunque abbia a che fare con i ragazzi possa dare il suo prezioso contributo all'educazione alla sessualità e all’affettività: insegnanti professori, allenatori e, non per ultimi, i genitori.

La famiglia infatti rappresenta ancora uno spazio in cui prima il bambino e successivamente l’adolescente può trovare conforto rispetto alle sue paure e incertezze, può sperimentare le prime interazioni e si può confrontare, attraverso un dialogo aperto, rispetto a temi quali l’identità, il rispetto, l’innamoramento, le relazioni con l’altro.

I bisogni affettivi

Ma quali sono i bisogni affettivi? Nella primissima relazione con l’adulto di riferimento, troviamo la genesi dei principali bisogni affettivi primari universali:

  • cura
  • sicurezza
  • autonomia
  • espressione delle proprie emozioni
  • gioco.

Le mancanze e le lacune che si possono verificare nei seguenti ambiti, creano delle ferite (nei casi gravi possono causare veri e propri traumi infantili) che successivamente, se prolungate nel tempo, possono dare luogo a delle vere e proprie alterazioni o disturbi dell’affettività come la dipendenza affettiva. Come possono essere soddisfatti tali bisogni?

Stabilità, cura e accettazione

Questo bisogno è soddisfatto se l’individuo (o il bambino, in questo caso) percepisce di essere “pensato” dalle figure di accudimento, che si prendono cura di lui in maniera affettuosa e sensibile. In questo modo il bambino si sente da subito protetto e amato nella sua unicità.

Autonomia, competenza e senso di identità

Questo bisogno può essere soddisfatto se ci si percepisce autosufficienti. Questa autosufficienza può essere raggiunta quando si è stimolati a provare a cimentarci in situazioni non note, sentendoci comunque sicuri poiché percepiamo che l’altro è vicino e ci sostiene, senza tuttavia essere intrusivo. 

Bisogno di competenza e identità

Il bisogno di competenza riguarda la necessità di poter percepire il senso di autoefficacia, ricevendo feedback positivi dall’esterno e in particolare da parte delle persone per noi importanti e significative.

Il bisogno di costruirsi un senso di identità è soddisfatto quando si è in grado di percepirsi “altro” rispetto all’Altro, quindi con un’identità propria rispetto alle figure di riferimento, con i conseguenti spazi, tempi, interessi e scelte compiute in autonomia e, in tal senso, slegate dal volere e dalla personalità altrui.

Libertà di esprimere i propri bisogni e le emozioni

Questo bisogno è soddisfatto quando l’espressione delle proprie emozioni e dei propri affetti non è giudicata o punita, ma stimolata, incoraggiata e sostenuta dall’altro.

Limiti realistici e autocontrollo

Si tratta del bisogno che l’altro significativo imponga regole, argini e modelli che insegnino a tollerare la frustrazione e a controllare gli impulsi. Paradossalmente infatti, un adulto che non pone un freno agli affetti del bambino (siano essi positivi o negativi) viene percepito dallo stesso come “spaventante”, poiché lascia il bambino o l’adolescente preda dei suoi stessi moti interni.

Spontaneità e gioco

Perché questo bisogno sia soddisfatto, dobbiamo far esperienza di un contesto in cui sia data importanza al gioco, alla fantasia e allo svago, con l’obiettivo primario di dare spazio all’immaginazione, per sperimentare nuovi contesti di interazione e sfida personale.

Affettività inadeguata e alterazioni dell’affettività

Quando parliamo di affettività inadeguata, non possiamo non prendere in considerazione tutte le alterazioni che possono colpire la sfera affettiva. Di seguito vediamo brevemente nel dettaglio queste alterazioni.

Labilità affettiva

Con il termine di labilità affettiva intendiamo dei repentini cambi nel tono dell’umore con frequenza molto ravvicinata e con sfumature diverse o addirittura opposte (per esempio momenti di estrema positività a momenti di estremo pessimismo). Quando invece notiamo un’incapacità di contenimento emotivo, ci riferiamo a tutte quelle situazioni in cui una persona trova difficoltà nella gestione di forti e intense emozioni, nei confronti delle quali si sente “inerme”, sopraffatto.

Al polo opposto di questo continuum, si trovano tutte le situazioni di apatia, che possiamo rappresentare metaforicamente come un velo che copre tutte le sensazioni e gli affetti che si potrebbero potenzialmente provare, portando la persona in uno stato di indifferenza, “freddezza”, neutralità disarmante nei confronti di tutto quello che scaturirebbe, in situazioni di normalità, in una qualsiasi emozione.

Rigidità affettiva

Ben diversa è la rigidità affettiva, caratterizzata da una moderata capacità di modulare le emozioni: risulta difficoltoso in questi casi passare da un’emozione all’altra nel momento in cui il contesto si modifica (per esempio la persona rimane triste anche se accadono situazioni positive o divertenti). In altre parole quindi, la persona non è in grado di modificare il tono dell’umore a seconda della situazione, rimanendo “incastrata” e bloccata allo stato precedente.

Dissociazione affettiva

Ultima ma non per importanza, la dissociazione affettiva: la persona che sperimenta questa alterazione affettiva ha la percezione di essere “distaccata”, “alienata” nei confronti di un vissuto che non scatena le emozioni che normalmente susciterebbe. Vi è dunque una discrepanza tra evento o situazione ed emozione vissuta (per esempio colui che racconta un trauma subito in maniera fredda o, addirittura, sorridendo).

affettività e disabilità
Ivan Samkov - Pexels

Affettività, sessualità e disabilità

L’affettività e sessualità nella disabilità si delineano come un tema molto complesso: molti studiosi sono portati a pensare che non solo ragazzi con disabilità siano mossi dalle stesse paure e problematiche dei ragazzi normodotati, ma che i comportamenti sessuali problematici da loro dimostrati, siano conseguenza non tanto della loro disabilità ma di una mancanza di educazione affettiva e sessuale nella loro formazione.

Inoltre sembra proprio che spesso la disabilità di queste persone non dia loro la possibilità di mostrarsi come persone caratterizzate dal bisogno di un’identità sessuale, quasi come se il deficit negasse i loro bisogni sessuali. I pregiudizi e lo stigma, molto presenti ancora purtroppo nella società, andrebbero quindi a minacciare l’autonomia delle funzioni affettive e sessuali delle persone con disabilità facendole apparire “asessuate” e “schiacciate” in una situazione di eterna dipendenza.

Quindi, quali soluzioni ci sono per garantire il rispetto dei diritti della persona con disabilità? Indubbiamente i percorsi di educazione affettiva e sessuale sono di fondamentale importanza per le persone con disabilità e le loro famiglie, ma c’è bisogno anche di una parte pratica, di confronto e contatto con l’altro.

L’assistente affettivo-sessuale sembrerebbe una figura professionale molto utile: specificamente formata, offrirebbe percorsi specifici per ciascuna persona e ciascun ambiente famigliare, collaborando in stretta sintonia con equipe di psicoterapeuti, sessuologi e medici.

Si tratterebbe di una figura innovativa, che potrebbe far riscoprire la dimensione ludica, relazionale ed etica dell’educazione sessuale, andando ad agire non solo sul mero piano “meccanico” sessuale, ma promuovendo attentamente anche l’educazione sessuo-affettiva.

Si tratta di un percorso culturale, che ci ricorda che vivere la sessualità non si può limitare all’atto in sé, ma che affettività e sessualità sono legate e concorrono a formare la dimensione relazionale dell’essere umano, qualunque sia la sua diversità e unicità.

Affettività e sessualità nello spettro autistico

L’affettività e sessualità nell'autismo richiedono specifiche strategie su come educare al sesso con efficacia e una buona capacità di relazione e di comunicazione, aree spesso molto compromesse e fragili nelle persone con disturbi dello spettro autistico.

Le difficoltà principali che si potrebbero riscontrare, infatti, sono legate al fatto che spesso vengono manifestati comportamenti sessuali inappropriati, che vanno dalla scarsa igiene personale al parlare in pubblico di cose provate, mostrare comportamenti che provocano disgusto, non comprendere il rifiuto, fino a mostrare comportamenti che coinvolgono zone del corpo o atteggiamenti sessuali. 

Questi aspetti mettono le persone con diagnosi di autismo in situazioni che vanno dal rischio di reati sessuali (stalking, esibizionismo, molestie) alla possibilità di incorrere in situazioni di violenze e abusi.

Per questi motivi, è essenziale proteggere sin da subito bambini e adolescenti caratterizzati da questa diagnosi, evitando la loro “infantilizzazione” e adottando interventi che tengano conto della loro età cronologica e che possano promuovere l’autonomia nelle principali sfide personali che la persona si troverà ad affrontare, come la gestione dell’igiene del corpo e la cura di sé.

In questo senso appaiono di fondamentale importanza programmi di educazione sessuale e affettiva che andrebbero introdotti da subito nel progetto individualizzato scolastico, cosicché i ragazzi, sin da piccoli, possano lavorare su questi aspetti e avere la possibilità di utilizzare in futuro strumenti adeguati per gestire la sfera affettiva e sessuale.

Le persone appartenenti allo spettro autistico necessitano di un programma di intervento strutturato, nelle relazioni sociali così come nelle relazioni intime. Spesso il materiale sull’ educazione affettività in commercio necessita di essere adattato alle loro caratteristiche sensoriali, cognitive e comportamentali, nonché all’età cronologica.

L’intervento psicoeducativo può essere condotto in gruppo o individualmente e si basa:

  • sulla strutturazione di un contesto adeguato: dove, quando, con che strategie di insegnamento concrete (supporti visivi, tecniche di modellamento)
  • sull’individuazione di contesti realistici.

Gli argomenti che vengono affrontati in questi programmi di educazione sessualità e affettività sono quello delle amicizie, dell’intimità, della fisiologia dell'apparato sessuale, del ciclo mestruale e della gravidanza, delle emozioni e paure, dell’igiene personale e cura della persona, della prevenzione delle malattie sessuali, dei rapporti sessuali ecc. 

Tutti questi aspetti saranno in grado di porre la persona in uno spazio di maggior realizzazione personale e sicurezza.

terapia familiare
Shvets Production - Pexels

Educazione sessuale e affettiva: a chi rivolgersi?

Educare all'amore e all'affettività non è una cosa semplice. A chi possono rivolgersi allora i genitori se hanno difficoltà a educare all’affettività?  La psicologia viene in aiuto sia per le figure professionali come educatori e insegnanti, sia per i genitori stessi, per favorire lo sviluppo di competenze affettive ed emotive nei bambini. 

La scuola in questo senso offre spesso il terreno per lo sviluppo di progetti focalizzati proprio per promuovere questi aspetti: con l’aiuto degli psicologi e psicoterapeuti, si attuano infatti programmi educativi volti a favorire il benessere emotivo del bambino e dell’adolescente.

Nel contesto scolastico un percorso di educazione all'affettività costituisce un lavoro di “alfabetizzazione emozionale” che porta gli allievi a conoscere gli aspetti più rilevanti delle proprie emozioni. 

L’obiettivo è quello di lavorare affinchè siano potenziati quegli aspetti dell’intelligenza in grado di favorire un equilibrio nelle reazioni emotive. Bambini e ragazzi apprenderanno a utilizzare strumenti utili per interpretare e capire le proprie reazioni emotive per renderle più adattive e funzionali.

Quando si parla di affettività e sessualità nei bambini, nella preadolescenza e negli adolescenti, diventa estremamente preziosa la collaborazione delle loro famiglie e dei

docenti. Le azioni previste nell’ottica di supporto ai genitori e insegnanti possono svolgersi secondo diverse modalità. Vediamole meglio

Incontri a tema e percorsi formativi

Gli incontri hanno l’obiettivo di creare una predisposizione maggiore al confronto su tematiche sensibili e sulle difficoltà legate alla crescita. I percorsi formativi su tematiche sensibili, si possono attuare attraverso lezioni frontali e discussioni di gruppo.

Consulenze psicologiche individuali

Le consulenze psicologiche individuali sono utili per accrescere la consapevolezza di sé e delle emozioni, delle proprie risorse e capacità, per risolvere i problemi. In particolare, le consulenze psicologiche per docenti hanno lo scopo di sostenerli nella gestione di alunni “problematici” dal punto di vista comportamentale o emotivo, per far sì che vi sia la possibilità di conoscere strategie e metodi di approccio che possono risolvere atteggiamenti aggressivi, iperattivi o abulici e passivi e per apprendere strumenti di gestione dei conflitti anche attraverso le tecniche di comunicazione verbale e non verbale.

Interventi psicologici clinici con la famiglia

Questo genere di interventi ha lo scopo di contrastare le eventuali disfunzionalità delle dinamiche familiari (conflittualità, scambi comunicativi disfunzionali, separazioni etc.), sia attraverso il colloquio clinico, sia tramite test psicologici e questionari.

In questo modo, potranno essere tutelate le relazioni genitori-figli nelle fasi critiche di dissoluzione o rischio, garantendo un intervento a sostegno della genitorialità funzionale. Qualora emergesse la necessità, è possibile attivare anche percorsi formativi e di training su tematiche sensibili, attraverso lezioni frontali e discussioni di gruppo.

Educazione all’affettività: libri consigliati

Per approfondire il tema dell’educazione all’affettività, è possibile consultare la lista di libri che segue:

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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