Secondo l’AXA Mind Health Report 2023, gli italiani sono uno dei popoli meno felici al mondo anche se, sembra, nel nostro Paese si stia registrando un calo dei disturbi depressivi rispetto l’anno precedente. Rimane il fatto, però, che la depressione è uno dei disturbi che, secondo l’OMS già nel 2017 era “la principale causa di cattiva salute e disabilità in tutto il mondo.”.
Nel nostro articolo ci concentreremo sul disturbo depressivo maggiore, iniziando dal significato di depressione maggiore, per poi approfondire sintomi, cause e possibili cure, cercando di rispondere alle domande più frequenti su questo tema.
Cos'è la depressione maggiore
Con il termine depressione maggiore si intende una condizione di salute mentale che causa un umore persistentemente basso o depresso e una perdita di interesse per le attività che una volta portavano gioia.
Il disturbo depressivo maggiore può avere un impatto importante anche sul sonno, sull’appetito e sulle capacità di pensiero. La depressione maggiore costituisce una condizione cronica, ma tende a manifestarsi in episodi che possono durare diverse settimane o mesi.
Qual è la differenza tra episodio depressivo maggiore e disturbo depressivo maggiore? L’episodio di depressione maggiore viene definito come un periodo ben determinato, che ha un inizio e una fine, mentre il disturbo depressivo maggiore è caratterizzato da uno o più episodi depressivi maggiori.
Qual è la depressione più grave? La gravità della depressione varia da episodi lievi e temporanei di tristezza a depressione grave e persistente. La depressione maggiore rappresenta la forma più severa di depressione e, di solito, viene trattata con psicoterapia e psicofarmaci.
Quanto dura la depressione maggiore? La depressione maggiore non ha una durata ben precisa, in quanto il decorso differisce in modo significativo da caso a caso. In alcuni si arriva ad una remissione completa, in altri tende ad esserci una cronicizzazione del disturbo.
Quali sono i tipi di depressione?
Tra i disturbi depressivi, oltre alla depressione maggiore, i più comuni sono il disturbo depressivo persistente (o distimia), il disturbo bipolare e il disturbo affettivo stagionale. Vediamoli nel dettaglio.
Distimia
La differenza tra disturbo depressivo maggiore e la distimia, chiamata anche disturbo depressivo persistente (PDD), sta nella diversa durata dei sintomi di quest’ultima rispetto alla depressione maggiore. La distimia comporta inoltre un minor numero di sintomi, tra cui alterazioni dell'appetito e del sonno, bassa energia, bassa autostima o disperazione.
Depressione bipolare
Le persone con depressione bipolare hanno episodi di calo dell’umore, ma allo stesso tempo attraversano anche periodi di energia o attività insolitamente elevate. I sintomi maniacali rappresentano l'opposto dei sintomi della depressione: idee grandiose, autostima irrealisticamente alta, diminuzione del bisogno di dormire, pensieri e attività a velocità più elevate e ricerca del piacere accelerata, unita a comportamenti impulsivi come spese eccessive e assunzione di rischi.
Disturbo affettivo stagionale
Il disturbo affettivo stagionale emerge generalmente quando le giornate si accorciano in autunno e in inverno. Il cambiamento di umore può derivare da alterazioni nei ritmi circadiani quotidiani o da cambiamenti nel funzionamento di messaggeri chimici come la serotonina e la melatonina (ecco perché con la depressione si sta meglio la sera il più delle volte).
Depressione unipolare
La depressione unipolare è una delle diagnosi di salute mentale più comuni. Il termine depressione unipolare rappresenta un altro nome per il disturbo depressivo maggiore. Questa forma di depressione non passa attraverso altri stati mentali, come la mania. Tuttavia, avere una depressione unipolare non significa che una persona sia sempre depressa.
Le persone con disturbo depressivo maggiore possono sperimentare periodi di remissione che si alternano a periodi di ricaduta depressiva. Possono anche sentirsi più felici quando le circostanze cambiano, specialmente se hanno il sottotipo di disturbo depressivo maggiore chiamato depressione atipica.
Depressione endogena
Sebbene fosse vista come un disturbo distinto, la depressione endogena viene ora raramente diagnosticata, e si riferisce alla depressione maggiore con manifestazioni melanconiche. Questo tipo di depressione emerge senza che vengano vissuti dal soggetto stress o traumi e non possiede, dunque, una precisa causa esterna.
Al contrario, può essere dovuta in primis a fattori di tipo genetico e biologico. Tendenzialmente si ritiene che essa possa essere dovuta a un insieme di fattori, ovvero quelli genetici, quelli biologici, quelli psicologici e quelli ambientali.
Depressione reattiva
La depressione reattiva, chiamata anche depressione situazionale, si verifica quando i tentativi di una persona di far fronte ai cambiamenti emotivi e agli impatti negativi di un evento traumatico non sono efficaci e non sono in grado di superare la tristezza o la depressione.
A differenza della maggior parte degli altri tipi di depressione, che possono durare anni se non adeguatamente gestiti, la depressione reattiva è un tipo di depressione clinica che in genere dura pochi mesi. Tuttavia, i sintomi possono essere traumatizzanti, acuti o gravi durante questo periodo.
Depressione maggiore grave
Alcune persone che soffrono di depressione grave, possono mostrare sintomi aggiuntivi come allucinazioni e pensieri deliranti. La depressione maggiore con sintomi psicotici è nota come depressione psicotica.
Avere momenti di psicosi (quando le persone perdono un po' di contatto con la realtà) significa sperimentare:
- illusioni e pensieri o convinzioni che è improbabile che siano veri
- allucinazioni: il sentire e, in alcuni casi, ascoltare, annusare, vedere o assaggiare cose che non ci sono.
Il disturbo depressivo maggiore nel DSM-5: criteri diagnostici
I criteri diagnostici per la depressione maggiore del DSM-5 indicano che l’individuo deve manifestare cinque o più dei sintomi che seguono, durante lo stesso periodo di 2 settimane. Almeno uno dei sintomi deve essere umore depresso o perdita di interesse o piacere. Una persona che riceve diagnosi di disturbo depressivo maggiore deve presentare, come espresso nel DSM-5:
- “umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni
- marcata diminuzione dell'interesse o del piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni
- significativa perdita di peso non dovuta a dieta, o aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell'appetito quasi tutti i giorni
- insonnia o ipersonnia quasi tutti i giorni
- agitazione o rallentamento psicomotorio quasi tutti i giorni
- faticabilità o perdita di energia quasi tutti i giorni
- sentimenti di svalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati quasi tutti i giorni
- ridotta capacità di pensare o concentrarsi, o indecisione, quasi tutti i giorni
- pensieri ricorrenti di morte, ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico o un tentativo di suicidio o un piano specifico per commettere suicidio.”
Per ricevere una diagnosi di depressione maggiore, questi sintomi devono causare all'individuo un disagio clinicamente significativo o una compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti. Inoltre, i sintomi non devono essere il risultato di abuso di sostanze o di un'altra condizione medica.
Depressione maggiore: i sintomi principali
Durante un episodio depressivo maggiore, la persona si sente triste, irritabile, vuota, ed è possibile sentire una perdita di piacere o interesse nelle attività. Nel disturbo depressivo maggiore, i sintomi più frequenti possono includere:
- scarsa concentrazione
- sentimenti di colpa eccessiva o scarsa autostima (l’autosvalutazione è uno dei sintomi cognitivi della depressione maggiore)
- disperazione per il futuro
- pensieri sulla morte o sul suicidio
- anedonia
- sonno interrotto
- cambiamenti nell'appetito o nel peso (cibo ed emozioni hanno infatti uno stretto legame)
- sensazione di grande stanchezza o di essere a corto di energia.
Il sintomo più evidente della depressione maggiore è rappresentato da un grave e persistente basso umore, profonda tristezza o un senso di disperazione. I sintomi della depressione maggiore, di solito, durano a lungo (mesi o addirittura anni). Molte persone depresse soffrono anche di ansia e sono più a rischio di abuso di alcol o altre sostanze.
In genere si ha la remissione dal disturbo depressivo maggiore; tuttavia, anche nei pazienti che rispondono al trattamento e guariscono, alcuni sintomi residui possono inibire significativamente la funzionalità e aumentare il rischio di recidiva.
I sintomi residui più frequenti della depressione maggiore sono affaticamento, disturbi del sonno, disfunzione cognitiva, astenia e ansia. Trattare questi sintomi come sintomi target in concomitanza al trattamento della depressione aumenta le possibilità del paziente di una remissione asintomatica.
Fattori di rischio della depressione maggiore
Tra le cause dello sviluppo della depressione maggiore possono essere coinvolti diversi fattori di rischio:
- genetica: una storia di depressione a livello familiare può rendere più probabile lo sviluppo di tale disturbo
- perdita di una persona cara: la tristezza e il dolore sono reazioni normali; a volte, però, stress così grandi possono portare gravi sintomi di depressione (può accadere, per esempio, nel caso di lutto complicato)
- conflitto: i disordini personali, i problemi in famiglia o con gli amici possono portare alla depressione
- abuso: l'abuso fisico, sessuale o emotivo passato può aumentare il rischio di tale disturbo
- eventi della vita: l’inizio o la perdita del lavoro o del reddito, problemi nella vita di coppia, ma anche eventi considerati lieti, come andare a vivere all’estero, laurearsi o aspettare un bambino (è il caso della depressione post parto) potrebbero portare a sviluppare un disturbo depressivo maggiore
- altre malattie: a volte, la forte depressione emerge in parallelo o può essere una reazione a un'altra malattia, come per esempio il dolore cronico, l’ADHD o l’ansia (si può infatti passare da ansia a disturbo depressivo maggiore)
- farmaci: la depressione può essere un effetto collaterale di qualcosa che si assume per un'altra condizione
- abuso di sostanze: le persone con dipendenze patologiche (come l’abuso di droghe o alcol) possono cadere nel disturbo depressivo.
Comorbilità del disturbo depressivo maggiore
Un ampio numero di evidenze provenienti da indagini epidemiologiche ha documentato una forte interconnessione della depressione con altri disturbi mentali, come per esempio i disturbi d'ansia, i disturbi alimentari (come anoressia e bulimia) e i disturbi da uso di sostanze.
Approssimativamente, secondo quanto riportato da uno studio condotto da R.M. A. Hirschfeld nel 2001, il 50-60% degli individui con una storia di depressione nel corso della vita riporta anche una storia di almeno un disturbo d'ansia nel corso della vita. Ulteriori comorbidità sono il disturbo da uso di alcol e il disturbo da uso di droghe.
La depressione è stata ulteriormente identificata come fattore di rischio indipendente e fattore prognostico negativo per molti disturbi somatici cronici, tra cui diabete, malattie cardiovascolari, ipertensione, disturbi respiratori cronici e artrite.
Ansia e depressione maggiore
I disturbi d'ansia e quelli depressivi sono tra le malattie psichiatriche più comuni; sono altamente correlati tra loro e, insieme, sono considerati appartenenti alla categoria più ampia dei disturbi internalizzanti.
Per quanto riguarda la depressione maggiore, un’indagine mondiale condotto da R.C. Kessler e colleghi nel 2015 ha riportato che il 45,7% degli individui con disturbo depressivo maggiore aveva una storia di uno o più disturbi d'ansia nel corso della vita.
Come evidenziato da N.H. Kalin e collaboratori in un’importante indagine sulla relazione tra i disturbi d’ansia e la depressione, questi ultimi comunemente coesistono anche nello stesso periodo di tempo, poiché il 41,6% degli individui con depressione maggiore di 12 mesi ha avuto anche uno o più disturbi d'ansia nello stesso periodo.
Dal punto di vista dei disturbi d'ansia, si stima che la comorbilità nel corso della vita con la depressione vada dal 20% al 70% per i pazienti con disturbo d'ansia sociale, il 50% per i pazienti con disturbo di panico, il 48% per i pazienti con stress post-traumatico (PTSD) e il 43% per i pazienti con disturbo d'ansia generalizzato.
Depressione maggiore: i criteri per l’invalidità civile
Secondo quanto stabilito dalla legge 104/1992, in casi di invalidità per depressione maggiore, sia i soggetti con disabilità e disturbi dell’umore che i loro familiari, devono essere tutelati e godere di specifici diritti e possono avere diritto alla pensione per depressione maggiore.
Chi soffre di disturbo depressivo maggiore ha diritto all’invalidità nel caso in cui i disturbi determinano diverse difficoltà nell’integrazione, nelle relazioni o nell’apprendimento e costituiscono, dunque, dei veri e propri ostacoli per la sua crescita a livello sociale e individuale.
Nello specifico, è invalido civile chiunque sia affetto da patologie in grado di:
- compromettere la normale capacità lavorativa, in un’età compresa tra i 18 e i 65 anni e 7 mesi
- determinare l’incapacità di svolgere normali attività quotidiane tipiche della sua età.
Inoltre, l’individuo con disturbo depressivo maggiore e invalidità civile, presenta delle limitazioni che possono essere sia fisiche che psichiche. Per esempio, un elemento a cui si presta attenzione è il binomio depressione maggiore e patente di guida: dopo un’analisi medica, la Motorizzazione civile potrebbe disporre la sospensione o la revoca della patente.
Dalla depressione maggiore si guarisce?
Come si cura la depressione maggiore? La terapia cognitivo comportamentale (CBT) si concentra sul cambiamento sia dei processi di pensiero negativi che dei comportamenti che contribuiscono ai sintomi della depressione.
Secondo la ricerca, la CBT offre alcune delle evidenze più promettenti disponibili per un trattamento terapeutico e la cura della depressione maggiore. A ogni modo, oltre a questo tipo di terapia per la depressione maggiore, le altre comunemente utilizzate per la depressione maggiore sono la terapia interpersonale e la terapia supportiva.
Importante può essere il coinvolgimento delle persone più vicine alla persona che soffre di depressione acuta. Un terapeuta esperto potrà infatti suggerire come comportarsi con una persona depressa anche a familiari e amici, così da rendere il percorso terapeutico più fruttuoso.
Test diagnostici per la depressione maggiore
La depressione clinica viene spesso diagnosticata attraverso una combinazione di test psicodiagnostici e attraverso il colloquio con il paziente. È possibile utilizzare una serie di domande standard per lo screening della depressione, anche se è necessario sottolineare che la diagnosi è spesso complessa da fare, perché la depressione maggiore può presentarsi in tanti modi diversi.
Per fare diagnosi possono essere somministrati anche strumenti come questionari e test sulla depressione. Tra questi, i più utilizzati sono:
- Beck Depression Inventory (BDI)
- Center for Epidemiologic Studies Depression Scale (CES-D)
- EQ-5D
- Hamilton Depression Rating Scale (HAM-D).
Depressione maggiore trattamento e farmaci
Il trattamento più utile per la depressione maggiore è costituito da una combinazione di psicoterapia e farmaci. Generalmente, la cura farmacologica per la depressione maggiore prevede una prescrizione iniziale di SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina).
In generale, i farmaci per la depressione maggiore sono abbastanza facili da assumere e relativamente sicuri rispetto alle precedenti generazioni di antidepressivi, come dimostrano studi e risultati di più di un caso clinico di disturbo depressivo maggiore.
Di solito, sono necessarie almeno da due a sei settimane di assunzione di qualsiasi antidepressivo per vedere un miglioramento. In caso di presenza di sintomi psicotici, è importante prescrivere un farmaco antipsicotico.