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Catcalling: la “sottile” differenza tra apprezzamento e molestia

Catcalling: la “sottile” differenza tra apprezzamento e molestia
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Claudia Tagliaferri
Redazione
Psicoterapeuta Psicoanalitica
Unobravo
Pubblicato il
7.2.2020

Con il termine catcalling si fa riferimento all’insieme di comportamenti sessisti che alcuni uomini mettono in atto nei confronti di donne che non conoscono e che incontrano per la strada, al parco o in qualsiasi luogo della vita quotidiana. 

In questo approfondimento scopriremo come riconoscere il catcalling e quali possono essere le conseguenze psicologiche per chi lo subisce.

Che cos’è il catcalling

Fischi, il suono del clacson, battute sull’abbigliamento, apprezzamenti sull’aspetto fisico, schiamazzi, applausi o inseguimenti a piedi o con la macchina. Si tratta di vere e proprie molestie verbali che le donne subiscono in strada da parte di estranei, e che prendono il nome di catcalling

Il catcalling, conosciuto anche con la locuzione “molestie di strada”, è un fenomeno che quasi tutte le donne di tutte le età sperimentano quando vengono molestate da uno sconosciuto che fa commenti sessualmente espliciti nei loro confronti. Che si tratti di andare a lezione a piedi al mattino o di fare una passeggiata la sera con gli amici, il catcalling può accadere sempre e ovunque.

Catcalling: significato

Per capire cosa vuol dire “catcalling”, iniziamo dal suo significato. Il termine catcalling fa riferimento ai versi emessi per richiamare (call) l’attenzione dei gatti (cat). La traduzione letterale di catcalling è infatti  “richiamo del gatto”. 

L’Accademia della Crusca fa risalire l’origine del significato attuale di catcalling al 1956. Nel Settecento invece, il termine catcall si riferiva al fischio o ai suoni lamentosi che il pubblico era solito emettere a teatro per esprimere disapprovazione verso lo spettacolo o gli attori.

In italiano il concetto è reso dal termine “pappagallismo”, sinonimo dell’attuale catcalling. La Treccani identifica con questo termine il comportamento dei cosiddetti “pappagalli della strada”, che importunano, in maniera insistente e grossolana le donne che incontrano.

Definizione di catcalling

Volendo dare una definizione di catcalling possiamo dire che fa riferimento ai commenti sessuali fatti per strada da uomini alle donne. In realtà però non si tratta solo di commenti a sfondo sessuale: il termine fa riferimento anche a tutte quelle risatine, fischietti, commenti, o suoni del clacson che una persona (o più) rivolge a un'altra, non solo sul suo aspetto ma anche sull'atteggiamento. 

Complimenti o molestie verbali?

Molte persone associano i gesti dei catcaller ad espressioni di apprezzamento, come se fossero un complimento. C’è addirittura qualcuno che sostiene che si dovrebbe rispondere con un "grazie". Pur rientrando nella definizione di molestie di strada, si tende a non considerare il catcalling come un atto di violenza psicologica

Alcuni mesi fa una ricerca ha indagato i motivi più frequenti che portano alcuni uomini a fare catcalling e molestare le donne per strada. Lo studio ha dimostrato come la reazione che i catcaller si aspettavano dalle donne era di “cordialità ”.

Andrea Piacquadio - Pexels

Esempi di catcalling

Per comprendere meglio il fenomeno del catcalling prendiamo una classica scena di molestie verbali. Una donna di vent'anni sta camminando per strada e incrocia un gruppo di uomini sulla quarantina, che a turno commentano con "Ehi", "Mamma mia", "Dove stai andando tutta sola?" e così via. 

Leggendo queste frasi prima di tutto notiamo che non si tratta necessariamente di un linguaggio volgare (anche se molto spesso è decisamente più volgare). Il fatto è che persone sconosciute e commenti non richiesti contribuiscono a creare una situazione scomoda, che le ragazze considerano potenzialmente pericolosa: la conseguenza è che possono quindi provare paura

C'è chi trova esagerata questa reazione, ritenendo che non si può più dire nulla perché ormai tutto è molestia. Eppure non è così. La percezione della stessa frase cambia a seconda del contesto, di come la si dice, dove, quando, da chi. 

Una ragazza può rispondere con un sorriso o una battuta, oppure, come spesso accade, può accelerare il ritmo stringendo forte le chiavi, in base a come si sente in quella situazione. Anche nella ricerca sopra citata è stato notato che le persone che avevano fatto catcall mostravano livelli più elevati di sessismo, aggressività e violenza e tolleranza alle molestie sessuali.

Differenza tra complimento e molestia

La differenza principale per capire il confine tra molestia e complimento è il contesto relazionale in cui ciò avviene:

  • l’uomo e la donna in questione non si conoscono e non condividono alcun ambiente relazionale o lavorativo: tra le due persone non esiste alcun tipo di relazione;
  • la donna non ha dato in alcun modo il proprio consenso al ricevere quel tipo di commenti, come avviene ad esempio nel corteggiamento, dove vi sono delle regole sociali, dei comportamenti e dei giochi relazionali condivisi.

Nel catcalling l’approccio è rivolto alla donna in quanto oggetto sessuale e non in quanto persona. Spesso il catcalling nasconde le dinamiche di potere asimmetrico uomo-donna e quindi risulta essere una vera e propria manifestazione della violenza di genere e della mascolinità tossica.

Il catcalling è un reato? 

In molti Paesi il catcalling è considerato un reato. Nel 2018 in Francia è stata approvata una legge sulle molestie verbali e contro il catcalling che prevede sanzioni in multe dai 90 ai 1500 euro, a seconda della gravità della molestia. Anche in altri Paesi, come il Perù e lo stato dell’Illinois, sono previste sanzioni. 

In Italia il catcalling non è considerato reato e dunque non sono previste sanzioni per le molestie di strada. Tuttavia, il catcalling potrebbe essere inquadrato nella fattispecie di cui all'art. 660 del Codice Penale, che disciplina la contravvenzione di molestia o disturbo alle persone.

La norma punisce con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a €.516,00 chi, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, per petulanza o altro biasimevole motivo, reca a taluno disturbo o molestia.

Ad ogni modo, in Italia l’assenza di normative specifiche contro questo tipo di condotta amplifica la banalizzazione del problema, che andrebbe risolto anche attraverso la prevenzione e l’educazione al rispetto già dai primi anni di scuola. Affrontare con gli alunni tematiche come il consenso sessuale, il rispetto dei limiti e confini di ciascuno può avere un inestimabile valore educativo e preventivo.

I dati del catcalling in Italia

Nonostante ad oggi non esista una norma di legge che punisca il catcalling, nel nostro Paese sono sempre più numerose le donne che subiscono molestie verbali per strada. 

L’ONG Hollaback! in collaborazione con la Cornell University ha avviato uno studio su scala internazionale con un campione di 16.600 donne provenienti da 22 Paesi diversi. I risultati mostrano che in media l’84% delle donne intervistate ha subito la sua prima esperienza di catcalling prima dei 17 anni.

Tra i dati relativi all’Italia risulta che il 79% delle donne ha subito una molestia di strada prima dei 17 anni di età, e il 69% ha dichiarato di essere stata seguita da un uomo o un gruppo di uomini almeno una volta nella vita entro i 40 anni. 

Le donne intervistate dichiarano di aver dovuto spesso cambiare percorso per andare a casa. Evitano di socializzare oppure di uscire la notte. Molte hanno persino cambiato modo di vestire. Affermano di percepire ansia, rabbia, paura e abbassamento dell’autostima

Sono le esperienze che ogni donna, fin da ragazzina, fa sulla propria pelle. Sono atteggiamenti che minano il sentimento di sicurezza e libertà; atteggiamenti che fanno nascere nelle donne di qualunque età insicurezza, disagio, timore e senso di colpa. 

Nell’ambito di questo studio la Hollaback! ha pubblicato un video su Youtube che mostra una ragazza che cammina per dieci ore in jeans e maglietta per le strade di New York con una telecamera nascosta. La videoregistrazione effettuata durante le dieci ore mostra oltre 100 casi di episodi di catcalling.

Il catcalling in ambito mediatico

Il catcalling è salito alla ribalta dopo un video su Instagram di Aurora Ramazzotti, che ha pubblicamente denunciato le molestie subite in strada mentre faceva jogging. 

«Possibile che nel 2021 succeda ancora di frequente il fenomeno del catcalling? – dice Aurora Ramazzotti nelle sue stories Instagram, dopo una corsa al parco –. Sono l’unica che ne è vittima costantemente nonostante mi vesta da maschiaccio? Non appena mi metto una gonna o, come in questo caso, appena mi tolgo la giacca sportiva, perché sto correndo e fa caldo, devo subire fischi e commenti sessisti e altre schifezze. A me fa schifo. Se sei una persona che lo fa, sappi che fai schifo», conclude la figlia di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti, lanciando un dibattito sui social. 

Ad intervenire e far scattare la polemica anche lo youtuber romano Er Faina, che è entrato a gamba tesa in un argomento delicato con parole ad alto tasso di “politicamente scorretto”: «Ma cosa state a dì?! Se fischio per strada o dico ah bella è un complimento, voi invece lo chiamate catcalling… catcalling… che parolone”. Er Faina è stato sommerso di critiche, ha perso decine di migliaia di followers in poche ore e ha fatto una precipitosa marcia indietro chiedendo scusa “se ho urtato la sensibilità di qualcuno”. 

Oltre a Er Faina, sono stati in tanti a criticare la denuncia di Aurora Ramazzotti. Chi parla pubblicamente di catcalling, infatti, è spesso oggetto di victim blaming. Si tratta di quel meccanismo che, davanti a un episodio di violenza (e in particolare di violenza di genere), porta le persone ad attribuire una certa colpa dell’accaduto alla vittima. E a pensare: “Se l’è cercata”. Arrivando così a scagionare, almeno in parte, il solo e unico responsabile del reato.

Gli stereotipi di genere, così come gli antichi retaggi culturali di stampo maschilista, portano a puntare il dito contro la donna che da vittima passa per colpevole. 

cottonbro - Pexels

Conseguenze psicologiche del catcalling

Le principali reazioni emotive delle donne che subiscono episodi di catcalling sono:

  • paura
  • ansia
  • rabbia
  • imbarazzo
  • nervosismo.

La principale strategia messa in atto dalle vittime di catcalling è l’evitamento: cambiare strada, evitare i mezzi di trasporto, evitare di uscire da sole la sera, evitare il contatto visivo o ignorare completamente il molestatore da strada. Un’altra conseguenza osservabile è il cambiare il proprio modo di vestire o il proprio atteggiamento, camminando ad esempio con lo sguardo basso.

In questi casi è evidente il fenomeno della vittimizzazione secondaria: la vittima è infatti portata a pensare di essere lei stessa la responsabile della situazione spiacevole in cui si è ritrovata, provando dei sentimenti di colpa che dovrebbero appartenere al molestatore e non alla vittima. 

Come agire quando si riceve una molestia verbale

Apprezzamenti pesanti e frasi sessiste ma anche fischi, gesti volgari, colpi di clacson, rumore di baci, fari lampeggianti. Cosa fare in caso di molestie per strada? Ci sono una serie di strategie che ogni donna può mettere in campo per rispondere al catcalling. 

1. Ignorare

La prima cosa da fare contro il catcalling, ma anche la più semplice, è ignorare il molestatore . Qualunque cosa tu stia facendo – una passeggiata, un po' di jogging al parco – continua. Interrompere, fermarsi significa manifestare timore e mostrarsi debole.

2. Rispondere in maniera secca e decisa

Se il catcaller insiste, comincia a esagerare e si avvicina sempre di più ma non ha l'aria pericolosa, puoi cercare di rispondere. Una decisione coraggiosa, per molti versi, ma che può sortire ottimi effetti. Voltati, guardalo dritto negli occhi, lascia che intuisca il tuo fastidio ma non sprecare troppe parole. Ne bastano due o tre, qualcosa del tipo “Lasciami stare” o “Adesso basta”.

3. Telefonare 

Infine quando si tratta di catcalling, il telefono è un alleato prezioso. Serve per chiedere aiuto, certo, ma può anche essere usato per inibire il catcaller. Puoi fargli credere che il tuo interlocutore sia in procinto di raggiungerti (magari è davvero così), o semplicemente raccontare cosa ti sta accadendo. 

Campagne ed iniziative contro il catcalling 

Negli ultimi anni sono sorte molte iniziative contro il catcalling. Una di queste è il “Catcallsof”, seguito dal nome di una città: denunciare in strada ciò che accade in strada. È un progetto collettivo globale in cui i racconti di chi ha subito catcalling vengono scritti con gessetti colorati sui marciapiedi, nelle strade, fotografati e postati.

Tra le iniziative sui social è nata “Sono Solo Complimenti”. È un progetto il cui titolo è caratterizzato da un pungente sarcasmo che rimanda al pensiero comune della gran parte degli uomini, frutto della cultura patriarcale.

Catcalling: chiedere aiuto ad uno psicologo

Se sei stata vittima di catcalling e stai vivendo un momento di ansia e di paura, ti ricordiamo che puoi chiedere, in qualunque momento, il supporto di uno degli psicologi online di Unobravo. I nostri professionisti sapranno aiutarti a tornare a vivere liberamente, senza il blocco della paura che possa nuovamente ripresentarsi il problema.



Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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