Vivere una relazione amorosa può arricchire la nostra vita, anche se non tutte le persone scelgono di averne. Ci sono infatti tanti single che amano la loro condizione e altri che, invece, ne soffrono.
Per certe persone, infatti, la paura di rimanere soli e la paura di non trovare l’amore può essere vissuta in modo tanto intenso da assumere le caratteristiche di una fobia. Sono questi i casi in cui può nascere l'anuptafobia.
Ma che cos’è precisamente l’anuptafobia? Possiamo parlare di sintomi in relazione a questa paura? E ancora: è possibile superare la fobia di rimanere soli?
Anuptafobia: significato ed etimologia
Anuptafobia è il termine che viene utilizzato per descrivere la paura persistente e irrazionale di rimanere single e di non avere relazioni di coppia. La parola anuptafobia ha una derivazione greca e latina. Letteralmente , infatti, si tratta dell’unione della parola a-nuptus (senza matrimonio) e phobos, che significa paura.
In origine dunque, il termine definiva la paura di non sposarsi, definizione oggi ampliata alle relazioni in senso più ampio, e riferita quindi alla paura di rimanere single.
Cosa c’entra Bridget Jones?
“Sindrome di Bridget Jones” è un termine che, nel tempo e in modo del tutto informale, è diventato sinonimo di anuptafobia. Insomma, scientificamente e clinicamente non esiste nessuna sindrome da Bridget Jones.
Questo personaggio, però, è nell’immaginario di tutti legato alle avventure romantiche e alle preoccupazioni riguardo l’essere single. La sua storia, infatti, esplora le sfide emotive delle relazioni amorose e della vita da single e presto ha dato il nome alla paura di restare soli in amore.
Anuptafobia: è corretto parlare di sintomi?
L'anuptafobia può manifestarsi attraverso una serie di segnali fisici ed emotivi di diversa entità, alcuni dei quali si riscontrano anche nelle fobie specifiche, come per esempio:
- ansia persistente o i cosiddetti “attacchi d’ansia” dovuti alla preoccupazione costante di rimanere single o di non trovare un partner romantico
- pensieri ossessivi, ricorrenti e intrusivi legati alla paura di rimanere single per sempre
- evitamento e isolamento sociale, per evitare confronti con la propria situazione sentimentale
- sentimenti di tristezza, angoscia o scoraggiamento correlati alla paura di rimanere single.
Tra i sintomi fisici possono manifestarsi invece: palpitazioni, sudorazione e nausea, problemi del sonno.
“Ho 30 anni e ho paura di rimanere single”: le cause dell’anuptafobia
La paura di restare soli può essere influenzata da una combinazione di fattori sociali e culturali. Le società, infatti, spesso promuovono l'idea che una vita appagante includa un partner romantico.
Le pressioni che arrivano dalle aspettative sociali e culturali possono portare alla paura di deviare da tale norma. A questi fattori, possono aggiungersi quelli psicologici come:
- esperienze passate negative: la paura di rimanere soli dopo una storia difficile o finita può contribuire ad alimentare l’anuptafobia. La persona potrebbe temere infatti che non riuscirà più a trovare un partner
- mancanza di indipendenza emotiva: chi ha difficoltà a sviluppare un senso di indipendenza emotiva potrebbe sperimentare una forte paura della solitudine e percepire la presenza di un partner come necessaria per il proprio benessere
- aspettative personali non soddisfatte: le persone che avevano aspettative di formare una famiglia o trovare un partner entro un determinato periodo, potrebbero provare ansia se queste aspettative non sono state soddisfatte
- bassa autostima, una percezione negativa di sé stessi, spesso legata all'idea di non essere amabili, può alimentare la paura di restare soli. In questi casi l’autostima è strettamente legata alla presenza di un partner romantico.
Paura di restare single: quali conseguenze?
La paura di restare soli crea rapporti infelici? Sicuramente è una possibilità. La bassa autostima in amore, insieme alla paura di restare soli, può influenzare il nostro benessere emotivo. Tra le conseguenze più comuni che l’anuptafobia può causare possiamo includere:
- breadcrumbing: la mancanza di una relazione potrebbe essere percepita come un fallimento personale e portare ad accontentarsi di poco per la paura di rimanere single
- vivere in modo poco sano una relazione: cercare in modo esasperante una relazione può portare la persona ad alimentare la propria dipendenza affettiva e a vivere all’interno di una relazione tossica
- non curare la propria crescita personale: concentrarsi esclusivamente sulla paura di rimanere single può influire sullo sviluppo e sulla cura della propria identità individuale
- disturbi depressivi: possono emergere sentimenti di profonda tristezza, uniti a perdita di interesse per attività in precedenza piacevoli e ritiro sociale. Possono essere presenti pensieri come “ho paura di morire single”, “ho paura di restare single a vita”, uniti a una visione negativa di sé e del futuro.
Anuptafobia: esiste una cura?
Affrontare la paura di rimanere single può richiedere una riflessione approfondita sulle aspettative personali, la costruzione di un senso di identità indipendente e, in alcuni casi, il supporto di uno psicologo o di un professionista della salute mentale.
Lavorare su questi aspetti può contribuire a ridurre l'ansia e a promuovere una visione più equilibrata delle relazioni e del benessere individuale. Superare la paura di essere single, però, può richiedere tempo, auto-riflessione e un impegno verso il benessere personale. Ecco alcune strategie che potrebbero aiutare:
- favorisci l’auto-riflessione: analizza le tue paure e preoccupazioni riguardo alla singletudine. Chiediti da dove provengono e cosa le alimenta. Comprenderne le radici può essere il primo importante passo verso un modo più sereno di vivere le relazioni
- crea una visione positiva della singletudine: essere single può diventare un'opportunità per la crescita personale, l'autonomia e la scoperta di te
- lavora sull'autostima: una sana autostima che non dipenda dalla propria situazione sentimentale è fondamentale per apprezzare te stesso
- coltiva interessi personali: le attività che ti appassionano e che ti permettono di crescere personalmente possono arricchire la tua vita e darti una maggiore soddisfazione personale
- prova a essere indipendente a livello emotivo: lavora sulla tua capacità di gestire emozioni e problemi. La capacità di essere emotivamente indipendente può aumentare la tua sicurezza e ridurre la paura della solitudine
- stabilisci obiettivi personali: fissa obiettivi personali che non dipendono dalla presenza di un partner romantico. Questi obiettivi possono essere professionali, personali o legati alla tua crescita personale
- esplora la tua identità: il tempo da single può aiutarti a esplorare chi sei veramente. Questo può includere scoprire nuovi interessi, apprendere nuove abilità o riflettere sulla tua visione della vita.
I consigli appena elencati possono essere d’aiuto, ma non sempre è semplice poterli mettere in pratica. A volte, specie quando la paura di essere single persiste e interferisce significativamente con la propria vita, potrebbe essere utile cercare un supporto psicologico (come quello di uno psicologo o psicologa online Unobravo).
Insieme, potrete analizzare perché essere single fa paura (sia che ciò accada dopo la fine di un amore o dopo un lungo periodo di solitudine). Potrete esplorare le vostre relazioni, chiedervi se è amore o paura di restare soli ciò che vi lega all’altra persona e, soprattutto, scoprire e riscoprire il proprio valore personale, indipendentemente dalla presenza o meno di un legame romantico.