Una buona relazione, qualsiasi essa sia, si incentra sulla capacità di percepire l'altro come una persona autonoma, con bisogni e desideri propri. Nella relazione narcisistica, invece, l’altro è considerato solo in rapporto alle proprie necessità e sentito come un'estensione del Sé, assumendo la funzione di salvaguardare l'autostima personale. Cosa accade quando un genitore ha queste caratteristiche?
Il narcisista, in genere, accumula frustrazione e risentimento quando non ottiene ciò che desidera e inconsciamente dice all’altro: "Devi essere quello che io vorrei essere". Non riuscendo a riconoscere su sé stesso quegli aspetti imperfetti che fanno parte di ognuno di noi, finisce per attribuirli inconsapevolmente all’altro, che viene presto svalutato. Queste dinamiche non interessano solo quelle relazioni sentimentali, spesso definite relazioni tossiche, ma anche quelle genitori-figli: sebbene ognuna di queste relazioni sia sui generis, è comune ritrovare al loro interno un nucleo narcisistico che definisce e caratterizza il rapporto.
SOS: genitori narcisisti in arrivo!
Con la definizione di narcisismo non si intende solo quell'amore smisurato che si prova verso sé stessi, ma anche la conseguente impossibilità di guardare l'altro e i suoi veri bisogni. I genitori narcisisti, ad esempio, si aspettano continue conferme dai propri figli, investiti dell'annoso compito di ripagarli della fatica fatta, o di realizzare quei desideri che loro non hanno avuto il coraggio di perseguire o per i quali hanno fallito. Il loro comportamento può essere assimilato a quello del manipolatore affettivo.
Il genitore narcisista può essere sia quello autoritario che iperprotettivo, adottando una modalità relazionale basata su:
- eccessivo senso di protezione (tipico dei genitori elicottero)
- senso di colpa
- de-responsabilizzazione.
Nel fare questo i genitori narcisisti potrebbero anche mettere in atto comportamenti di gaslighting o realizzare una triangolazione familiare in modo più o meno inconsapevole. Può anche accadere che i figli si trovino a sanare una ferita emotiva o, addirittura, a "prendersi cura" dei loro genitori, assumendosi inconsciamente il compito di sorreggere i loro stati d'animo e finendo, nei casi più gravi, per compromettere la loro salute psichica.
Dietro un genitore narcisista, a volte, c’è un genitore depresso!
Una declinazione importante del narcisismo è quella che si manifesta nelle persone affette da depressione. Un genitore che è, o è stato, depresso può abbandonare il proprio ruolo di genitore e demandare inconsciamente al figlio tutte le sue responsabilità. In questi casi, non potendo riconoscerle, respinge le esigenze affettive del proprio figlio e non si cura dei suoi bisogni perché troppo impegnato ad occuparsi dei propri. A causa del suo stato, può adottare comportamenti molto vicini al narcisismo:
- ritira tutti i suoi investimenti affettivi
- rivolge il suo sguardo unicamente a sé stesso.
Può anche accadere che una madre depressa consideri il proprio figlio un personale “balsamo curativo”: in questo caso il figlio si trova a consolare la propria madre, diventando per lei un’oasi di benessere. Questo rapporto speciale madre-figlio non è il segno di un'esclusività, ma designa una capacità di investimento materna propriamente narcisistica. Così facendo, il piccolo si vede costretto:
- ad assumere un ruolo che non gli corrisponde
- a “essere per la madre” e non “per sé stesso”
- a interiorizzare i suoi bisogni
- a rinunciare spesso al proprio processo di individuazione.
Cosa può accadere al figlio di un genitore narcisista?
In psicoanalisi si parla di Falso sé per definire una struttura intrapsichica attorno cui il bambino cresce e si approccia al mondo. I bambini che hanno dovuto compiacere i loro genitori hanno messo a tacere il loro Vero Sé, fatto di impulsi e bisogni primitivi che non hanno trovato alcun soddisfacimento.
I bambini che vivono i cosiddetti mommy o daddy issues possono essere estremamente buoni, fin troppo tranquilli e mansueti e non disturbano mai i loro genitori. Allo stesso tempo portano dentro di sé una grande sofferenza per non essere stati sufficientemente ascoltati.
In altri casi può accadere che il bambino non abbia trovato le risorse per superare alcune importanti tappe dello sviluppo, come quella che Freud fa coincidere col così detto "complesso di Edipo", in cui sarebbe chiamato a risolvere il conflitto tra sentimenti di ostilità verso il padre e amore verso la madre.
Perché il genitore narcisista sembra incapace di amare?
Il genitore narcisista, se da una parte può essere iperattento o oppressivo verso il proprio figlio, dall’altra può anche disinteressarsene, perché è assorbito esclusivamente dai propri bisogni. È il caso del genitore che c’è fisicamente ma non affettivamente.
Ciò che deteriora il rapporto con il figlio è il trascurare le sue esigenze emotive; esigenze che, peraltro, il narcisista trascura anche in sé. Quando il bambino mostra un normale bisogno di attenzione, il genitore narcisista può ritenere quei desideri affettivi come superflui.
In fondo, questo comportamento è da considerarsi una vera e propria difesa che il narcisista mette in atto nei confronti della sua stessa affettività, imparando a nascondere le proprie emozioni perché a sua volta potrebbe aver vissuto relazioni in cui esse venivano negate.
Tutti cedono al narcisismo
I genitori proiettano inevitabilmente sul proprio figlio fantasie e desideri di natura narcisistica. Nel far questo, creano delle aspettative che prima o poi incontreranno la realtà, cosa che non sempre risulta soddisfacente.
Ogni bambino è sottoposto ad un esame inconscio da parte del propri genitori, impegnati a loro volta a risolvere il conflitto tra le spinte narcisistiche e quelle di investimento verso il figlio; il loro sguardo segna, sul versante narcisistico, un importante equilibrio all’interno del Sé e consolida la struttura identitaria del bambino a cui essi fanno da garante.