Famiglia
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Il ruolo dello psicologo e dei genitori nel Parent Training

Il ruolo dello psicologo e dei genitori nel Parent Training
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Rita Spiridigliozzi
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Psicodinamico
Unobravo
Pubblicato il
22.4.2024

Il Parent Training (PT) è concepito come un programma volto a fornire sostegno alla coppia genitoriale nel gestire il comportamento del bambino. Grazie a questo programma, i genitori acquisiscono competenze per intervenire sul comportamento, intervenendo sulle condotte problematiche e promuovendo comportamenti positivi. Il Parent Training è una tecnica molto efficace per aiutare i genitori a diventare agenti di cambiamento nella vita e nel comportamento del figlio.


I comportamenti problema


Spesso i comportamenti dei bambini sottendono un intento comunicativo, sono cioè tentativi di comunicare una richiesta, un’emozione o un disagio. Quando, però, l’attivazione emotiva del bambino è eccessiva e il suo repertorio comportamentale non è diversificato, la comunicazione può avvenire in maniera non funzionale. In questi casi si può assistere alla manifestazione di comportamenti problema, così definiti perché possono interferire con il funzionamento del bambino su più livelli (sociale, scolastico, familiare) poiché il contesto (genitori, insegnanti, amici) fatica ad accettarli e gestirli.


I comportamenti problema possono avere varie funzioni:


  • tenere sotto controllo l’ambiente
  • ricevere attenzioni e vicinanza fisica
  • ottenere oggetti o attività gradite 
  • evitare qualcosa di sgradevole o noioso


La comparsa di un comportamento può dipendere da variabili ambientali, come le persone presenti quando viene messo in atto, il momento della giornata in cui si manifesta o la concomitanza di eventi specifici. 

Per i genitori, comprendere la funzione specifica dei comportamenti problema è essenziale per sviluppare nel bambino delle condotte alternative e più funzionali per raggiungere lo scopo. Inoltre, per capire i motivi per cui un comportamento problema tende a ripetersi e a strutturarsi, nonostante crei svantaggi al bambino e nell’ambiente circostante, occorre analizzarne i fattori di mantenimento. 


Uno strumento utile per raggiungere questo scopo, per esempio, è l’analisi funzionale del comportamento, che consente alla coppia genitoriale di individuare e comprendere la funzione del comportamento problema al fine di ridurne la frequenza e di attuare modalità comportamentali alternative e più funzionali. A tal fine si insegna ai genitori ad analizzare le condizioni ambientali che precedono la messa in atto del comportamento (antecedenti) e le reazioni al comportamento (conseguenze), che possono avere il ruolo di mantenerlo. Quindi il comportamento problematico non deve essere più visto solo come un sintomo da eliminare, ma anche come espressione di malessere da analizzare e modificare


I percorsi di Parent Training aiutano la coppia genitoriale a familiarizzare con metodi come l’analisi funzionale, che permette ai genitori di comprendere il senso del comportamento del bambino e apprendere a intervenire con più efficacia. 


Il ruolo dei genitori nel Parent Training


Con il termine inglese di parenting si intende l’insieme dei comportamenti che i genitori mettono in atto con i loro figli.


Ciò che influenza il rapporto genitori-figli sono le caratteristiche di personalità, il temperamento e le caratteristiche fisiche del bambino, oltre alle caratteristiche di personalità, lo stile cognitivo, le credenze, la storia familiare e la capacità di adattamento del genitore. Tale sistema è poi influenzato dalla famiglia allargata, dallo status socio-economico, dagli eventi di vita (malattie, trasferimenti, lutti, ecc…), dalla relazione tra i genitori, nonché dall’approccio educativo condiviso tra loro.


Rispetto agli stili di parenting, è stato dimostrato che uno stile educativo negativo è caratterizzato da comportamenti controllanti ed intrusivi e regole troppo rigide o assenti, mentre uno positivo è contraddistinto da responsività, sensibilità, empatia, prevedibilità e capacità di sintonizzarsi con il proprio figlio. Secondo Laurence Steinberg, professore di psicologia alla Temple University di Philadelphia, lo stile educativo equilibrato è quello improntato su un giusto equilibrio di affetto e fermezza.


Un altro aspetto importante riguarda le differenze tra lo stile genitoriale materno e paterno: può capitare che i genitori non abbiano la stessa visione dell’educazione dei propri figli e questo confonde il bambino, che tenderà a rifugiarsi nell’adulto che più gli consente di trasgredire le regole. È fondamentale, quindi, che i genitori abbiano uno stile il più possibile uniforme e coerente.


Nel corso dei primi incontri di Parent Training è importante dedicare spazio ai significati che ciascun genitore attribuisce al comportamento disfunzionale del proprio figlio o, quando si tratta di un problema legato ad un disturbo del neurosviluppo, alla diagnosi ricevuta.

Una maggiore consapevolezza del comportamento disfunzionale del bambino, infatti, permette al genitore di sviluppare una serie di interpretazioni riguardo al problema del figlio. Sono proprio queste attribuzioni di significato che determinano la reazione di adattamento o di non adattamento al problema e, quindi, la possibilità di modificare le strategie per supportare il bambino al meglio.


Durante il training è molto frequente che i genitori condividano dubbi e abbiano domande sulle cause ed evoluzioni del problema. Durante il percorso la comprensione, l’elaborazione e l’accettazione del problema favorisce l’adattamento positivo alla situazione, consentendo così alla coppia genitoriale di abbandonare le domande relative al perché si sia presentato il comportamento disfunzionale per passare, invece, a come gestire la situazione, condividendo le strategie di gestione più adatte.


Il terapeuta e la psicoeducazione dei genitori


Per fornire informazioni basate su dati di evidenza e sfatare falsi miti e informazioni non veritiere, è fondamentale che il terapeuta dedichi del tempo alla psicoeducazione: soprattutto nella fase iniziale, è necessario informare i genitori riguardo le principali tappe dello sviluppo psicofisico e affettivo del bambino, i principi che lo regolano e i fattori che determinano un particolare comportamento.


In questi primi incontri si riscontrano molto frequentemente aspettative genitoriali non realistiche rispetto ai figli, dovute a una scarsa conoscenza delle diverse abilità e dei vari bisogni in relazione all’età cronologica del bambino. È importante, dunque, intraprendere un’azione di informazione sulla natura del problema, aiutando i genitori a riconoscere le esigenze del figlio e le specifiche caratteristiche.


La psicoeducazione accompagna i genitori anche in un percorso di consapevolezza del proprio ruolo all’interno della relazione genitore-bambino, quindi le credenze, le idee e le aspettative dei genitori sono generalmente inconsapevoli e implicite, però guidano e influenzano comunque le azioni messe in atto con i figli.


È fondamentale che durante il Parent Training si lavori anche sulla ristrutturazione cognitiva, che ha come obiettivo quello di sostenere i genitori nel riconoscere le interpretazioni automatiche che danno nelle varie situazioni, aiutarli a diventare consapevoli della propria risposta emotiva e accompagnarli nella riformulazione alternativa più adeguata. La trasformazione dei pensieri disfunzionali è, quindi, premessa indispensabile per migliorare lo stato emotivo del genitore, per potenziarne il senso di autoefficacia e ridurre lo stress percepito.


Inoltre, riveste un ruolo importante anche il processo di attribuzione di causa degli eventi, cioè il modo in cui il genitore cerca di comprendere i fattori per cui si è verificata una determinata situazione. Quando si ha, per esempio, la tendenza ad attribuire la causa dei problemi all’esterno, l’intervento di Parent Training è più faticoso, perché i genitori tendono a ritenere non controllabili i fattori che scatenano il comportamento del figlio e sono convinti di non avere un ruolo nella gestione del comportamento stesso.


Credenze positive sul bambino, aspettative positive su se stessi e il credere nell’efficacia del trattamento sono aspetti essenziali che, insieme all’acquisizione di strategie e di esercizi di Parent Training, determinano la buona riuscita dell’intervento stesso.


L'alleanza terapeutica nel Parent Training


Il primo passo per un trattamento efficace è incoraggiare una buona alleanza terapeutica, ossia una relazione collaborativa tra i genitori ed il terapeuta. L’alleanza terapeutica si compone di tre elementi:


  • la condivisione di obiettivi tra genitori e terapeuta
  • la definizione dei compiti perché si realizzi il cambiamento
  • il legame della relazione terapeutica che deve essere caratterizzato da fiducia e rispetto. 


Quindi l’atteggiamento empatico, la capacità di riflettere sulle esperienze dei genitori, la tendenza ad assumere atteggiamenti supportivi e collaborativi, la capacità di favorire l’espressione di emozioni e sentimenti in un’atmosfera di sostegno e di incoraggiamento, creano le basi per una buona alleanza terapeutica. Il genitore deve essere messo nella condizione di collaborare il più possibile con il terapeuta e con il bambino, favorendo così il buon andamento della terapia stessa.

È necessario chiarire che coinvolgere la coppia genitoriale nell’intervento non vuol dire attribuire delle colpe o delle responsabilità, ma renderla parte attiva del cambiamento.


La caratteristica fondamentale che contraddistingue l’intervento di Parent Training da altri tipi di sostegno alla genitorialità è la responsabilità reciproca, che si caratterizza per una relazione simmetrica all’interno della quale il terapeuta cerca di assumere la prospettiva dei genitori, li sprona a condividere esperienze quotidiane in un clima di ascolto ed empatia e propone soluzioni in sintonia con i valori del nucleo familiare.


La natura collaborativa dell’intervento fa sì che durante il percorso i genitori esprimono il proprio parere sull’efficacia delle strategie proposte e la loro idea sui risultati ottenuti.


Assumere una prospettiva collaborativa vuole dire accogliere eventuali perplessità e critiche rispetto all’intervento, non percependole come ostacoli, ma accogliendole come opportunità per adattare le strategie proposte alle caratteristiche della famiglia.


Riassumendo, gli aspetti che caratterizzano una relazione positiva tra il terapeuta e genitori sono:


  • la natura della relazione, che deve essere di tipo collaborativo
  • la motivazione
  • la disponibilità dei genitori ad esplorare le cause dei problemi del figlio
  • la capacità di identificare le possibili soluzioni e modificare i comportamenti sotto la guida del terapeuta
  • un terapeuta disposto a riconoscere e a superare alcuni pregiudizi ed ostacoli che possono sorgere nel percorso terapeutico, predisponendosi sempre con un atteggiamento comprensivo ed accogliente.


Le emozioni dei genitori e dei figli


Attraverso il Parent Training il terapeuta può insegnare ai genitori a osservare e cogliere le emozioni che coinvolgono i propri figli, andando oltre il comportamento problema: per esempio, alcuni comportamenti oppositivi da parte dei bambini possono presentarsi nel momento in cui provano tristezza o paura e non sono quindi espressione di un capriccio fine a se stesso o di mancanza di rispetto nei confronti del genitore.


Tale constatazione consente al genitore di fornire un’interpretazione alternativa alla reazione del figlio con un conseguente impatto sulle emozioni genitoriali: la rabbia può essere sostituita da sentimenti di comprensione empatica della reazione, consentendo loro una risposta più razionale, meno impulsiva e più appropriata a rispondere alle esigenze del bambino.


Per modificare il comportamento, quindi, è essenziale comprenderne gli elementi scatenanti. Se si osserva solo il comportamento problema, senza tener conto di questi potenziali elementi scatenanti, non si riesce a comprendere a fondo le reazioni del bambino. Se, invece, il professionista allena i genitori a svolgere una buona analisi funzionale, apprenderanno come identificare gli antecedenti e ad agire di conseguenza.


Quando si può prevedere una situazione a rischio, perché sono stati esaminati in passato episodi simili, si possono anche anticipare i comportamenti problema, cercando di motivare  e supportare il bambino per creare le condizioni per cui questi non si verifichino.


BIBLIOGRAFIA


  • Benedetto L., 2005, Il parent training: counseling e formazione per genitori, Carocci, Roma
  • Benedetto L., 2018,  Il parent training, Carocci, Roma
  • Liotti G., Monticelli F., 2014, Teoria e clinica dell’alleanza terapeutica. Una prospettiva cognitivo-evoluzionista, Raffaello Cortina Editore, Milano
  • Meneghini D., Tomassetti S., 2022, Il parent training oltre la diagnosi, Erickson, Trento.




Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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