A tutti noi può capitare di dover mettere da parte i propri bisogni e le ragioni possono essere le più varie: scadenze lavorative impellenti e improrogabili, una persona cara che ha necessità del nostro sostegno; si tratta di cause di forza maggiore che ci costringono a rimandare quello che avevamo in programma. Talvolta, però, prendersi cura di sé e dei propri bisogni può aiutare a entrare in contatto con una dimensione più intima e profonda ed è fondamentale per imparare ad ascoltare se stessi.
Che cos'è un bisogno?
Il bisogno può essere definito come una variazione dalla condizione di equilibrio o omeostasi, che si verifica a seguito dell’aumento di tensione nell’organismo. Questa tensione può dipendere da variabili legate all’ambiente esterno (una promozione al lavoro, un cambiamento di vita), all'ambiente interno (pensieri o ricordi di momenti spiacevoli) e all'ambiente sociale (un litigio con i genitori o il partner, un amico che ci comunica una buona notizia).
Non sempre un certo bisogno prevale sugli altri. L'organizzazione che ciascun individuo fa dei propri bisogni dipende dalle priorità che prevalgono in quel momento: quanto più i desideri, le finalità e le aspettative esprimono bisogni vissuti come prioritari, tanto più essi saranno intensi.
Bisogno e desiderio: differenze
Quante volte ci è capitato di confondere il bisogno con il desiderio? In realtà, queste due parole identificano due situazioni diverse fra loro per alcuni motivi. Il bisogno è connesso a uno stato di tensione che sorge e si manifesta indipendentemente dalla presenza di un oggetto.
Il desiderio, al contrario, è sempre connesso a un oggetto: quando desideriamo qualcosa, cerchiamo di ottenerlo e facciamo di tutto per poterlo realizzare. Il desiderio, inoltre, si può trasformare nel tempo per svariati motivi; possiamo perdere l’interesse verso un oggetto che, qualche tempo prima, desideravamo in modo intenso o viceversa, possiamo maturare un nuovo desiderio per un oggetto che prima ci era indifferente.
Bisogni: come impariamo a soddisfarli?
I bisogni ci accompagnano fin dai primi momenti della nostra vita. In questa fase iniziale, il bambino è ancora troppo piccolo per capire cosa fare e in che modo soddisfare i suoi bisogni: entrano allora in scena le persone che si prendono cura di lui.
Proviamo a immaginare questa scena, che sicuramente tutti noi abbiamo sperimentato ma che difficilmente ricorderemo: un bambino piccolo inizia a sentire il bisogno di nutrirsi e lo manifesta attraverso il pianto. In questi casi un adulto, solitamente la madre, sente il piccolo piangere e gli si avvicina per capire di cosa ha realmente bisogno, dato che non può esprimersi a parole. Se il pianto viene interpretato correttamente, la mamma soddisferà il bisogno del bambino sfamandolo e gli permetterà di tranquillizzarsi e saziarsi. Il bambino può quindi maturare un certo grado di fiducia nel fatto che, quando manifesta un bisogno impellente, ci sarà una persona in grado di comprenderlo e di rispondere in modo adeguato.
Potrebbe capitare, tuttavia, che l’adulto non interpreti correttamente il pianto del bambino o che lasci trascorrere troppo tempo prima di intervenire: in questo caso il bisogno non cessa di esistere, ma diventa sempre più intenso. La sensazione di fame, sempre più forte e sgradevole, non può essere attenuata perché il bambino non ha ancora gli strumenti per capire in che modo ridurre questo stato di tensione. Fortunatamente, nella maggior parte delle situazioni incontriamo persone che ci insegnano a soddisfare i nostri bisogni in modo adeguato, permettendoci di continuare a farlo anche quando cresciamo e diventiamo adulti e autonomi.
Quando i bisogni non vengono soddisfatti
In seguito a ripetute esperienze di frustrazione, il rischio è che la persona impari a percepire il bisogno come un momento problematico e impossibile da affrontare. Piuttosto che stare così male, meglio non sentire affatto i propri bisogni, o negarli. Ciò tende a generare stress, dal quale possono derivare ulteriori problematiche come difficoltà relazionali, disturbi del sonno, patologie somatiche, ecc.
Non solo fame: il bisogno di indipendenza, di conoscenza e sessuale
La piramide di Maslow è sicuramente la rappresentazione più conosciuta della gerarchia dei nostri bisogni, alla cui base si trovano quelli fondamentali, legati a esigenze di sopravvivenza, oltre che ai bisogni di sicurezza e stabilità del proprio ambiente. Nel corso della vita il bisogno può assumere forme e contenuti differenti. Nell’adolescenza, per esempio, ci saremo trovati a vivere un conflitto tra la necessità di dipendere dai nostri genitori e quella di renderci autonomi e indipendenti da loro.
Ancora, potremo aver sperimentato il bisogno di ampliare la nostra conoscenza, esplorare il mondo e incontrare persone nuove con le quali instaurare dei legami. Ad esempio, una persona con un forte bisogno di conoscenza può sentire la necessità di continuare a studiare per tutta la vita, documentandosi e approfondendo il proprio sapere e scegliendo se specializzarsi in un determinato ambito.
Infine, un ruolo fondamentale è quello del bisogno sessuale, che motiva le persone a uscire dal nucleo familiare per sperimentare il contatto con nuove forme di intimità. Il bisogno sessuale può passare per esperienze con persone dello stesso sesso o del sesso opposto, o ancora può includere una più attenta esplorazione del proprio corpo e delle proprie capacità generative.
Come imparare a prendersi cura dei propri bisogni
È importante ricordare che ascoltare i nostri bisogni ci permette di entrare a contatto con una parte molto profonda di noi che ci parla, e spesso ha molto da dire: ci segnala che per troppo tempo ci siamo messi in disparte e che è giunto il momento di dare voce a quello che sentiamo.
Come imparare a prenderci cura dei nostri bisogni? Innanzitutto, è fondamentale porsi in un atteggiamento di ascolto. Ascoltarsi significa capire quale bisogno si presenta in un determinato momento e che cosa ci permetterebbe di soddisfarlo al meglio. Come ci sentiamo quando entriamo a contatto con una determinata persona o situazione? Siamo a nostro agio o piuttosto proviamo una sensazione che non ci dà sicurezza o tranquillità? E, nel caso, di che cosa avremmo bisogno in quel momento? Come potremmo realizzarlo?
Ma non basta: ascoltarsi significa anche imparare a tollerare l’attesa e lo sforzo necessario ad arrivare al nostro obiettivo. Un utile esercizio di ascolto e di osservazione che può riportarci a contatto con noi stessi.