Crescita personale
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Non sentirsi all'altezza: cause e rimedi

Non sentirsi all'altezza: cause e rimedi
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Valeria Blandino
Redazione
Psicologa ad orientamento Gestaltico
Unobravo
Pubblicato il
25.2.2022

Molte persone, nel corso della vita, si trovano di fronte a situazioni nelle quali pensano "non sono capace", credendo di non essere all'altezza. La paura di non essere all'altezza, se non affrontata ed elaborata, può diventare per l'individuo l'unica modalità di (non) affrontare le cose e portare con sé:

Rinunciare alle cose, alle situazioni, alle opportunità e alle persone per paura di non farcela, può determinare fallimenti che possono schiacciare la nostra vitalità. Alla base del non sentirsi all’altezza c'è l’autocritica, cioè quell'atteggiamento che consiste nell'essere coscienti dei propri limiti, degli errori e degli sbagli, per accettarli e impegnarsi a correggerli o attenuarli.

L'autocritica è un'abilità che ha origine dalle nostre prime relazioni, e che:

  • se gestita nel modo giusto, può aiutarci a migliorare come persone
  • se assume una connotazione negativa, può essere devastante e rendere difficile ogni decisione e ogni rapporto interpersonale. 

L'autocritica può generare tutta una serie di emozioni tra cui rabbia, tristezza, paura, vergogna, senso di colpa e delusione. Quando non ci si sente all'altezza?

Non sentirsi all'altezza di un lavoro

Il lavoro è uno degli ambiti in cui le persone possono non sentirsi mai all'altezza. Per l'uomo, il lavoro è un bisogno primario essenziale, al pari del mangiare e del bere. L'individuo vive immerso in altri gruppi di persone ed è biologicamente portato ad esercitare le proprie capacità e competenze per raggiungere approvazione, sia a livello personale che a livello sociale. 

Nella società attuale il lavoro rappresenta una sfida costante, tanta fatica, difficoltà e complessità sia nella ricerca che nel mantenimento della posizione lavorativa. Non sentirsi all'altezza di un lavoro può compromettere la propria carriera. 

L'inadeguatezza provata nei contesti lavorativi diventa un peso per l'individuo, che vive la paura di non meritare quel lavoro o addirittura di perderlo. Il risultato di questi pensieri può diminuire le performance e la produttività, determinando conseguenze sullo svolgimento e sullo sviluppo. Spesso, il non sentirsi all'altezza a lavoro è associato al timore di essere giudicati dai colleghi. 

Accade anche che nell'individuo si inneschi la convinzione di non essere all’altezza del nuovo lavoro, di non meritare quella posizione e quello stipendio. Può anche capitare, inoltre, di avere paura di cambiare lavoro perché non ci si sente all’altezza oppure a causa del fenomeno dell'impotenza appresa, per cui ci si sente incapaci di modificare la propria condizione. Questo si evidenzia soprattutto nelle persone che hanno la tendenza a sminuire i propri successi e a ignorare la fatica e l'impegno per la propria carriera. 

Per comprendere e risolvere la paura di non essere all’altezza sul lavoro, è utile coltivare:

  • l'ottimismo
  • l'autostima
  • la capacità di osare, soprattutto nelle situazioni nuove e mai incontrate. 

È utile imparare a  guardare alla novità come un'opportunità per crescere, sperimentarsi e migliorarsi. Sentirsi sempre inadeguati e non all’altezza delle situazioni non aiuterà a risolvere il problema, ma lo renderà ancora più difficile.

Avere paura di non essere all'altezza in amore

La sensazione di non sentirsi all'altezza può emergere anche nei rapporti di coppia e nella sessualità. Può accadere infatti di:

  • non sentirsi all’altezza di una relazione;
  • non sentirsi all’altezza sessualmente;

Si ha il timore di non essere abbastanza per l'altro o, addirittura, di non meritarlo. Le cause di questi pensieri di inadeguatezza sono spesso da ricercare nei primissimi anni di vita e nel legame con la figura genitoriale di riferimento (caregiver). 

Quando parliamo di legame tra bambino e caregiver, è inevitabile parlare di stile di attaccamento.

Lo psicologo americano John Bowlby, che ha teorizzato la teoria dell'attaccamento, sosteneva che “l'attaccamento è parte integrante del comportamento umano dalla culla alla tomba”.

Ciò significa che lo stile di attaccamento che il bambino sperimenta già dal primissimo anno di vita, definisce la struttura di personalità dell'individuo in riferimento alle relazioni che sperimenterà in età adulta. Egli individua quattro stili di attaccamento:

  • l'attaccamento sicuro, sperimentato da quei bambini che possono separarsi temporaneamente dalla mamma (o altro caregiver) con la certezza di non essere abbandonati, permettendosi di esplorare l'ambiente con sicurezza e fiducia;
  • l'attaccamento insicuro ambivalente, che caratterizza quei bambini che mostrano ipervigilanza verso il contatto con il caregiver e, di conseguenza, sono poco attenti e partecipi verso l'ambiente;
  • l'attaccamento insicuro evitante, presente in bambini che orientano la propria attenzione sul gioco e sull'ambiente, evitando la vicinanza e il contatto con la figura di riferimento; 
  • attaccamento insicuro disorganizzato, in cui il bambino ha subito traumi causati da caregiver instabili e aggressivi, che provocano più paura che sicurezza. 

Probabilmente il non sentirsi all’altezza del partner è un pensiero di chi ha appreso, nella propria infanzia, uno stile di attaccamento insicuro evitante, basato sulla regola “io mi basto da solo”. Le conseguenze potranno essere allora:

  • non sentirsi all’altezza di un uomo o di una donna
  • non sentirsi all’altezza di fare il marito o la moglie
  • lasciare una persona perché non ci si sente all’altezza.
Andrea Piacquadio - Pexel

A determinare la paura di non essere all'altezza di amare o di essere amati influiscono aspetti come:

Il non sentirsi all’altezza in una relazione può manifestarsi con comportamenti di manipolazione affettivamania di controllo. Conoscere e comprendere se stessi fin dalle origini, può aiutare le persone a gestire oggi i rapporti interpersonali. 

Non mi sento all'altezza di avere dei figli

Avere un figlio o decidere di diventare genitori non è una scelta semplice. Il non sentirsi all’altezza di accudire un bambino è una sensazione normale, perché il lieto evento porta con sé tutta una serie di cambiamenti nell'individuo e nella coppia. Se non compresi ed elaborati, però, possono destabilizzare la relazione

Il non sentirsi all’altezza di essere genitori e la paura di commettere errori che prima o poi possono ripercuotersi sullo sviluppo psicologico ed emotivo dei figli, vengono ulteriormente alimentati dal mito del “genitore perfetto”, che non esiste!

Lo psicologo britannico Donald Winnicott ha ideato la teoria della “madre sufficientemente buona” (o dei “genitori sufficientemente buoni”). Winnicott sosteneva infatti che solo una madre sufficientemente buona è in grado di garantire un buon sviluppo e una buona crescita per i propri figli. 

La madre sufficientemente buona possiede, secondo Winnicott, una capacità fondamentale, la “preoccupazione materna primaria”, un'abilità che le consente di:

  • porsi empaticamente con l'infante
  • riconoscere e identificarsi con i suoi bisogni
  • rispondervi adeguatamente. 

È un'abilità che si sviluppa pian piano già durante la gravidanza e che permette alla madre (e al padre) di creare per il proprio bambino un ambiente di contenimento (holding), in cui egli si sente al sicuro e protetto, senza tuttavia esserne consapevole. 

Non sentirsi all'altezza a causa di una malattia

Stare vicino ad un familiare o ad una persona malata comporta spesso l'incapacità di trovare le parole giuste per stargli accanto. La diagnosi di malattia non suscita in noi solo timore e preoccupazione, ma innesca una serie di meccanismi di identificazione, attivando le nostre paure di ammalarci e di morire e, nei casi più gravi dando luogo ad attacchi di panico e altri disturbi più seri.

Queste paure ci spingono a ritenere di dover necessariamente trovare delle parole da dire. Tuttavia non comunichiamo solo con le parole, ma anche attraverso il corpo e i comportamenti e questo, a volte, porta ad inviare dei messaggi contraddittori alla persona che abbiamo di fronte. 

Tutte queste situazioni rappresentano la normalità. Stare accanto ad una persona malata e, in generale, confrontarsi con la malattia, può suscitare nella persona una serie di emozioni e di sentimenti che ci farebbero dire “non mi sento all’altezza”, ma che ci immobilizzano e che difficilmente riusciamo ad esprimere. Più ti preoccupi di non fare abbastanza, più difficile potrebbe essere per te fare qualsiasi cosa. 

Perché non mi sento all'altezza?

Il filosofo Nietzsche parla dell'esistenza di due tipi di persone: 

  • gli stolti, cioè quelli che nascono con una sicurezza di sé, come se avessero ricevuto già da subito un'elevata autostima;
  • gli scettici, che invece sono consapevoli del fatto che la sicurezza, la fiducia e la stima di sé necessitano di un lungo processo di costruzione e di discussione e rappresentano una conquista personale più che un dono presente già alla nascita.

La stima e la fiducia in noi stessi va costruita. Per farlo, bisogna affrontare le prove che la vita ci propone e cercare di superarle. Quando ci allontaniamo dalle esperienze per paura di non farcela, sarà sempre più frequente  pensare “non mi sento all’altezza di nulla e di nessuno”. 

Le conseguenze di una bassa autostima potrebbero essere:

  • paura di deludere le aspettative degli altri
  • non sentirsi all’altezza degli altri, perché ci si reputa non abbastanza attraenti, intelligenti, simpatici, brillanti, colti, equilibrati
  • paura di essere osservati (scopofobia) per timore di essere giudicati, può manifestarsi anche come paura di parlare in pubblico
  • ansia
  • depressione.

Di fronte a queste paure l'individuo può mettere in atto una serie di meccanismi utili a farlo sentire protetto, che costruiscono un circolo vizioso che alimenta, invece di sedare, il non sentirsi all’altezza.

Andrea Piacquadio - Pexels

Come superare il non sentirsi all'altezza

Il pensiero di non sentirsi all'altezza, in psicologia, è spesso un problema strettamente correlato all'autostima. Una bassa autostima determina insicurezza e sfiducia nelle proprie potenzialità e capacità e, di conseguenza, la continua insicurezza abbassa il livello di autostima. Non c'è niente di più brutto di non sentirti all'altezza. Quali sono i rimedi?

Il primo passo per sentirsi più sicuri e all'altezza delle situazioni e delle persone consiste proprio nell'aumentare la propria autostima. Chi si occupa di benessere mentale sa che spesso la strategia migliore sta nel far concentrare il soggetto sui successi che ha raggiunto nella propria vita. 

Molte persone insicure tendono a paragonare le proprie capacità a quelle altrui. A lungo andare, l'individuo che mette in atto questo tipo di comportamento tende a sentirsi inutile, inadatto alla vita quotidiana, incapace di fare ciò che gli altri si aspettano da lui. Quando non ti senti all’altezza, concentrarti:

  • su quello che di buono stai facendo
  • sulle tue capacità
  • sui successi e sugli obiettivi raggiunti.

Ti aiuterà ad aumentare la propria autostima e ad affrontare la vita con una maggiore sicurezza e serenità.

La paura di non essere all'altezza non deve essere negata, ma può essere compresa ed affrontata con una maggiore conoscenza di sé. Alla base di questa paura risiede una poca consapevolezza delle proprie abilità, un'idea di sé povera che si è costruita e cristallizzata nel tempo, probabilmente anche incoraggiata da segnali e messaggi percepiti nell'ambiente a cui si continua a dare validità, sentendosi spesso insicuro e inadeguato.

Chiedere aiuto significa prendersi cura di sé e conoscere meglio le modalità attraverso cui ci muoviamo nel mondo. Rivolgersi a uno degli psicologi online del servizio Unobravo può essere il primo passo per prendere consapevolezza di questa difficoltà e superarle. Hai ancora dei dubbi? Puoi saperne di più sul nostro servizio di psicologia online leggendo le opinioni su Unobravo sul nostro sito web o sulla nostra pagina Trustpilot,

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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