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Tanatofobia: la paura della morte

Tanatofobia: la paura della morte
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Alice Mazzara
Redazione
Psicoterapeuta ad orientamento Psicoanalitico
Unobravo
Pubblicato il
16.5.2022

Chi di noi, almeno una volta nella vita non ha avuto il pensiero “ho paura di morire” e quindi si è confrontato con la paura della morte? Pensiamo, ad esempio, all'ansia da covid: tutti - chi più chi meno - abbiamo sperimentato durante la pandemia paura per la nostra incolumità, un’ansia dovuta alla paura di morire per una malattia ancora sconosciuta. Oppure pensiamo anche all'eco-ansia, l'ansia da cambiamento climatico, che a sua volta può portare al timore della fine del nostro pianeta.

La paura della morte può perseguitarci causando una vera e propria angoscia di morte, oppure può manifestarsi in maniera indiretta. Rimanendo sotto alla superficie, il pensiero della morte diventa una presenza oscura ma destabilizzante, che in casi estremi può provocare un’esplosione di terrore che impedisce qualsiasi felicità e realizzazione. Si può non vivere per paura di morire?

Tanatofobia: avere paura di morire

Come si chiama la paura di morire? In psicologia la fobia della morte prende il nome di tanatofobia, la cui etimologia può essere ricondotta alle parole greche “thanatos” (morte) e phobos (paura). La parola tanatofobia nel suo significato letterale indica quindi la fobia di morire. Come le altre fobie (tra cui ricordiamo l'aracnofobia, l'entomofobia, la megalofobia e la talassofobia) la fobia della morte può compromettere la nostra quotidianità. Ma cos’è l’angoscia di morte? Cosa temiamo esattamente nel pensare alla morte? 

Pensare alla morte nella depressione, ad esempio, è comune e può, nei casi più gravi, esitare in pensieri di tipo suicidario. Ben altra cosa è invece la paura della morte come fobia. Sotto questa profonda paura si celano un insieme di singole paure specifiche:

  • la paura di morire e lasciare i figli o arrecare dolore ai propri cari
  • la paura di morire giovani, con la conclusione di tutti i nostri progetti di vita
  • la sofferenza che la morte potrebbe comportare
  • l’incognita di quello che sarà dopo la morte.

La paura di morire può assumere molte forme, quali:

  • la paura di morire nel sonno
  • la paura di morire di infarto o cardiofobia
  • la paura di morire durante il parto
  • la paura di morire avvelenati
  • la paura di morire di tumore o cancerofobia
  • la paura di morire in aereo, cui può associarsi la paura di volare.

Non è insolito trovare questo tipo di angoscia nelle persone con ipocondria e cybercondria(che hanno paura delle malattie e di morire) oppure in chi presenta necrofobia (la paura dei cadaveri) o ancora in altre fobie specifiche, come l’aerofobia (la paura di volare in aereo), la talassofobia (la paura della profondità dell’acqua) e la tocofobia(paura del parto). Ciò che però caratterizza la tanatofobia, al di là della situazione in cui ci si trova, è il pensare sempre alla propria morte, come se si stesse per morire da un momento all'altro.

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Johannes Plenio - Pexels

La paura di morire: alcuni sintomi

Pensare sempre alla morte e alle sue possibili conseguenze ha importanti ripercussioni sulla vita. La tanatofobia, quando limita la nostra capacità di vivere, rappresenta la nostra morte quotidiana. Molto spesso chi ha paura di morire manifesta infatti sintomi come:

Tanatofobia: le cause

Perchè si ha paura della morte? Spesso le nostre preoccupazioni a proposito della morte e il modo in cui affrontiamo l’angoscia che ne deriva, sono radicati nel nostro passato. Per spiegare perché abbiamo paura di morire iniziamo col dire che nella nostra cultura la morte rappresenta un tabù: se ne parla poco e questo alimenta l’angoscia di morte e il senso di solitudine.

Ma pensare alla morte cosa significa? Aver paura di morire può essere comune in alcune situazioni in cui, più o meno direttamente, ci si confronta con la morte. Pensiamo alla paura di morire dopo un lutto, all’esperienza di una grave malattia o ancora alla paura di morire prima di un intervento importante: in questi casi è normale pensare alla morte e provare angoscia.

L’angoscia di morte in psicoanalisi, invece, viene considerata una manifestazione della pulsione di morte. Melanie Klein in “Note su alcuni meccanismi schizoidi” (1946) scrive infatti: “…se assumiamo l’esistenza di una pulsione di morte dobbiamo anche assumere che negli strati più profondi della mente c'è una risposta a questa in termini di paura di essere annientati […] questo a mio avviso é la prima causa di angoscia”.

 

La paura della morte nel ciclo di vita

Non è inusuale trovare la paura della morte anche nei bambini. I bambini iniziano già da piccoli a confrontarsi con la morte, per esempio vivendo quella del proprio animale domestico o dei nonni. Queste esperienze possono innescare nei bambini la paura della morte dei genitori. 

La paura della morte in adolescenza irrompe in maniera preponderante. Paura di morire e ansia in adolescenza sono comuni: gli adolescenti sono spaventati e allo stesso tempo attratti dalla morte, la avvicinano e al contempo provano a esorcizzarla, talvolta attraverso comportamenti rischiosi. Per questo gli interventi di death education nelle scuole risultano un prezioso alleato per insegnare a guardare alla morte come a un evento naturale.

L’ansia della morte, in genere, si attenua nella fase centrale della vita, un momento in cui si è concentrati sul lavoro o sul formare una famiglia. È solo quando la maggior parte di questi obiettivi sono stati raggiunti (per esempio l’uscita dal nucleo familiare dei propri figli, o il manifestarsi di segni dell’invecchiamento nell’anziano e di cambiamenti fisiologici, come la menopausa) che ci si confronta nuovamente con la sfida di vincere la paura di morire.

Vita e morte: due facce della stessa medaglia

Perché la morte fa paura? Ogni cosa nasce per poi svanire e noi ci troviamo a doverci confrontare con questa realtà ogni giorno. Seneca sosteneva che “Non c’è nulla di male nella vita per chi ha ben compreso che la privazione della vita non è male”. Sant’Agostino diceva “solo di fronte alla morte l’uomo nasce a sé stesso”. Ma cosa vogliono dire questi pensatori? Com’è possibile sostenere che la morte, un evento che pone fine alla nostra esistenza, può essere rappresentata in chiave positiva?

Il filosofo Heidegger, a questo proposito, ha esemplificato bene la questione di come l’idea della morte possa sanare l’uomo, arrivando alla conclusione che la consapevolezza della nostra morte agisce come uno sprone nella nostra vita.

Tutti sappiamo che dobbiamo morire, ma fino a quando non siamo coinvolti da vicino questa consapevolezza sembra non riguardarci. La percezione concreta della morte, però, ci aiuta a renderci conto della nostra esistenza, ad accorgerci di come stiamo vivendo la nostra vita e consentirci di prenderla in mano. Ed è lì che possiamo fare un “salto di qualità” e sentire di essere davvero padroni della nostra esistenza!

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Teona Swift - Pexels

Come superare la paura della morte e cominciare a vivere 

Come vincere la paura di morire e trovare una cura per la tanatofobia? La morte ci ricorda che abbiamo un tempo limitato ma soprattutto che, se non siamo capaci di "morire", ossia di lasciar andare ciò che ci porta sofferenza e dolore, allora non capiremo mai come smettere di pensare alla morte e iniziare a vivere. 

Ci sono momenti in cui, ad esempio, perdonare, ci permette di lasciare andare il rancore e la sofferenza che deriva dal rimuginìo sul passato. Qualunque sia la cosa che rifiutiamo essa ci porta dolore perché nel rifiutarla noi ci opponiamo alla vita stessa. Non avere paura della morte significa quindi comprendere che la paura non impedisce la morte, impedisce la vita.

 

La paura della morte come vettore del cambiamento personale

Ci possono essere diversi modi in cui fare i conti con la tanatofobia e capire come superare la paura di morire. Uno di questi è andare dallo psicologoL’aiuto di un professionista può favorire l’acquisizione di nuove consapevolezze sulla morte. Ma come può la consapevolezza condurre a un cambiamento personale? Proviamo a capirlo insieme attraverso alcuni punti essenziali:

  • la morte non deve far paura: essa ci aiuta a capire che la vita è una e a viverla pienamente nel presente
  • la morte è un’esperienza che non può essere rimandata: tenendo a mente che la nostra vita ha un termine, possiamo sfruttare a pieno ogni occasione, essere grati di quello che siamo e gioire di quello che abbiamo
  • la morte ci fa cambiare prospettiva: distinguere tra ciò che è accessorio e ciò che è fondamentale ci aiuta a dare il giusto valore alle cose.

Spesso è quando abbiamo paura di vivere che subentra la paura di morire. Più fuggiamo dalla morte, meno impariamo a comprendere che essa non solo fa parte della vita, ma è anche fondamentale per ricordarci qualcosa di importantissimo: non vivremo in eterno. Un percorso psicoterapeutico, anche con uno psicoterapeuta online Unobravo, può aiutare a scavare dentro di sé per comprendere le cause che provocano queste preoccupazioni, per provare ad affrontare la paura ossessiva della morte e la conseguente ansia che ne deriva.


Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

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