L’affido può essere intrapreso da singoli, coppie sposate o conviventi con o senza figli, senza limiti di età. Quando ci si rende disponibili come affidatari, è possibile decidere per quale tipo di affido proporsi, tra:
- residenziale, in cui il minore si trasferisce ad abitare con le figure affidatarie, dormendo presso la loro casa;
- semi-residenziale/nel weekend, ad esempio solo sabato e domenica con una notte alla settimana;
- diurno, per esempio solo alcuni pomeriggi durante la settimana senza pernottamento;
- di emergenza, nel caso di situazioni di grave pericolo per il minore per le quali è necessario reperire in poco tempo una famiglia affidataria, o nel caso di neonati che necessitano di una casa per poco tempo nell’attesa di trovare una famiglia adottiva.
Il conflitto di lealtà
Nell’affido, il bambino si trova a vivere un rapporto di affetto con persone diverse e può accadere che l’attaccamento verso i genitori affidatari assuma ai suoi occhi il significato di slealtà e di tradimento nei confronti della famiglia di origine.
Viceversa, la lealtà nei confronti dei propri genitori può essere percepita come slealtà verso i nuovi legami con gli affidatari. Quando le famiglie raddoppiano, infatti, raddoppiano anche i modelli di vita, gli stili educativi, i valori e le modalità di affrontare i conflitti e le avversità. Questo conflitto è costitutivo dell’affido e comporta che il minore:
- possa sentirsi preoccupato, arrabbiato e in colpa per la posizione scomoda in cui si trova;
- possa manifestare comportamenti che mettano alla prova la famiglia affidataria, alzando sempre il tiro con nuove provocazioni.
La presenza dei Servizi
Nell’affido familiare la presa in carico del minore e della sua famiglia non è solamente di chi si candida come affidatario, ma è innanzitutto dei Servizi:
- tribunale per i minorenni;
- assistenti sociali;
- psicologi;
- educatori di spazio neutro.
I Servizi monitorano l’affido dall’inizio alla sua conclusione e si occupano:
- di conoscere il minore che necessita di una collocazione temporanea;
- di organizzare i colloqui conoscitivi con gli affidatari;
- dell’abbinamento affidatari-minore;
- degli incontri in “spazio neutro”, uno spazio in cui il minore incontra i genitori e gli altri familiari come fratelli, zii e nonni sotto la supervisione di un educatore specializzato;
- delle decisioni in merito al post-affido.
Durante tutto il percorso gli affidatari non vengono lasciati da soli, ma sono in costante contatto con lo psicologo e l’assistente sociale. I protagonisti dell’affido, quindi, sono numerosi:
- minore;
- famiglia di origine;
- affidatario;
- Servizi.
La presa in carico è a 360 gradi e spesso coinvolge anche il contesto scolastico.
Risorse per il minore
L’affido è un’opportunità per i bambini e gli adolescenti di fare un’esperienza diversa del concetto di famiglia rispetto a quello a cui sono abituati. Essere inseriti in un ambiente diverso, per pochi giorni alla settimana o nella quotidianità, rappresenta per i minori un modo per conoscere:
- stili educativi diversi (meno tolleranti o autoritari e più autorevoli) da quelli dei propri genitori;
- modalità di comunicazione più efficaci;
- regole e rituali familiari diversi.
Per esempio un bambino abituato ad alimentarsi con piatti pronti, confezioni di patatine e merendine, potrebbe conoscere stili alimentari più adatti alla sua crescita fisica e mentale. Un altro bambino abituato ad occuparsi dei fratelli più piccoli può sperimentare la condivisione con i suoi coetanei e il divertimento nel compiere attività adatte alla sua età e meno cariche di responsabilità.
Un punto di riferimento nel tempo
La legge sulla continuità degli affetti prevede che il minore che ha fatto un percorso di affido, e che sia rientrato nella famiglia di origine, abbia il diritto di mantenere i contatti nel tempo con la famiglia affidataria, che può diventare a tutti gli effetti una risorsa a lungo termine.
Il legame tra minore e affidatari non viene quindi interrotto bruscamente ma, nel caso in cui entrambe le parti e i Servizi siano d’accordo al suo mantenimento, viene tutelato. In alcuni casi è avvenuta anche l’adozione del minore da parte degli affidatari, previo accordo delle parti e valutando caso per caso. È importante però essere consapevoli che, quando ci si candida per un affido, l’obiettivo è quello di lavorare tutti insieme affinché il minore possa rientrare nella sua famiglia di origine.
Risorse per l’affidatario
I punti di forza nell’intraprendere un percorso come affidatari sono molteplici. Per le coppie con dei figli, aprire le porte ad un minore in un momento di difficoltà è un modo per trasmettere ai propri figli alcuni valori:
- l’accoglienza;
- l’attenzione per chi ha bisogno;
- la condivisione del tempo e degli spazi con un altro minore.
Per le coppie senza figli e i singoli è un modo per sperimentarsi come genitori, anche se per un tempo specifico. È un’occasione per poter dare il proprio aiuto a un minore che ne ha bisogno e mettere a disposizione il proprio tempo in un progetto diverso dal volontariato e con cui misurarsi in prima persona.