Per regolazione emotiva si intende il processo attraverso il quale la persona cerca di gestire le proprie emozioni, agendo su di esse in vari modi e intervenendo su differenti aspetti, incluse le situazioni e gli stimoli che le precedono.
La regolazione emotiva, di per sé, non ha nulla di patologico. Tutti noi, utilizzando differenti strategie, facciamo continui “aggiustamenti” delle nostre emozioni e delle nostre stesse risposte a tali emozioni, il più delle volte in modo del tutto efficace. Pensiamo, ad esempio, al bagno caldo che ci concediamo al termine di una giornata faticosa per rilassarci o a quando distogliamo lo sguardo da scene per noi particolarmente spaventose mentre guardiamo una serie TV.
Quando la regolazione emotiva diventa un problema?
Possiamo pensare di trovarci sul versante patologico quando agiamo molto rapidamente (e spesso impulsivamente) sulle emozioni che si manifestano dentro di noi, senza verificare se tali modi di agire siano efficaci:
- sul lungo termine
- per avvicinarci a ciò che è importante per noi.
A rendere problematico, se non patologico, questo processo sono la sua eventuale sistematicità e generalizzazione, ossia quando si utilizzano le stesse strategie ripetutamente nel tempo e attraverso situazioni diverse tra loro, in modi scarsamente flessibili e sensibili ai cambiamenti del contesto.
Ne sono un esempio altri disturbi della personalità come il disturbo borderline di personalità e il disturbo istrionico di personalità: le emozioni sono vissute in maniera intensa ed espressa in modo impulsivo, con manifestazioni plateali volte alla ricerca dell'attenzione nel primo caso e anche dell'apprezzamento degli altri nel secondo.
Disturbo borderline di personalità e regolazione emotiva
Se osserviamo i comportamenti caratteristici del disturbo borderline di personalità possiamo notare che, seppur possano apparire diversi nella forma, essi sono il risultato di tentativi rigidi e per lo più disfunzionali di sopprimere, sbarazzarsi o modificare aspetti della propria risposta emotiva.
Ad esempio, uno dei vissuti emotivi caratteristici e maggiormente dolorosi per una persona con disturbo borderline è l’abbandono, reale o percepito che sia. Quando viene esperito, qualunque sia la circostanza, spesso porta la persona a reagire impulsivamente, in modi:
- poco efficaci ad evitare realmente la probabilità di essere abbandonati in futuro
- che allontanano la persona da ciò che davvero desidera e considera importante, ad esempio connettersi agli altri e instaurare relazioni soddisfacenti.
La paura dell'abbandono può portare ad esempio ad assumere comportamenti sospettosi, che vanno però distinti da quelli del disturbo paranoide di personalità.
Due tipi di regolazione emotiva
La regolazione emotiva può essere:
- singola o specifica
- multipla o generalizzata.
Regolazione emotiva singola o specifica
Avviene nel caso in cui le strategie di regolazione siano rivolte a una specifica emozione che la persona fa fatica a gestire e che è per lei fonte di grande sofferenza, ad esempio nei casi di ansia sociale o depressione.
Regolazione emotiva multipla o generalizzata
Accade in tutti quei casi in cui sono un insieme variegato di emozioni (e non solamente una specifica) a portare a comportamenti regolatori frequenti, rigidi, inflessibili e per lo più inefficaci sul lungo termine, che vengono messi in atto in diversi contesti e per lungo tempo.
Nel caso del disturbo borderline, ciò a cui assistiamo è una disregolazione emotiva multipla. Le emozioni oggetto dei tentativi di:
- aggiustamento
- soppressione
- controllo
sono diverse, come lo sono i contesti nei quali tali questi tentativi vengono messi in atto.
Super-feeler
I super-feeler sono quelle persone che esperiscono ogni emozione e ogni sentimento in maniera:
- improvvisa
- eccezionalmente intensa
- con sbalzi di umore molto rapidi, tanto da sentirsi sopraffatti e in balia delle emozioni stesse, come se la loro “macchina emotiva” si accendesse e andasse da zero a 100 in un istante, costantemente.
Quando l’emozione raggiunge il suo picco, queste persone possono percepire qualsiasi pensiero si presenti alla loro mente come l’assoluta verità. Ciò comporta il rischio di lasciare alla loro esperienza emotiva e cognitiva del momento il controllo sulle loro azioni, con tutte le conseguenze a breve e lungo termine che questo comporta.
Le emozioni non sono il problema
La maggior parte degli approcci terapeutici più recenti e scientificamente validati pongono, al centro del lavoro con persone con disregolazione emotiva, lo sviluppo di abilità che consentano loro di relazionarsi con i loro vissuti emotivi in modo più consapevole e utile.
Questo è utile per poter scegliere come agire anche in presenza di stati d’animo intensi e difficili, così da migliorare il proprio funzionamento personale, sociale e lavorativo e, complessivamente, la qualità della loro vita.