La procrastinazione

La procrastinazione
logo-unobravo
Rossella Vono
Redazione
Psicologa ad orientamento Funzionale Integrato
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
7.9.2020
Se ti è piaciuto, condividilo:



Il soggetto che temporeggia, rimandando a domani l’azione, prova una sensazione di indefinito e continuo rimuginìo dentro di sé. Se non fosse convinto al 100% di portare a termine il progetto, non si tratterebbe di procrastinazione, ma una semplice negazione dell’azione. Colui che osserva o che si relaziona con il procrastinatore, invece, si scontra con una sensazione di vaghezza e confusione, trovandosi appunto davanti a scelte non chiare.


Perché la procrastinazione ci fa stare male? 

A forza di procrastinare rimandiamo ciò che è davvero importante, rimanendo rinchiusi in una vita che non è esattamente congruente a quella a cui tendiamo e che sogniamo da sempre. È come “un cane che si morde la coda”: si vorrebbe smettere, ma è un gesto così abitudinario e senza sforzo che, tanto vale, continuarlo. Il nodo cruciale è proprio questo. Per affrontare una situazione spesso ci vogliono:

  • autodisciplina
  • tempo
  • dedizione.

Quando questi elementi vengono a mancare si crea un blocco nell'agire, perdiamo il contatto con noi stessi, con la nostra identità.

Eunice Lui - Pexels

Gestire la procrastinazione

Posticipando di lunedì in lunedì e di stagione in stagione, prima o poi ci ritroviamo bloccati in un loop negativo fatto di insoddisfazione e infelicità, paralizzati dai nostri stessi pensieri incalzanti e continui. La procrastinazione può avere dei risvolti negativi non soltanto nella nostra vita, ma anche in quella di chi ci sta intorno.

Possiamo, però, imparare dalle nostre incertezze e dal nostro “non agire”. A volte prendere tempo può anche essere un buon segnale. Ascoltare il nostro corpo e osservare i nostri comportamenti, può facilitare la comprensione dei nostri stati emotivi.


Identikit del procrastinatore

Per comprendere meglio caratteristiche e motivazioni di un procrastinatore, possiamo fare riferimento a delle macro-categorie in cui ognuno di noi, almeno per alcune scelte di vita, riuscirà a identificarsi.


Il procrastinatore insicuro

  • Non agisce perché ha paura del giudizio degli altri, di fallire o di avere successo;
  • non vuole “rovinare” l’immagine che gli altri percepiscono di lui;
  • ha difficoltà nell’agire in situazioni che apporteranno un cambiamento alla propria identità.
Moose Photos - Pexels

Ad esempio: una donna e mamma a tempo pieno potrebbe procrastinare il prendersi cura di sé, perché teme che all’esterno le persone la percepiscano come una "non curante" dei figli o del marito.


Il procrastinatore perfezionista

  • Tende a complicarsi la vita pensando a tutti i dettagli possibili e immaginabili;
  • non ha mezze misure: o fa tutto alla perfezione oppure non fa niente
  • si ferma a metà dei progetti perché schiacciato dalla mole di dettagli che vengono fuori;
  • pensa spesso alle aspettative degli altri e a quello che diranno una volta che avrà portato a termine il progetto;
  • si sente in dovere di prendere in carico di tutti i problemi (tralasciando i propri).


Il procrastinatore sognatore

  • Ha un’attitudine estremamente positiva;
  • si butta in mille progetti ma poi si perde nella fase di pianificazione non riuscendo mai ad arrivare a qualcosa di concreto;
  • compra corsi, libri e tutto il necessario per seguire un progetto ma poi, quando arriva alla parte esecutiva, incontra tantissime resistenze e spesso si perde d’animo, e l’interesse si smorza;
  • sente di non riuscire a portare avanti progetti e di essere una persona fallibile;
  • all’estremo, ha delle crisi di identità.
Cottonbro - Pexels

Il procrastinatore pigro

  • Il suo pensiero più ricorrente è: "dovrei fare… ma non ho voglia di fare niente
  • dice di "lavorare molto bene sotto stress", lasciando quindi tutto all’ultimo secondo
  • ha l’abitudine di staccare più volte la sveglia al mattino, rimandando anche l’orario in cui cominciare la giornata
  • non ha molto chiari i piani per concretizzare gli obiettivi
  • quando non c’è una scadenza va in completa paralisi: rimanda a data da destinarsi tutti i progetti
  • si trova molto a proprio agio nella sua zona di comfort e, per questo motivo, è estremamente resistente al cambiamento, qualunque esso sia.


Il procrastinatore disorganizzato

  • Dice di non avere mai tempo;
  • pianifica tutto nel dettaglio ma la pianificazione è quasi sempre non realistica;
  • lo assale il panico non appena qualcosa va storto e non sono mai previsti dei momenti di recupero nelle sue giornate caotiche;
  • le ore sembrano non bastare mai, e nonostante sia sempre impegnato, non arriva mai ai risultati che vorrebbe.

Queste descrizioni possano aiutare a disegnare e limitare la dinamica interiore che separa una persona dai propri obiettivi, traguardi e desideri profondi. Un percorso psicologico potrà essere d'aiuto non solo per prendere consapevolezza delle ragioni che si nascondono dietro alla procrastinazione, ma anche per individuare delle strategie efficaci per superarla.


Bibliografia
Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista. Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica

Potrebbero interessarti

Psicologia del regalo: il senso psicologico del donare
Crescita personale

Psicologia del regalo: il senso psicologico del donare

Il grande bluff: le aspettative
Crescita personale

Il grande bluff: le aspettative

Prendersi cura di sé: come imparare a farlo
Crescita personale

Prendersi cura di sé: come imparare a farlo

scopri tutti gli articoli