La gelosia è un particolare stato emotivo che nasce dal timore di perdere qualcuno a cui si è molto legati e che, in qualche modo, siamo convinti ci appartenga. Di solito quando si parla di gelosia pensiamo immediatamente alla gelosia nella coppia, ma essa può manifestarsi anche nei rapporti familiari. Scopriamo insieme di cosa si tratta.
La gelosia: un sentimento solo adulto?
La gelosia è un sentimento che si vive all’interno dei rapporti umani e in cui entrano in gioco molteplici componenti tra cui ansia, sospetto, possessività, umiliazione ed incertezza: vissuti connessi alla paura di non riuscire più ad ottenere l’affetto della persona amata.
È più facile collocare l’insorgenza della gelosia in età adulta, ciò nonostante, la gelosia può essere facilmente osservabile nei bambini, soprattutto quando l’attenzione dei genitori è rivolta verso altre persone, o verso altri bambini. La causa della gelosia nei bambini è il timore di perdere qualcosa di molto importante: l’amore e le attenzioni della figura affettiva di riferimento.
Nei bambini, la manifestazione di questo sentimento, sembra confermare l’ipotesi della gelosia come sentimento naturale ed istintivo anche se, in realtà, sarebbe opportuno tenere a mente che esistono numerose variabili sociali e culturali che intervengono nel caratterizzare tale emozione.
La gelosia di età infantile è spesso quella che il primogenito può iniziare a provare nei confronti dei fratelli più piccoli. In particolare, tale sentimento tende a manifestarsi più di frequente nei bambini in età compresa da 0 a 3 anni. Dai 4 anni circa sembra che, in linea generale, i bambini reagiscano meglio all’arrivo di un fratellino in famiglia.
In che modo si manifesta la gelosia nei bambini?
La gelosia è un sentimento difficile da riconoscere nell’ età infantile, perché spesso si nasconde dietro altre emozioni che possono avere diverse forme di manifestazione. Elenchiamo brevemente quelle più frequenti, per riconoscerle e imparare a utilizzare comportamenti maggiormente adeguati al momento e al contesto.
La rabbia
L’emozione più tipica dietro cui può celarsi la gelosia è la rabbia. Sarebbe opportuno chiedersi se, dietro l’atteggiamento spesso arrabbiato ed aggressivo di un bambino nei confronti del fratello, potrebbe esserci alla base il sentimento della gelosia.
I "capricci"
La gelosia nei bambini spesso si esprime attraverso un aumento di quelli che i genitori definiscono “capricci”. I figli iniziano a fare numerose richieste, si lamentano apparentemente senza un motivo fondante e tendono a piangere di frequente. Dietro questi comportamenti spesso si nasconde la difficoltà a condividere l’attenzione dei genitori con altri.
I comportamenti "da bambino piccolo"
Altro scenario che potrebbe derivare dalla presenza di un sentimento di gelosia potrebbe essere quello in cui un figlio, ormai capace di essere autonomo rispetto ad alcune attività, può iniziare a comportarsi come un bambino più piccolo. Le regressioni nei bambini indicano che stanno vivendo un momento di difficoltà emotiva, di disagio.
La competizione
La gelosia nei bambini si manifesta anche attraverso un aumento della competizione: desiderano primeggiare e farsi lodare per quello che fanno. Questo aspetto può generare anche risvolti positivi ma, se esasperato, potrebbe far aumentare in modo significativo i litigi tra fratelli.
Affrontare la gelosia: un suggerimento per i genitori
Sarebbe utile inquadrare la gelosia in un’ottica evoluzionista, come un vissuto consueto che fa parte dell’esperienza propriamente familiare. Tuttavia i genitori possono avere difficoltà nel gestire questo stato d’animo. Ecco una serie di suggerimenti da tenere a mente per poter gestire il sentimento della gelosia quando si manifesta:
1)Comprendere ed accompagnare
La gelosia fa parte della relazione fraterna, è un sentimento normale ed inconsapevole. In gioco c’è l’affermazione di sé e la conquista del proprio ruolo all’interno della dinamica familiare, pertanto non è uno stato d’animo da condannare a priori;
2)Preservare l’unicità di ciascun bambino
L’atteggiamento di esclusività che il fratello più grande avverte in relazione al fratellino, è stata anche sua al momento della nascita e nella fase del primo accudimento: risulterebbe utile raccontare degli aneddoti e dei particolari propri di quel bambino, per restituire anche a lui una percezione di unicità, legata ad una fase di vita trascorsa;
3)Alleggerire le regressioni
Sarebbe utile inquadrare i gesti di regressione del bambino, in modo da restituirgli empatia rispetto al suo vissuto attuale;
4)Verbalizzare
Dare un nome al vissuto del bambino lo aiuta a leggere l’esperienza emotiva che sta vivendo. Accompagnarlo in questa nuova esperienza può aiutarlo a capire che ora lo spazio si deve dividere anche col nuovo arrivato. Per il grande, tuttavia, ci sono nuove esperienze possibili, come l’apertura ad altri membri della famiglia come per esempio i nonni;
5)Non dare etichette
Fare confronti e differenze, in linea generale è sempre poco utile. I paragoni tra fratelli, anche se a fin di bene, di solito contribuiscono a creare sfiducia e a minare l’autostima del bambino.
6)Garantire ad ognuno uno spazio mentale
Ogni figlio ha un’unicità che va valorizzata, a prescindere dal campo in cui riesce meglio.